venerdì 31 maggio 2013

PENSIERI SPARSI DEL 31 MAGGIO 2013

PENSIERI SPARSI DEL 31 MAGGIO 2013
“La felicità
non dipende
da ciò che si ha…
ma da ciò che si è”
Dino

FRANCO E LETIZIA racconto (272°) di Dino Secondo Barili

31 MAGGIO 2013
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 31 maggio 2013 – Venerdì – ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
 racconto del Venerdì
 Franco e Letizia (272°)
Diciamo le cose come vanno dette… Oggi, le persone fanno fatica a stare insieme. Specialmente… le coppie, marito e moglie, compagno e compagna, e via di questo passo. Gli scienziati si scervellano per capire il meccanismo della “crisi della coppia”. Fanno studi e ricerche. Le statistiche non si contano e sono ormai un campo di battaglia… La verità, forse, è più semplice di quanto si immaginano molti studiosi. L’altro giorno, Franco e Letizia comminavano, mano nella mano, in Corso Cavour a Pavia. 59 anni lui, 58 lei. 35 anni di matrimonio. Due figli di 34 e 33 anni… ormai sposati. Franco e Letizia sembravano due sposini in luna di miele. Inevitabile la mia domanda. “Ma, voi due, siete sempre così?” Franco mi guardò. “Perché? Ti facciamo meraviglia?” – “Un po’, si.” dissi io. Stavo per continuare il discorso, quando la Signora Letizia, amica da antica data, iniziò a dare la sua versione dei fatti. “Caro Dino, sono certo che non ti meravigli affatto di come ci comportiamo noi due. Sai benissimo che quando due persone sono insieme da tanti anni (35 anni per la precisione) molte cose fanno parte della routine quotidiana. Io conosco i difetti di Franco …e Franco conosce i miei. Però, alla base del nostro rapporto c’è sempre stata la condivisione. Condividere tutto… anche i difetti, anzi, soprattutto i difetti (che poi, non sono tali… se visti nella giusta luce). Caro Dino. Quando mi sono sposata avevo 23 anni e Franco 24. Prima di uscire dalla mia casa paterna, mia madre mi ha fatto “la predica”. Mi ha detto. “Letizia, domani ti sposi. Tuo padre ed io (operai) ti abbiamo dato tutto quello che potevamo. Ma, oggi, voglio darti e dirti qualcosa di più. La mia esperienza e ciò che ho imparato dal matrimonio con tuo padre. Cara Letizia, chi fa la famiglia è la donna. La fa in ogni momento della giornata, del mese, dell’anno. La fa perché la donna è la famiglia… la casa, il marito, i figli. E’ la donna che fa sentire il marito contento e felice. La moglie non deve dire tutto al marito. Anzi, meno dice, e meglio sta. Il marito, invece, deve dire tutto alla moglie. Perché il giorno in cui, tuo marito “non potrà più dire a te quello che pensa”, andrà a cercare “un’altra spalla” sulla quale cercare confidenza e piacere. Nella famiglia non esiste la parità tra marito e moglie. E’ la moglie “che comanda” in famiglia. Quindi ogni responsabilità è della moglie… coadiuvata (se possibile) dal marito. Il “termometro che misura la vitalità” di una famiglia è nelle mani della moglie … il marito può fare poco o niente. Ecco perché, quando esci da questa casa… c’è una sola porta aperta: la tua. Tu sola possiedi la “chiave della felicità” della tua famiglia.” - Questo è il 272° “racconto breve” scritto dal 2 settembre 2012. Il progetto – sfida è di scrivere 365 racconti in 365 giorni. Un racconto al giorno. Riuscirà il sottoscritto a raggiungere tale traguardo?
Vedremo… “Se son rose fioriranno”. Ne mancano solo 93. Buona giornata a tutti. Dino
-cliccando “precedenti” in fondo alla pagina, si possono leggere tutti i 271 racconti pubblicati. Dino
Vedi anche:   dinosecondobarili

SECONDO TE...

SECONDO TE…
“Secondo te… che cos’è una famiglia?
(se vuoi, puoi lasciare una tua testimonianza)

MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA DEL 31 MAGGIO 2013

MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA
NEL MARE DEL WEB DEL
31 MAGGIO 2013
“Il piacere
rende migliore
ogni attività”
Dino

OGGI, 31 MAGGIO - SAN GIACOMO di Vice Miazza

30 maggio 2013 06:46
31 Maggio “BEATO GIACOMO SALOMONI”,…….Di nobile famiglia, nacque a Venezia nel 1231. Rimase assai presto orfano di padre. La madre allora lo affidò alla nonna, decidendo di prendere il velo monacale in un monastero della città, detto delle Celesti,. Lui all’età di diciassette anni, distribuito ai poveri un cospicuo patrimonio, entrò nel convento Domenicano di Venezia. Ebbe il culto della Regola, che per sessantasei anni osservò con inviolabile fedeltà. Anima contemplativa e assetata di silenzio, ottenne, nel 1269, di passare al Convento di Forlì, per vivervi in tutta umiltà . Non ebbe il dono dell’eloquenza, ma sua cattedra fu il confessionale, dove svolse un fruttuoso apostolato per il quale aveva ricevuto da Dio doni veramente straordinari. Spesso, quando era in confessionale, si vedeva una colomba misteriosa posarsi sulla sua spalla. La sua preghiera era taumaturga e otteneva miracoli d’ogni genere. Nella tarda età sopportò una crudele piaga al petto, senza concedersi, né riposo, né dispense. Fu Priore in diversi Conventi, ma mori in quello di Forlì, il 31 maggio 1314.I suoi funerali furono un trionfo e Forlì lo proclamò suo Patrono. Il culto fu approvato per Forlì nel 1526 e per Venezia nel 1617. Papa Gregorio XV il 22 settembre 1621 ha concesso a tutto l’Ordine la Messa e l’ufficio propri. La splendida chiesa dei Santi Giovanni e Paolo di Venezia., dal 1939 ne conserva il corpo……… Altro Santo del giorno: SANTA CAMILLA BATTISTA DA VARANO, Camerino 1458-1524, Badessa Monastero Clarisse

ORIGINE DEL NOME - GIACOMO - di Vice Miazza

30 maggio 2013 06:37
Il nome “GIACOMO”, di origine ebraica, significa “Dio ha protetto” ……. Distribuito in tutta la penisola, si presenta in diverse varianti. Si è diffuso particolarmente per il culto di San Giacomo Apostolo, fratello di San Giovanni Evangelista, detto “Il Maggiore

mercoledì 29 maggio 2013

PENSIERI SPARSI DEL 30 MAGGIO 2013

PENSIERI SPARSI DEL 30 MAGGIO 2013
“Nella vita…
nessuna opportunità
va sprecata”
Dino

