sabato 31 dicembre 2016

1 gennaio 2017

Mini racconto 67 di Dino Secondo Barili CATERINA E IL PONTE DI BARCHE DI BEREGUARDO Quindici giorni fa, Caterina, bellissima trentenne pavese … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo … si è messa in mente di creare il “Coro delle Tre Sorelle”. Qualche lettore dirà che è un’idea alquanto strana. Nella vita, però, di strano non c’è nulla. Caterina ha sempre avuto il canto nel sangue. Perché non tentare un’avventura? Ne parlò con le due coetanee e amiche, Federica e Laura … bellissime trentenni … alte, bionde, occhi azzurri e gambe da fine del mondo. Del resto Caterina aveva a disposizione una camera insonorizzata nella villetta in cui abitava alla periferia di Pavia. Avere a disposizione i mezzi e non usarli è un vero peccato. L’idea del “Coro delle Tre Sorelle” aveva subito avuto successo. Le prove erano iniziate subito, quindici giorni fa, l’entusiasmo delle tre trentenni era alle stelle. Inoltre, Caterina, Federica e Laura nel parlavano in continuazione … in Ufficio, al Bar … tra gli amici. Ovvio che una simile propaganda crea interesse. Una settimana fa, anche Giovanni, Paolo e Michele, tre bellissimi quarantenni con una voce tenorile che incantava … hanno cominciato a fare i loro timidi approcci. E’ stata Laura a lanciare l’esca. “Perché non entrate a far parte del Coro?” L’entusiasmo è andato alle stelle. Caterina è stata la prima ad abbracciare Giovanni. “Ma che bella sorpresa … non pensavo di trovare un così largo consenso. Ora possiamo affrontare un repertorio più impegnativo” Federica ha fatto subito coppia con Paolo e Laura con Michele. Cosa c’è di più bello di un Coro affiatato? Caterina, poi, ci sapeva fare. Aveva la stoffa del Direttore del Coro. Dettava legge in ogni momento. Tutti stavano ai patti. Per esempio. Caterina, dopo aver scelto vari pezzi da cantare ha fatto una proposta che ha lasciato tutti a bocca aperta. “Alcune prove andremo a farle sulla riva del fiume Ticino. Solo in quel luogo ci sono le condizioni adatte … e soprattutto c’è l’atmosfera giusta” Tutti hanno accettato l’idea … ma il romanticismo ha fatto capolino. Del resto si vedeva lontano un miglio che Giovanni pendeva dalle labbra di Caterina. Paolo non si staccava mai da Federica la quale lo teneva sempre per mano. In quanto a Laura era già passata al bacio. Appena poteva si esibiva in baci lunghi, appassionati lasciando Michele senza fiato. Ora, mancavano le prove sulla riva del fiume Ticino. Prove che hanno avuto successo perché … dopo il canto Giovanni ha baciato Caterina … e Paolo ha fatto lo stesso con Federica. A questo punto le tre coppie si sono convinte che era ora di spiccare il volo. Presentarsi per una esibizione pubblica. Dove? Sul Ponte di Barche di Bereguardo … Cosa c’è di più bello di cantare sopra un Ponte? Il palcoscenico è tutto lì. Il pubblico non è necessario. Immersi nella natura, mentre l’acqua del Ticino gorgoglia sotto il ponte … è il massimo della felicità. Essendoci pure l’Amore … non serve altro. A volte la felicità … non costa niente ed è sempre a portata di mano. Mini racconto 67 di Dino Secondo Barili

venerdì 30 dicembre 2016

31 dicembre 2016

Mini racconto 66 di Dino Secondo Barili ROSELLA … A MARSIGLIA Una settimana fa, Rosella, bellissima quarantenne pavese … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo … non era soddisfatta della vita che stava conducendo. Nei suoi quarant’anni aveva fatto mille cose. Si era laureata con 110 e lode. Aveva studiato musica. Aveva creato un Coro al quale dedicava la vita … ma non era soddisfatta. Lunedì della settimana scorsa, appena alzata dal letto, si guardò allo specchio. Si osservò profondamente negli occhi e … “Basta … adesso Basta. Ho bisogno di amare e di essere amata. Da oggi cambio regime. Al primo posto l’Amore … quello con la A maiuscola” Dopo essersi preparata telefonò in Ufficio per chiedere una giornata di permesso. Il Titolare è andato su tutte le furie. “Anche tu a casa. Possibile che le assenze devono avvenire tutte e solo al Lunedì?” Dopo aver bisticciato per un bel po’ al telefono, Rosella l’ha avuto vinta. Ora si trattava di fare. Un conto è dire … un conto è fare. Quando una persona non ha le idee chiare fa la cosa più semplice di questo mondo … prende il primo treno che gli capita a tiro. Rosella mentalmente aveva deciso. Sarebbe andata a Marsiglia … A Marsiglia? … a fare cosa? (magari a prendere un caffè … da Pavia a Marsiglia è un attimo). Inutile farsi domande, la vita è avventura. Va presa per quella che è … con un po’ di follia. Al mattino del lunedì Piazza della Stazione FS di Pavia è affollatissima. Rosella era ancora nel Viale della Stazione quando si sentì chiamare. “Rosella. Rosella … cosa fai da queste parti? Non dovevi essere in Ufficio?” Era il suo vicino di casa, il Dott Gianluca, un cinquantenne da fine del mondo … con una differenza … Rosella era proprietaria dell’appartamento nel Palazzo in cui abitava … mentre Gianluca era il proprietario dell’Attico che occupava l’intero perimetro del Palazzo. Rosella non perse tempo. “Gianluca … vado a Marsiglia” Il cinquantenne è rimasto di stucco. Anche lui doveva andare a Marsiglia. La cosa l’incuriosì. Volle saperne di più. Ormai Rosella e Gianluca si guardavano negli occhi come ipnotizzati un dall’altro. Come non si erano mai guardati prima. La vita cambia nel giro in pochissimi secondi. Gianluca aveva i minuti contati. “Allora, Rosella, a Marsiglia ci andiamo insieme?” La quarantenne pavese si rese conto che nulla sarebbe stato più come prima. Gianluca aprì lo sportello della Ferrari rossa fiammante. Rosella prima di prendere posto … incollò le sue labbra su quelle di Gianluca. Un bacio talmente caldo, lungo ed appassionato che al cinquantenne gli parve di sentire “La Marsigliese” … del resto la vita è fatta di coraggio, di voglia e di gioia di vivere. Le cose … o si fanno subito o non si fanno mai. Mini racconto 67 di Dino Secondo Barili

