mercoledì 31 ottobre 2012

PENSIERI SPARSI DEL 31 OTTOBRE 2012

PENSIERI SPARSI DEL 31 OTTOBRE 2012

 

“Mai perdersi d’animo…

il domani

ha sempre “il sole in fronte”

(anche quando ci sono le nuvole)

Dino

IL DOTT. CARLO... E LE "CARTE" DEL DESTINO racconto di Dino Secondo Barili

31 OTTOBRE 2012
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 31 ottobre 2012 – Mercoledì – 12.00

Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
 con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del mercoledì
Il Dott. Carlo … e le “carte” del destino
Certe storie sembrano appartenere al passato … invece no. Alcune storie sono sempre attuali come quella del Dott. Carlo, psicanalista, con una forte “avversione” per il matrimonio. Di famiglia benestante, il nostro Dottore, per sopravvivere, non ha mai avuto bisogno di guadagnare il pane con il sudore della fronte. Essendo figlio unico era il protetto di sua madre, la quale stravedeva per il suo bel ragazzo … il quale aveva una forte propensione per la bella vita. Infatti… elementari, medie e liceo volarono via in fretta. All’Università la musica cambiò improvvisamente… cominciò a “menare il can per l’aia” come si suol dire… e così finì “fuori corso” con disappunto del padre il quale avrebbe voluto vedere il figlio laureato nel minor tempo possibile. Si sa, che quando un figlio è protetto dalla madre… il padre può fare ben poco, tranne che arrabbiarsi e mangiarsi il fegato. Inoltre, essendo, il Carlo, benestante e bel ragazzo, aveva sempre intorno sé uno stuolo di belle ragazze che facevano a gara per farsi invitare a pranzo, a cena... e serate a lume di candela. Quando un bel giovanotto ha una simile fortuna … il matrimonio è l’ultimo pensiero. L’importante è divertirsi. Ma, gli anni passano e nonostante la flemma con cui studiava, anche il Carlo, divenne Dottore, Dottore in Psicologia… Fu allora che la vita cambiò… La Famiglia cadde in un “fallimento” e tutte le proprietà finirono nel nulla… Tutte le belle ragazze che costituivano “la corte” al Dott. Carlo sparirono in un baleno… e il bel giovanotto rimase solo… come capita spesso … ai “senza soldi”… Il destino, però, ha infinite risorse e quando una persona è nata fortunata… non c’è “ma” che tenga. Poco dopo “il fallimento familiare”, il Dott. Carlo venne convocato da un Notaio il quale, con discrezione, gli comunicò che era diventato erede unico di una “fortuna”… lasciata da una zia materna… Il testamento, però, conteneva una clausola. Il Dott. Carlo avrebbe ereditato… “se si fosse sposato entro un anno dall’accettazione dell’eredità”. Al Dott. Carlo vennero i brividi, i “sudori freddi”. Come poteva andare contro i propri principi? Come poteva, in così breve tempo, trovare la moglie giusta, cambiare vita e il suo modo di pensare? Anche, se la sua Famiglia era sul lastrico… e quella eredità avrebbe risolto tutti i problemi… l’idea di sposarsi non gli andava proprio.… Inoltre, Il Dott. Carlo era laureato in Psicologia. Si era specializzato in “conflitti tra coniugi”, aveva studiato casi da far venire la pelle d’oca… Proprio a lui doveva capitare di doversi sposare?… e decidere… in così breve tempo? Il Dott. Carlo era negli affanni, non riusciva a prendere una decisione… La vita, però, è prodiga di soluzioni. La madre del Dott. Carlo ebbe dei giramenti di testa…nel giro di pochi giorni non riuscì più ad essere auto sufficiente. Il Dott. Carlo dovette provvedere con un’infermiera… Un’infermiera mai vista, segnalata da un amico Medico dell’Ospedale. Era bella da togliere il fiato, intelligente da rimanere con la bocca aperta. Per Dott. Carlo fu la soluzione di tutti i problemi. In tre mesi, la bella Eva (questi era il nome dell’infermiera) aveva conquistato la fiducia del Dott. Carlo, sua madre e suo padre… e dopo tre mesi avvenne il matrimonio, con conseguente acquisizione dell’eredità. (Si seppe, un anno dopo, che Eva era la “candidata” scelta dalla zia materna… la zia che aveva lasciato l’eredità). - fine- Questo è il 60° “racconto breve” scritto dal 2 settembre 2012. Il “progetto-sfida” è di scrivere 365 racconti in 365 giorni (uno al giorno). Riuscirà, il sottoscritto, a raggiungere tale traguardo? Vedremo... “Se son rose fioriranno”. – Buona giornata a tutti. Dino 

martedì 30 ottobre 2012

OGGI, SANT'ALFONSO di Vice Miazza

OGGI,
SANT'ALFONSO 
di
Vice Miazza
31 ottobre - “ SANT'ALFONSO RODRIGUEZ” …..............Alfonso nacque a Segovia in Spagna nel 1533 fu educato in un collegio gesuita ad Alcalá, che abbandonò per prendere il posto del padre come mercante di tessuti, attività in quel momento fiorente. A 27 anni si sposò e dal matrimonio nacquero due figli. Provato duramente dalle traversie della vita e dalla sofferenza, per la morte dapprima della moglie e poi quella dei due figli, cedette tutti i suoi beni al fratello e si trasferì a Valencia, per entrare nuovamente nella Compagnia di Gesù.. Dopo la formazione, fu inviato a svolgere l’ufficio di portinaio nel collegio di Monte Sion, che l’Ordine aveva aperto nell' isola di Palma di Maiorca, dove venivano formati i missionari gesuiti destinati all’America.. Qui rimase fino alla morte, avvenuta il 31 ottobre 1617. Sia per chi si presentava alle porte del convento, sia per i novizi che vi abitavano, la portineria era un passaggio obbligato. Tutto avrebbe potuto limitarsi a un rapporto di normale cortesia, facilitato dall’evidente affabilità di Alfonso. Quella portineria divenne, invece, una scuola di santità. Soprattutto i novizi e gli studenti consideravano Alfonso come un Maestro spirituale, fermo e dolce. Tra i novizi ci fu anche Pietro Claver, che Alfonso ritenne di conoscere quale dovesse essere la missione futura, e da quel momento in poi non smise mai di esortarlo a partire per evangelizzare i possedimenti spagnoli in America. Pietro Claver sarebbe divenuto Santo, Difensore e Patrono di tutti gli schiavi neri.
Uomo semplice e umile, straordinariamente servizievole, tanto rigido con se stesso quanto caritatevole con gli altri, trovò nel suo ufficio quotidiano l’occasione opportuna per esercitare un apostolato continuo ed efficace. A rendere più efficace il suo apostolato contribuirono anche i numerosi carismi dei quali il Signore lo aveva dotato, primo fra tutti quello delle visioni e poi con il Rosario; grazie all’intercessione della Madre di Dio, infatti, si compirono eventi straordinari. Venne canonizzato da Leone XIII il 15 gennaio 1888, insieme a Pietro Claver, al quale profetizzò la sua missione futura. Altri Santi del giorno: San Volfango di Ratisbona, Vescovo – Beata Maria Purissima della Croce (1926-1998). Vice

lunedì 29 ottobre 2012

PENSIERI SPARSI DEL 30 OTTOBRE 2012

PENSIERI SPARSI DEL 30 OTTOBRE 2012

 

“Si dice che il tempo è galantuomo…

il giudice supremo

delle azioni umane”

