venerdì 31 agosto 2012

PENSIERI SPARSI DEL 1 SETTEMBRE 2012

PENSIERI SPARSI DEL 1 SETTEMBRE 2012

 

“La gioia di vivere

accende…

i colori della passione”

Dino

LE STORIE DI DIOMERA (6) MICHELA racconto a puntate di Dino Secondo Barili

1 SETTEMBRE 2012 – ALMANACCO DI STORIA
PAVESE
Trivolzio – 1 settembre 2012 – sabato – 12.00

Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
 con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto a puntate
Le storie di Diomera (6) Michela
Michela si sedette sul divano e si fece l’esame di coscienza… “Chi poteva essere l’ignoto ammiratore? Possibile che non riusciva ad identificarlo? E se fosse stato veramente uno scherzo?” Diomera aveva una regola: “Nella vita tutto è possibile… l’importante è crederci… ed avere fiducia.” Dallo stress, Michela, si sentì stanca, sfinita e… si appisolò sul divano. Appena chiuso gli occhi si mise a sognare… Un sogno bellissimo. Nel sogno, l’ammiratore misterioso (e ignoto), aveva preso le sembianze di un famoso attore americano, Cary Grant, “il gatto” nel film “Caccia al Ladro… e lei, Michela, era diventata Grace Kelly, protagonista dello stesso film. Lui beffardo, lei straordinariamente affascinante … e misteriosa. Lui, innamorato pazzo… lei guardinga, diffidente, pronta ad affilare le unghie… Ad un tratto, preso da un raptus amoroso, Cary Grant (nel sogno) abbraccia Michela e la bacia… In quell’istante… si ferma un’auto della polizia francese… Il capo pattuglia, con la pistola puntata... “Cosa fate voi due in questo sogno? E’ mica il vostro! Siete in arresto. Seguitemi …” e li porta al comando di polizia… Michela si svegliò di soprassalto terrorizzata da quella pistola. “Basta, basta … non ne posso più. Mi sembra di impazzire…” Jenny, la parrucchiera, però, la tempestava di domande. “Allora, ti è venuto in mente… quale ammiratore “segreto” hai fatto innamorare?” Michela non sapeva cosa rispondere. Il martedì della partenza per Parigi venne in fretta. Alle sei del mattino, la 65enne, Michela, ordinatissima, organizzatissima era in Piazza della Stazione FS di Pavia con il suo bagaglio completo di ogni cosa. Elena, l’incaricata dall’Agenzia-Viaggi l’accolse con un sorriso che non aveva uguali. “Nella mia carriera di “accompagnatrice di viaggiatori” non mi è mai accaduto un caso come il suo: Quasi l’invidio. Vorrei essere io al suo posto. Vorrei avere io un “innamorato” come è capitato a lei…” – Michela fece finta di gradire il complimento… ma era preoccupata. Non resistette. “Sarà anche così… ma mi piacerebbe sapere chi è mai questo “innamorato – pazzo” di cui lei parla.” – “Lo sa, lo sa…” – rispose Elena – “Possibile che non lo sappia? Una donna sa tutto. Conosce mille segreti (come gli uomini del resto), ma ha una marcia in più. Riesce a scoprire ogni cosa.” Michela, però, era sempre “…punto e a capo”. Elena fu categorica. “Io devo seguire gli ordini. Signora Michela … il suo innamorato lo conoscerà sotto la Tour Eiffel…” E così, fu. Quando lo vide, Michela per poco non svenne. Era il Signore (abitante il suo stesso palazzo) con il quale aveva avuto un’accesa discussione un anno prima alla riunione di condominio (una delle poche alle quali aveva partecipato negli ultimi anni). Era il Prof Agostino, insegnante in pensione dell’Università, vedovo, gentilissimo, curatissimo … l’ultima persona alla quale avrebbe pensato in quanto i loro rapporti si limitavano ad un “Buon giorno” o “Buonasera”. Ed è stato proprio quel “distacco” che aveva acceso la fantasia “amorosa” del Professore… Parigi, poi… fece il resto… perché “l’atmosfera” accende la passione … e il resto… viene da sé. (6 fine) – Buona giornata a tutti. Dino

OGGI, SANT'EGIDIO di vice450

OGGI, SANT'EGIDIO 
di
vice450
Ciao Dino,.....domani la chiesa commemora SANT'EGIDIO, Abate...................dati storici sulla sua vita sono molto incerti. Secondo alcuni nacque ad Atene all'inizio del secolo VII e in seguito si recò in Provenza dove fu un eremita e abate di un monastero nei pressi di Arles. Qui Egidio morì, probabilmente nel 725, e il monastero venne chiamato con il suo nome: "Abbazia di Saint-Gilles". La sua tomba è stata ritrovata in un'antica abbazia presso Nimes in Provenza, da dove ha avuto origine il suo culto.
La figura del santo è divenuta molto popolare nel medioevo in seguito a numerose leggende, ma di cui non si hanno notizie sicure. Tra le narrazioni che più hanno contribuito alla popolarità vi è quella della cerva inviata da Dio per recare il latte ad Egidio, che viveva da anni rintanato in un bosco. Un giorno la cerva incappò in una battuta di caccia condotta dal re in persona. Il regale cacciatore inseguì la preda, ma al momento di scoccare la freccia non si accorse che l’animale spaurito era già ai piedi dell’eremita. Così il colpo destinato alla cerva, ferì, seppur di striscio, Egidio. L’incidente ebbe un buon seguito in quanto il re, divenutole amico, si fece perdonare facendogli omaggio dell’intero territorio sul quale, più tardi, sorse una grande abbazia. Qui l'eremita, in cambio della solitudine irrimediabilmente perduta, ebbe il conforto di veder prosperare un’attiva comunità di monaci. Il nome Egidio, di origine greca, significa : figlio di Egeo, nato sull'Egeo

BEREGUARDO ...STORY di Teresa Ramaioli

BEREGUARDO ...STORY 
di
Teresa Ramaioli
La Chiesetta di San Zeno
di Dino Barili Teresa Ramaioli
Il passato, il presente , il futuro - Gli anni che seguirono furono tragici per tutta la popolazione di Bereguardo e dintorni. Molte grandi proprietà si smembrarono in seguito a dissesti e successioni. La Chiesetta di San Zeno per anni rimase in stato di abbandono. Il Sacerdote, titolare del beneficio, faticava a incassare i livelli che erano fonte di infiniti litigi con chi doveva pagare. Anche gli affittuari stentavano a pagare e non rispettavano le scadenze per i magri raccolti. Dal 1707 le cose cambiarono in meglio,la nuova situazione politica, la ritrovata fiducia nelle istituzioni, la nuova voglia di lavorare, il nuovo clima culturale, che fece del settecento uno dei più grandi secoli della storia umana, cambiò la storia di Bereguardo. Il paese si ingrandì. Si costruirono nuove case e gli abitanti aumentarono (circa un migliaio). La Chiesetta di San Zeno, piccola e decadente, non bastava più. La piccola cappella fatta costruire da Filippo Maria Visconti nel 1423, con il minuscolo cimitero intorno, era ormai un rudere. Così il cimitero venne trasferito, abbattuta la cappellina diroccata e venne costruita l’attuale Chiesa Parrocchiale a croce greco-latina con fronte a mezzogiorno, grande e luminosa, con un campanile alto metri 42,5e con una grande piazza antistante. Era il 1762. Nel 1875 la Chiesa è stata consacrata dal Card.Lucido Maria Parocchi, Vescovo di Pavia. Il 29 gennaio 1914 la Chiesa Parrocchiale di Bereguardo è stata dichiarata monumento d’arte. La Chiesa di San Zeno si avviava lentamente verso la fine del sogno del suo fondatore: quello di vivere in “perpetuo”come unico edificio di culto per Berguardo.(continua) Teresa

giovedì 30 agosto 2012

PENSIERI SPARSI DEL 31 AGOSTO 2012

PENSIERI SPARSI DEL 31 AGOSTO 2012

 

“Per essere… (con sé stessi)… in armonia

basta un briciolo di follia …

e un po’ di fantasia”

(forse…)

Dino

 