mercoledì 21 dicembre 2016

22 dicembre 2016

Mini racconto 65 di Dino Secondo Barili CHIARA, KETTY E UNA SERA A FIRENZE La vita è una meravigliosa avventura. Ogni tanto, però, bisogna darsi una mossa. Svegliare la fantasia. Creare l’atmosfera. Muovere i fili della passione. La pensava cosi anche Chiara una trentenne pavese, bellissima … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo. Si fa presto dire “muovere i fili della passione” … l’importante è riuscirci. Lunedì della settimana scorsa, Chiara ne parlò con il suo Psicologo di fiducia, il Dott. Danilo, famosissimo a Pavia. Il Luminare è stato chiaro. “Chiara, se vuoi muovere i fili della passione non devi pensare al passato … ma al futuro. Devi pensare a ciò che può accaderti oggi, domani … Per esempio. Immagina di poter realizzare un sogno … Il tuo sogno segreto, quello che covi nel profondo, tra le pieghe della tua mente …” La trentenne non aspettava altro. Era proprio la risposta che cercava. Il sogno di Chiara era … visitare Firenze … di sera, di notte … come nella nota canzone “Firenze stanotte sei bella / in un manto di stelle / che in cielo risplendono / tremule come fiammelle” Era quella la Firenze che Chiara sognava, voleva, desiderava, immaginava. Ne parlò con la sua amica Ketty, un’altra trentenne bellissima … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo. La decisione è stata immediata. Il martedì mattina le due trentenni partirono da Pavia. A Milano salirono sul treno super veloce con i biglietti assegnati dal computer. Quando Chiara e Ketty presero posto sull’elegante mezzo rimasero di stucco. Di fronte a loro si trovavano due quarantenni da fine del mondo. Dire super … era dire poco. Le presentazioni sono state immediate. “Io, Chiara” … “Io, Ketty” … La presentazione dei quarantenni tardò un pochino, un po’ impacciata … “Io, Ottavio … Regista del prossimo film TV … Firenze sogna” Il secondo balbettò qualcosa. Alla fine parlò “Sono Gianluigi, lo sceneggiatore del film … però, preferisco leggervi la trama … “Due bellissime trentenni, Chiara e Ketty, su consiglio del loro Psicologo partono da Pavia per visitare Firenze … di sera, di notte … forse per incontrare l’amore, l’uomo del Destino. A Milano salgono sul super treno e si trovano davanti, come compagni di viaggio, un Regista di nome Ottavio, ed uno Sceneggiatore, di nome Gianluigi, che devono studiare la trama … prima girare un film per la TV. La simpatia è immediata. Chiara si innamora di Ottavio … Ketty dello sceneggiatore più folle del pianeta Gianluigi (cioè, io) … Firenze li ha stregati ancora prima di averla vista” … Proprio quello che è accaduto … con baci a volontà e notti di fuoco. Mini racconto 65 di Dino Secondo Barili