Dino

IL SIGNOR LUIGI... E IL MATRIMONIO COMBINATO racconto di Dino Secondo Barili

30 OTTOBRE 2012
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 30 ottobre 2012 – Martedì – 12.00

Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
 con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del martedì
Il Signor Luigi… e il matrimonio combinato
In epoca di grande crisi le persone si interrogano su molti argomenti… Prima di tutto sugli usi, costumi e abitudini di ieri e di oggi. Era l’argomento che quattro pensionati trattavano nei loro discorsi, qualche giorno fa, in Piazza della Vittoria a Pavia. La domanda era: “Meglio il matrimonio d’amore… oppure il matrimonio (d’interesse) combinato?” Il pensionato che aveva posto la domanda era il Rag. Filippo, sessantaseienne, da poco in pensione. Secondo il rag. Filippo… l’istituto del matrimonio così com’è non funziona… non può funzionare. Troppe separazioni, troppi divorzi… “Meglio non sposarsi… mai” – ribatteva il pensionato Domenico, il quale, a settant’anni, sta vivendo una situazione poco piacevole con il matrimonio della figlia. Diceva… Domenico. “In un matrimonio, finché le cose vanno bene … è soltanto un “continuo controllo” delle proprie reazioni… Quando, però, le cose cominciano a prendere una brutta piega … tutto si complica. E questa situazione si può verificare a qualsiasi età… Adesso vanno in crisi anche le coppie con venti- trent’anni di matrimonio alle spalle… e non dico altro.” Il Signor Luigi, pensionato da poco tempo ha seguito la discussione… con relativo distacco. Sembrava che la cosa non l’interessasse affatto. Sul matrimonio il Signor Luigi ha avuto un’altro approccio ed ha voluto spiegarlo a chiare lettere. “Vedete, secondo me, bisogna ritornare al “matrimonio (d’interesse) combinato”… dai genitori.. Io per esempio, ho sposato la donna scelta dai miei genitori tanti anni fa e non mi pento. Nella mia famiglia si è sempre fatto così da centinaia di anni. Io, sono la sesta o la settima generazione, che affronta il problema del “matrimonio (di interesse) combinato”. Ricordo ancora quel giorno. Mio padre mi ha convocato a tu per tu nel salotto “delle merende” e mi ha detto. “Hai ventisette anni. E’ ora che ti faccia la tua famiglia. Hai un lavoro, un tuo reddito e hai la dote che ti lasciamo noi. Sabato sera, io e tua mamma inviteremo a pranzo la Signorina Gisella. Dopo il pranzo avrete tempo per parlare e conoscervi. Se ritenete di piacervi, potete trovarvi a casa di lei, oppure in questa casa e continuare, per un tempo limitato, la vostra reciproca conoscenza. Però, c’è un limite di tempo, oltre il quale non si può andare. Se la decisione è positiva, noi genitori ci troveremo dal Notaio per stendere l’atto di matrimonio, che è un contratto ufficiale, con diritti e doveri, comprendenti obblighi da entrambe le parti contraenti. Tutto deve essere finalizzato alla buona riuscita di un rapporto teso a garantire un futuro di prosperità alla Famiglia, la tutela dei figli e il loro benessere.” Mio padre, per un po’ tacque… poi concluse dicendo. Una persona deve pensarci due volte prima di contrarre matrimonio… In questa famiglia il matrimonio è una cosa sacra … e non ci si sposa due volte… basta una.”. I quattro pensionati di Piazza della Vittoria chiusero la discussione…Nessuno aveva più voglia di parlare. Sembrava essere ritornati indietro di cento anni… - fine- Questo è il 59° “racconto breve” scritto dal 2 settembre 2012. Il “progetto-sfida” è di scrivere 365 racconti in 365 giorni (uno al giorno). Riuscirà, il sottoscritto, a raggiungere tale traguardo? Vedremo... “Se son rose fioriranno”. – Buona giornata a tutti. Dino 

OGGI, SANT'ANGELO D'ACRI di Vice Miazza

OGGI,
SANT'ANGELO D'ACRI
di
Vice Miazza
30 ottobre “BEATO ANGELO D'ACRI” …............ Frate Angelo D'Acri, al secolo Lucantonio Falcone, nacque ad Acri (Cosenza) il 19 ottobre 1669, in una famiglia di umili origini . Fu educato ed istruito alla vita religiosa dallo zio prete.
Entrò per due volte nel noviziato dei frati cappuccini, e per due volte ne uscì, incerto della sua vocazione. Tentò la terza volta, e fu nuovamente accolto, una concessione piuttosto singolare per i tempi. Divenne Frate Francescano a Belvedere Marittimo, nel convento dei frati minori cappuccini, prendendo il nome di frate Angelo d'Acri. Venne poi ordinato anche sacerdote, dopo lunghi anni di noviziato, con studi teologici e umanistici. Il 18 dicembre 1694 nella cattedrale di Cosenza fu ordinato diacono e destinato alla predicazione. Per quasi quarant'anni la sua opera di divulgazione della parola di Cristo, fu colta, ma svolta con semplicità di linguaggio, comprensibile a tutti. Predicando in quasi tutta l'Italia meridionale, era divenuto il missionario più ascoltato e ricercato. Fu Superiore Provinciale dei Cappuccini e per il suo modo di governo venne chiamato l'"Angelo della pace". Si schierò dalla parte dei deboli contro gli abusi e le prepotenze dei potenti, castigando la corruzione del suo tempo e denunciando con passione e accanimento le ingiustizie sociali.
Morì ad Acri il 30 ottobre 1739 e il suo corpo è venerato nella basilica di Acri, a lui dedicata. Papa Leone XII lo ha proclamato beato il 18 dicembre 1825.- Altri Santi del giorno: San Marcello di Tangeri, martire (III sec.) - San Germano di Capua (IV sec.)

domenica 28 ottobre 2012

PENSIERI SPARSI DEL 29 OTTOBRE 2012

PENSIERI SPARSI DEL 29 OTTOBRE 2012

 

“Una persona

per essere veramente libera…

deve liberare prima di tutto

il proprio

 ingegno”

Dino

LA SIGNORA MARIA ... E GLI UOMINI AL SUPERMERCATO racconto di Dino Secondo Barili

29 OTTOBRE 2012 – ALMANACCO DI STORIA
PAVESE
Trivolzio – 29 ottobre 2012 – Lunedì – 12.00

Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
 con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del lunedì
La Signora Maria ... e gli uomini al Supermercato
Oggi, il luogo dove le persone si incontrano più facilmente è il Supermercato. Con il fatto che è aperto anche la domenica… non ci sono più limiti. Le persone ci vanno quando più fa loro comodo e ci vanno per i più svariati motivi. La Signora Maria, per esempio, ci va tutti i giorni … alla stessa ora. Sa di trovare le sue coetanee che abitano nei diversi rioni della città. Con tacito accordo hanno “eletto”, il Supermercato, loro luogo di incontro dove c’è pure un bel Bar… con tanti tavolini colorati. Del resto il Supermercato è un “luogo aperto”, privo di vincoli, spazioso. Le persone “vivono al naturale”… come fossero a casa loro. Lo faceva notare la Signora Maria … alla Signora Giulia, l’altro giorno. E aggiungeva pure… “Se noti, cara Giulia, le persone, al Supermercato, si sentono libere di muoversi e comportarsi come sono “loro” veramente. A me piace guardare gli uomini… quelli soli… quelli con il fogliettino tra le mani, scritto minutamente da una mano di donna… Non sembra vero. Sono tutti uomini intorno ai quaranta – cinquant’ anni. Leggono e rileggono il bigliettino (lo interpretano)… come fosse il Vangelo. Sono convinta che c’è scritto anche la marca… della passata di pomodoro. Ci sono certe mogli che amano tenere “sotto pressione” i loro uomini… Li considerano un po’ “degli schiavetti”… sui quali sfogare ogni capriccio. Inoltre, mi sembra di vedere queste donne quando il marito torna a casa… Controllo meticoloso della spesa… ed inevitabilmente… qualche appunto. Perché (sicuramente) qualche prodotto non corrisponderà a quello segnato sul bigliettino… o della marca che aveva detto lei.” – La Signora Giulia, settant’anni ben portati… si sentì toccato sul vivo… poi disse la sua. “Maria, non parlarmene. Certe donne non meritano il marito che si ritrovano… Io, parlo per me. Mio figlio Giampiero è in quelle condizioni. E’ buono come il pane, paziente come Giobbe … eppure sua moglie (non dovrei dirlo… perché sono la suocera)… non è mai contenta. Giampiero è un gran lavoratore… e dopo il lavoro… sai che fa? Deve andare a fare la spesa al Supermercato (comprare quello che dice lei)… con il bigliettino in mano… E quando torna a casa, lei, non è contenta… Questo non va bene. Ogni volta una storia. La passata non è della marca solita… E se lo è… è sbagliata la confezione… doveva essere quella grande… anziché quella media. A volte, il mio Giampiero si lascia andare… e sospira… Poche parole che dicono tutto. “Se voglio mantenere in piedi il mio matrimonio devo “darle sempre ragione”… e prima di parlare … stare zitto”. – fine- Questo è il 58° “racconto breve” scritto dal 2 settembre 2012. Il “progetto-sfida” è di scrivere 365 racconti in 365 giorni (uno al giorno). Riuscirà, il sottoscritto, a raggiungere tale traguardo? Vedremo. “Se son rose fioriranno”. – Buona giornata a tutti. Dino 