LE STORIE DI DIOMERA (5) MICHELA racconto a puntate di Dino Secondo Barili

31 AGOSTO 2012 – ALMANACCO DI STORIA
PAVESE
Trivolzio – 31 agosto 2012 – venerdì – 12.00

Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
 con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto a puntate
Le storie di Diomera (5)
(la seconda lettera). Diceva: “Gentile Signora Michela – Siamo certi che al bel viaggio a Parigi… non vorrà rinunciare. Si prepari, quindi, per la prossima settimana. La partenza è fissata per martedì mattina alle ore 6 davanti alla Stazione FS di Pavia… Maggiori ragguagli li troverà nella prossima comunicazione che riceverà domani. Il suo ammiratore è entusiasta di lei e ansioso di passare una settimana a Parigi, passeggiare lungo le rive della Senna, visitare Notre Dame, il Louvre ed altri famosi luoghi. Per conto del suo ammiratore, la Direzione del viaggio, le augura buona giornata.” Michela non resistette. Corse dalla Jenny, la sua amica parrucchiera, la quale, alla lettura della nuova lettera, per poco, non svenne. “E pensare, che ho sempre sognato un ammiratore così! …Adesso, cara Michela, non fare come tuo solito. Non trovare difetti… anche dove non ci sono. Gli uomini (tutti gli uomini) non sono perfetti!... e neppure le donne!” Il dubbio di Michela, però, era quello di trovarsi in un “mare di guai”. D’altro canto, quando capitano certe cose…prendere o lasciare! Jenny lesse nel pensiero dell’amica. “Hai ancora dei dubbi? Prima di uscire dal mio negozio voglio la conferma della tua partenza… altrimenti … ci vado io!” Michela, un po’ titubante, diede la parola che avrebbe accettato… la settimana a Parigi. Quella notte non dormì. Il mattino successivo non andò a fare la solita passeggiata al Parco del Castello di Pavia. Scese tre volte al pian terreno del palazzo in cui abitava per scrutare nella cassetta della posta. La terza volta, la lettera c’era. Era arrivata. Diceva. “Gentile Signora Michela, le inviamo il programma di massima della “settimana a Parigi” studiato apposta per offrirle un’indimenticabile vacanza all’ombra della Tour Eiffel. Il suo ammiratore è entusiasta e vuole per lei … il meglio del meglio. Le impiegate della Direzione del viaggio, si augurano (in futuro) di vivere esse stesse una simile avventura. La nostra guida, Elena, sarà a sua disposizione da martedì alle ore 6, per risolvere ogni sua esigenza . Le raccomandiamo la massima puntualità. A martedì mattina, quindi, e… giorni felici.” Michela si sedette sul divano e si fece l’esame di coscienza… “Chi poteva essere l’ignoto ammiratore? Possibile che non riusciva ad identificarlo? E se fosse stato veramente uno scherzo?” Diomera aveva una regola: “Nella vita tutto è possibile… l’importante è crederci… ed avere fiducia.” Dallo stress, Michela, si sentì stanca, sfinita e… si appisolò sul divano. Appena chiuso gli occhi si mise a sognare… Un sogno bellissimo. Nel sogno, l’ammiratore misterioso (e ignoto), aveva preso le sembianze di un famoso attore americano, Cary Grant “il gatto” nel film “Caccia al Ladro… e lei, Michela, era diventata Grace Kelly, protagonista dello stesso film. Lui beffardo, lei straordinariamente affascinante … e misteriosa. Lui, innamorato pazzo… lei guardinga, diffidente, pronta ad affilare le unghie… Ad un tratto, preso da un raptus amoroso, Cary Grant (nel sogno) abbraccia Michela e la bacia… In quell’istante… si ferma un’auto della polizia francese… Il capo pattuglia, con la pistola puntata... “Cosa fate voi due in questo sogno? E’ mica il vostro! Siete in arresto. Seguitemi …” e li porta al comando di polizia… (5 continua) – Buona giornata a tutti. Dino

OGGI, SAN RAIMONDO di vice450

OGGI,
SAN RAIMONDO 
di
vice450
Ciao Dino, domani la Chiesa commemora SAN RAIMONDO NONNATO..........Raimondo nacque a Portell nella Catalogna (Spagna) nel 1200, e venne soprannominato “Nonnato” (non-nato) perché fu estratto vivo dal grembo della madre morta. Verso il 1224 entrò nell'Ordine religioso della Mercede (detto anche dei Mercedari), fondato pochi anni prima con lo scopo di riscattare e di curare la formazione religiosa e morale degli schiavi nelle regioni spagnole ancora occupate dagli Arabi. Per alcuni anni operò in Spagna, poi, dopo che gli spagnoli liberarono gran parte del territorio, Raimondo, si recò in Algeria, dove prese volontariamente il posto di uno schiavo in pericolo di rinnegare la fede. Voleva così avere la possibilità di restare in mezzo ad altri prigionieri per poterli confortare e sostenere. Poiché in prigione continuava a predicare e a convertire musulmani, la tradizione racconta che le guardie, per impedirglielo, forarono le sue labbra e le chiusero con un lucchetto. Ritrovata la libertà, tornò in Catalogna, dove l’avventura africana lo aveva reso popolarissimo. Papa Gregorio IX nel 1239 lo nominò cardinale, chiamandolo a Roma come suo consigliere. Appena messosi in viaggio nell’estate del 1240,venne bloccato da violente febbri, e dopo aver ricevuto miracolosamente la comunione, morì. Fu dichiarato santo il 13 Agosto 1669.Il nome Raimondo, di origine tedesca, significa: intelligenza protettrice

BEREGUARDO ...STORY di Teresa Ramaioli

BEREGUARDO ... STORY 
di
Teresa Ramaioli
La chiesetta di San Zeno
di Dino Barili Teresa Ramaioli
Il Marchese Carcacena non era uomo d’armi e neppure un condottiero, alle prime avvisaglie di un eventuale scontro si ritirò nel Castello di Binasco. Le truppe del Principe Tomaso di Savoia, scambiarono il Castello di Bereguardo per un fortilizio militare anzichè per una Villa Ducale, lo presero con facilità e lo fecero ardere come una torcia. Il castello, per le sue caratteristiche costruttive, aveva molte parti in legno e il fuoco lo rase al suolo. Le torri, le capriate, la camminata lungo i merli, i trabocchetti e molte strutture caddero in frantumi e quella che era stata la più bella Villa Ducale di Milano divenne in breve un cumulo di macerie. I sotterranei del Castello,una vera e propria città invisibile estesa su diecimila metri quadrati, fatta di corridoi, camminamenti, loculi angusti, stanze e segreti ripostigli,venne ricoperta da una massa di detriti. Non è più possibile rivedere l’intricata ramificazione dei passaggi, i luoghi segreti dove venivano nascosti oggetti preziosi, dove i condannati venivano incatenati, torturati, processati e giustiziati. Certo è che quei sotterranei hanno alimentato le più fosche leggende che si raccontano intorno al castello di Bereguardo. Solo fantasie? Ma le truppe non si fermarono solo al castello. Per arrotondare la modesta paga i soldati depredavano ogni cosa anche dentro le Chiese, e San Zeno fu ancora oggetto di saccheggio. Ormai il tesoro non c’era più, erano rimaste soltanto le carte d’archivio che raccontavano la vita della Chiesetta giorno per giorno, con una contabilità meticolosa dove venivano segnate tutte le entrate e le uscite, dove venivano raccontati gli avvenimenti del paese.(continua) Ciao Teresa

mercoledì 29 agosto 2012

PENSIERI SPARSI DEL 30 AGOSTO 2012

PENSIERI SPARSI DEL 30 AGOSTO 2012

 

“Felicità è condividere…

il piacere…

fatto di molte cose”