lunedì 19 dicembre 2016

20 dicembre 2016

Miniracconto 64 MIRACOLI IN PIAZZA DUCALE A VIGEVANO La vita è fatta di alti e bassi. Anche nel lavoro. Una settimana fa, L’Architetto Simone, cinquant’anni, abitante a Pavia con Studio in Milano era giù di corda. Durante la pausa caffè se ne lamentò con il suo Collega milanese. “Amedeo, per fortuna che non vivo del mio lavoro, ma questo è un periodo nero. Sono mesi che non ricevo una commissione … Oltretutto, la fidanzata mi ha piantato … ma questo sarebbe il meno dei mali” L’Architetto Amedeo, che era oberato di lavoro, decise all’istante di aiutare Collega. “Simone, sei capitato proprio come il cacio sulla pastasciutta. Dovrei presentarmi ad un appuntamento di lavoro in Piazza Ducale a Vigevano oggi pomeriggio alle tre. Potresti andarci tu?” Il cinquantenne si sentì sollevato. Accettò con piacere e, senza guardare, mise in tasca il biglietto da vista con le indicazioni necessarie. Alle tre del pomeriggio di una settimana fa, l’Architetto Simone era puntuale in Piazza Ducale a Vigevano. Cercò il biglietto da visita per telefonare e non lo trovò. Gli vennero i brividi. Per fortuna che in quell’istante il telefonino si mise a suonare. “Sono la Dott. Flavia. Tra pochi minuti sono in Piazza Ducale dove potrei trovarla esattamente?” Simone si sentì sollevato. Diede le indicazioni richieste ed attese con calma. La calma, però, durò poco. Quando il cinquantenne si trovò davanti la donna … perse completamente la parola. Una stupenda trentenne! … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo. Proprio la donna che aveva sempre sognato. A toglierlo dall’impaccio ci pensò la stessa Flavia. “Architetto Simone, il caffè lo prendiamo nel mio Castello a mezz’ora di strada da qui. Mi segua” Simone era talmente frastornato che sembrava un automa. La ruota si era messa a girare per il verso giusto. Infatti, la proposta di ristrutturazione del Castello l’avrebbe impegnato per mesi. Flavia, però, non era solo una donna, ma una Dea … e dalle Dee ci si può aspettare di tutto. Infatti … “Architetto Simone, possiamo darci del tu? Penso che avremo molta strada da fare insieme … Se vuoi, vorrei ricordare questo nostro primo incontro con una vacanza a Parigi. Cosa dici?” Cosa poteva dire un cinquantenne in crisi? piantato dalla fidanzata? Come era possibile rifiutare la proposta di una Dea come Flavia? Infatti, Simone e Flavia sono ancora a Parigi. In questo momento stanno visitando Notre Dame … mano nella mano. Ogni tanto si guardano e scatta inevitabilmente un bacio appassionato … di quelli da fine del mondo. Miniracconto 64 di Dino Secondo Barili

domenica 18 dicembre 2016

19 dicembre 2016

Miniracconto 63 ADA, GIADA E UN DOCUMENTARIO A SAINT TROPEZ In una società come l’attuale le crisi sono all’ordine del giorno. Un mese fa, Ada, bellissima quarantenne pavese … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo … era in crisi. Crisi nera. Aveva deciso di parlarne con la sua amica e coetanea Giada … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo, ma vi rinunciò. Era in crisi pure lei. Non era il caso di peggiorare le cose. Quando, però, una persona ha bisogno di aiuto non può stare con le mani in mano. Ada decise di chiedere consiglio alla Portinaia del Palazzo in cui abitava, la Signora Fantastica, fantastica di nome e di fatto. Una sessantenne che ne sapeva una più del diavolo. La Portinaia non ci ha pensato un secondo a dare la risposta. “Ada tu e la tua amica Giada dovete andare a Copiano (Pavia). C’è una strada persa in mezzo alla campagna. Conduce ad una fontanella dalla quale sgorga acqua purissima … la gente l’ha chiamata da sempre “l’acqua della speranza”. A volte le persone ne hanno bisogno per ritrovare se stesse, la voglia e la gioia di vivere” Sembrava uno dei tanti suggerimenti dati per alleviare temporanei disagi. Ada, invece, ne aveva bisogno. Ne parlò con Giada. Insieme partirono un sabato mattina di novembre alla ricerca della fontanella della “acqua della speranza”. Senza chiedere ad alcuno per evitare di essere prese per fuori di testa, dopo molto girovagare, trovarono la fontanella. Ne bevvero a volontà. Finalmente rinfrancate e soprattutto piene di entusiasmo decisero di ritornare a Pavia. Fare una passeggiata in Strada Nuova e gustare un favoloso caffè. Ada e Giada erano nei pressi dell’ingresso dell’Università quando si sentirono chiamare. “Ada, Giada … cercavamo proprio voi” Erano due gagliardi cinquantenni, Remo e Giansiro, Registi TV. Stavano cercando Ada e Giada, due bellissime quarantenni … alte, bionde, occhi azzurri e gambe da fine del mondo … per girare un documentario a Saint Tropez. Inutile dire che Ada si è innamorata di Remo … e Giada di Giansiro. Il documentario, ovviamente, poteva attendere … Prima l’amore. L’amore è tutto. Miniracconto 63 di Dino Secondo Barili