OGGI, SANTA CHIARA BADANO (19 anni, classe 1971) di Vice Miazza

OGGI,
SANTA CHIARA BADANO 
(19 anni, classe 1971) 
di
Vice Miazza
29 ottobre – “BEATA CHIARA BADANO” Chiara Badano nasce a Sassello (SV) il 29 ottobre 1971. Il padre, Ruggero, è camionista e la madre Maria Teresa, casalinga. Chiara è volitiva, tenace, altruista, di lineamenti fini, snella, grandi occhi limpidi, sorriso aperto, ama la neve e il mare, pratica molti sport. Ha un debole per le persone anziane che copre di attenzioni. A 9 anni entra come Gen nel Movimento dei Focolari e a poco a poco vi coinvolge i genitori. Da allora la sua vita sarà tutta in ascesa, nella ricerca di «mettere Dio al primo posto». Nel 1981 inizia una fitta corrispondenza con la fondatrice del movimento dei Focolari, Chiara Lubich. Terminate le medie a Sassello si trasferisce a Savona dove frequenta il liceo classico. A sedici anni, durante una partita a tennis, avverte i primi lancinanti dolori ad una spalla: callo osseo la prima diagnosi, osteosarcoma dopo analisi più approfondite. Inutili interventi alla spina dorsale, chemioterapia, spasmi, paralisi alle gambe. Rifiuta la morfina che le toglierebbe lucidità. Si informa di tutto, non perde mai il suo abituale sorriso. La sua cameretta, in ospedale prima e a casa poi, diventa luogo di incontro e di apostolato. Nonostante la malattia continua a seguire le attività dei focolarini: dona tutti i suoi risparmi ad un amico in partenza per una missione nel Benin. Trascorre gli ultimi mesi a letto nella sua casa di Sassello insieme ai genitori, rimanendo in contatto con il movimento focolarino tramite il telefono e continuando a studiare con lezioni private. Chiara Lubich, che l'ha seguita da vicino, durante tutta la malattia, in un’affettuosa lettera le pone il sopranome di ‘Luce’. Negli ultimi giorni, Chiara non riesce quasi più a parlare, ma vuole prepararsi all’incontro con ‘lo Sposo’ e si sceglie l’abito bianco, molto semplice, con una fascia rosa. Lo fa indossare alla sua migliore amica per vedere come le starà. Spiega anche alla mamma come dovrà essere pettinata e con quali fiori dovrà essere addobbata la chiesa; suggerisce i canti e le letture della Messa. Chiara Luce muore alle 4,10 del 7 ottobre 1990. Dichiarata venerabile il 3 luglio 2008, è stata proclamata beata il 25 settembre 2010. ...Il nome Chiara, di origine latina, significa: luminosa, chiara, illustre,famosa....Altri Santi del giorno: San Gaetano Errico, Sacerdote e fondatore, (1791-1860)– Beato Michele Rua, 1° successore San Giovanni Bosco, (1837-1910). Vice

PENSIERI SPARSI DEL 28 OTTOBRE 2012

PENSIERI SPARSI DEL 28 OTTOBRE 2012

 

“La poesia del domani…

è nel cuore degli uomini

che sanno sognare”

Dino

sabato 27 ottobre 2012

IL RAG. GIUSEPPE ... E L'ARTE DI NON FARSI ROTTAMARE racconto di Dino Secondo Barili

28 OTTOBRE 2012 – ALMANACCO DI STORIA
PAVESE
Trivolzio – 28 ottobre 2012 – Domenica – 12.00

Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
 con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto della domenica
Il Rag. Giuseppe… e l’arte di non farsi rottamare
Qualche giorno fa, ad un Bar di Piazza della Vittoria in Pavia, il Rag. Giuseppe discorreva  con alcuni amici dell’Oltrepò: l’artigiano, Callisto e il commerciante, Isidoro. Tutti della stessa età … sessant’anni. Quando l’età è uguale… uguali sono anche i problemi, più o meno. Il Rag. Giuseppe diceva: “Avete sentito del Signor Francesco? Quello della metallurgica? Si è fatto un “mazzo così” per creare una bella azienda con una quindicina di operai… Adesso ha dei problemi con i due figli. Il figlio Andrea ha studiato ed è diventato Dottore in economia. La figlia, Michela ha fatto l’Università: Scienza delle Comunicazioni. Da un paio d’anni sono entrati nell’Azienda del padre… ma senza deleghe. Il Signor Francesco non vuole mollare niente. Ogni cosa deve passare sotto la sua “lente”… I figli cominciano a pestare i piedi. Vorrebbero dei “riconoscimenti”… Nulla da fare. Però, si sa come vanno queste cose … Alla lunga qualcosa dovrà pur cedere…” – “Non dirlo a me.” - ha aggiunto l’artigiano Callisto – “Ho cercato di far studiare mio figlio… e non ci sono riuscito. Alla fine l’ho preso con me per insegnargli il mestiere… Ma, come dicevano i vecchi, i figli fanno fatica ad imparare dai padri. Allora, ho cercato di affidarlo ad un mio collega esperto nel mio stesso lavoro. Ci è andato per un po’… e dopo mi ha detto che voleva fare il cuoco. Si è iscritto ad un corso di cucina e visto che faceva sul serio l’ho mandato ad una Scuola Alberghiera. Non mi allungo… di lingua. Spero solo che trovi la sua strada. Oggi i figli sono un problema … come ieri, del resto.” Sembrava che il caffè avesse fatto effetto…calmato e accontentato la compagnia. Invece, no. Isidoro il commerciante ha voluto dire la sua. “Io, non vedo l’ora di chiudere “baracca e burattini”. Il commercio nel mio settore è diventato un “inferno”. Non si può più fare “i conti”. Concorrenza spietata. Mia figlia ha già detto che farà l’insegnante …. E qui cominciano i guai. Sarà una candidata al “precariato”? Sembra che oggi trovare un lavoro e un posto in grado di portare a casa “il pane”…sia diventato come giocare al lotto.” Nessuno dei tre ha più parlato del caffè… che era veramente buono. I loro pensieri erano altrove… agli affanni quotidiani. Una volta, il caffè si prendeva per “tirarsi su”… Oggi, forse, non basta più… ci vuole qualcosa di più forte! – fine- Questo è il 57° “racconto breve” scritto dal 2 settembre 2012. Il “progetto-sfida” è di scrivere 365 racconti in 365 giorni (uno al giorno). Riuscirà, il sottoscritto, a raggiungere tale traguardo? Vedremo. “Se son rose fioriranno”. – Buona giornata a tutti. Dino 