Dino

LE STORIE DI DIOMERA (4) racconto a puntate di Dino Secondo Barili

30 AGOSTO 2012 – ALMANACCO DI STORIA
PAVESE
Trivolzio – 30 agosto 2012 – giovedì – 12.00

Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
 con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto a puntate
Le storie di Diomera (4)
Ogni giorno, Michela, neo pensionata di 65 anni, faceva quattro chiacchiere con un signore di poche parole che leggeva il giornale sulla stessa panchina al parco del Castello di Pavia. Un signore di qualche anno più anziano, discreto, gentile, con lo sguardo sempre rivolto alle notizie economiche del quotidiano… Michela cominciò a farsi un’idea del soggetto (dell’uomo che le aveva offerto una vacanza a Parigi). “E se fosse lui?” Il giorno dopo, raggiunta la panchina, insieme ad un bel sorriso e al buon giorno… accennò a Parigi. Il signore del giornale … non raccolse, ignorò l’argomento.. Anzi, dopo aver dato una lettura ai titoli di prima pagina… si alzò e se ne andò. Michela non sapeva cosa pensare. Poco prima di mezzogiorno, prima di salire nel suo appartamento nel centro di Pavia, apri la cassetta della posta e trovò un’altra lettera (la seconda). Diceva: “Gentile Signora Michela – Siamo certi che al bel viaggio a Parigi… non vorrà rinunciare. Si prepari, quindi, per la prossima settimana. La partenza è fissata per martedì mattina alle ore 6 davanti alla Stazione FS di Pavia… Maggiori ragguagli li troverà nella prossima comunicazione che riceverà domani. Il suo ammiratore è entusiasta di lei e ansioso di passare una settimana a Parigi, passeggiare lungo le rive della Senna, visitare Notre Dame, il Louvre ed altri famosi luoghi. Per conto del suo ammiratore, la Direzione del viaggio, le augura buona giornata.” Michela non resistette. Corse dalla Jenny, la sua amica parrucchiera, la quale, alla lettura della nuova lettera, per poco, non svenne. “E pensare, che ho sempre sognato un ammiratore così! …Adesso, cara Michela, non fare come tuo solito. Non trovare difetti… anche dove non ci sono. Gli uomini (tutti gli uomini) non sono perfetti!... e neppure le donne!” Il dubbio di Michela, però, era quello di trovarsi in un “mare di guai”. D’altro canto, quando capitano certe cose…prendere o lasciare! Jenny lesse nel pensiero dell’amica. “Hai ancora dei dubbi? Prima di uscire dal mio negozio voglio la conferma della tua partenza… altrimenti … ci vado io!” Michela, un po’ titubante, diede la parola che avrebbe accettato… la settimana a Parigi. Quella notte non dormì. Il mattino successivo non andò a fare la solita passeggiata al Parco del Castello di Pavia. Scese tre volte al pian terreno del palazzo in cui abitava per scrutare nella cassetta della posta. La terza volta, la lettera c’era. Era arrivata. Diceva. “Gentile Signora Michela, le inviamo il programma di massima della “settimana a Parigi” studiato apposta per offrirle un’indimenticabile vacanza. Il suo ammiratore è entusiasta e vuole per lei … il meglio del meglio. Le impiegate della Direzione del viaggio, si augurano (in futuro) di vivere esse stesse una simile avventura. La nostra guida, Elena, sarà a sua disposizione da martedì alle ore 6, per risolvere ogni sua esigenza . Le raccomandiamo la massima puntualità. A martedì mattina, quindi, e giorni felici..” Matilde si sedette sul divano e si fece l’esame di coscienza… “Chi poteva essere l’ignoto ammiratore? Possibile che non riusciva ad identificarlo? E se fosse uno scherzo?” Diomera aveva una regola: “Nella vita tutto è possibile… l’importante è crederci… ed avere fiducia.” (4 continua) – Buona giornata a tutti. Dino

QUATTRO AMICI AL BAR... di Dino

QUATTRO AMICI AL BAR
…e i pensieri di fine agosto
Agosto sta per finire e le persone sono pronte a ricominciare, ma “la crisi” ha lasciato il segno. Come sarà l’autunno? Anche i nostri quattro amici al Bar, ieri, si ponevano la stessa domanda. Saverio (67 anni – neopensionato) diceva: “Vedrai… da lunedì, tutto sarà come l’anno scorso e gli altri anni che l’hanno preceduto…” – Giovanni, viaggiatore di commercio, però aveva dei dubbi e rispondeva: “Non credo che l’autunno sarà come quello dello scorso anno. Per mia personale esperienza … gli anni non sono mai uguali uno all’altro. Poi, quest’anno è stato “distribuito” molto pessimismo e la gente si è chiusa in sé, nel proprio guscio… teme il peggio e non spende. Se il denaro non circola… non nutre”.
Dino

OGGI, SANT' ALFREDO ILDEFONSO di vice450

OGGI,
SANT' ALFREDO ILDEFONSO 
di
vice450
Ciao Dino, domani la chiesa celebra la memoria del Beato ALFREDO ILDEFONSO SCHUSTER.......... Alfredo, nacque nel 1880 a Roma, dove il papà, di origine bavarese, lavorava come sarto degli zuavi pontifici e delle guardie svizzere. Divenne monaco esemplare e, il 19 marzo 1904, venne ordinato sacerdote nella basilica di San Giovanni in Laterano. Aveva poco meno di cinquant’anni quando fu nominato Arcivescovo di Milano e poi cardinale da Papa Pio XI. Rimarrà nella sua diocesi per venticinque anni, prendendo a modello San Carlo Borromeo, soprattutto nelle lunghe e quasi ininterrotte visite pastorali alla Diocesi e nella riforma dei seminari. Durante l’ultima guerra, impegnò se stesso e i suoi preti ad alleviare le sofferenze del suo popolo e di tutti i perseguitati, e non temette di opporsi con inaudita fermezza ai potenti e ai violenti. Gli dovette la vita anche il giornalista Indro Montanelli che era stato arrestato dai nazisti e che venne liberato per l’intervento del cardinale. Schuster morì nel seminario di Venegono, da lui fatto costruire, il 30 agosto 1954. E' stato beatificato da Papa Giovanni Paolo II il 12 Maggio 1996....Il nome Alfredo, di origine anglosassone, significa: saggio, nobile della pace

BEREGUARDO ...STORY di Teresa Ramaioli

BEREGUARDO ... STORY 
di
Teresa Ramaioli
La chiesetta di San Zeno –di Dino Barili e Teresa Ramaioli
L’immagine di San Zeno era ricoperta da catenine d’oro, bracciali, anelli offerti di fedeli che avevano ottenuto un grazia e costituivano il tesoro di San Zeno. Tutto ciò che brillava venne portato via, tutto ciò che poteva avere un valore venne trafugato e il rimanente calpestato e distrutto. Intorno alla chiesetta c’era un piccolo cimitero con le tombe ben ordinate, anche quelle profanarono pur di avere un pezzo di metallo lucente tra le mani e a nulla valsero le parole del Sacerdote sulla sacralità del luogo. I resti abbandonati ,di quelle tombe profanate, sono ancora sotto l pavimento della Chiesa in una fossa comune. Molte case furono date alle fiamme. La gente che aveva osato opporre resistenza venne uccisa dentro e fuori casa. Per giorni e giorni Bereguardo bruciò e un nauseabondo odore di cadaveri in putrefazione aleggiò giorno e notte sul paese. Il brutto,però doveva ancora venire. Passate le truppe e la fiumana di disperati al seguito, rimasero la sporcizia e le malattie che questa gente si portava dietro,compresa la peste. Ci vollero anni prima che questa ferita si rimarginasse e Bereguardo riprendesse a vivere.-L’ARCHIVIO DI SAN ZENO-Non si erano ancora rimarginate le ferite del tremendo saccheggio di quel tragico 1635, di cui molte persone avevano negli occhi il ricordo delle scene vissute, che un nuovo, terribile, cataclisma si abbattè sul paese. Nel luglio del 1655 il Castello di Bereguardo venne occupato dalle truppe del Marchese Carcacena, Governatore di Milano. Il Marchese pensava di impedire il passaggio del Ticino alle truppe del Principe Tomaso di Savia che aveva conquistato Dorno, Garlasco e Granello.(continua) Ciao Teresa

martedì 28 agosto 2012

PENSIERI SPARSI DEL 29 AGOSTO 2012

PENSIERI SPARSI DEL 29 AGOSTO 2012

 

“Anche i sogni…

 aiutano a vivere”