sabato 17 dicembre 2016

18 dicembre 2016

Miniracconto 62 ANDREA E IL CLUB DELLE IDEE Una settimana fa, L’Architetto Andrea, cinquant’anni portati alla grande, abitante a Pavia, era giù di corda. Veramente non era giù di corda … era sul disperato. Da un mese non riusciva più a realizzare un progetto. Aveva la testa completamente vuota. Non aveva più idee. Per un Architetto in piena attività di servizio è una vera e propria tragedia. Persino il viso del cinquantenne esprimeva il suo disagio. Se ne accorse anche la Signora Cesira, la sessantenne Portinaia del Palazzo in cui abitava. “Architetto Andrea da un po’ di tempo la vedo distrutto … cosa le è capitato? Posso fare qualcosa per lei?” A volte basta una parola, una domanda dalla persona dalla quale meno te la aspetti per sputare il rospo. “Signora Cesira, Signora Cesira sapesse come sono nei guai … non ho più idee. Sono rimasto senza idee. Ho provato persino a prendere qualche pillola propagandata su Internet. Niente da fare. Zero idee, prima … zero idee dopo” La Signora Cesira era troppo furba per credere alle parole del cinquantenne. Le Portinaie poi hanno occhi e orecchie dappertutto. Ne sanno una più del Diavolo. Secondo informazioni riservate, l’Architetto Andrea era stato piantato dalla fidanzata. Lei voleva sposarsi, lui no. Insomma, una storia vecchia come il mondo. Questa volta, però, la Signora Cesira ha pensato di intervenire. “Architetto Andrea, io potrei darle una mano, lei, però, deve fare un piccolo sforzo” Quando una persona è nei guai si attacca a qualsiasi possibilità … fosse anche un’illusione. La Signora Cesira aveva la capacità di trasformare tutto in “attimi di attesa”. “Architetto Andrea … in via del tutto riservata le posso dire che a Roma è stato creato il Club delle Idee. Segretaria del Club è mia nipote Gesualda. Questo è il biglietto da visita. Se vuole può telefonare per l’appuntamento” Era fatta. A volte, tentar non nuoce. L’Architetto Andrea partì immediatamente per Roma. Prima di telefonare, però, si concesse una visita alla Scalinata Trinità De’ Monti. E’ stato proprio mentre scendeva dalla scalinata che è gli scivolato un piede. Si è trovato seduto dolorante su gradino … tutto ammaccato. A soccorrerlo ci pensò una bellissima trentenne … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo. Dopo essersi ripreso con notevole sforzo il cinquantenne volle sdebitarsi offrendo un caffè alla bellissima trentenne. Chiese il suo nome. La risposta è stata fulminante. “Sono Gesualda, Segretaria del Club delle idee” L’Architetto Andrea era sempre stato scettico sulle “infinite vie del Destino”. Questa volta, però, è caduto tra le braccia della bionda trentenne. Si è innamorato pazzamente … ed improvvisamente la sua mente si riempì di nuove idee. Miniracconto 62 di Dino Secondo Barili

venerdì 16 dicembre 2016

17 dicembre 2016

Miniracconto 61 DANIELA E LO PSICOLOGO Un mese fa, Daniela, bellissima trentenne pavese … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo … era arrabbiatissima. La sua amica e coetanea Delfina (alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo) che abitava nel suo stesso Palazzo a Pavia aveva incontrato l’amore … Un amore vero, grande, il massimo … Lui bellissimo, ricchissimo … con tre Ferrari rosse fiammanti. Come fa una trentenne non andare in fumo? “Come? … perché lei si … ed io no?” La domanda era come un tarlo nel cervello della bellissima bionda. Oltre tutto Daniela aveva avuto una sola proposta di matrimonio. Quella di Giandomenico il quale aveva quarant’anni. Era impiegato in banca. Non era un adone. Possedeva solo la Panda1200. Si fa presto a dire che “bisogna accontentarsi”. Anche Delfina si era accontentata … ma “il suo Lui” aveva tre Ferrari. Daniela, un mese fa, arrabbiatissima decise di parlarne con il suo Psicologo di fiducia, il Dott. Danilo, famosissimo a Pavia. Un sessantenne che non ha peli sulla lingua. Dopo aver descritto il suo caso, la trentenne attese l’opinione del Luminare. “Daniela, io posso essere tuo padre. Ne ho viste e sentite di tutti i colori. Se fossi in te mi guarderei bene dall’osservare troppo “l’erba del vicino”, cioè quanto accaduto alla tua amica e coetanea Delfina. Ricordati che ogni medaglia ha il suo rovescio. Non sai mai cosa c’è dietro la facciata. Ciò che sembra tutto oro, a volte … è soltanto fumo. Se fossi in te, terrei aperta la porta della proposta di matrimonio. Nel senso che se Giandomenico ti fa la corte è sempre una possibilità per fare coppia e vivere la vita. E poi nella vita non è mai “un prendere o un lasciare” … è sempre un divenire. Ciò che accadrà domani non lo conosce nessuno. Il futuro è nelle mani di Dio … anche se oggi, parecchie persone si danno un sacco di arie a dire che sono atei. Atei fino a quando non capita loro qualche legnata sul groppone. Allora cominciano a pensare che la vita non è uno scherzo … Non è solo fare spettacolo o cercare di dimostrare la propria superiorità. Comunque, Daniela, la vita è tua … e devi essere tu a decidere quale strada prendere” La trentenne è uscita dallo Studio del Dott. Danilo un rinfrancata, ma sempre con un sacco di dubbi. Ha pensato bene di fare un giro per Pavia … Corso Cavour, Strada Nuova, Piazza della Vittoria … Si è fermata sotto le Torri di Piazza Leonardo da Vinci. Si stava chiedendo perché mai sono state costruite e cosa possono insegnare all’epoca che stiamo vivendo. Ad un tratto si sentì chiamare. “Daniela. Daniela … “ Era Giandomenico allegro e festante. “Daniela, ti offro un caffè speciale. Ho vinto un sacco di soldi alla Lotteria … Cosa dici? Ci sposiamo?” La vita non è mai uno scherzo … Quello che capita nessuno lo può prevedere. Miniracconto 61 di Dino Secondo Barili