CLAUDIO E GLI AMICI racconto (271°) di Dino Secondo Barili

30 MAGGIO 2013
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 30 maggio 2013 – Giovedì – ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
 racconto del Giovedì
Claudio e gli amici (271°)
Non tutti i giorni sono uguali. Ci sono i giorni “più”… e giorni “meno”. Tuttavia il sogno di ogni persona è che, nella vita, ci siano solo giorni “più”. Nei giorni “più” vi sono sicuramente i momenti passati con gli amici. Claudio, quarant’anni, impiegato di banca…almeno la pensava così. Ecco perché si dava da fare per avere sempre tanti amici con i quali dialogare, parlare del più e del meno, sentirsi in un clima sereno e piacevole. Un anno fa, però, Claudio si era accorto che, in breve tempo, parecchi amici erano spariti dalla circolazione. Chi si era sposato. Chi era andato a convivere… Altri avevano cambiato… città. Uno, Carlo, era “emigrato” in Sicilia. Gli amici non si facevano più vedere al solito Bar di Piazza della Vittoria in Pavia. Non si vedevano più … e nemmeno si facevano sentire al telefono. Al Bar erano rimasti in tre; Giovanni, Francesco e (naturalmente) Claudio. Troppo pochi per i gusti dell’ impiegato di banca… il quale decise “ipso facto” di darsi da fare. Intervenire. Cercare nuovi amici e ricreare quel “clima” che aveva vissuto nei mesi precedenti. La cosa sembra facile… ma non è così. Come fare? Claudio parlò con il Prof. Celestino , Docente presso una Università di Milano, il quale lo invitò nel suo Studio ed espose tutte le varie possibilità per trovare amici … Compresa l’idea di “creare una ONLUS” … con tutte le “ricadute” conseguenti. Claudio si spaventò a morte. Uscì dallo Studio del Professore con il mal di testa. Claudio aveva una sua idea degli “amici” … in senso normale, naturale, come tra persone che si trovano bene insieme…ognuno libero di pensarla come vuole, dire ciò che vuole e ciò che pensa. “Altrimenti che amici sono?” Dopo una notte “d’inferno”, una mattina di un anno fa, al solito Bar di Piazza della Vittoria, Claudio parlò con Giovanni e Francesco. Disse loro se erano disposti a fare una passeggiata quotidiana sul Ponte Coperto di Pavia… “Per fare cosa?” – chiese Giovanni. “Per chiacchierare…e non solo” rispose Claudio. “E’ quel … ‘non solo’… che mi preoccupa.” Aggiunse Francesco. “A dire il vero” – continuò Claudio – “con il ‘non solo’ volevo dire che quando tre amici come noi, si trovano puntualmente ogni giorno sul Ponte Coperto di Pavia… sono attratti da mille argomenti. Per esempio. Il Fiume Ticino …che scorre da migliaia e migliaia di anni, incurante dei nostri problemi, delle nostre paturnie, dei discorsi più o meno seri. E poi, altri amici potrebbero aggregarsi a noi… Un modo per salutarci, per dirci, ‘come stai?’ ‘Stai bene?’ ‘Si, anch’io. E tu?’ … “ In quell’istante, accanto a Claudio, Giovanni e Francesco si fermarono tre loro compagne di scuola, Giovanna, Agostina e Valeria. “Cosa fate in questo Bar?” chiese Valeria, la più loquace delle tre. Pronta fu la risposta di Claudio. “Cerchiamo tre amiche come voi … per andare fare una passeggiata quotidiana sul Ponte Coperto. Cosa ne dite?” – Giovanna, colse subito il risvolto positivo della proposta. “Parlo a nome di tutte e tre … Noi siamo disponibili. Possiamo andarci anche subito.” La nuova compagnia dei “sei amici”, dopo aver assaporato il “migliore caffè” della giornata, si avviarono per raggiungere la metà. Prima di raggiungere il Ponte Coperto. Si erano già formate tre coppie che chiacchieravano allegramente ... sul come è bello vivere e stare insieme a Pavia. - Questo è il 271° “racconto breve” scritto dal 2 settembre 2012. Il progetto – sfida è di scrivere 365 racconti in 365 giorni. Un racconto al giorno. Riuscirà il sottoscritto a raggiungere tale traguardo?
Vedremo… “Se son rose fioriranno”. Ne mancano solo 94. Buona giornata a tutti. Dino
-cliccando “precedenti” in fondo alla pagina, si possono leggere tutti i 270 racconti pubblicati. Dino
Vedi anche:   dinosecondobarili

SECONDO TE...

SECONDO TE…
“Secondo te… che cos’è un Ponte?
(se vuoi, puoi lasciare una tua testimonianza)

MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA DEL 30 MAGGIO 2013

MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA
NEL MARE DEL WEB DEL
30 MAGGIO 2013
“Trasformare,
ogni giorno…
nel giorno più bello…
della vita”

OGGI, 30 MAGGIO - SAN FERDINANDO - di Vice Miazza

29 maggio 2013 08:59
30 maggio “SAN FERDINANDO III “, Re di di León e di Castiglia ………Ferdinando nacque nel 1198 da Alfonso IX, re di León, e da Berenguela di Castiglia. Nel 1217, all'età di 18 anni, ereditò la Castiglia, la terra di sua madre e nel 1230 il León, quella di suo padre.. Con lui si unirono definitivamente i due regni della penisola iberica, senza guerre e spargimenti di sangue come spesso capitava in simili circostanze. Ferdinando si sposò prima con Beatrice di Svevia (nota anche come Beata Beatrice de Suabia) nel 1219 e poi, rimasto vedovo, con Maria de Ponthieu nel 1235: da queste felici unioni nacquero ben tredici figli. Questa politica matrimoniale instaurò strette relazioni con la casata imperiale di Germania e con quella reale di Francia, tanto che il primo matrimonio diede al figlio, Alfonso X il Saggio, fondamento giuridico per aspirare addirittura al trono germanico Ma la storia ricorda Ferdinando anche per le guerre contro i saraceni che gli permisero di riconquistare i regni di Cordova, Siviglia, Jaén e Murcia. Re prudente, fu sempre affiancato da un consiglio di dodici persone circa gli affari gravi ed importanti del suo regno. Al fine di governare in pace e giustizia i suoi sudditi, intraprese la redazione di un codice di leggi, ultimato poi da suo figlio. Incrementò le scienze e le arti, avviando l’università di Salamanca, proteggendo quella di Valencia e lo Studio Generale di Valladolid. Contribuì economicamente all’edificazione delle nuove cattedrali di Leon, Burgos e Toledo, e riportò a Compostela le campane che Almansur aveva rubato. Accolse in Spagna i Francescani, i Domenicani ed i Trinitari, ordini allora nascenti.Oltre che re magnanimo ed invincibile capitano, Ferdinando si rivelò esemplare anche semplicemente come uomo, riuscì a coltivare un’intensa religiosità ed una particolare devozione alla Madonna, ..Morì il 30 maggio 1252 e fu sepolto nella cattedrale di Santa Maria a Siviglia. È stato canonizzato da Papa Clemente X il 4 febbraio 1671. San Ferdinando III è Patrono della Spagna………..Altro Santo del giorno: GIOVANNA D'ARCO (Domrémy 6 gennaio 1412 – Rouen 30 maggio 1431) è un'eroina nazionale francese, conosciuta anche come la Pulzella d'Orléans