OGGI, SANTI SIMONE E GIUDA di Vice Miazza

OGGI,
SANTI SIMONE E GIUDA
di
Vice Miazza
28 Ottobre – festa dei Santi SIMONE E GIUDA, Apostoli.... …..........Simone e Giuda, sono ricordati dalla chiesa con un’unica festa. Può darsi che il motivo fosse un loro comune apostolato in Mesopotamia e in Persia, dove sarebbero stati inviati per predicare il Vangelo. Comunque non si sa niente di storicamente certo, all’infuori di ciò che è narrato nel Vangelo sulla loro vocazione.............Simone, per distinguerlo da Simon Pietro, gli evangelisti Matteo e Marco gli danno il soprannome di “Zelota” o “Cananeo”, forse l’appellativo può indicare la sua appartenenza al partito degli Zeloti, oppure dalla città d’origine cioè Cana di Galilea. Molti identificano Simone con l’omonimo cugino di Gesù, più noto come Simone fratello dell’apostolo Giacomo il Minore, al quale secondo la tradizione riportata da Egesippo del II secolo, sarebbe succeduto come vescovo di Gerusalemme dal 62 al 107, anno in cui subì il martirio sotto Traiano. A al di là di tutte le incertezze, Simone lo ‘Zelota’ o il ‘Cananeo’, è senz’altro un Apostolo di Cristo e come tutti i discepoli del Signore, prese il suo bastone e percorse a piedi regioni vicine e lontane, per portare la luce della Verità e propagare la nuova religione fra i pagani .................... Giuda, non va confuso con l'omonimo apostolo traditore di Gesù, l'Iscariota. Si tratta infatti di Giuda, detto Taddeo, che significa «magnanimo». Un nome ben conosciuto dalla tradizione ebraica quello di Giuda: era stato, infatti, di uno dei figli di Giacobbe e dalla tribù di Giuda sarebbe uscita la stirpe dello stesso Messia. Secondo il racconto dell'evangelista Giovanni al capitolo 14, durante l'ultima cena, Giuda Taddeo domanda a Gesù: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?». E Gesù gli risponde: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui». E’ la lezione dell'amore mistico, che Giuda Taddeo provoca con la sua domanda. L'amore di Dio unisce, mentre l'amore di se stessi divide. Per questo, una breve lettera del Nuovo Testamento che porta il suo nome, San Giuda, rimprovera i fomentatori di discordie, lettera, che fa intravedere la figura di San Giuda come maestro fermo e sapiente, che esercitò con zelo e con amore quella missione affidata da Gesù ai suoi Apostoli. Come Simone, egli è venerato come martire, ma non si conoscono le circostanze della sua morte. Le reliquie di Simone e Giuda Taddeo sono venerate nella basilica di San Pietro in Vaticano. ….... Il nome Simone, dall'ebraico, significa: Dio ha esaudito..... Giuda, dall'ebraico, significa: colui che confessa o loda....Altri Santi del giorno: San Ferruccio di Magonza, martire (IV secolo) -B: Salvatore Damiano Enguix Gares (1862-1936), padre di famiglia e martire. Vice

venerdì 26 ottobre 2012

PENSIERI SPARSI DEL 27 OTTOBRE 2012

PENSIERI SPARSI DEL 27 OTTOBRE 2012

 

“Il denaro è al servizio della persona…

Non la persona al servizio del denaro”

Dino

IL RAG. ROBERTO... il figlio.... racconto di Dino Secondo Barili

27 OTTOBRE 2012 – ALMANACCO DI STORIA
PAVESE
Trivolzio – 27 ottobre 2012 – Sabato – 12.00

Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
 con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del sabato
Il Rag. Roberto… il figlio… e le nuove generazioni
Gli uffici invecchiano… come invecchiano le persone. Non è una novità… è una constatazione. Se ne rese conto il Rag. Roberto, dopo che il figlio conseguì la Laurea. Il Dott. Walter (questi era il nome del figlio) vuole entrare nel “suo” Ufficio per fare … un po’ di pratica. Il Rag. Roberto, quell’Ufficio, l’aveva “costruito” trent’anni prima… quando il Dott. Walter non era ancora nato. Allora, il Rag. Roberto aveva trent’anni, mentre ora ne ha sessanta. La sua prima, unica ed attuale impiegata era (ed è) la Signora Marcella, un donna “tuttofare” che ha lavorato nell’Ufficio come fosse “casa sua”. Non c’era differenza tra casa sua e l’Ufficio perché, spesso e volentieri, la Signora Marcella, si portava a casa borsate di carte … per avere il lavoro sempre sotto controllo e sempre aggiornato. Con la sua impiegata, il Rag. Roberto non ha mai avuto nulla da dire. Tutto è sempre filato liscio. Anche nei momenti di maggior lavoro… mai un lamento, mai un “la” diverso dal solito… Ora, però, sono passati trent’anni da quel primo momento. Il figlio del Rag. Roberto sta per entrare in Ufficio e, senza volerlo ammettere, la Signora Marcella ha più di una preoccupazione. Anzi, è l’unica volta, in cui si è permessa di esporre, al “suo Titolare”, le proprie perplessità. Anche il Rag. Roberto ha dei dubbi. Cerca di confrontarsi con suo figlio… il quale vuole attuare “nuovi progetti”. Quando una persona ha creato dal nulla il proprio “habitat individuale” difficilmente accetta “idee nuove”. Durante la prima settimana in cui il Dott. Walter andava avanti e indietro nell’Ufficio, la Signora Marcella era preoccupata di non lasciare nulla sulla scrivania … per il timore di non capire più a quale “punto” aveva lasciato il lavoro. Fu, però, nella seconda settimana che il Dott. Walter parlò con suo padre. Un lungo giro di parole per illustrare il “futuro Ufficio”. Il Rag. Roberto fece finta di non capire. Si fece spiegare diverse volte il significato di alcune parole. Quando pensò di aver capito i “progetti” del figlio espresse il suo parere. “Caro Walter… non ti chiamo Dottore, perché sei mio figlio e mi sembra fuori luogo. Tuttavia se ho ben capito, tu vorresti entrare in questo Ufficio e rivoluzionare tutto… Allora, ti dico subito… “No. Qui non si cambia una virgola”. Tu puoi usare tutte le parole astruse che io non conosco. Puoi fare i prospetti di sviluppo, di spesa, di risparmio, del dare e dell’avere… Qui, in questo Ufficio le cose sono andate avanti così per trent’anni e così andranno avanti fino alla mia pensione e quella della Signora Marcella… Non mi piace affatto il tuo modo di pensare “solo al denaro” (quello che “in teoria” si potrebbe guadagnare col tuo sistema). A me da fastidio una cosa. Hai detto che con il costo dell’attuale impiegata (Signora Marcella) … è possibile avere due giovani e avvenenti impiegate alla prima esperienza (magari a tempo determinato… in modo da poterle “rottamare”, all’occasione, con altre “nuove”). Ebbene “no”. Io mi tengo il mio Ufficio e la mia impiegata Signora Marcella … E tu, se sei capace, puoi costruirti un Ufficio tutto tuo… e vedere se riesci a farlo funzionare.” – fine- Questo è il 56° “racconto breve” scritto dal 2 settembre 2012. Il “progetto-sfida” è di scrivere 365 racconti in 365 giorni (uno al giorno). Riuscirà, il sottoscritto, a raggiungere tale traguardo? Vedremo. “Se son rose fioriranno”. – Buona giornata a tutti. Dino 

OGGI, SAN BARTOLOMEO di Vice Miazza

OGGI,
SAN BARTOLOMEO 
di
Vice Miazza
27 Ottobre – Beato BARTOLOMEO DI BREGANZE …..........Bartolomeo, nato verso il 1200, apparteneva all’antica famiglia di Breganze (che diede origine alla località vicentina che porta lo stesso nome). Entrò giovanissimo nell’Ordine dei Predicatori, e si fece frate domenicano al tempo in cui san Domenico da Guzmán era ancora in vita. Si dedicò alla predicazione cercando di pacificare varie città italiane rovinate da vizi e fazioni. Fu nominato superiore in diversi conventi e attorno a lui fiorirono numerose vocazioni. Partecipò ai movimenti che coinvolgevano masse entusiaste, volti a combattere gli eretici e promuovere la riforma morale della Chiesa, come il movimento dell'Alleluia. In questo contesto nel 1233 fondò a Parma un ordine monastico-cavalleresco, la Milizia di Gesù Cristo. Fu poi professore nello Studio della curia romana e consigliere ufficiale del papa Innocenzo IV che nel 1252 lo consacrò vescovo di Limassol, nell'allora latino Regno di Cipro. Andò quindi in Palestina, a Giaffa, Sidone ed Acri, dove incontrò, il Santo Re Luigi IX di Francia impegnato della VII Crociata. Nel 1255, Papa Alessandro IV, lo trasferì alla diocesi di Vicenza. Non potendo entrare in diocesi per l’opposizione di Ezzelino III da Romano, Bartolomeo fu inviato come legato pontificio in Inghilterra. Solo alla morte del tiranno, Bartolomeo poté tornare in diocesi, ma si recò prima a Parigi per visitare il santo Re Luigi IX, conosciuto in Terra Santa, Da lui ricevette in dono una Spina della corona di Gesù. Tornato a Vicenza egli vi fece costruire una chiesa detta della Sacra Corona, dove fu venerata la sacra spina, con annesso un Convento Domenicano. Il restante dei suoi anni e delle sue fatiche, furono tutte dedicate alla città di Vicenza. Ha scritto 430 opere, tra sermoni e opere di mistica. Morì nel 1270, venendo sepolto nella chiesa di Santa Corona. Oggetto di devozione popolare sin dalla morte, il culto di Bartolomeo di Breganze fu confermato l'11 settembre 1793, da Papa Pio VI, che lo proclamò Beato. Il nome Bartolomeo, di origine ebraica, significa: Dio ha dato, figlio della terra arata. Altri Santi del giorno: Sant'Evaristo, Papa e Martire – San Salvatore (Salvador) Mollar Ventura, Religioso O.F.M. e martire(1896-1936). Vice

giovedì 25 ottobre 2012

PENSIERI SPARSI DEL 26 OTTOBRE 2012

PENSIERI SPARSI DEL 26 OTTOBRE 2012

 