Dino

LE STORIE DI DIOMERA (3) racconto a puntate di Dino Secondo Barili

29 AGOSTO 2012 – ALMANACCO DI STORIA
PAVESE
Trivolzio – 29 agosto 2012 – mercoledì – 12.00

Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
 con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto a puntate
Le storie di Diomera (3)
Michela, neo – pensionata di sessantacinque anni. aveva fatto un viaggio a Parigi una ventina di anni prima… “Altri tempi” – pensava, spesso, lei – “Allora, ero ancora giovane. Avevo un marito. Ora sono rimasta vedova e sola … e non credo proprio che Parigi la rivedrò... Al massimo potrò vedere Parigi… in cartolina, oppure alla TV.” – Diomera, invece, era di avviso diverso. Diceva spesso: “Nella vita non bisogna mai disperare… I desideri che non si realizzano nel corso di parecchi anni… possono diventare realtà nell’arco di pochi istanti.” Michela aveva dei dubbi…ma sperava… sperava come sperano tutti coloro che credono nei miracoli. E fu così. Un giorno, poco prima di mezzogiorno, Michela aprì la cassetta della posta e trovò una lettera. Diceva: “Gentile Signora Michela, un suo ammiratore, le ha offerto una settimana a Parigi. Riceverà maggiori ragguagli con una prossima missiva.”…La lettera… era senza indirizzo del mittente… Quando una persona riceve una simile missiva pensa subito ad uno scherzo. Michela girò e rigirò la lettera mille volte tra le mani, ma si guardò bene dal trattarla come spesso si fa con la pubblicità (cioè: cestinarla immediatamente). Parigi è sempre Parigi… e un viaggio a Parigi accende la fantasia di chiunque giovani e non più giovani. Per un giorno intero, la neo –pensionata non disse nulla, poi ne parlò con la sua parrucchiera (Jenny per le amiche)… una quarantacinquenne sprint la quale si mostrò interessatissima. “Se fosse capitato a me sarei stata la donna più felice del mondo… Ma a me certe cose non capitano mai!” Comunque, il consiglio di Jenny fu quello di “guardarsi intorno, di ricordare il volto di qualche “bel ometto” magari timido … che non ha avuto il coraggio di fare il primo passo. Michela ci pensò, ma non c’era volto nella sua memoria… e nessun volto d’uomo… nell’ufficio che aveva appena lasciato per andare in pensione. Ogni giorno, però, Michela faceva quattro chiacchiere con un signore di poche parole che leggeva il giornale sulla stessa panchina al parco del Castello di Pavia. Un signore di qualche anno più anziano, discreto, gentile, con lo sguardo sempre rivolto alle notizie economiche del quotidiano… Michela cominciò a farsi un’idea del soggetto. “E se fosse lui?” Il giorno dopo, raggiunta la panchina, insieme ad un bel sorriso e al buon giorno… accennò a Parigi. Il signore del giornale … non raccolse, ignorò l’argomento.. Anzi, dopo aver dato una lettura ai titoli… si alzò e se ne andò. Michela non sapeva cosa pensare. Poco prima di mezzogiorno, prima di salire nel suo appartamento nel centro di Pavia, apri la cassetta della posta e trovò un’altra lettera. Diceva: “Gentile Signora Michela – Siamo certi che al bel viaggio a Parigi… non vorrà rinunciare. Si prepari, quindi, per la prossima settimana. La partenza è fissata per martedì mattina alle ore 6 davanti alla Stazione FS… Maggiori ragguagli li troverà nella prossima comunicazione che riceverà domani. Il suo ammiratore è entusiasta di lei e ansioso di passare una settimana a Parigi, passeggiare lungo le rive della Senna, visitare Notre Dame, il Louvre ed altri famose luoghi. Per conto del suo ammiratore, la Direzione del viaggio, le augura buona giornata. (3 continua) – Buona giornata a tutti. Dino

OGGI, SAN GIOVANNI BATTISTA di vice450

OGGI, SAN GIOVANNI BATTISTA 
di
vice450
Ciao Dino, domani la chiesa commemora il MARTIRIO DI SAN GIOVANNI BATTISTA........... Di San Giovanni Battista la Chiesa celebra la solennità della nascita, il 24 Giugno, riserbando il giorno 29 agosto, alla memoria della sua morte. La celebrazione ha origini antichissime, nacque in Francia nel V secolo, per estendersi poi a Roma nel VI secolo; il presunto sepolcro del Battista sarebbe a Sebaste, in Samaria dove è stata innalzata una Chiesa in suo onore. La festa compare al 29 Agosto già nei Sacramentari Romani e nel Martirologio Romano; la data corrisponderebbe al ritrovamento della testa di Giovanni il Battista, trasportata in quell’occasione nella Chiesa di San Silvestro in Campo Marzio a Roma. Fonti principale sulla vita, la figura del Battista e sul Martirio sono i Vangeli. L' Evangelista Luca parla della sua nascita, predicazione e vita nel deserto, mentre Marco ci parla della sua morte....... Nel Vangelo 6, 17-29 afferma:.... “In quel tempo, Erode aveva fatto arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, che egli aveva sposata. Giovanni diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade gli portava rancore e avrebbe voluto farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo giusto e santo, e vigilava su di lui; e anche se nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode per il suo compleanno fece un banchetto per i grandi della sua corte, gli ufficiali e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla ragazza: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le fece questo giuramento: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». La ragazza uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». Ed entrata di corsa dal re fece la richiesta dicendo: «Voglio che tu mi dia subito su un vassoio la testa di Giovanni il Battista». Il re divenne triste; tuttavia, a motivo del giuramento e dei commensali, non volle opporle un rifiuto. Subito il re mandò una guardia con l'ordine che gli fosse portata la testa. La guardia andò, lo decapitò in prigione e portò la testa su un vassoio, la diede alla ragazza e la ragazza la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputa la cosa, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro”........Giovanni Battista è considerato l’ultimo Profeta ed il primo Apostolo, ha dato la vita per la Verità ed è morto a causa della sua Fede, per questo è venerato dalla Chiesa come martire. Il nome Giovanni, di origine ebraica, significa: Il Signore è benefico, dono del Signore; il nome Battista di origine greca, significa “battezzatore”

BEREGUARDO... STORY di Teresa Ramaioli

BEREGUARDO... STORY 
di
Teresa Ramaioli
LA CHIESTTA DI SAN ZENO
di DINO BARILI TERESA RAMAIOLI
Una di queste conche conserva un nome particolare “l’inferno”e si trova poco lontano da Bereguardo. Qui c’era una grata in ferro che impediva il transito di qualsiasi oggetto più grande di un topo, tutto veniva fermato e bruciato.Era l’unico modo per fermare eventuali epidemie. A Trivolzio, a Castrate Primo, alla Carpana di Torre D’Isola, nel 1630, la peste fece molte vittime e nacquero ricoveri per gli appestati “i lazzaretti”. I morti di peste venivano sepolti in luoghi lontani dall’abitato. A Trivolzio, dove ora si trova la Chiesetta dell’Assunta, lì c’era il cimitero degli appestati. –IL TESORO DI SAN ZENO-Nel 1635, durante la guerra austro-sarda, Bereguardo e il suo Castello furono preda delle truppe del maresciallo francese Crequì . Dopo aver assaltato i castelli di Breme, Sartirana e varcato il Ticino, si avventò su Bereguardo.Il passaggio di queste truppe recò danni incalcolabili al territorio e all’agglomerato urbano. Insieme alle truppe viaggiava una massa indescrivibile di diseredati, sbandati, ladri, prostitute, avventurieri. Quello che non facevano i soldati, lo facevano questa massa di disperati. Erano come avvoltoi, aspettavano che la preda fosse resa inerme per toglierle anche l’ultimo respiro. Il Castello Visconteo fu depredato di ogni suo avere. Anche la Chiesetta di San Zeno venne svuotata di tutti i suoi arredi. Le pareti della chiesetta erano rivestite da ex-voto.Gli armadi della sacrestia eranopieni di indumenti sacri per le cerimonie. L’immagine di San Zeno era ricoperta di catenine d’oro,da bracciali, da anell offerti dai fedeli.(continua) Ciao Teresa

QUATTRO AMICI AL BAR

QUATTRO AMICI AL BAR
…UN GIORNO D’AGOSTO
Gli ultimi giorni d’agosto sono particolari… Alcune persone sono già rientrate dalle ferie e sono al lavoro, altre (coloro che possono permetterselo) hanno ancora qualche giorno di vacanza da smaltire… Allora, il luogo canonico dell’incontro è, il Bar. Basta mettere quattro amici attorno ad un tavolino (del Bar) per avere il “panorama”della situazione… del presente, del passato e… del futuro. La “crisi economica” tiene sempre il primo posto nei discorsi, ma le persone non ne possono più. Sono arcistufe di “parole al vento” (…e nel vento). Sperano che settembre porti qualche cosa di buono e di nuovo, qualche “spiraglio di luce” nella pesante cappa di pessimismo che aleggia ovunque. Diceva Saverio ieri mattina (uno dei quattro amici al Bar): “Una persona ci prova in tutti i modi, ma “l’aria” è talmente “saturo di veleni” che ci vorrebbe proprio una bella pioggia … per lavare tutto e ogni cosa … e respirare a pieni polmoni aria pura e pulita.”
Dino