ORIGINE DEL NOME - FERDINANDO - di Vice Miazza

29 maggio 2013 08:48
Il nome “FERDINANDO” ……. Di origine visigota significa: "coraggioso nella pace".. …È documentato nelle forme latine medievali Fredenandus, Frenandus e Fernandus.Il nome risale all'occupazione dei Visigoti in Spagna, terra che ha adottato il nome Fernando nell'ultimo MedioEvo. In Italia il nome si è diffuso proprio dalla dominazione spagnola: molti re, principi e duchi di varie dinastie (Asburgo, Borbone, Lorena, Gonzaga, Medici) portarono questo nome, che ha tuttavia rilievo anche nella tradizione sacra, in relazione a San Ferdinando III, re di Castiglia

COMMENTO DI TERESA RAMAIOLI

maggio 2013 11:28
Ciao Dino, ammettiamolo, anche se ti fidi ciecamente di qualcuno, non ti sentirai mai completamente tranquillo se non sai esattamente ciò che sta pensando o che sentimenti sta provando dentro di sè. Ciao ciao Teresa

PENSIERI SPARSI DEL 29 MAGGIO 2013

PENSIERI SPARSI DEL 29 MAGGIO 2013
“Senza fiducia
non si va
da nessuna parte”
Dino

SILVIA DINA racconto (270°) di Dino Secondo Barili

29 MAGGIO 2013
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 29 maggio 2013 – Mercoledì – ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
 racconto del Mercoledì
Silvia Dina e il Ticino a Motta Visconti (270°)
Milano è una bella città. Dinamica, frenetica. Lavorarci è un piacere. Quando si è dentro ad un meccanismo del genere non si ha tempo per pensare. Si è sempre di corsa. Anche per la Dott. Silvia Dina era così. Ogni tanto, però, andava in crisi. Si fermava. Si guardava allo specchio e si chiedeva se non era il caso di “riprendersi la propria vita, viverla e goderla”. Quarantasei anni, si era Laureata a pieni voti con una tesi un po’ originale: “Ricerche storiche sui luoghi e i momenti magici nel territorio lombardo”. Silvia Dina era attratta da tutto ciò che c’era “magico”. Dopo la Laurea era stata assunta, come ricercatrice della stessa materia, presso una Università di Milano. Erano passati vent’anni e la Dottoressa era ancora lì a fare scoperte che (forse) solo lei apprezzava. Dentro di lei, però, c’era un vuoto… di cui solo a momenti si rendeva pienamente conto. Un anno fa, in un momento di “crisi”, si guardò allo specchio e si disse che “doveva cambiare”. Ogni tanto avrebbe dovuto prendersi “un po’ di libertà”. Ma quale? Il lavoro era sempre tanto. Al massimo poteva assentarsi per una giornata … E cosa si può fare in una giornata? Silvia Dina fece quattro conti e si disse che la città più vicina (per i suoi interessi culturali) era Pavia. A Pavia, la Dottoressa avrebbe potuto fare “tantissime cose”. La verità, però, era anche un'altra. A Pavia Silvia Dina aveva studiato. Era attratta da quanto di “magico” c’era nel centro storico della città e, diciottenne, si era innamorata di uno strano quarantenne, il Dott. Sabino. Il primo anno era stato favoloso. Perfetta intesa su tutto. In particolare Silvia Dina e Sabino erano attratti dalle “leggende magiche del Ticino” tra Pavia e Motta Visconti. Si sa che quando si è innamorati … le “estasi” sono già di per sé un fatto magico. I due ricercatori si erano messi in mente di andare alla scoperta di una leggenda che era nata sulla riva sinistra del Ticino nei pressi di Motta Visconti. Sulla riva sinistra, appunto, alta, ripida e scoscesa … comparivano dei rigagnoli d’acqua proveniente da chissà dove. In certi momenti dell’anno l’acqua di alcuni di tali rigagnoli cambiava colore. Si vedeva lontano un miglio che contenevano sostanze che avrebbero potuto provocare “cambiamenti anche nelle persone”. Diceva infatti la leggenda di “non bere quell’acqua” perché si ignoravano i risultati. La Dott. Silvia Dina, dopo vent’anni di studi e ricerche. Dopo la partenza del suo primo e unico amore, il Dott. Sabino, per una città del sud, non aveva avuto più tempo … per l’amore. Ora, però, era in crisi. Voleva ritrovare … quel suo perduto amore. Come? Quando la mente si mette in moto difficile fermarla. Così, nella sue visite a Pavia, un anno fa, la Dott. Silvia Dina, riprese le ricerche sull’acqua dei rigagnoli del Ticino a Motta Visconti… L’acqua che cambiava colore. Un sabato mattina, dopo numerose tentativi, la Dottoressa, individuò un rigagnolo la cui acqua, a tratti, cambiava colore. Da rossa diventava verde. Silvia Dina non era una sprovveduta. Il suo era un lavoro serio… ma in lei c’era qualcosa di strano. C’era un’attrazione “fatale” verso quell’acqua “magica”. Durante un’osservazione la Dottoressa decise il grande passo. Bere … l’acqua colorata! In primo tempo Silvia Dina ebbe dei giramenti di testa… poi la sua vista cominciò a mettere a fuoco una figura di uomo, bellissimo, favoloso… era il Dott. Sabino. Silvia Dina cercò di riprendere il controllo di sé stessa… La figura, però, diventava sempre più reale. Era veramente il Dott. Sabino in persona. Studioso di telepatia, da giorni, sentiva un “misterioso richiamo”. Alla fine aveva individuato da dove proveniva tale richiamo… dai rigagnoli del Ticino a Motta Visconti. - Questo è il 270° “racconto breve” scritto dal 2 settembre 2012. Il progetto – sfida è di scrivere 365 racconti in 365 giorni. Un racconto al giorno. Riuscirà il sottoscritto a raggiungere tale traguardo? Vedremo… “Se son rose fioriranno”. Ne mancano solo 95. Buona giornata a tutti. Dino
-cliccando “precedenti” in fondo alla pagina, si possono leggere tutti i 269 racconti pubblicati. Dino
Vedi anche:   dinosecondobarili

SECONDO TE...

SECONDO TE…
“Secondo te… che cos’è la telepatia?
(se vuoi, puoi lasciare una tua testimonianza)

MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA

MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA
NEL MARE DEL WEB DEL
29 MAGGIO 2013
“Ogni giorno
è una promessa…
A noi
trasformarla
in realtà”
Dino

OGGI, 29 MAGGIO - SAN SENATORE DI MILANO - di Vice Miazza

28 maggio 2013 05:06
29 maggio "SAN SENATORE di MILANO" ............... San Senatore fu il ventunesimo vescovo di Milano. Sant’Ennodio di Pavia nei suoi scritti riferisce che questo vescovo era un uomo di grande eloguenza e sagacia. Di San Senatore non si sa molto. Di certo si sa che nell’anno 450 circa, quando era ancora sacerdote, assieme al famoso vescovo di Como Sant’Abbondio, fu mandato da San Leone Magno come legato papale a Costantinopoli. La missione consisteva nel notificare al patriarca di questa città e alla corte imperiale la condanna papale dell’eresia di Eutiche. Tornato da Costantinopoli, sempre insieme a Sant’Abbondio, fu incaricato di recapitare una lettera del papa San Leone I all’allora vescovo di Milano, Sant’ Eusebio. Nel settembre del 451, sempre con Sant’Abbondio di Como, fece nel sinodo milanese, presenti 16 vescovi di tutta l’Italia settentrionale, una relazione del suo viaggio in Oriente. Secondo la lista dei vescovi di Milano, San Senatore successe a S. Benigno e resse la cattedra ambrosiana per tre anni, dal 472 al 475.A San Senatore viene attribuito la costruzione della basilica milanese che il santo vescovo dedicò alla santa martire calcedonese Sant’Eufemia, nella cui chiesa si tenne il IV concilio ecumenico che condannò, appunto, l’eresia di Eutiche, e dove è sepolto