“Solo inseguendo obiettivi importanti…

si raggiungono traguardi importanti”

Dino

MARISA ... E LA BELLEZZA DA SOLA NON BASTA racconto di Dino Secondo Barili

26 OTTOBRE 2012 – ALMANACCO DI STORIA
PAVESE
Trivolzio – 26 ottobre 2012 – venerdì – 12.00

Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
 con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del venerdì
Marisa …e la bellezza da sola non basta
Marisa ha avuto (ormai) la certezza che la bellezza da sola “non basta”…. Una simile conclusione non si raggiunge a cuore leggero. Marisa, infatti, per un tratto della sia vita, aveva trovato tutto facile. A scuola… era richiesta e ben voluta, all’Università ha trovato sempre personale educato e disponibile… Ma i guai sono cominciati quando è entrata nel mondo del lavoro. Allora, il mondo (il “suo” mondo, quello che aveva conosciuto fino ad allora) quello al quale era abituata… non c’era più. La Laurea (anche con 110 e lode) non apre tutte le porte… come erroneamente si pensa. Il primo lavoro di Marisa è stato nell’ufficio del Commercialista Dott. Filippo... Quando una giovane e bella ragazza entra in ufficio come dipendente, cioè come impiegata… sembra tutto facile. Ma non è così. Marisa aveva la sua Laurea con tanto di 110 e lode e il suo fascino di bellissima ragazza … alle prime armi. Non sapeva, però, che nel mondo del lavoro i “meriti” bisogna guadagnarseli, sudare le famose “sette camice”. Il Commercialista Dott. Filippo, un brillante sessantenne sposato con figli, l’aveva assunta a tempo determinato… ed era affascinato dalla giovinezza e dalla bellezza della Dottoressa… ma anche lui aveva dei limiti. Nel suo ufficio c’erano altre impiegate, alcune quasi all’età della pensione, che dell’ufficio sapevano tutto e non erano disposte a cedere nulla di quanto apparteneva loro. Quando il Dott. Filippo, annunciò a tutte le impiegate riunite che aveva assunto una nuova impiegata sapeva già di andare incontro a “un mare di contestazioni”. Con linguaggio burocratico (asettico, cioè senza inflessioni) aveva detto: “Domani prenderà servizio una nuova impiegata, la Dott. Marisa. Chiedo la massima collaborazione… e non voglio che si ripeta ciò che è avvenuto l’ultima volta… dove nessuna delle presenti ha voluto averla al suo fianco”. Nemmeno una impiegata fiatò. Solo, Irene, la meno esperta di tutte, si azzardò a dire…”Io, non ho nulla da insegnare… sono solo una modesta Ragioniera.” Il Dott. Filippo prese la palla al balzo. “Ecco, allora, la affido proprio a te. Anche se la Dott. Marisa ha la Laurea con 110 e lode… è proprio dall’a b c che deve imparare il nostro mestiere…” Detto fatto chiuse l’argomento perché sapeva già come sarebbe andata finire. Da quel momento la porta del “suo ufficio” sarebbe stata “tenuta d’occhio”. Infatti, il giorno stesso in cui la Dott. Marisa ha assunto servizio sono cominciati i guai. La Ragioniera Irene aveva un bel tenere sotto controllo la neo-assunta (…a tempo determinato). Il Dott. Filippo spesso e volentieri la chiamava nel suo ufficio per istruirla e affidarle qualche incarico speciale… Alcune impiegate tenevano conto dei minuti in cui la neo-assunta Dott. Marisa rimaneva nell’Ufficio del Capo. Un giorno a giudizio di una delle impiegate con maggior anzianità, i minuti erano stati giudicati troppi… e la stessa impiegata si precipitò nell’Ufficio del Capo come una iena pronunciando parole che “solo” il Dott. Filippo era in grado di capire. La Dott. Marisa si spaventò a morte… e da quel momento capì che la bellezza non basta e le impiegate anziane hanno “un potere”… che neppure i Capi possono ignorare… – fine- Questo è il 55° “racconto breve” scritto dal 2 settembre 2012. Il “progetto-sfida” è di scrivere 365 racconti in 365 giorni (uno al giorno). Riuscirà, il sottoscritto, a raggiungere tale traguardo? Vedremo. “Se son rose fioriranno”. – Buona giornata a tutti. Dino 

OGGI, SAN FOLCO di Vice Miazza

OGGI,
SAN FOLCO
di
Vice Miazza
26 Ottobre – SAN FOLCO, Vescovo di Pavia...................... Folco (o Fulco) nacque intorno al 1165 a Piacenza da una celebre famiglia, quella degli Scotti, originari dell’Irlanda. Folco a 20 anni entrò tra i canonici regolari di Sant’Eufemia. ma grazie alla sua spiccata intelligenza fu inviato a studiare teologia all’Università di Parigi, allora capitale culturale europea. Tornato a Piacenza intorno ai trent’anni, fu eletto Priore di Sant’Eufemia, poi canonico ed ancora arciprete della Cattedrale. Infine venne consacrato vescovo di Piacenza. Sei anni più tardi, rimasta vacante la sede pavese, venne designato Vescovo di Pavia. In quel tempo, Piacenza e Pavia erano divise da una terribile ostilità, e rivalità.. Tali rivalità erano violente e cruente, causa di lutti e di rovine. San Folco, fu il grande paciere delle due città. Si adoperò, prima di tutto, per la pace interna, cioè per la concordia tra i cittadini divisi dalle fazioni politiche. Poi si fece mediatore di pace tra le due città l'una contro l'altra armate, e dimentiche, nella passione politica. delle più elementari leggi della cristiana e fraterna carità. Nel corso della sua opera pacificatrice, San Folco morì, nel 1229. Altro non si sa del suo episcopato. Il martirologio romano lo menziona: “A Pavia, san Folco Scotti, vescovo, uomo di pace, colmo di zelo e di carità”. I resti di San Folco sono custoditi nella cattedrale di Pavia. Il nome Folco, di orgine germanica, significa: popolo, gente. Altri Santi del giorno:SS. Rogaziano e Felicissimo, Martiri ( sec. III)B. Bonaventura da Potenza (1651-1711), Sacerdote. Vice

mercoledì 24 ottobre 2012

PENSIERI SPARSI DEL 25 OTTOBRE 2012

PENSIERI SPARSI DEL 25 OTTOBRE 2012

 

“La vita ha bisogno di tempi certi.

Il “faremo… faremo…”

(e… non si fa mai)

 non serve a nulla”

Dino

MARIA E GLORIA ... E LA "FUGA" A NANTES (FRANCIA) racconto di Dino Secondo Barili