mercoledì 14 dicembre 2016

15 dicembre 2016

Miniracconto 60 LUCIANO E LA CHITARRA Lunedì della settimana scorsa il Dott. Luciano, cinquant’anni, Commercialista nel milanese, abitante a Pavia, non stava bene. La sera prima, domenica, non aveva digerito pasta e fagioli … ed aveva passato la notte in bianco. Per un Commercialista, non essere in forma, è una tragedia. Le pratiche e le scadenze non danno tregua. Non basta l’impiegata di fiducia (la Signora Maria) a fare coraggio ci vuole anche lo spirito del “capo supremo”, cioè il Dott. Luciano. Quando poi, si mette di mezzo pasta e fagioli della domenica sera la situazione diventa tragica. La Signora Maria, dopo aver visto il volto del suo Capo è rimasta di stucco. “Dott. Luciano cosa ha fatto questa notte?” Il cinquantenne spiegò umilmente che era tutta colpa del piatto di pasta e fagioli che aveva mangiato tutto solo al solito Ristorante. Era stato quel piatto che gli era rimasto sullo stomaco. La Signora Maria, impiegata di fiducia, ne sapeva una più del diavolo. Aveva occhi e orecchi dappertutto. Non aveva creduto una parola a ciò che aveva sentito. Sapeva che il Dott. Luciano mangiava tutto solo perché si era innamorato della moglie del Proprietario del Ristorante, la cinquantenne Rosalda, un fiore di donna che faceva innamorare tutti gli avventori e tutti speravano in un suo bacio. Luciano, single, pendeva dalle sue labbra … e soffriva in silenzio in attesa del bacio che non arrivava mai. Infatti, Rosalda teneva sulla corda un sacco di avventori … tutti innamorati di lei. Lei, faceva apposta a blandirli, ad affascinarli con gli occhi da triglia e tenerli legati. Risultato … il Dott. Luciano era uno dei “pesci nella rete” della favolosa, enigmatica cinquantenne. La Signora Maria decise di intervenire. Non poteva più aspettare. “Dott. Luciano, le notti passate in bianco non fanno bene all’Ufficio e nemmeno alla sua salute. D’ora innanzi, provvedo io a prepararle la cena. Sono certo che di notti in bianco non ne passerà più” La sera stessa, la Signora Maria, ospitò il Dott. Luciano a casa sua. Ha preparato una cena squisita, ma ha pensato anche al dopo cena. Un piccolo intrattenimento musicale durante il quale si sarebbe esibita alla chitarra la nipote, la Dott. Meraviglia … trent’anni … alta, bionda, occhi azzurri come il mare … gambe da fine del mondo. Quando il Dott. Luciano ha visto la Dott. Meraviglia è andato in estasi, ha perso la testa. Non immaginava ci fosse al mondo donna migliore della Ristoratrice Rosalda fino a quando ha visto Meraviglia. La superava in tutto. Nell’età, nella voce calda e sensuale … e poi c’era la chitarra … Ah, la chitarra! Meraviglia ci sapeva fare. Anzi, la trentenne, sapendo della notte insonne passata dal Commercialista, si offri di suonargli e cantargli la ninna nanna. Chi è quel cinquantenne che rifiuta una simile proposta? Nessuno … nemmeno il Dott. Luciano, il quale ha deciso all’istante … sempre e solo Meraviglia! Miniracconto 60 di Dino Secondo Barili

domenica 11 dicembre 2016

12 dicembre 2016

Miniracconto 59 REBECCA E LA MANO NELLA SCATOLA Una settimana fa, Rebecca, venticinque anni … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo … era in crisi. Crisi nera. Da poco aveva conseguito la laura con 110 e lode e quello stesso giorno si era lasciata con il fidanzato. Cosa fare? Inutile farsi delle menate inutili. Si rivolse al suo Psicologo di fiducia, il Dott. Danilo, un sessantenne che ne sapeva una più del diavolo. Il Dott. Danilo conosceva Rebecca fin dalla nascita. Era amico di famiglia e conosceva padre e madre. Inoltre era un tipo che andava per le spicce “pane al pane vino al vino” Dopo aver ascoltato la venticinquenne ha detto la sua. “Rebecca, hai conseguito la laurea? Bene. Anzi, molto bene … ma è solo l’inizio. Adesso sposati e vai subito a prendere dei figli …” Rebecca non ci ha visto più. “Dott. Danilo, è proprio per questo che sono qui. Mi sono lasciata con il fidanzato” Il sessantenne fece finta di guardare il soffitto e soffermare lo sguardo su una crepa inesistente. “Rebecca … dopo un Papa se ne elegge un altro. Però, sposati e fai come ti ho detto … non tirarla vecchia. La vita è troppo breve per cincischiare. I figli sono la “vera laurea della donna”. I figli sono il futuro. Il tuo futuro. In essi vive il tuo sangue … e il sangue non è acqua. E’ vita, è sapere, è futuro. Anzi, guarda. Voglio darti una mano. Presso una Università di Milano è in corso un programma “figli, futuro del mondo e della società” Rivolgiti alla Dott. Valeria. E’ l’ideatrice del programma” Rebecca aveva mille idee per la testa, ma quelle del Dott. Danilo non erano da scartare. Prese il biglietto con l’indirizzo del Corso e si avviò verso l’uscita. Ad un tratto il Dott. Danilo ha richiamato la venticinquenne. “Rebecca, Rebecca, mi sono dimenticato di chiederti di fare un rito. Metti la mano in questa scatola, chiudi gli occhi ed esprimi un desiderio” La venticinquenne fece quanto consigliato dal suo Psicologo di fiducia. Dopo il rito decise di fare quattro passi lungo Viale della Libertà a Pavia. Un viale alberato dove il traffico non manca mai. Si sentiva quasi rilassata, quando … una Ferrari rossa fiammante si è fermata a pochi passi. “Scusi Signorina, potrebbe dirmi come trovare questo indirizzo?” Rebecca lesse l’indirizzo. “Ma questo è il Palazzo dove abito io …” La venticinquenne osservò l’uomo che l’aveva interpellata … un bellissimo quarantenne che più affascinante di così non poteva essere. Rebecca si incuriosì. “Scusi come mai quell’indirizzo?” Ormai … l’uomo al volante della Ferrari rossa fiammante desiderava conoscere qualcosa in più della bellissima venticinquenne che aveva davanti. “Sono il Dott. Giorgio, il nuovo proprietario dell’Attico … Le spiace farmi da guida?” Rebecca incuriosita da come si mettevano le cose invitò l’uomo girare a destra e guidare fino in fondo alla via. Rebecca l’avrebbe raggiunto a piedi. Quando le coincidenze sono tante non è esclusa “la mano del Destino” Infatti i due, Giorgio e Rebecca non si sono lasciati più. In viale Libertà è iniziata la loro storia d’amore che continua … con un grande avvenire. Miniracconto 59 di Dino Secondo Barili