ORIGINE DEL NOME - SENATORE - di Vice Miazza

28 maggio 2013 05:25
Il nome "SENATORE" Deriva dal latino Senator, tratto da senex e
significa «saggio».

lunedì 27 maggio 2013

PENSIERI SPARSI DEL 28 MAGGIO 2013

PENSIERI SPARSI DEL 28 MAGGIO 2013
“L’attesa
è
metà della felicità”
Dino

ROSALINDA racconto (269°) di Dino Secondo Barili

28 MAGGIO 2013
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 28 maggio 2013 – Martedì – ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
 racconto del Martedì
Rosalinda e i disturbi del lunedì (269°)
Un anno fa, la Dott. Rosalinda, farmacista, trentacinque anni, si lamentava con la sua collega Chiara. “Il lunedì è la mia peggiore giornata di lavoro di tutta la settimana. E’ da parecchio tempo che ci sto pensando. Devo convincermi a fare qualcosa.” La Dott. Chiara non ebbe esitazioni. “Certo che il lunedì è la giornata più brutta della settimana. Anzi, se io fossi in te, andrei dal medico di fiducia. Basta, a volte, una breve cura ricostituente e tutto passa.” Rosalinda non rispose. Aveva già provato i vari prodotti reclamizzati. Quelli che risolvevano… tutti i disturbi. Prese nota mentalmente e la sera stessa si presentò dal suo medico di fiducia, il Dott. Bartolomeo… un medico cinquantenne, scapolo, dalle idee originali. Appena vide entrare la Dott. Rosalinda nel suo ambulatorio si illuminò in viso. “Meno male che sei arrivata tu… giovane e graziosa fanciulla. Essendo “farmacista”, non vorrai parlarmi di mali e malattie….” – “No, no…” – Rispose Rosalinda – “Ma andare a lavorare il lunedì mattina sta diventando per me un’ossessione. Proprio non riesco a capire il perché.” Il Dott. Bartolomeo era un tipo ottimista. Vedeva, in ogni cosa, il lato buono… Aveva capito subito di quale “malattia” era affetta la Farmacista. “Cara Rosalinda, ti capisco e capisco anche i tuoi problemi. Purtroppo, in questa società caotica, i problemi nascono come funghi. Molte persone soffrono dei tuoi stessi disturbi. E’ la “sindrome del lunedì”. Anzi, sindrome tipica della tua età. Oggi, parecchie belle ragazze come te aspettano la domenica per godere la giornata di festa. Invece, arriva la domenica e “il ritornello” si ripete inalterato: delusione. Giunta la sera della domenica la stanchezza prende il sopravvento e si rimane stanchi e amareggiati. Siccome, ci tengo alla salute dei miei assistiti (quindi anche alla tua), non ho nessuna intenzione di darti delle medicine che non risolvono il problema. Alla domenica devi cominciare a cambiare “giro”. Non devi rimanere con la solita compagnia di amici con i quali i discorsi sono sempre i soliti. Vai. Parti per qualche viaggio, da sola… magari di un sol giorno…sulla riviera ligure. Dopo aver fatto come ti ho detto… vienimi pure a trovare.” La Farmacista Rosalinda uscì dall’ambulatorio del Dott. Bartolomeo un po’ delusa. Presto si rese conto che “forse” il medico aveva ragione. Il gruppo di “Amici della Domenica” erano sempre i soliti….e soliti erano sempre i discorsi. Per esempio. Il Dott. Michele, archeologo, era fissato del “mal di schiena”. La sua collega, Dott. Stefania, non sopportava di essere chiamata “vecchietta”... e più o meno gli altri erano nelle stesse condizioni. La Dottoressa prese una decisione. La domenica successiva si sarebbe recata tutta sola…a Santa Margherita Ligure. Cosi fece. Partì di buon mattino e a metà mattina era già a passeggiare sul lungomare… Fu proprio sul lungomare che Rosalinda incontrò il Dott. Bartolomeo. Solo. Nessuno dei due immaginava di trovarsi proprio in quel posto. La sorpresa fu “assoluta”. Rosalinda aveva notato che il Dott. Bartolomeo portava bene i suoi 50 anni e i pochi capelli grigi erano interessanti. I due presero il caffè al Bar. Chiacchierarono a lungo. Insieme pranzarono. La domenica stava dando buoni frutti. Il giorno successivo, il Lunedì, la Dott. Rosalinda prese servizio in Farmacia… allegra e spensierata. La collega Chiara notò il cambiamento, ma non disse nulla… Le novità bisogna saperle attendere …ed apprezzarle. - Questo è il 269° “racconto breve” scritto dal 2 settembre 2012. Il progetto – sfida è di scrivere 365 racconti in 365 giorni. Un racconto al giorno. Riuscirà il sottoscritto a raggiungere tale traguardo? Vedremo… “Se son rose fioriranno”. Ne mancano solo 96. Buona giornata a tutti. Dino
-cliccando “precedenti” in fondo alla pagina, si possono leggere tutti i 268 racconti pubblicati. Dino
Vedi anche:   dinosecondobarili

SECONDO TE...

SECONDO TE…
“Secondo te… che cos’è l’attesa?
(se vuoi, puoi lasciare una tua testimonianza)

MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA DEL 28 MAGGIO 2013

MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA
NEL MARE DEL WEB DEL
28 MAGGIO 2013
“Gli occhi
sono
lo specchio dell’anima”

OGGI, 28 MAGGIO - SAN GERMANO DI PARIGI - di Vice Miazza

27 maggio 2013 14:43
28 maggio “SAN GERMANO DI PARIGI”, Vescovo ….............. Germano nacque verso la fine del V secolo ad Autun, nel nord della Francia, da una famiglia benestante. Studiò ad Avallon e si dedicò già in tenera età alla vita eremitica. Agrippino, vescovo di Autun, lo ordinò diacono e tre anni più tardi, sacerdote. Nettario, il nuovo vescovo di Autun, lo nominò abate del malandato monastero di San Sinforiano, che egli risollevò dalla decadenza, gettando le basi per la futura fondazione parigina. Nel 556 Re Childeberto, che apprezzava molto Germano, lo nominò vescovo di Parigi. Ricevette in dono dal Re Childeberto una Chiesa e un convento in mezzo ai prati. Il Vescovo vi riunì una comunità di monaci, ed ebbe così inizio la gloriosa storia della Chiesa parigina chiamata poi Saint-Germain-des-Prés, cioè “ dei prati” Germano partecipò ai Concili di Tours del 567 e di Parigi del 573; presenziò inoltre alla celebre consacrazione vescovile di Felice di Bourges. Morto Childeberto, San Germano fu, il moderatore della politica e dei suoi successori, Germano morì ultraottantenne il 28 maggio 576 e fu inumato nella cappella di San Sinforiano attigua alla chiesa abbaziale, in una tomba decorata, verso il 635, da S. Eligio, consigliere di re Dagoberto. Pipino il Breve, ordinò una solenne traslazione alla presenza del giovane Carlo Magno e di numeroso clero; tale traslazionè portò al cambiamento della dedicazione della chiesa, mentre avvenivano i miracoli narrati dal monaco Aimone. Da questo momento il monastero e la sua chiesa onorano il quartiere di St.-Germain-des-Prés, importante centro di vita benedettina dei secc. XVII-XVIII ed uno dei piú pittoreschi della Parigi moderna........ Altro Santo del giorno: BEATO LANFRANCO DI CANTERBURY O DI PAVIA, Vescovo, (Pavia 1005 circa – Canterbury, 28 Maggio 1089).