PENSIERI SAPRSI DEL 28 AGOSTO 2012

PENSIERI SPARSI DEL 28 AGOSTO 2012

 

“Solo coloro che sanno attendere…

sono certi di avere…

 “la vittoria”

tra le mani”

Dino

LE STORIE DI DIOMERA (2) racconto a puntate di Dino Secondo Barili

28 AGOSTO 2012 – ALMANACCO DI STORIA
PAVESE
Trivolzio – 28 agosto 2012 – martedì – 12.00

Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
 con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto a puntate
Le storie di Diomera (2)
“A Pavia, nel 2012, come all’epoca di Giulio Cesare, una ragazza chiamata Cleopatra (era il soprannome che si era dato lei stessa) si innamorò di un… “Giulio”. La Cleopatra (pavese) abitava vicino alla Stazione Ferroviaria di Pavia e a trent’anni non aveva ancora trovato l’uomo della sua vita. Ci aveva provato varie volte, ma, una volta per una “storia”, un’altra… per un’altra… per lei non si era ancora affacciato “l’uomo del destino”. Un giorno, la “pavese” Cleopatra, chiese ad uno psicologo come si doveva fare per trovare “l’uomo giusto”. Lo psicologo, di nome Amilcare, disse che il sistema migliore era quello di “andare ogni mattina alla Stazione FS di Pavia, osservare i treni che arrivavano da Genova per Milano… e guardare solo le carrozze della “prima classe”. Cleopatra prese alla lettera il suggerimento dello psicologo Amilcare. Dopo molte mattine passate invano alla Stazione Ferroviaria, Cleopatra, ebbe una sorpresa. Mentre guardava sfiduciata, per l’ennesima volta, la carrozza di prima classe, del treno Genova-Milano vide un signore che le faceva segno dal finestrino: “ Venga, venga… questo è il suo treno…” Cleopatra non ci pensò un secondo. Salì sul treno. Si avvicinò al signore che l’aveva invitata. Solo… alla Stazione Centrale di Milano, la ragazza pavese, si convinse che quello era proprio “l’uomo del destino”… Si chiamava, infatti, Giulio Cesare… ed era il Dirigente di una grande Banca Milanese…” Diomera concluse la sua storia dicendo… “Sognare, non ha mai fatto male a nessuno. Anzi, è un buon metodo per iniziare bene la nuova settimana.” Isabella, Alfonso e Giorgio approvarono e chiesero a Diomera di raccontare un’altra storia pavese del 2012. Diomera, la più bella donna di tutto il territorio pavese non aspettava altro. Toccò con il dito indice della mano destra la “cassetta di ferro arrugginito” e subito comparve Michela, una neo – pensionata di sessantacinque anni. Michela aveva fatto un viaggio a Parigi una ventina di anni prima… “Altri tempi” – pensava, spesso, lei – “Allora, ero ancora giovane. Avevo un marito. Ora sono rimasta vedova e sola … e non credo proprio che Parigi la rivedrò... Al massimo potrò vedere Parigi… in cartolina, oppure alla TV.” – Diomera, invece, era di avviso diverso. Diceva spesso: “Nella vita non bisogna mai disperare… I desideri che non si realizzano nel corso di parecchi anni… possono diventare realtà nell’arco di pochi istanti.” Michela aveva dei dubbi…ma sperava… sperava come sperano tutti coloro che credono nei miracoli. E fu così. Un giorno, poco prima di mezzogiorno, Michela aprì la cassetta della posta e trovò una lettera. Diceva: “Gentile Signora Michela, un suo ammiratore, le ha offerto una settimana a Parigi. Riceverà maggiori ragguagli con una prossima missiva.”…La lettera… era senza indirizzo del mittente…(2 continua) – Buona giornata a tutti. Dino

OGGI, SANT'AGOSTINO di vice450

OGGI, SANT'AGOSTINO 
di
vice450
Ciao Dino, domani la chiesa commemora SANT'AGOSTINO........................Agostino nacque il 13 novembre 354 nella Numidia a Tagaste. Patrizio, il padre, pagano, fu battezzato poco prima della morte (371). La madre, Santa Monica, era invece cristiana fervente. Agostino frequentò a Tagaste le prime scuole, proseguì i suoi studi nella vicina Madaura e nel 371 a Cartagine per seguirvi i corsi di retorica e diritto. Tormentato da inquietudine e dissolutezza, come egli stesso racconta nelle Confessioni, a diciannove anni abbracciò il manicheismo, religione di origine persiana largamente diffusa in Africa settentrionale. Da una relazione irregolare, ebbe nel 372 un figlio, Adeodato. Insegnò retorica e grammatica prima a Tagaste poi a Cartagine. Successivamente si trasferì a Milano, dove incontrò Sant'Ambrogio. Negli anni che vanno dal 384 al 387 maturò la sua conversione al cristianesimo. Gli ostacoli che più si frapposero sulla via della piena maturazione cristiana furono l'abbandono della donna con la quale aveva vissuto per tanti e che gli aveva dato il figlio, e la decisione di convivere con un'altra donna. La presenza della madre, che lo raggiunse dall’Africa, e l’assiduo ascolto della predicazione del vescovo Ambrogio, furono determinanti per la piena conversione. Il 25 aprile del 387 Agostino fu battezzato da Sant'Ambrogio, insieme al figlio Adeodato, al fratello Navigio, e ad altri discepoli. Abbandonò la convivente e diede una svolta alla sua vita, lasciò anche l'insegnamento e con la madre e compagni e si ritirò a Cassiciacum, nei pressi di Milano, dove condusse vita di ritiro spirituale e dove scrisse le sue prime opere. Alcuni mesi dopo prese la decisione di ritornare in Africa.
Ad Ostia, poco prima di imbarcarsi, la madre Monica si ammalò e morì. Ritornato in Africa nel 388, condusse per tre anni vita ritirata nella sua casa di Tagaste, insieme ai suoi amici, gettando le basi di quello che fu poi il suo specifico stile di vita religiosa. Divenne sacerdote nel 391 e vescovo di Ippona nel 395, si dedicò agli scritti di natura religiosa e alla lotta contro le eresie, dopo 40 anni di intensissimo e fecondo servizio episcopale, morì nella sua Ippona circondata dai Vandali il 28 agosto del 430. Il suo corpo sottratto ai Vandali durante l'incendio e la distruzione di Ippona, venne trasportato a Cagliari dal vescovo Fulgenzio di Ruspe. Nel 718 fu di nuovo traslato dalla Sardegna a Pavia, ad opera del re longobardo Liutprando, da allora le sue spoglie sono custodite nella Basilica di San Pietro in Ciel D'Oro. Nel 1268 fu annoverato fra i primi quattro dottori della Chiesa .Le sue intuizioni filosofiche, letterarie e teologiche ne fanno un genio del cristianesimo e dell’umanità intera Dal 16 settembre 2007 è copatrono di Pavia. Il nome Agostino, di origine latina, significa: piccolo venerabile