sabato 10 dicembre 2016

11 dicembre 2016

Miniracconto 58 OSVALDO E IL CLUB DELLA FELICITA’ A volte le persone che stanno bene, hanno disponibilità di mezzi e tempo si fanno dei problemi inutili o inesistenti. Ne ha saputo qualcosa una settimana fa il Dott. Osvaldo, cinquant’anni portati alla grande, single. Anzi, era talmente certo di avere dei problemi che si è recato dal suo Psicologo di fiducia, il Dott. Danilo, un sessantenne che ne sapeva una più del diavolo. Appena il Dott. Danilo ha visto il Dott. Osvaldo si è inalberato. “Cosa ci fai tu qui? Non dovresti essere a Saint Tropez?” Il cinquantenne cercò di spiegare la sua situazione che, secondo lui, era molto complicata. “… a volte si svegliava di notte … e pensava” Dopo una simile affermazione il Dott. Danilo si è inalberato ancora di più. “Osvaldo, Osvaldo se ti lamenti tu che vivi in uno degli Attici più belli del Lungo Ticino a Pavia. Hai una Ferrari rossa fiammante in garage … cosa dovrebbero dire le altre persone? Tu vivi troppo isolato mio caro. Troppo solo nel tuo splendido Eden sospeso tra la terra e cielo. Hai cinquant’anni, giovanotto … l’età più bella della vita … Svegliati prima che sia troppo tardi. Anzi, voglio esserti amico. Ti iscrivo al “Club della Felicità”. Ha sede in Milano. Questo è l’indirizzo. Rivolgiti alla Dott. Elena, Presidente del Club. Lei sa tutto della felicità e del modo in cui viverla” Al Dott. Osvaldo non è rimasto altro che prendere il biglietto con l’indirizzo e fissare l’appuntamento. Non era passato un minuto e la Dott. Elena aveva già risposto. “Disponibile da subito”. E’ stata, però, quella voce che ha dato la carica al Dott. Osvaldo. Il cinquantenne confermò che sarebbe stato a Milano nell’arco di mezz’ora. L’incontro è avvenuto nella sede del Club poco lontano a Piazza del Duomo. Osvaldo si aspettava di incontrare una bella donna, ma la realtà ha superato l’immaginazione. La Dott. Elena non era una donna … era una Dea. Alta, bionda, occhi azzurri e gambe che avrebbero fatto girare l’universo intero. Il modo in cui era vestita, si muoveva, parlava, gesticolava … Insomma, Osvaldo non è riuscito a dire una parola. In compenso ha parlato lei, Elena, la Dott. Elena, la Psicologa che sapeva tutto sulla felicità. Osvaldo, però, si aspettava la sorpresa. E la sorpresa c’è stata. “Osvaldo, adesso, partiamo per l’isola più bella del mondo: Capri. Lì vivrai il più bel sogno della tua vita” Ormai era fatta. Osvaldo sapeva di essere in buone mani. Come un’eco lontana gli parve di sentire la nota canzone … “Qui, sotto il cielo di Capri / com’è bello sognar / quando mormora il mar” (e tutto il resto) … Prima di tutto c’era Elena, la bellissima Elena che avrebbe trasformato tutto in un bel sogno d’amore. Miniracconto 58 di Dino Secondo Barili