ORIGINE DEL NOME - GERMANO - di Vice Miazza

27 maggio 2013 14:40
Il nome “GERMANO”, di origine latina, significa “oriundo della Germania o fratello (sorella) Per il nome latino di età imperiale Germanus si può pensare a un'origine etnica, come "appartenente a popolazioni germaniche" o a un'origine cristiana, con il significato di "fratello, sorella nella fede". In ambito romano si ricorda anche il figlio adottivo dell'imperatore Tiberio, che sconfisse sul Reno i Germani di Arminio (14-16 d. C.) e si meritò per questo l'appellativo di "Germanico".

domenica 26 maggio 2013

PENSIERI SPARSI DEL 27 MAGGIO 2013

PENSIERI SPARSI DEL 27 MAGGIO 2013
“Nella vita…
non si può
sapere tutto”
Dino

GERARDO E I CONSIGLI DELLA MAMMA racconto (268°) di Dino Secondo Barili

27 MAGGIO 2013
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 27 maggio 2013 – Lunedì – ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
 racconto del Lunedì
Gerardo …e i consigli della mamma (268°)
Ogni età ha i suoi problemi e tutte le persone hanno i loro. Anche, Gerardo… il quale aveva passato la vita sotto le ali di sua madre Caterina. Figlio unico, si sentiva in pace e soddisfatto. Gerardo, sua madre e suo padre hanno sempre formato una famiglia unita. A tenerla unita ci pensava Caterina, la madre, donna piena di risorse…e con un carattere di ferro. Giacomo, il marito pendeva (per forza) dalle labbra della moglie …e così era per Gerardo. Poi, come spesso avviene, a cinquant’anni, Gerardo, si accorse di aver bisogno di una donna (…che non era sua madre). Anzi, le cose non andarono esattamente così… E’ stata la donna, Lorenza, a mettere gli occhi su Gerardo, il quale, in un primo tempo, non si era accorto nulla. Un giorno, di un anno fa, Lorenza, quarant’anni, si trovò sola. La madre anziana con la quale aveva passato la vita era venuta a mancare. Lorenza interpellò Gerardo per alcune lavori riguardanti la casa e così nacque … l’approccio. Caterina, la madre di Gerardo, in un primo tempo, considerò “l’andari - vieni” di Gerardo a casa di Lorenza… per motivi “di lavoro”. Quando si accorse che stava nascendo qualcosa di diverso …andò su tutte le furie. Caterina richiamò Gerardo all’ordine. Per la pace in famiglia, il figlio mugugnando ritornò nei ranghi. Il cinquantenne, però, aveva scoperto “l’altra metà del cielo”. Cosa avesse detto e fatto Lorenza, Gerardo, non riusciva a spiegarselo. Fatto sta che, la voce vellutata, gli sguardi languidi, gli atteggiamenti flessuosi di Lorenza erano rimasti… “chiodi fissi” nella mente del “buon figlio di mamma e papà”, il quale, appena poteva, cercava di vedere Lorenza. D’altro canto, la quarantenne si era accorta che, Gerardo, era proprio un “buon partito”… libero, sano, educato. Appena poteva, anche Lorenza cercava Gerardo. Ormai, però, Caterina, la madre, era sulle spine. Ogni volta che Gerardo usciva di casa, la madre “lanciava” la fatidica domanda: “Dove vai? Non andrai mica da quella Lorenza che ti ha fatto perdere la testa?” Gerardo cercava di giustificarsi. Un giorno non resistette. “Mamma, insomma, ho cinquant’anni, saprò bene cosa mi sto facendo…” Non l’avesse mai detto. “Ricordati Gerardo che un uomo, a qualsiasi età, non è mai perfettamente sano di mente… e non sa mai ciò che fa. L’uomo è un essere fragile, vulnerabile, debole. Quando un uomo guarda negli occhi una donna …crolla come una pera cotta. E tu non sei diverso dagli altri uomini…” In quell’istante, il campanello di casa Gerardo cominciò a suonare. Chi poteva essere? Era Lorenza. Tra le braccia teneva un cagnolino ferito che guaiva disperatamente. “Ho bisogno della Signora Caterina… la sola donna che sa come curare i cagnolini feriti.” La mamma di Gerardo, patita per i cani e indiscussa conoscitrice dei “migliori amici dell’uomo” si sentì investita di autorità. Accolse Lorenza nella sua casa. Curò il cagnolino ferito che da quel momento si chiamò, Bruno, come il cane della Signora Caterina… E, finalmente, Gerardo ebbe il permesso di frequentare Lorenza. Ovvero… come diceva un antico proverbio. “Solo una donna …può conoscere un’altra donna” - Questo è il 268° “racconto breve” scritto dal 2 settembre 2012. Il progetto – sfida è di scrivere 365 racconti in 365 giorni. Un racconto al giorno. Riuscirà il sottoscritto a raggiungere tale traguardo? Vedremo… “Se son rose fioriranno”. Ne mancano solo 97. Buona giornata a tutti. Dino
-cliccando “precedenti” in fondo alla pagina, si possono leggere tutti i 267 racconti pubblicati. Dino
Vedi anche:   dinosecondobarili

SECONDO TE...

SECONDO TE…
“Secondo te… che cos’è un cagnolino?
(se vuoi, puoi lasciare una tua testimonianza)

MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA DEL 27 MAGGIO 2013

MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA
NEL MARE DEL WEB DEL
27 MAGGIO 2013
“Vivere
è
 un’arte”
(non una scienza)
Dino

OGGI, 27 MAGGIO - SAN BRUNO - di Vice Miazza

26 maggio 2013 10:55
27 maggio “SAN BRUNO DI WÜRZBURG”, detto anche San Bruno di Carinzia …..... Bruno nacque intorno al 1005 ed era figlio del duca Corrado I di Carinzia e di Matilde di Svevia. Persona di grande cultura, fu capo della cancelleria imperiale italiana dal 1027 al 1034, quando l'imperatore Corrado II lo nominò vescovo di Würzburg. Durante il suo episcopato vigilò sulla moralità del clero e nel 1040 avviò il restauro del Duomo di Würzburg, attingendo anche al proprio patrimonio familiare. Nel 1042 si impegnò per ottenere la mano di Agnese di Poitou per l'imperatore Enrico III. Tre anni dopo seguì l'imperatore nella sua spedizione militare in Ungheria ma a Persenberg sul Danubio, durante un pasto nel castello della contessa Reichilde, il pavimento della sala da pranzo sprofondò: molti ospiti morirono sul colpo, mentre Bruno sopravvisse una settimana per poi spirare il 27 maggio 1045. Il suo corpo riposa nella cripta del Duomo. San Bruno ha lasciato numerose opere, tra le quali l'Expositio in Psalmos, un commento ai Salmi ispirato ai Padri della Chiesa, in special modo a Sant'Agostino e Cassiodoro. …............... Altro Santo del giorno: SANT'AGOSTINO DI CANTERBURY, (Roma 13 novembre 534 – Canterbury 26 maggio 604), è stato un monaco romano e primo arcivescovo di Canterbury. Venerato come santo da cattolici e anglicani, è conosciuto anche come l'Apostolo d'Inghilterra