25 OTTOBRE 2012 – ALMANACCO DI STORIA
PAVESE
Trivolzio – 25 ottobre 2012 – giovedì – 12.00

Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
 con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del giovedì
Maria e Gloria…e la “fuga” a Nantes (Francia)
Ci sono storie che lasciano con il fiato sospeso. Sembrano scherzi del destino…oppure, il “divertimento”… del destino. Maria e Gloria sono state amiche fin dalla prima elementare. Il giorno in cui si sono conosciute. Lo stesso giorno in cui la maestra le ha messe una accanto all’altra… nello stesso banco. E da allora hanno continuato ad esserlo… alle medie, al liceo e poi all’Università… Ma arriva il momento in cui la separazione diventa inevitabile. Dividere le strade … o morire. Non nel senso reale, ma in quello psicologico. Finché si è ragazze non si fa caso, ma quando interviene il “primo moroso”, le cose cambiano. Del resto Gloria era bella…ed esuberante. Mentre Maria, ragazza normale, manteneva un atteggiamento sottotono, quasi indefinito. Così, ogni qualvolta si presentava l’occasione di conoscere un nuovo “ragazzo”… Come finiva? Finiva tra le braccia di Gloria, la quale esuberante ed espansiva com’era… lo attraeva come fosse una mosca … e lei il miele! Il fatto è che Gloria… si stancava presto del nuovo ragazzo… Come, facilmente attraeva il nuovo “arrivato”… così lo lasciava … Lo “abbandonava alle “ortiche”. Maria, pur di mantenere l’amicizia con Gloria, faceva finta di nulla… ma ogni giorno diventava sempre più insofferente. Fu ad una lezione di diritto all’Università che Maria mise gli occhi su un ragazzo del suo corso. Gloria era assente quel giorno. Maria fece finta di nulla, ma colse nel ragazzo lo stesso interesse per lei. Insieme andarono a prendere un caffè al Bar… e a quel tavolino ci rimasero fino a sera. Ora c’era la parte più difficile… come creare la “difesa” all’inevitabile arrivo di Gloria? Sembrava una cosa semplice, ma non lo era affatto. Ad un tratto, Maria ebbe un’illuminazione. “Sai, Michele (questo era il nome del ragazzo, suo compagno di corso all’Università). Appena laureata…mi trasferirò a Nantes in Francia.” – “A Nantes?…in Francia? E cosa ci vai a fare?” rispose Michele… e continuò. “Ma tu, Maria, ci sei già stata a Nantes?” – Maria cadde dalle nuvole… A Nantes non c’era mai stata, ma aveva letto qualcosa che l’aveva affascinata. Aveva letto, per esempio, che Nantes è posta alla foce del fiume Loira, ha trecentomila abitanti (uno più, uno meno) ed è chiamata “La Venezia dell’Ovest”. Quello, però, che aveva colpito Maria era la scritta che si trovava nello stemma della città. Diceva. “Nettuno favorisce coloro che viaggiano”. Maria in quel momento avrebbe voluto partire con Michele… verso nuovi lidi, nuove esperienze, nuove scoperte… Fu in quel momento che Michele si sentì circuito, affascinato, ammagliato dalla ragazza che si trovava al suo fianco… “Sai, Maria, io sono e abito a Nantes. Anzi, voglio dirti che nello stemma di Nantes, la “scritta” ha un secondo significato. Dice: “Nettuno sorride a coloro che osano”. In quell’istante, arrivò Gloria. Nonostante l’esuberanza, non aveva più armi per competere. Maria aveva vinto la “sua” battaglia … dell’amore.. – fine- Questo è il 54° “racconto breve” scritto dal 2 settembre 2012. Il “progetto-sfida” è di scrivere 365 racconti in 365 giorni (uno ogni giorno). Riuscirà, il sottoscritto, a raggiungere tale traguardo? Vedremo. “Se son rose fioriranno”. – Buona giornata a tutti. Dino 

OGGI, SAN CARLO di Vice Miazza

OGGI,
SAN CARLO 
di
Vice Miazza
25 Ottobre - BEATO CARLO GNOCCHI, sacerdote,.....Carlo Gnocchi, nacque a S. Colombano al Lambro, presso Lodi, il 25 ottobre 1902. Rimasto orfano del padre all'età di cinque anni, la famiglia si trasferì a Milano. Seminarista alla scuola del cardinale Andrea Ferrari, venne ordinato sacerdote il 6 giugno 1925. Assistente d’oratorio per alcuni anni, venne poi nominato direttore spirituale dell’Istituto Gonzaga di Milano, retto dai Fratelli delle Scuole Cristiane. .
Allo scoppio della Seconda guerra mondiale partì volontario come cappellano militare del battaglione “Val Tagliamento” degli alpini, destinato al fronte greco-albanese.
Terminata la campagna dei Balcani nel 1941, nel 1942 Carlo Gnocchi ripartì per il fronte russo, a seguito della Divisione alpina “Tridentina”, dove partecipò in veste di cappellano alla Battaglia di Nikolaevka. Sopravvissuto al conflitto, raccolse dai feriti e dai malati le loro ultime volontà, che lo porteranno, al rientro in patria, ad un viaggio per la penisola, messaggero tra le famiglie degli scomparsi. Decorato con medaglia d’argento al valor militare, negli anni 1944-45 partecipò alla Resistenza subendo anche il carcere per alcuni giorni e liberato per l’intervento del cardinale Ildefonso Schuster. Nel 1945 don Gnocchi venne nominato direttore dell' Istituto Grandi Invalidi di Arosio accogliendo così i primi orfani e mutilati di guerra. Nel 1948 fondò la "Fondazione Pro Infanzia Mutilata". Lo stesso anno il Presidente del Consiglio, Alcide De Gasperi, nominò don Gnocchi consulente alla Presidenza del Consiglio per i mutilatini di guerra. Nel 1951 la Fondazione venne sciolta, ed ogni bene e struttura vennero donati alla neonata "Fondazione Pro Juventute". Nei collegi aperti in tutta Italia, accolse orfani di guerra, mutilatini, mulattini e poi poliomielitici, assicurando loro – grazie al prezioso coinvolgimento delle istituzioni civili ed ecclesiali e alla mobilitazione dell’opinione pubblica , – assistenza, cure mediche, scuole e formazione professionale. Morì il 28 febbraio 1956. L’ultimo suo gesto profetico fu la donazione delle cornee a due ragazzi non vedenti quando ancora in Italia il trapianto d’organi non era regolato da apposite leggi........ Don Gnocchi è stato proclamato Beato il 25 ottobre 2009:Il 24 ottobre 2010 è stata dedicata a lui la chiesa del Centro Santa Maria Nascente in via Capecelatro (San Siro) e là sono state poi traslate le sue spoglie. Altri Santi del giorno: SS: Crispino e Crispiano, Martiri (III sec.) - San Miniato di Firenze, Martire (III sec.) Vice

martedì 23 ottobre 2012

PENSIERI SPARSI DEL 24 OTTOBRE 2012

PENSIERI SPARSI DEL 24 OTTOBRE 2012

 

“Non sono le chiacchiere

a risolvere i problemi”

Dino

RICO ..."IL GATTO" racconto di Dino Secondo Barili

24 OTTOBRE 2012 – ALMANACCO DI STORIA
PAVESE
Trivolzio – 24 ottobre 2012 – mercoledì – 12.00

Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
 con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del mercoledì
Rico … “il gatto”
Questo racconto è dedicato alle sorelle Lisa e Linda di Lugano. La trama è ambientata, in parte nel Canton Ticino. Molti anni fa, in un paesino vicino a Pavia c’era un ragazzino mingherlino di nome Rico, il settimo ed ultimo di sette fratelli. Siccome era piccolo, e magro come un chiodo, tutte le persone adulte del paese pensavano che avesse vita breve. Invece, per quanto magro come un osso, aveva una resistenza che lasciava allibiti. Inoltre, aveva la capacità di arrampicarsi ovunque… su qualsiasi parete, attaccarsi a qualsiasi aggancio… Così venne soprannominato “Rico… il gatto”. Nei paesini, allora, c’era poco lavoro… e per “il gatto”… ancora meno. Gli agricoltori di allora voleva uomini ben piazzati, muscolosi, che avessero forza fisica …evidente. Quando Rico si rese conto che per lui non c’era prospettiva… si recò a Pavia, nei pressi della Chiesa di San Teodoro… il primo giorno del mese. Si raccontava, infatti, in città e dintorni che il “primo giorno del mese”, davanti alla Chiesa sostava sempre una vecchietta… ogni volta diversa. La leggenda raccontava anche che la vecchietta… altra non era che Sant’Agata in persona. Rico, venuto a conoscenza della leggenda volle parlare con la vecchietta e chiedere un suo consiglio. La vecchietta appena lo vide lo chiamò per nome, “Ciao Rico”…e l’abbracciò calorosamente. Con la mano destra accarezzò delicatamente il viso del ragazzo. Poi, disse la sua. “Caro Rico, Pavia non è il tuo luogo migliore. Se vuoi il mio consiglio, devi recarti a Milano in Piazza del Duomo. In quel luogo c’è un signore alto, ben vestito che cerca operari specializzati… ed uno in particolare… un operaio agile e capace di arrampicarsi come sei capace tu. Vai e guarda sempre avanti senza fermarti mai” Rico ringraziò e partì subito per Milano. In Piazza del Duomo c’era, infatti, un signore alto e ben vestito che cercava un operaio che non soffrisse di vertigini… per pulire e mettere in ordine i vetri istoriati di un Palazzo nobile nei dintorni di Lugano nel Canton Ticino. Rico si presentò e si offrì di svolgere il lavoro richiesto. Il Signore avanzò dei dubbi… Come poteva un ragazzino così mingherlino, pelle e ossa, svolgere un simile lavoro? Con molti dubbi… lo mise alla prova. Dopo averlo visto arrampicarsi sulla parete di un palazzo di Piazza del Duomo, rimase di stucco e l’assunse immediatamente. A Lugano, Rico “il gatto” trovò il suo ambiente ideale. Ormai era fatta. Le finestre istoriate da pulire e sistemare erano numerosissime… poteva metterci tutto il tempo necessario. Dopo un anno di dura fatica, però, una mattina Rico “il gatto” non si presentò al lavoro. Il Conte proprietario del Palazzo in manutenzione si preoccupò. Non voleva assolutamente perdere un simile operaio. Invece, la malattia di Rico “il gatto” si prolungò. Il Conte, allora, fece vistare il ragazzo dal suo medico personale il quale individuò la ragione. Rico “il gatto” era ammalato di nostalgia… Ogni anno doveva ritornare a Pavia, almeno un mese, per rivedere la sua città. – fine- Questo è il 53° “racconto breve” scritto dal 2 settembre 2012. Il “progetto-sfida” è di scrivere 365 racconti in 365 giorni (uno ogni giorno). Riuscirà, il sottoscritto, a raggiungere tale traguardo? Vedremo. “Se son rose fioriranno”. – Buona giornata a tutti. Dino 