venerdì 9 dicembre 2016

10 dicembre 2016

Miniracconto 57 LA CUGINA DEL DOTT. DANILO Un settimana fa, L’Architetto Andrea e l’amico Dott. Danilo erano al solito Bar in Piazza della Vittoria a Pavia per la pausa Caffè. Andrea, cinquant’anni portati alla grande, single, con Attico sul Lungo Ticino e Ferrari rossa fiammante in garage … si lamentava. Durante la cena della sera precedente aveva mangiato due cucchiai di pasta in più ed aveva fatto la notte bianca. Non aveva chiuso occhio. Aveva contato le pecore fino alle sei del mattino. Il Dott. Danilo, famosissimo Psicologo pavese, sessantenne, si era messo a ridere. “Andrea contala come la devi contare … Non erano i due cucchiai di pasta in più. Il motivo vero? … eri solo nel tuo grande letto a cuore … a guardare le stelle dal tuo splendido Attico sul Lungo Ticino. Se avessi avuto accanto una bella bionda. Di quelle che dico io … non dormivi, ma per altri motivi” La battuta aveva spiazzato Andrea di solito molto gentile e controllato. “Danilo, possibile che voi Psicologi, mettete tutto sulla donna e sul sesso? La donna non sempre è indice di benessere … a volte ha ragione Franz Lear “… è scabroso le donne studiar. Degli uomini son disperazion … donne, donne, donne … eterni dei” Il cinquantenne aveva le sue buone ragioni per parlare così. Era appena uscito da una delusione d’amore. Il Dott. Danilo non mollò la presa. “Andrea, parli così perché non conosci mia cugina Meraviglia. Anzi, visto che nella vita bisogna essere pratici … a mezzogiorno te la presento” Il cinquantenne non disse né si, né no. Lasciò dire. I due stavano ancora parlando quando una stupenda trentenne … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo si materializzò accanto a loro. Più che una donna sembrava una Dea … di quelle scese dall’Olimpo per lanciare nuove sfide amorose. Danilo, da vecchio volpone, colse la palla al balzo. “Andrea, cosa ti dicevo? Ecco mia cugina Meraviglia … Meraviglia di nome e di fatto … scrittrice di libri rosa … sceneggiatrice … Regista TV. Perché non ho più l’età (e fece un sorrisetto malizioso) altrimenti, andrei a scuola da Lei … per farmi svelare i segreti dell’amore” L’Architetto Andrea si era reso conto di essere finito in un mondo che non conosceva. Cercò le parole, ma Meraviglia l’anticipò. “Architetto Andrea, Danilo mi ha parlato di lei … possiamo darci del tu? Sto ambientando la trama di un nuovo romanzo d’amore a Venezia. Avrei proprio bisogno dell’assistenza di un Architetto. Se la sente di vivere un’avventura fuori del comune?” Il cinquantenne si trovò, improvvisamente in un cerchio magico. I suoi occhi non sapevano più deve guardare. La sua mente non sapeva più cosa pensare. La proposta era troppo allettante …” Accettò con piacere. Del resto cosa poteva fare? La carne è debole … Un cinquantenne di fronte ad una trentenne … è ancora più debole. Le labbra della trentenne tremavano, erano irresistibili … In quell’istante, da una radio nascosta chissà dove si diffuse una canzone del tempo che fu … “Amore baciami … quegli occhi languidi … son troppo innamorata di te” Miniracconto 57 di Dino Secondo Barili

giovedì 8 dicembre 2016

9 dicembre 2016

Miniracconto 56 DUE ARCHITETTI E IL CANE REMIGIO … A BORDIGHERA Pavia è una bellissima città a venti minuti di treno da Milano. Ogni tanto, però, bisogna staccare la spina e partire. Partire senza pensarci due volte. Una settimana fa è stato così anche per l’Architetto Gianmichele, un cinquantenne pavese, single, con una vastissima clientela nel milanese. E’ proprio quando si ha una vastissima clientela che il telefonino continua a suonare dalla mattina alla sera. Il telefonino è uno strumento di lavoro favoloso … entro certi limiti. Inoltre, Gianmichele era sempre disponibile. Aveva viziato la sua clientela e la sua clientela voleva sempre e solo lui. Risultato? Basta! Così non si può andare avanti. Una settimana fa, Gianmichele spense il telefonino e decise di partire. Lasciare Pavia almeno per un giorno. Stava per uscire con l’automobile dal garage quando si trovò davanti il suo Collega Gianfrancesco disperato. “Gianmichele dove vai? Ho bisogno di te” Gianmichele spiegò ciò che stava facendo. Anche Gianfrancesco, disperato, condivise l’idea. Voleva lasciare Pavia … almeno per un giorno. Ormai era fatta. In due ci si confida e la vita prende un’altra piega. Non era finita … Anzi, era solo l’inizio. Gianmichele stava per chiudere il garage quando davanti a lui si presentò un cane … Un cane? Si, un cane randagio di quelli abbandonati, un po’ bruttino, senza fissa dimora. Un bastardino di media taglia i cui occhi dicevano tutto. Gianmichele lo prese in braccio e, senza pensarci due volte. “Vieni che andiamo a Bordighera” Dopo tutto sull’auto c’era posto da vendere. Così la settimana scorsa partirono da Pavia … due Architetti e un cane finalmente felici di fare la breve vacanza di un giorno a Bordighera! Gianmichele a Bordighera, c’era stato da piccolo con suo padre … perché non tornarci? A Bordighera aveva fatto amicizia con Lilly una ragazza carina della sua età. Anzi, detta come va detta … ci aveva pure preso una solenne cotta. Anche, Gianfrancesco aveva dei ricordi a Bordighera. La sua prima fidanzata era di Bordighera. Allora aveva diciassette anni. L’età delle cotte improvvise … dei fuochi di paglia. Dopo un paio d’ore i due Architetti e il cane erano nelle vicinanze di Bordighera. Decisero di fare una sosta e di prendere un caffè. Remigio (questo era il nome dato al bastardino) stava comodamente accoccolato sulle ginocchia di Gianfrancesco il quale non aveva mai avuto un cane (come padrone). La sosta ci voleva. Nel Bar, però, c’era un affollamento incredibile di persone con le macchine fotografiche pronte a scattare fotografie. Come i due Architetti e il cane Remigio sono scesi dall’automobile tutti i presenti sono scoppiati in un lunghissimo battimani. Un signore che doveva essere il “capo supremo” prese la parola. “Oh … finalmente siete arrivati. E’ un ora che vi aspettiamo. Finalmente possiamo girare il nuovo film … “Un giorno a Bordighera con Gianmichele, Gianfilippo e il cane Remigio” I due Architetti si guardarono in faccia allibiti. Non capirono più nulla. E’ stato in quel momento che due bellissime trentenne Ada e Giada … alte, bionde, occhi azzurri e gambe da fine del mondo … presero sottobraccio i due cinquantenni e … “Non preoccupatevi … Vi spieghiamo tutto noi” E’ stato in quel momento che Remigio il bastardino raccolto a Pavia si è messo a parlare. “… Ho fatto tutto io … Sono il Signor Destino” Miniracconto 56 di Dino Secondo Barili