ORIGINE DEL NOME - BRUNO - di Vice Miazza

26 maggio 2013 10:52
Il nome “BRUNO” , di origine germanica, significa “di colore scuro”. Dal nome mediovale Bruno che, come accadeva spesso nell'onomastica antica, allude chiaramente al colore dei capelli. Etimologicamente, il termine bruno deriva dal germanico brun, braun intedesco moderno, col significato letterale di “scuro”, “nero lucente”.

sabato 25 maggio 2013

PENSIERI SPARSI DEL 26 MAGGIO 2013

PENSIERI SPARSI DEL 26 MAGGIO 2013
“La vita è una commedia?
Ma!?
Forse…”
Dino

PAOLA E IL TEATRO racconto (267°) di Dino Secondo Barili

26 MAGGIO 2013
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 26 maggio 2013 – Domenica – ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
 racconto della Domenica
Paola e il teatro (267°)
Quando le cose non vanno per il verso giusto (o quello desiderato) si finisce sempre per dare la colpa ad altri… al tempo, alla crisi, alle circostanze, alle invidie e alle gelosie. Anche per Paola è stato così. Prima di tutto era nata in una famiglia di operai. Secondo, non era una grande bellezza. Terzo, alla scuola elementare non era tra le prime della classe. Ma, alla terza media (raggiunta con qualche problema) Paola si era improvvisamente svegliata. Come se la sua mente si fosse aperta e avesse capito che “per vincere… bisognava lottare”. Non potendo continuare gli studi, si diede subito da fare per trovare un’occupazione. Operaia, naturalmente! Intanto, Paola vedeva le sue compagne della terza media che salivano e scendevano dalla corriera per andare dal paese a Pavia per studiare e conquistare un “titolo di studio”. Tra i compagni della terza media, c’era anche Filippo. Un ragazzo mingherlino, molto intelligente, di famiglia benestante. Paola aveva preso una cotta per Filippo… il quale, però, non la degnava di una sguardo. Il ragazzo era un po’ pieno di sé. Si dava delle arie… come colui che … “non sai chi sono io”. Intanto Paola, oltre al lavoro, aveva cominciato a frequentare un Gruppo Teatrale locale. Aveva capito che studiare era facile come “bere un bicchiere d’acqua”. Basta… leggere e scrivere … scrivere e leggere…. e guardare la realtà. Per Paola, 18 anni, la realtà era Germano, il Regista della Compagnia, 28 anni, estroso, e imprevedibile come il vento. A Germano, piaceva il teatro… ma le donne non le vedeva nemmeno. Però, era una mente, un genio. Paola capì che aveva bisogna di un “maestro” e si mise a completo servizio di Germano il quale, per ricambiare la stima e la fiducia, la elesse a sua “attrice protagonista”. Quando, una persona ha un buon insegnante è come se avesse uno scivolo. Basta una spinta e… oplà… la cosa è fatta. Paola capì cosa voleva dire essere. E cosa voleva dire diventare. Attrice di teatro. Dopo le prime rappresentazioni, grazie a Germano, Paola si sentì più sicura nel parlare, nel muoversi, nel capire le situazioni… anche sul lavoro. Il primo ad accorgesi fu il suo Datore di Lavoro, il Cav. Modesto, un cinquantenne, single… per scelta (diceva lui). Dopo aver visto Paola sul palco a recitare la parte della “Bella addormentata nel bosco” … (una parodia tutto pepe), il Cav. Modesto, cominciò a proporre incarichi nuovi “all’operaia Paola”, la quale si vide, dopo breve tempo, “catapultata in ufficio”… l’Ufficio del Cav. Modesto. Le invidie e gelosie ci sono dappertutto … anche nell’ambiente di lavoro. A Paola venivano riferite malignità di ogni genere, ma lei faceva “orecchio da mercante”. L’ex-operaia si lamentò delle malignità con il Cav. Modesto il quale cominciò a tenerla sempre al suo fianco. Un giorno, di un anno fa, Paola, ormai venticinquenne, ricevette un invito a cena dal Dott. Filippo, suo (antico) compagno di scuola della terza media. A Paola bastò una telefonata. “Caro Filippo, mi dispiace… ma non posso accettare. Tra prove a teatro e impegni con il Cav. Modesto… penso che di più non possa fare.” Si sa che essere corteggiati e stare all’attenzione del pubblico, è una delle piacevolezze della vita… Paola ci aveva trovato gusto e sperava durasse il più a lungo possibile. - Questo è il 267° “racconto breve” scritto dal 2 settembre 2012. Il progetto – sfida è di scrivere 365 racconti in 365 giorni. Un racconto al giorno. Riuscirà il sottoscritto a raggiungere tale traguardo? Vedremo… “Se son rose fioriranno”. Ne mancano solo 98. Buona giornata a tutti. Dino
-cliccando “precedenti” in fondo alla pagina, si possono leggere tutti i 266 racconti pubblicati. Dino
Vedi anche:   dinosecondobarili

SECONDO TE...

SECONDO TE…
“Secondo te… che cos’è una commedia?
(se vuoi, puoi lasciare una tua testimonianza)

MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA DEL 26 MAGGIO 2013

MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA
NEL MARE DEL WEB DEL
26 MAGGIO 2013
“Il piacere
rende migliore
ogni attività”
Dino

OGGI, 26 MAGGIO - SAN DESIDERIO - di Vice Miazza

25 maggio 2013 10:21
26 maggio “SAN DESIDERIO DI VIENNE” …...................Nacque ad Autun intorno al 550, ma abitò a Vienne, nel Delfinato, fin dalla giovinezza sostenendo solidi studi letterari, fu ammesso nel clero della città e ricevette il diaconato e fu ordinato presbitero dal vescovo Verus di cui diventò poi successore negli ultimi anni del secolo VI. …... Egli visse in un periodo di decadenza morale e di torbida politica denominato “l’epoca di Brunechilde”, regina d’Austrasia, che tenne il potere a lungo, dapprima come moglie del re Sigeberto I d'Austrasia, poi come reggente per suo figlio e per il suo nipotino. Desiderio fu anch’egli coinvolto cadendo vittima di odiose calunnie, per questo fu giudicato in un Concilio riunito a Chalon-sur-Saône nel 602/603 e presieduto da un suo accanito avversario Aredio di Lione, il giudizio sfociò nella deposizione da vescovo di Vienne e l’esilio. Qualche anno dopo Brunechilde ordinò che fosse reintegrato nella sua autorità episcopale. Desiderio fu riconosciuto fedele suddito ma si dimostrò anche libero di criticare i potenti e quando scoppiò un nuovo scandalo a corte, subito ne denunciò i fatti che coinvolgevano la regina e il nipote Teodorico II di Borgogna. Fu di nuovo arrestato e nei pressi di Lione, un soldato della scorta lo colpì con una pietra alla testa finendolo a bastonate. Anche se si trattò di un gesto sconsiderato di un solo soldato, la responsabilità del Re Teodorico II e della corte fu incontestabile. Era il maggio del 607 o 611. Desiderio fu da subito considerato un martire, i suoi resti furono traslati tre anni dopo nella cattedrale di Vienne. la sua biografia fu scritta dal re visigoto Sisebut in persona.............. Altro Santo del giorno: SAN FILIPPO NERI, Confessore del XVI secolo, .............Filippo Neri detto l'apostolo di Roma, per aver fondato nella città una confraternita di laici che si incontravano per pregare e per aiutare i pellegrini, e anche per aver costruito chiese e congregazioni, giganteggia tra i Santi che fiorirono in Roma nel sec. XVI............