OGGI, SAN LUIGI di Vice Miazza

OGGI,
SAN LUIGI 
di
Vice Miazza
24 Ottobre – SAN LUIGI GUANELLA, sacerdote e fondatore..........Luigi Guanella, nacque a Fraciscio di Campodolcino (SO), diocesi di Como, il 19 dicembre 1842, nono di tredici fratelli, da Lorenzo e Maria Bianchi. Frequentò a Como i corsi umanistici nel collegio Gallio e quelli di filosofia e di teologia nei seminari diocesani. Fu ordinato sacerdote il 26 maggio 1866. Fin dai primi anni di ministero a Prosto e a Savogno (SO) manifestò zelo apostolico e una predilezione per i poveri e gli infelici. Durante questo periodo prese contatto con l’opera del Cottolengo e con don Bosco, presso il quale si recò nel 1875, legandosi per tre anni con i voti alla pia Società Salesiana. Successivamente fu parroco in Valtellina, a Traona, a Olmo (frazione di San Giacomo Filippo), e infine a Pianello del Lario (Como). A Pianello rilevò l'ospizio fondato dal suo predecessore, don Carlo Coppini, gestito da alcune suore, tra le quali Marcellina Bosatta e la sorella Chiara, in seguito dichiarata beata. Don Guanella riorganizzò e diede nuovo impulso allo sviluppo della comunità, che prese il nome di Figlie di Santa Maria della Divina Provvidenza, riunite dal 1886 nella "Casa della Divina Provvidenza". Questa si sviluppò rapidamente e al ramo femminile si affiancò quello maschile, che prese il nome di Congregazione dei Servi della Carità, sostenuta anche dal futuro beato Andrea Carlo Ferrari. L'opera si estese nelle province di Milano (1891), Pavia, Sondrio, Rovigo, Roma (1903), Cosenza e anche all'estero, in Svizzera e negli Stati Uniti d'America (1912).Il 27 settembre 1915 fu colpito da paralisi nella Casa Madre di Como. Due giorni dopo ricevette la visita del futuro santo Luigi Orione. Il 4 ottobre ricevette la benedizione apostolica da parte del papa Benedetto XV. Morì il 24 ottobre 1915. Il solenne funerale, con grande partecipazione di gente, si tenne il 28 ottobre nella Cattedrale. Il corpo è custodito nel Santuario del Sacro Cuore di Como. Luigi Guanella è stato proclamato beato da Paolo VI il 25 ottobre 1964 ed è stato canonizzato a Roma da Papa Benedetto XVI il 23 ottobre 2011. Le attività guanelliane sono rivolte al sostegno dei più abbandonati, di "coloro che sono poveri nell'ingegno o nella salute o nelle sostanze", sia giovani che anziani. Nel 2011 il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, dichiarò che «don Guanella è da annoverare tra i “santi sociali”», per le sue attività caritative. Il nome Luigi, di origine germanica, significa: valoroso in battaglia. Altri Santi del giorno: Sant'Antonio Maria Claret, vescovo e fondatore, ( Barcellona 1807-1870) – Beato Giuseppe Baldo, presbitero veronese, fondatore (1843-1915). Vice

lunedì 22 ottobre 2012

PENSIERI SPARSI DEL 23 OTTOBRE 2012

PENSIERI SPARSI DEL 23 OTTOBRE 2012

 

“Nella vita…

bisogna sempre avere degli obiettivi.

I

traguardi

vivacizzano la corsa”

Dino

FABIANO ... E IL CAVALLO CHE SAPEVA CONTARE racconto di Dino Secondo Barili

23 OTTOBRE 2012 – ALMANACCO DI STORIA
PAVESE
Trivolzio – 23 ottobre 2012 – martedì – 12.00

Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
 con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del martedì
Fabiano… e il cavallo che sapeva contare
Parecchi anni fa, in Provincia di Pavia, c’era una Cascina agricola in vendita. Era così da molti anni… e nessuno voleva comprarla perché in totale stato di abbandono. Il suo valore reale … era pari a zero. Fabiano, giovanotto di trent’anni, fantasioso e pieno di iniziativa, andò a vederla e fece quattro conti. I soldi che aveva in banca, risparmiati con fatica, bastavano … e si fece avanti per l’acquisto. Il proprietario aveva una gran voglia di liberarsene ed in pochissimo tempo concluse l’affare. Fabiano, dopo l’atto dal Notaio, si mise all’opera. Ripristinò quel poco che aveva resistito all’usura del tempo e si mise di gran lena per creare qualcosa di originale. Allevò galline… ma con le uova non si diventa ricchi e nemmeno si può ristrutturare una Cascina agricola. Allevò, allora, anatre… Anche con le anatre non si fanno grossi affari… ci vogliono troppi mesi per portare un’anatra a “peso commerciale”. Una notte, Fabiano, sognò … un cavallo. Il mattino successivo corse presso la propria Banca per vedere quanto aveva sul conto. Aveva soldi abbastanza per comprarne uno. Detto fatto si recò da Filippo, un commerciante di cavalli suo amico, e lo comprò. Assomigliava esattamente a quello che aveva sognato e lo chiamò Remo. Ora serviva un’idea geniale… “insegnare al cavallo… a contare!” Il trentenne si mise subito all’opera… Remo, però, faceva fatica a capire il linguaggio di Fabiano. La volontà vince su tutto. Il fantasioso trentenne studiò il sistema. Per ogni risposta esatta del cavallo, Fabiano, “offriva” una manciata di biada. Questi, golosissimo, reagì immediatamente e imparò in brevissimo tempo ogni gesto. Ormai era fatta. Il cavallo Remo sapeva contare … senza limiti. Fabiano aveva trovato la strada… Fece girare la voce tra la le persone del mercato settimanale. Tutte le domeniche, alle ore 10, Fabiano avrebbe presentato ai visitatori, il suo cavallo Remo … che contava con il piede sinistro. La curiosità è femmina … ma anche i maschi non sono meno curiosi. Tutte le domeniche Fabiano riceveva nella sua Cascina… comitive di persone curiose di “vedere il cavallo che contava…” Lo spettacolo durava fino a mezzogiorno… Quand’era mezzogiorno le persone avevano fame… e chiedevano qualcosa da mangiare. Fabiano aveva previsto tutto. Aveva la risposta: “polenta e salsiccia”… un piatto unico di grande eccellenza. Nell’arco di qualche domenica la Cascina di Fabiano diventò meta di tantissime persone … e lui, Fabiano, fece “un mare” di soldi! La cosa andò avanti per parecchio tempo e con i soldi incassati… ristrutturò la Cascina e la fece diventare stupenda. Quando il vento soffia sulla schiena … tutto fila liscio. A Fabiano giunsero allettanti proposte per acquistare la Cascina. Il giovanotto fantasioso aveva ben chiaro in testa che “la fortuna va presa quando arriva”… e vendette la Cascina al miglior offerente. D’altro canto … si era accorto che il Cavallo Remo era diventato stanco… e non avrebbe retto ancora per molto. … – fine- Questo è il 52° “racconto breve” scritto dal 2 settembre 2012. Il “progetto-sfida” è di scrivere 365 racconti in 365 giorni (uno ogni giorno). Riuscirà, il sottoscritto, a raggiungere tale traguardo? Vedremo. “Se son rose fioriranno”. – Buona giornata a tutti. Dino 