BEREGUARDO ...STORY di Teresa Ramaioli

BEREGUARDO... STORY 
di
Teresa Ramaioli
LA CHIESETTA DI SAN ZENO
di DINO BARILI TERESA RAMAIOLI
Il suono della campana era anche l’unico mezzo mezzo di comunicazione con le altre cascine e la gente sapeva immediatamente distinguere da quale parte arrivasse i messaggio e quale significato avesse, giorno e notte, d’estate e d’inverno, col sole o con la nebbia.Il fatto che la cascina venisse trasmessa al primogenito era legata al fatto che era una unità indivisibile. I terreni erano divisi in modo tale che coprissero tute le necessità dell’azienda agricola:il legname era prezioso quanto i cereali ed il foraggio, gli animali da cortile e da stalla erano importanti quanto quelli allo stato selvaggio. A Bereguardo era vietata la raccolta delle ghiande, vietata la caccia, vietato pascolo alle mandrie ,vietato il taglio della legna che doveva essere eseguito soltanto in certi periodi dell’anno e sotto rigido controllo. Il servizio di sorveglianza era rigidissimo. A questo proposito,olte il personale incaricato, il Padrone si serviva dei bracconieri, i quali avevano tutto l’interesse a garantirsi il loro pasto quotidiano in cambio di una “spiata”.Era molto difficile che bande armate o soltanto loschi individui si annidassero tra le cascine. Era interesse di tutti eliminare gli intrusi. L’apertura del Naviglio di Bereguardo provocò un altro problema:quello igienico-sanitario, dovuto agli animali morti e gettati nel corso d’acqua. Le conche servivano anche a questo e su di esse c’era un severo controllo. Una di queste conche conserva un nome particolare “l’inferno”e si trova poco lontano da Bereguardo. (continua) Ciao Teresa

lunedì 27 agosto 2012

PENSIERI SPARSI DEL 27 AGOSTO 2012

PENSIERI SPARSI DEL 27 AGOSTO 2012

 

“Affinché

la vita non diventi grigia…

bisogna sempre tener

accesa

“la fiamma della passione”

…in ogni settore”

Dino

LE STORIE DI DIOMERA (1) racconto a puntate di Dino Secondo Barili

27 AGOSTO 2012 – ALMANACCO DI STORIA
PAVESE
Trivolzio – 27 agosto 2012 – lunedì – 12.00

Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
 con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto a puntate
L’isola di Cristina (27) – Diomera (1)
Diomera aveva in serbo molte altre notizie circa la “cassetta di ferro arrugginito” che Isabella teneva sulle ginocchia e non abbandonava mai… “Vedete cari amici. Possedere una “cassetta di ferro arrugginita” come quella di Isabella è un modo per “vivere ogni giorno una nuova avventura”… Diomera è pronta a svelare la nuova (quotidiana) avventura. Nell’Isola del Ticino, Isabella, Alfonso e Giorgio sono seduti sulla riva del fiume mentre la corrente si muove veloce… come avviene da migliaia e migliaia di anni. La bellissima Diomera si trasforma… da donna… in cigno. Un cigno bellissimo. “Vedete, come è facile trasformarsi? Basta che ognuno di voi (Isabella, Alfonso Giorgio… e i lettori di questo blog) tocchi la “cassetta di ferro arrugginita” e può fare qualsiasi cosa. Per esempio, può trovarsi a Parigi, Roma, New York, Mosca, Pechino… senza sforzo, senza spendere un euro, senza muoversi dal luogo in cui si trova. Siamo nel 2012 a Pavia… ma possiamo fare un salto anche nel passato e trovarci nell’antica Roma al tempo di Giulio Cesare, parlargli, chiedergli come sono andate le cose quando si innamorò di Cleopatra. Vedere Cleopatra com’era nella realtà, parlarle, chiederle cosa ne pensava degli uomini…” Diomera, si fermò. Aveva toccato un argomento troppo complicato… Anche a Pavia, nel 2012, come all’epoca di Giulio Cesare, una ragazza chiamata Cleopatra (era il soprannome che si era dato lei stessa) si innamorò di un “Giulio”. La Cleopatra (pavese) abitava vicino alla Stazione Ferroviaria di Pavia e a trent’anni non aveva ancora trovato l’uomo della sua vita. Ci aveva provato varie volte, ma, una volta per una “storia”, un’altra… per un’altra… per lei non si era ancora affacciato “l’uomo del destino”. Un giorno, la “pavese” Cleopatra, chiese ad uno psicologo come si doveva fare per trovare “l’uomo giusto”. Lo psicologo, di nome Amilcare, disse che il sistema migliore era quello di “andare ogni mattina alla Stazione FS di Pavia, osservare i treni che arrivavano da Genova per Milano… e guardare solo le carrozze della “prima classe”. Cleopatra prese alla lettera il suggerimento dello psicologo Amilcare. Dopo molte mattine passate invano alla Stazione Ferroviaria, Cleopatra, ebbe una sorpresa. Mentre guardava sfiduciata, per l’ennesima volta, la carrozza di prima classe, del treno Genova-Milano vide un signore che le faceva segno dal finestrino: “ Venga, venga… questo è il suo treno…” Cleopatra non ci pensò un secondo. Salì sul treno. Si avvicinò al signore che l’aveva invitata. Solo… alla Stazione Centrale di Milano, la ragazza pavese, si convinse che quello era proprio “l’uomo del destino”… Si chiamava, infatti, Giulio Cesare… ed era il Dirigente di una grande Banca Milanese…” Diomera concluse la sua storia dicendo… “Sognare, non ha mai fatto male a nessuno. Anzi, è un buon metodo per iniziare bene la nuova settimana.” (27 continua) – Buona giornata a tutti. Dino

OGGI, SANTA MONICA di vice450

OGGI, SANTA MONICA 
di
vice450
Ciao Dino, domani la Chiesa celebra SANTA MONICA, Madre di Sant'Agostino...............Monica nacque a Tagaste, antica città della Numidia (Africa) nel 332, in una famiglia cristiana e benestante. Le fu concesso di studiare e Monica ne approfittò per leggere la Bibbia. Sposatasi con Patrizio, un modesto proprietario di Tagaste, non ancora battezzato, non facile di carattere, e che spesso le era infedele, Monica con il suo carattere mite e dolce ne poté vincere le asprezze. Ebbe tre figli, Agostino nato nel 354, Navigio, e una figlia di cui si ignora il nome. Dette a tutti e tre una educazione cristiana. Nel 371, un anno prima di morire, Patrizio si convertì al cristianesimo e si fece battezzare. Monica, rimasta vedova a 39 anni dovette prendere in mano la direzione della casa e l'amministrazione dei beni. Soffrì molto per la condotta dissoluta di Agostino. Constatazione amara del proprio fallimento di mamma cristiana, fu quando vide ritornare a casa da Cartagine il figlio Agostino, professore sì, ma che aveva rinunciato alla Fede Cristiana per il manicheismo. Quando Agostino si trasferì a Roma, decise di seguirlo, ma lui con uno stratagemma, mentre si imbarcavano, la lasciò a terra a Cartagine. Nel 385 poté imbarcarsi per Roma, e raggiunse Agostino a Milano, dove ricopriva una cattedra di retorica. Qui Monica ebbe la consolazione di vederlo frequentare la scuola di S. Ambrogio, vescovo di Milano e poi il prepararsi al battesimo con tutta la famiglia, avvenuto il 25 aprile 387. Fece parte del gruppo che con il figlio si ritirò in una villa in Brianza, in una località chiamata Cassiciacum, per riflettere e meditare. In questo luogo Agostino scrisse le sue prime opere: i dialoghi. Con Agostino lasciò Milano diretta a Roma, e poi a Ostia, dove affittarono una casa, in attesa di una nave in partenza per l'Africa, dove Agostino voleva vivere una vita monastica, e fondare un monastero....... Fu un periodo carico di dialoghi spirituali, fra madre e figlio, che Agostino riporta nelle sue “Confessioni”.......Li Monica si ammalò, forse di malaria, e morì, in nove giorni, il 27 agosto 387 all'età di 56 anni. Il suo corpo fu tumulato nella chiesa di Sant' Aurea di Ostia. Il 9 aprile 1430 le sue reliquie furono traslate a Roma nella chiesa di S. Trifone, oggi di S. Agostino, e poste in un pregiato sarcofago. E' patrona delle donne sposate, madri, e vedove Il nome Monica di origine greca, significa: monaca, solitaria, eremita