ORIGINE DEL NOME - DESIDERIO - di Vice Miazza

25 maggio 2013 10:18
Il nome “DESIDERIO” di origine latina significa “ aspettare ciò che porteranno le stelle” …....Deriva dal tardo nome latino Desiderius, che vuol dire semplicemente "desiderio". Etimologicamente, il termine desiderius si basa su desiderare, il cui significato originale era forse "aspettare ciò porteranno le stelle", da de sidere, "delle stelle". Il nome veniva usato per indicare un figlio a lungo atteso

PENSIERI SPARSI DEL 25 MAGGIO 2013

PENSIERI SPARSI DEL 25 MAGGIO 2013
“Sognare è vivere”
Dino

CRISTINA... racconto (266°) di Dino Secondo Barili

25 MAGGIO 2013
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 25 maggio 2013 – Sabato – ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
 racconto del Sabato
Cristina e l’acqua di primavera (266°)
Quest’anno la primavera ci ha regalato molte giornate d’acqua. Ieri, l’acqua (dal cielo) ha fatto ancora da protagonista, mettendo in crisi molte persone. Tra le persone “in crisi per l’acqua” che cade dal cielo vi era certamente Cristina, cinquantunenne, impiegata pavese, single. Cristina, dal punto di vista sentimentale, non è stata molto fortunata. Ha avuto parecchie avventure, ma non sono approdate a nulla. Dei fuochi di paglia. Qualche mese fa, dopo il lunghissimo inverno ha deciso di regalare a sé stessa una parte di ciò che “non” ha avuto nel corso degli anni. Per esempio. Si è messa in mente di “rivivere una giornata” con Alessio, il suo “primo amore” che (allora) abitava a Voghera. Una notte di un mese fa, Cristina si era svegliata, dopo aver sognato Alessio il giorno in cui l’aveva incontrato la prima volta. Da quel momento la cinquantunenne aveva deciso di rivedere i luoghi in cui era stata felice con lui…il “suo primo amore”. Qualche giorno fa Cristina aveva deciso di prendere l’automobile e di raggiungere Voghera. Voghera è una cittadina originale. Non dice nulla a coloro che “non” la amano. Cristina ha girato in lungo e in largo Voghera. Ha visitato tutti i luoghi dove, con Alessio, ha vissuto momenti straordinari. L’unico inconveniente, l’acqua. Quel giorno pioveva. Pioveva a dirotto con scrosci continui e qualche folata di vento “gelido”. Cristina ormai era entrata nello “spirito” di Alessio. Non poteva più tirarsi indietro. Anzi, in ogni momento (acqua o non acqua) la cinquantunenne si sentiva spinta a continuare. Sembrava che Alessio fosse accanto a lei, camminasse con lei, la tenesse per mano. Voghera è una piccola città (40mila abitanti circa) e nell’arco di un’ora, Cristina aveva visitato tutti i luoghi in cui era stata con il suo primo amore. Ma c’era un luogo che ricordava con piacere. L’Osteria dei “Passi Perduti” incuneata in una valle tra le colline dell’Oltrepò Pavese. Sotto l’acqua, Cristina, con la sua automobile, si avventurò per le strade… “dell’antico amore”. Raggiunse l’incrocio dell’Osteria dei Passi Perduti e… ci rimase male. L’Osteria non c’era più. Il terreno era franato e i resti dell’Osteria erano a una decina di metri giù nella scarpata. Cristina capì che nella vita tutto cambia… Ma non si perse d’animo. Intanto l’acqua continuava a cadere come se non avesse mai piovuto. La cinquantunenne impiegata pavese, decise di fare un ultimo tentativo. Raggiungere la Chiesetta detta “del buon pensiero” poco distante dall’Osteria dei Passi Perduti. La Chiesetta era ancora al suo posto. Le poche case circostanti erano tutte chiuse e disabitate. Cristina decise di entrare nella Chiesetta. Caso strano aveva la porta d’ingresso aperta. Stava per entrare quando sentì una voce. “Cristina. Cristina …” Era Alessio… più uomo che mai, più maturo che mai. Non era più il ragazzotto che non aveva ancora capito “cosa fare da grande”. I due si abbracciarono. Si baciarono e decisero… di non lasciarsi più. Fuori dalla Chiesetta, l’acqua continuava a cadere a dirotto… Per Alessio e Cristina, però, era come se… “fosse apparso il sole”… il “sole nuovo… dell’avvenire”. - Questo è il 266° “racconto breve” scritto dal 2 settembre 2012. Il progetto – sfida è di scrivere 365 racconti in 365 giorni. Un racconto al giorno. Riuscirà il sottoscritto a raggiungere tale traguardo? Vedremo… “Se son rose fioriranno”. Ne mancano solo 99. Buona giornata a tutti. Dino
-cliccando “precedenti” in fondo alla pagina, si possono leggere tutti i 265 racconti pubblicati. Dino
Vedi anche:   dinosecondobarili

venerdì 24 maggio 2013

SECONDO TE...

SECONDO TE…
“Secondo te… che cos’è un amore?
(se vuoi, puoi lasciare una tua testimonianza)

MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA DEL 25 MAGGIO 2013

MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA
NEL MARE DEL WEB DEL
25 MAGGIO 2013
“Quattro mani…
 sono più di due.
Ma
due mani…
fanno per tre”
Dino