OGGI, SAN GIOVANNI di Vice Miazza

OGGI,
SAN GIOVANNI 
di
Vice Miazza
23 ottobre – SAN GIOVANNI DA CAPESTRANO.......Giovanni nacque a Capestrano (L'Aquila) il 24 giugno 1386 da un barone tedesco e una madre abruzzese per cui il ragazzo veniva chiamato Giantudesco. Studiò a Perugia dove si laureò brillantemente in giurisprudenza e fu subito chiamato a lavorare nel Supremo Tribunale del Regno di Napoli. Poi divenne giudice e governatore di Perugia. Nel 1416, Andrea Fortebraccio, detto Braccio da Montone, capitano di ventura, nativo di Perugia, nel tentativo di crearsi una signoria in Umbria, occupò la sua città, facendo prigioniero Giovanni. Questi, durante la prigionia, ebbe una visione: San Francesco lo esortava a divenire frate del suo Ordine. Pagato il riscatto di 400 ducati riacquistò la liberta. Il 4 ottobre 1415 entrò nel convento di Monteripido presso Perugia. Dopo il noviziato passò al convento di Fiesole dove era guardiano S. Bernardino da Siena, divenuto poi suo maestro spirituale. Da sacerdote condusse la sua attività apostolica in tutta l'Europa settentrionale ed orientale, in particolare in Ungheria .Le sue prediche volte al rinnovamento dei costumi cristiani e a combattere l'eresia e l'usura praticata dalla maggior parte degli ebrei, richiamavano autentiche folle. Fondò molti monasteri del suo stesso Ordine e diffuse i Monti di Pietà per sottrarre i poveri dagli usurai. Aveva settant'anni quando fu incaricato dal Papa Callisto III, nel 1456, insieme ad alcuni altri frati, di predicare la Crociata contro l'Impero Ottomano che aveva invaso la penisola balcanica.
Percorrendo l'Europa orientale, Giovanni riuscì a raccogliere decine di migliaia di volontari, alla cui testa partecipò all'assedio di Belgrado nel luglio di quell'anno. Egli incitava i cristiani, che combattevano, ad avere fede nel nome di Gesù. Per undici giorni e undici notti non abbandonò mai il campo; l'esercito turco fu messo in fuga e lo stesso sultano Maometto II venne ferito. Questa, però, doveva essere la sua ultima fatica di combattente. Tre mesi dopo, il 23 ottobre, moriva, presso Ujlak sulla riva del Danubio nel regno di Ungheria, consegnando ai suoi fedeli la Croce, emblema di Cristo Re, che egli aveva servito fino allo stremo delle sue forze. Giovanni da Capestrano venne canonizzato il 16 ottobre del 1690 da Papa Alessandro VIII. Nel 1984 è stato nominato patrono dei cappellani militari di tutto il mondo.Altri Santi del giorno: S. Ignazio, Patriarca di Costantinopoli (sec. IX) - SS. Giovanni (Vescovo) e Giacomo (Sacerdote), Martiri in Persia (IV sec,) Vice

domenica 21 ottobre 2012

PENSIERI SPARSI DEL 22 OTTOBRE 2012

PENSIERI SPARSI DEL 22 OTTOBRE 2012

 

“Nella vita…

la fine di una storia …

e l’inizio di un’altra”

Dino

INGRID e il fascino del teatro racconto di Dino Secondo Barili

22 OTTOBRE 2012 – ALMANACCO DI STORIA
PAVESE
Trivolzio – 22 ottobre 2012 – lunedì – 12.00

Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
 con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del lunedì
Ingrid… e il fascino del teatro
Ci sono momenti nella vita in cui la nostalgia prende il sopravvento… Anche per la Dott. Ingrid era giunto quel momento… La sua vita trascorreva tra casa e lavoro a Monaco di Baviera, ma aveva conseguito la Laurea in Italia, a Pavia … e a Pavia aveva lasciato il cuore. Non in senso reale, ma in senso “sentimentale”. I cinque anni passati a Pavia, per Ingrid, erano stati, a dir poco, meravigliosi. Aveva trovato casa presso una famiglia pavese in Borgo Ticino…ed aveva vissuto in quella casa come fosse la sua. Trattata alla pari, anzi molto di più. La proprietaria, la Signora Gelinda, aveva dato la stanza in affitto e non solo...anche tutto l’affetto e la disponibilità necessaria. Ogni sabato sera, la Signora Gelinda, preparava il risotto con la salsiccia… ed ogni volta Ingrid s’abbuffava. Inoltre, Ingrid aveva fatto parecchie amicizie femminili e maschili a Pavia… Il motivo era semplice: amava il teatro… amava fare teatro. A Pavia, all’epoca in cui Ingrid studiava economia, c’era una compagnia teatrale amatoriale “spontanea”, nel senso che non aveva alcuna “struttura” organizzativa. Federico, il capo-comico riconosciuto come tale, era un improvvisatore. Ogni tanto giungeva al Bar dove si incontravano gli “amici del teatro”, con un pacco di fotocopie sotto il braccio. Era la nuova commedia… e c’era sempre la parte per Ingrid. Dopo una breve illustrazione della trama e del progetto, Federico dettava i tempi… L’appuntamento era sulla riva sinistra del fiume Ticino, in uno spazio attrezzato… per i cani. Lì si facevano le prove della commedia…all’aria aperta. Cosa c’era di più bello? di più estroso? …Per ridere… si chiamava anche “compagnia teatrale dei fuori di testa”. Ingrid studiava ed era felicissima… allora. Ora viveva a Monaco di Baviera, la sua città… di un milione di abitanti…dove, però, non c’era l’aria di Pavia. Inoltre, il suo rapporto con Joseph (compagno da un paio d’anni) non andava tanto bene. Anzi, avevano deciso di comune accordo di prendersi un periodo di “ripensamento”. Ognuno era ritornato alla propria famiglia d’origine. Ingrid, però, aveva voglia di fare un tonfo nel “passato”… nel suo passato e Pavia era la meta. Una mattina di agosto, Ingrid, salì sul treno … destinazione Pavia. In dieci anni, Pavia è cambiata e la dottoressa tedesca se ne accorse immediatamente. Oggi, Pavia, è una città ben tenuta (se non fosse per quegli orribili scarabocchi che offendono la città… anche in Corso Cavour) … A Pavia si respira un’aria sonnolenta, molto diversa rispetto a Monaco di Baviera..: Vige il tranquillo tran tran provinciale, la pigrizia prettamente pavese… Giunta a Pavia, Ingrid, volle rivedere la stanza in cui aveva vissuto per cinque anni. Non c’era più. L’appartamento era stato trasformato in un ufficio… davanti al cui ingresso campeggiava la scritta “affittasi”…E fu proprio nei pressi di “quell’affittasi” che Ingrid rivide Federico. “Cosa fai tu qua?” Chiese l’ex-capo comico. “Ho voluto rivedere la stanza dei miei studi pavesi. Come va?” – “Male” – rispose Federico e si vedeva che era giù di corda per mancanza di lavoro. Ingrid ebbe un’illuminazione. “Federico te la sentiresti di lavorare a Monaco di Baviera? Un posto per te lo posso trovare subito…” Federico cambiò colore e disse “si”… Ingrid aveva già in mente altre cose… – fine- Questo è il 51° “racconto breve” scritto dal 2 settembre 2012. Il “progetto-sfida” è di scrivere 365 racconti in 365 giorni (uno ogni giorno). Riuscirà, il sottoscritto, a raggiungere tale traguardo? Vedremo. “Se son rose fioriranno”. – Buona giornata a tutti. Dino