BEREGUARDO ... STORY di Teresa Ramaioli

BEREGUARDO ... STORY 
di
Teresa Ramaioli
LA CHIESETTA DI San ZENO
di DINO BARILI TERESA RAMAIOLI
Bereguardo a quell’epoca era una località particolarmente florida. L’apertura del Naviglio,di Bereguardo, avvenuta il 1 marzo 1513, donato con tutte le sue rendite dal Duca Massimiliano Sforza Trivulzio, portò a tutto il territorio attraversato grandissimi benefici. La regolarità del regime d’acqua necessario alle coltivazioni era garanzia di un raccolto sicuro. LA CASCINA FONTE DI RICCHEZZA- La cascina era un territorio padronale recintato da mura, portici e staccionate. All’interno, oltre alla casa padronale, c’erano tutti i servizi necessari alla produzione agricola. Nella cascina non vi era nulla di superfluo: le case per i contadini erano quelle strettamente necessarie, il numero degli animali da cortile rigidamente regolamentato. Nella cascina si lavorava 365 giorni, e gli animali dovevano essere accuditi 24 ore al giorno. La disciplina era rigida e l’organizzazione autoritaria. Il Padrone era il capo assoluto, riconosciuto e mai contestato, ogni decisione era inappellabile. La messa quotidiana era una esigenza assai sentita, ma per rientrare nell’organizzazione della cascina doveva svolgersi al mattino presto, poco prima del sorgere del sole verso le 5,30. Siccome non c’erano orologi, l’uso della campana era anche l’unica sveglia per la gente. La campana non era solo il richiamo , ma il messaggio:da vivo, per i giorni di festa, da morto, per le solennità relgiose, di pericolo, per gli incendi e le calamità. Il suono della campane era anche l’unico mezzo di comunicazione con le alte cascine.(continua) Ciao Teresa

sabato 25 agosto 2012

PENSIERI SPARSI DEL 26 AGOSTO 2012

PENSIERI SPARSI DEL 26 AGOSTO 2012

 

“Sono i sogni impossibili…

che fanno girare il mondo e la società”

Dino

L'ISOLA DI CRISTINA (26) racconto a puntate di Dino Secondo Barili

26 AGOSTO 2012 – ALMANACCO DI STORIA
PAVESE
Trivolzio – 26 agosto 2012 – domenica – 12.00

Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
 con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto a puntate
L’isola di Cristina (26)
Fu allora che Giorgio, il filosofo, chiese consiglio a Diomera, per sapere se c’era il sistema per… far vivere un’idea… senza che tale idea possa essere contaminata dai soldi, dagli interessi, dalle faccende più strane, assurde e immaginabili. Diomera fu chiara: “Si, c’è… ed è un’idea bellissima.” Isabella, Alfonso e Giorgio rimasero a bocca aperta, ma dovettero aspettare un giorno per avere la risposta… (… anche noi, dobbiamo aspettare domani, 25 agosto, per conoscere “l’idea bellissima” di Diomera) … Il 25 di agosto è arrivato ed ecco l’idea bellissima di Diomera, la quale, prima di illustrarla, si sedette sopra una tronco d’albero che il vento aveva abbattuto. “Vedete cari amici” – disse Diomera – “Nella vita ci sono molti misteri. Ogni persona ha i suoi. Isabella è in possesso della “cassetta di ferro arrugginito” la quale è ricca di moltissimi poteri. Uno di questi poteri è quello di poter trasferire “la Cascina di Giorgio” sull’Isola del Ticino…(dove Alfonso e Cristina hanno fatto all’amore), chiuderla in una cappa di vetro … e farla vivere per sempre… come Giorgio l’aveva pensata e costruita…” – Giorgio, l’anziano, il filosofo fu soddisfatto. Finalmente poteva stare con la “sua cascina” e vivere per sempre con lei, con le persone alle quali si era affezionato. Inoltre, il filosofo Giorgio, poteva sedersi sulla riva del fiume Ticino, gettare i sassi nell’acqua e guardare la corrente scorrere ininterrottamente e coglierne il senso dell’eternità… Diomera, però, aveva in serbo altre notizie circa la “cassetta di ferro arrugginito” che Isabella teneva sulle ginocchia e non abbandonava mai… “Vedete cari amici. Possedere una “cassetta di ferro arrugginita” come quella di Isabella è un modo per “vivere ogni giorno una nuova avventura”… Domani … vi dirò come… (Il 26 agosto è giunto.) Diomera è pronta a svelare la nuova avventura. Nell’Isola del Ticino, Isabella, Alfonso e Giorgio sono seduti sulla riva del fiume mentre la corrente si muoveva veloce… come avviene da migliaia e migliaia di anni. La bellissima Diomera si trasforma… da donna… in cigno. Un cigno bellissimo. “Vedete, come è facile trasformarsi? Basta che ognuno di voi (Isabella, Alfonso e Giorgio) tocchi la “cassetta di ferro arrugginita” e può fare qualsiasi cosa. Per esempio, può trovarsi a Parigi, Roma, New York, Mosca, Pechino… senza sforzo, senza spendere un euro, senza muoversi dal luogo in cui si trova. Oggi, siamo nel 2012 a Pavia… ma possiamo fare un salto nel passato e trovarci nell’antica Roma al tempo di Giulio Cesare, parlargli, chiedergli come sono andate le cose quando si innamorò di Cleopatra. Vedere Cleopatra com’era veramente nella realtà, parlarle, chiederle cosa ne pensava degli uomini…” Diomera, si fermò. Aveva toccato un armento troppo complicato… (26 continua) – Buona giornata a tutti. Dino

OGGI, SANT'ALESSANDRO di vice450

OGGI, SANT'ALESSANDRO
di
vice450
Ciao Dino, domani la chiesa commemora SANT'ALESSANDRO Martire..........Sant'Alessandro, patrono della città di Bergamo, è vissuto a cavallo del III e IV secolo. Dopo essere stato comandante di centuria della legione Tebea, la legione romana utilizzata in prevalenza in oriente, venne spostata nel 301 in occidente per controbattere gli attacchi dei Quadi e dei Marcomanni. Durante l'attraversamento del Vallese alla legione fu ordinato, da parte dell'Imperatore Massimiano, di ricercare i cristiani, contro i quali era stata scatenata una persecuzione. I legionari, cristiani a loro volta, si rifiutarono e per questa insubordinazione vennero puniti con la decimazione. Al perdurare del rifiuto dei legionari di perseguitare i cristiani, fu eseguita una seconda decimazione e quindi l'imperatore ordinò lo sterminio. Pochi furono i superstiti, tra cui Alessandro, che ripararono in Italia. A Milano Alessandro fu però riconosciuto e incarcerato, dove rifiutò di rinnegare la propria fede. In carcere ricevette la visita di S. Fedele e del Vescovo S. Materno. Proprio s. Fedele riuscì a organizzare la fuga di Alessandro, che riparò a Como, dove fu nuovamente catturato. Riportato a Milano fu condannato a morte per decapitazione, ma durante l'esecuzione un miracolo impedì al boia di ucciderlo. Fu allora nuovamente incarcerato. Riuscì nuovamente a fuggire e raggiunse Bergamo passando per Fara Gera d'Adda e Capriate. A Bergamo fu ospitato dal principe Crotacio, che lo invitò a nascondersi, ma Alessandro iniziò a predicare e a convertire molti bergamaschi. Fu perciò scoperto e nuovamente catturato, la decapitazione venne eseguita pubblicamente il 26 agosto 303 nel luogo ove oggi sorge la chiesa di S. Alessandro in Colonna. Il nome Alessandro di origine greca, significa: protettore di uomini

BEREGUARDO ... STORY di Teresa Ramaioli

BEREGUARDO ... STORY 
di
Teresa Ramaioli
LA CHIESETTA DI SAN ZENO
di DINO BARILI TERESA RAMAIOLI
San Zeno è considerato da sempre il protettore dei pescatori. Ma leggenda non si ferma qui: era sempre San Zeno che domava le acque irruenti del fiume in piena, e che salvava coloro che stavano annegando. La gente del fiume ricorreva a Lui nei momenti di pericolo. Morto nel 380 la sua fama taumaturgica aveva raggiunto numerose località, specialmente quelle lambite dai fiumi ha come Pavia, Bereguardo, San Zenone Po (il paese della nostra provincia che porta il suo nome). Esisteva a Pavia una Basilica di San Zeno, ora demolita, accanto alla quale si trovava la casa che ospitò il Tetrarca durante il suo soggiorno pavese. Miglior scelta non poteva essere fatta:Bereguardo località lambita dal fiume Ticino, Bereguardo abitata da gente che sul fiume ha vissuto e dal fiume ha tratto sostegno materiale. UN PERIODO RICCO DI INIZIATIVE- fu talmente fortunata la scelta di far edificare un Oratorio, con Beneficio Sacerdotale, in Bereguardo che dopo pochi anni, lo stesso Baldassare De’Magistris, con successiva disposizione testamentaria del 31 marzo 1556, e con codicillo del 24 giugno 1559, vi aggiunse l’onere di una messa quotidiana e tre Commemorazioni annue Solenni con 6 sacerdoti da celebrarsi nello stesso Oratorio, il quale fu pure dotato di una casa per l’abitazione del cappellano con due pertiche di terreno che dovevano servire come orto e giardino. Tale definitiva sistemazione garantiva una dignitosa presenza della persona preposta e la regolarità delle funzioni a beneficio di tutta la popolazione. (continua) Ciao Teresa