OGGI, 25 MAGGIO - SAN BEDA - di Vice Miazza

24 maggio 2013 14:18
25 maggio “SAN BEDA, IL VENERABILE”, dottore della Chiesa. …...Beda, nacque nel 672 da una modesta famiglia di Newcastle, a sette anni venne affidato per l’istruzione ai benedettini del monastero di San Pietro a Wearmouth (oggi Sunderland). Passò poi a quello di San Paolo di Jarrow, contea di Durham, centri monastici fondati entrambi dal futuro san Benedetto Biscop, che è stato il primo a prendersi cura di lui. E tra i benedettini Beda rimase, facendosi monaco e ricevendo, verso i trent’anni, l’ordinazione sacerdotale. Qui trascorse il resto della sua vita dividendo il suo tempo tra lo studio, l'insegnamento, l'attività di scrittore e l'assolvimento delle funzioni monastiche. Le più grandi soddisfazioni della sua vita vennero da lui stesso compendiate in tre verbi: imparare, insegnare, scrivere. La maggior parte della sua opera di scrittore trova origine e scopo nell'insegnamento. Scrisse di filosofia, cronologia, aritmetica, grammatica, astronomia, musica, medicina. Ma San Beda è stato soprattutto un teologo, dal linguaggio fluido e semplice, accessibile a tutti. Gran parte di questo insegnamento si tramandò, perché Beda scrisse moltissimo e di argomenti diversi, anche modesti; come il libretto De orthographia. E anche insoliti, come il Liber de loquela per gestum digitorum, famoso in tutto il Medioevo perché insegna a fare i conti con le dita. Si dedicò ai calcoli astronomici per il computo della data pasquale, indicandola fino all’anno 1063. E’ autore della Historia ecclesiastica gentis Anglorum, che tratta della conversione dell’Inghilterra al cristianesimo, oltre che della storia di quel paese. Beda morì il 25 maggio 735. Subito dopo la sua morte divenne il Venerabile Beda, ma non fu dichiarato Santo dalla Chiesa di Roma. La sua importanza per la Religione Cattolica fu pienamente riconosciuta solo nel 1899, quando Papa Leone XIII lo dichiarò Dottore della Chiesa, con il nome di “San Beda il Venerabile........... Altro Santo del giorno “SAN GREGORIO VII, Papa dell'XI secolo , uno dei più grandi Papi della storia

ORIGINE DEL NOME - BEDA - di Vice Miazza

24 maggio 2013 14:16
Il nome “BEDA”,in lingua sassone vuol dire “preghiera” …....... Potrebbe essere una forma moderna del nome inglese antico Baeda, forse derivato da bed, "preghiera", o alternativamente potrebbe avere una derivazione ebraica, Bedaia (o Bedeia), la cui origine è però sconosciuta

giovedì 23 maggio 2013

PENSIERI SPARSI DEL 24 MAGGIO 2013

PENSIERI SPARSI DEL 24 MAGGIO 2013
“Fin dove è possibile,
ogni persona,
deve inventarsi
e crearsi
il proprio lavoro”
Dino

CALLISTO E IL SABATO SERA racconto (265°) di Dino Secondo Barili

24 MAGGIO 2013
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 24 maggio 2013 – Venerdì – ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
 racconto del Venerdì
Callisto e il sabato sera (265°)
Un anno fa, Callisto, quarant’anni, ha capito che la crisi economica avrebbe picchiato duro. Non erano passati tre mesi ed aveva già ricevuto, dalla sua ditta, due “pause produttive”. Callisto si era reso conto che bisognava cominciare a guardarsi intorno, aprire gli occhi, risparmiare … e darsi da fare. Aveva un orto che da parecchi anni non coltivava più e lo ha messo subito in attività. Ma ogni attività ha bisogno di avere dei riscontri. Tra le passioni giovanili di Callisto c’era la cucina. Negli anni precedenti, aveva seguito parecchi corsi per affinare le “informazioni” che aveva ricevuto da sua madre Clelia, cuoca bravissima. Inoltre, si era fatto una bella biblioteca con le migliori ricette italiane e non. Ora, era il momento di passare all’azione. Sei mesi fa, Callisto, ogni sabato sera, ha cominciato a invitare a cena i propri amici Giuseppe e Ivano, in modo che facessero da “cavia” alle sue pietanze. E’ stato un successo. Sono stati gli stessi Giuseppe e Ivano che hanno diffuso la notizia e allargato la cerchia degli amici del “sabato sera”. Quando “la voce va…” non la ferma più nessuno. In breve tempo il numero degli amici ha cominciato ad aumentare, al punto che il “nostro provetto cuoco” ha dovuto mettere dei limiti alle partecipazioni. Pur di non perdere la presenza a tali “ambitissime cene”, gli amici di Callisto si sono autotassati per contribuire alle “cene del sabato sera”. Tre mesi fa, tra le nuove commensali c’era Lucia, una collega di Callisto, nota per avere una bella voce da mezzosoprano. Durante la cena del sabato sera, per rallegrare la festa, Lucia si è messa cantare arie tratte da celebri Operette. E’ stato un successo. Anche Callisto si è visto esaltare le proprie cene. Si sa che le belle melodie allietano non solo la festa, ma provocano anche i migliori sentimenti. Callisto e Lucia sono diventate le “star” del sabato sera. Dopo poco tempo i due hanno scoperto di avere una “forte attrazione reciproca” … che li ha spinti una nelle braccia dell’altro… Si sa che… da cosa nasce cosa… e i due stanno progettando di mettersi insieme per gestire un’antica Osteria il cui proprietario ha voglia di cedere. Si sa che quando si comincia a fare progetti … non si finisce più. Il mondo di Callisto e Lucia si è colorato, improvvisamente, di rosa e azzurro. - Questo è il 265° “racconto breve” scritto dal 2 settembre 2012. Il progetto – sfida è di scrivere 365 racconti in 365 giorni. Un racconto al giorno. Riuscirà il sottoscritto a raggiungere tale traguardo? Vedremo… “Se son rose fioriranno”. Ne mancano solo 100. Buona giornata a tutti. Dino
-cliccando “precedenti” in fondo alla pagina, si possono leggere tutti i 264 racconti pubblicati. Dino
Vedi anche:   dinosecondobarili

SECONDO TE...

SECONDO TE…
“Secondo te… che cos’è un’osteria?
(se vuoi, puoi lasciare una tua testimonianza)

MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA DEL 24 MAGGIO 2013

MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA
NEL MARE DEL WEB DEL
23 MAGGIO 2013
“La speranza
non muore
 mai”
Dino

OGGI, 24 MAGGIO - SAN VINCENZO DI LERINO di Vice Miazza

23 maggio 2013 11:17
24 maggio “SAN VINCENZO DI LERINO”........Si hanno scarse informazioni su di lui, fratello di San Lupo di Tropyes, figlio di un nobile della città di Toul, Euparchius, esponente dell'alta nobiltà franca di origine senatoriale , entrò già avanti negli anni nel monastero di Lérins, sull'isola di Lerins, o Lerino nel Mediterraneo, davanti a Cannes. Fondato da Sant'Onorato, futuro vescovo di Arles, il monastero di Lerino diventò un semenzaio di vescovi, di santi e di scrittori. In questo fiorente centro di cultura e di spiritualità Vincenzo compose il Commonitorium, opuscolo di notevole importanza contro l'eresia, e altri testi cristologici e trinitari. Profondo conoscitore delle Sacre Scritture e dotato di una cultura umanistica, i suoi scritti sono notevoli per vigore, per chiarezza e precisione di pensiero. Il suo Commonitorium ha avuto una straordinaria diffusione dalla Riforma ad oggi. Dibattuto dai cattolici e protestanti, vi si trova condensata la dottrina dei Padri sulle fonti della fede cristiana e i criteri per distinguere la dottrina ortodossa. Morì prima del 450, probabilmente poco dopo il 434. Altra celebrazione del giorno: Festa di “MARIA AUSILIATRICE”...... Interi Continenti e Nazioni hanno Maria Ausiliatrice come celeste Patrona: l’Australia cattolica dal 1844, la Cina dal 1924, l’Argentina dal 1949, la Polonia fin dai primi decenni del 1800, diffusissima e antica è la devozione nei Paesi dell’Est