PENSIERI SPARSI DEL 25 AGOSTO 2012

PENSIERI SPARSI DEL 25 AGOSTO 2012

 

“Felicità potrebbe essere…

incontrare la persona giusta…

con la quale poter dire

tutto ciò che si pensa

(ciò che passa per la testa)

…senza essere fraintesi,

giudicati (male)…

oppure

essere considerati

“dei fuori di testa”

Dino

L'ISOLA DI CRISTINA (25) racconto a puntate di Dino Secondo Barili

25 AGOSTO 2012 – ALMANACCO DI STORIA
PAVESE
Trivolzio – 25 agosto 2012 – sabato – 12.00

Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
 con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto a puntate
L’isola di Cristina (25)
Non passava giorno che “delegazioni” di Pavia, Vigevano, Voghera, ed altre località facessero una sosta alla Cascina di Giorgio per “copiarne il meccanismo”… Ma, in tutte le cose, c’è sempre un ma… Il “nome” della Cascina di Giorgio era finito sulla bocca di molte persone… e cominciarono i “copioni”, coloro che “non” hanno idee proprie, ma copiano benissimo quelle degli altri “contrabbandandole” per proprie… Naturalmente, l’idea originale è una cosa… la “copia” … è tutta un’altra cosa. Così in Lomellina nacquero moltissime località con il nome: “La Cascina di Giorgio”. Quando Giorgio, l’anziano, il filosofo, se ne rese conto era ormai troppo tardi… L’idea originale era diventato “un modo” per “far affari”, per “fare soldi”… A Giorgio, l’anziano, la cosa non piacque per niente. Fu allora che, il filosofo, chiese consiglio a Diomera, per sapere se c’era il sistema per… far vivere un’idea… senza che tale idea possa essere contaminata dai soldi, dagli interessi, dalle faccende più strane, assurde e immaginabili. Diomera fu chiara: “Si, c’è… ed è un’idea bellissima.” Isabella, Alfonso e Giorgio rimasero a bocca aperta, ma dovettero aspettare un giorno per avere la risposta… (… anche noi, dobbiamo aspettare domani, 25 agosto, per conoscere “l’idea bellissima” di Diomera) … Il 25 di agosto è arrivato ed ecco l’idea bellissima di Diomera, la quale, prima di illustrarla, si sedette sopra una tronco d’albero che il vento aveva abbattuto. “Vedete cari amici” – disse Diomera – “Nella vita ci sono molti misteri. Ogni persona ha i suoi. Isabella è in possesso della “cassetta di ferro arrugginito” la quale è ricca di moltissimi poteri. Uno di questi poteri è quello di poter trasferire “la Cascina di Giorgio” sull’Isola del Ticino…(dove Alfonso e Cristina hanno fatto all’amore), chiuderla in una cappa di vetro … e farla vivere per sempre… come Giorgio l’aveva pensata e costruita…” – Giorgio, l’anziano, il filosofo fu soddisfatto. Finalmente poteva stare con la “sua cascina” e vivere per sempre con lei, con le persone alle quali si era affezionato. Inoltre, il filosofo Giorgio, poteva sedersi sulla riva del fiume Ticino, gettare i sassi nell’acqua e guardare la corrente scorrere ininterrottamente e coglierne il senso dell’eternità… Diomera, però, aveva in serbo altre notizie circa la “cassetta di ferro arrugginito” che Isabella teneva sulle ginocchia e non abbandonava mai… “Vedete cari amici. Possedere una “cassetta di ferro” come quella di Isabella è un modo per “vivere ogni giorno una nuova avventura”… Domani … vi dirò come… (25 continua) – Buona giornata a tutti. Dino

OGGI, SAN GIUSEPPE di vice450

OGGI, SAN GIUSEPPE 
di
vice450
Ciao Dino, domani la chiesa celebra la memoria di SAN GIUSEPPE CALASANZIO, sacerdote.................Giuseppe Calasanzio, al secolo José de Calasanz, nacque a Peralta del Sal (Spagna) nel 1557. Fu ordinato sacerdote nel 1583, all’età di 26 anni. Dopo aver coperto importanti mansioni in diverse diocesi spagnole, partì per Roma. Giuntovi, nel 1592, mentre passava un giorno in una piazza, fu colpito dallo spettacolo di una moltitudine di sudici e malvestiti ragazzi che giocavano tra grida scomposte, litigi e bestemmie. Di colpo comprese qual era la missione per la quale era giunto a Roma: “la scuola” Così, in un ambiente di ristrettezze e povertà, nell'autunno dell'anno 1597, in due povere stanze attigue alla sagrestia e messagli a disposizione dal parroco della chiesa di Santa Dorotea in Trastevere, aprì "la prima scuola popolare gratuita in Europa ",.in tempi in cui l'istruzione era privilegio delle classi più abbienti, sviluppò il suo progetto della scuola come strumento di promozione umana e salvezza educativa per i ragazzi di strada. Alla sua opera diede il nome di “Scholae Piae”(Scuole Pie). Nel 1617 fondò la Congregazione dei Chierici Regolari Poveri della Madre di Dio delle Scuole Pie (detti Scolopi) . Giuseppe Calasanzio fu amico di Galileo, e diede grande importanza alle scienze e alla matematica, come all’umanistica, nell’educazione della gioventù. Il sogno e desiderio di Giuseppe Calasanzio di educare tutti i bambini, le sue scuole per i poveri, il suo appoggio alla scienza di Galileo, e la sua vita di santità al servizio dei bambini e dei giovani, gli guadagnarono l’opposizione di molti nelle classi dirigenti della società e nella gerarchia ecclesiastica. Ma Giuseppe Calasanzio mostrò una pazienza esemplare di fronte ai problemi. Morì novantunenne il 25 agosto 1648 a Roma dove è sepolto sotto l’altare maggiore della chiesa di S. Pantaleo, presso la Piazza Navona. Venne canonizzato da Papa Clemente XIII nel 1767 e proclamato, nel 1948, da Papa Pio XII “Patrono di tutte le scuole popolari cristiane del mondo”. Il nome Giuseppe di origine ebraica, significa “accresciuto da Dio

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di
Teresa Ramaioli
La chiesetta di San Zeno
Di Dino Barili –Teresa Ramaioli
Il primo Cappellano della Chiesetta di San Zeno è stato Don Giuliano De’Chiochi e fu, certamente una gran festa quando, quello stesso 7 luglio 1549, Mons, Egidio Falcetta, Vescovo Ausiliare del Cardinale Giovanni Maria Del Monte, consacrò il piccolo tempio. (l’8 febbraio 1550, sette mesi dopo, i Cardinale Giovani Maria Del Monte sarà eletto Papa con il nome di Giulio III 1550-1555).-SAN ZENO SANTO DEI PESCATORI-Il luogo scelto per la costruzione dell’Oratorio di San Zeno era già un luogo sacro. Esisteva una cappellina dedicata allo stesso Santo e la gente vi si recava ogni volta che ricorreva alla sua intercessione. Una delle pratiche più antiche e diffuse a quel tempo era la benedizione dei campi e delle messi che avveniva una volta al’anno e che contava sulla partecipazione di tutta la popolazione.Il sacerdote, dopo la benedizione, lasciava una piccola croce che veniva inchiodata a margine dell’immagine sacra accanto a quella degli ani precedenti. Il corpo miracoloso di San Zeno, Vescovo e Martire del IV secolo,riposa a Verona nella Chiesa di San Zeno Maggiore, a lui dedicata.La vita di questo Santo è avvolta nella leggenda. Nato tra le sabbie africane approdò sui dolci colli in riva all’Adige spinto dalla fede e dalla vocazione apostolica, e per mezzo della sua convincente parola condusse Verona al Battesimo. San Zeno è rappresentato con un pesce in mano e la leggenda racconta che pescasse ,Egli stesso il suo frugale pasto, nel fiume Adige che lambiva la Chiesa nella quale svolgeva le funzioni di Vescovo. (continua)Ciao Teresa