mercoledì 7 dicembre 2016

8 dicembre 2016

Miniracconto 55 GIOIA, OSVALDA E LA CENA DEL MISTERO Diceva il Saggio che “andare in crisi capita a tutti … l’importante è riprendersi e rimettersi a correre” Un mese fa due bellissime quarantenni pavesi Gioia e Osvalda … alte, bionde, occhi azzurri e gambe da fine del mondo … erano in crisi. Crisi nera. Osvalda, però, era un peperino che non andava mai per il sottile. “Gioia dobbiamo darci da fare. Il tempo passa e non combiniamo niente. Ci vuole un’idea!” Detta così sembrava una battuta di spirito, per farsi coraggio, invece … Osvalda quando si metteva in testa qualcosa non la fermava nessuno. Subito aggiunse. “Gioia, organizziamo la Cena del Mistero” Gioia si inalberò. “Tu sei matta da legare … dove? Quando? Con chi?” Osvalda si aspettava le domande. “Nella vita ci vuole fantasia, mia cara … altrimenti non si va da nessuna parte. La cena la organizziamo domani sera a casa mia. Ho un salone a disposizione praticamente inutilizzato. Adesso, andiamo a fare un giro in Corso Cavour. Invitiamo i primi due cinquantenni che incontriamo” Sono le idee pazze che fanno girare il mondo. Gioia si inalberò una seconda volta, ma non disse una parola … era partita persa. Con Osvalda, o si faceva come voleva lei o fine dell’amicizia. In Corso Cavour le due quarantenni incontrarono due cinquantenni che erano proprio il pane per i loro denti: Giansiro e Gianfilippo. Due cinquantenni ricchissimi, bellissimi, egocentrici i quali si vantavano “che doveva ancora nascere la donna … che avrebbe messo loro la briglia al collo” Ovviamente non avevano fatto i conti con le folli quarantenni di Pavia. E’ stata Osvalda a lanciare l’esca. “Giansiro e Gianfilippo, abbiamo bisogno di voi. Domani sera dobbiamo festeggiare la Cena del Mistero. Abbiamo bisogno del vostro aiuto per stappare la bottiglia di spumante. Non potete rifiutare” Così, senza neanche accorgersi, i due cinquantenni sono caduti nella rete. La cena è stata superlativa. E’ stato al momento di stappare la bottiglia (anzi, il bottiglione) che è iniziato il mistero. Ancora una volta Osvalda ha messo le carte in tavola. “Giansiro e Gianfilippo sono certa che voi siete degli artisti nello stappare bottiglie di spumante, ma questa è una bottiglia speciale. Va versata nel magico “vaso di cristallo” … I due cinquantenni non si resero conto che Osvalda era una “strega vera e propria” Aveva studiato in Francia, alla famosa “Scuola del Mago Merlino” I due cinquantenni ormai imbambolati chiesero cosa dovevano fare. Osvalda continuò. “Una volta stappato lo spumante, voi due dovete mettere la mano sinistra nel vaso di cristallo ed io e Gioia vi versiamo sopra lo spumante” I due pensavano che le quarantenni scherzassero, invece no. Hanno versato lo spumante sulla mano sinistra immersa nel vaso di cristallo. Sulle mani dei due cinquantenni comparve … una stella d’argento, luminosissima” Giansiro e Gianfilippo cominciarono a preoccuparsi. “Ed ora cosa facciamo? Gireremo per Pavia con la stella d’argento sulla mano?” Osvalda li tranquillizzò. “Niente paura … ora, abbandonatevi al Destino” Giansiro e Gianfilippo cominciarono ad andare in estasi … A vedere Osvalda e Gioia ballare nude davanti ai loro occhi … volteggiare come fossero libellule in una notte d’agosto. Insomma, l’incantesimo è pienamente riuscito. I due cinquantenni vissero una notte da sogno (e pure le due quarantenni). Dopo quella Cena del Mistero due inseparabili coppie passeggiano in Corso Cavour alle cinque della sera … Giansiro e Gianfilippo portano sempre i guanti. Non hanno il coraggio di mostrare la “stella d’argento” che brilla sulla loro mano sinistra. Miniracconto 55 di Dino Secondo Barili

martedì 6 dicembre 2016

7 dicembre 2016

Miniracconto 54 ORTENSIO E ORTENSIA D’IN … BURG A BASS Pavia è una città magica, imprevedibile. Ortensio, quarantacinque anni, pavese doc, ballerino bravissimo di Tango Argentino, un mese fa era al suo solito Bar in Piazza della Vittoria. Stava leggendo il giornale quando una bellissima signora cinquantenne prese posto al tavolino accanto. “Scusi, lei è il signor Ortensio? … il famoso ballerino di Tango Argentino?” Il quarantacinquenne si sentì un dio. Rispose gentilmente … evidentemente soddisfatto.“Si, sono io. La ringrazio per il famoso” La donna non si fermò. “Sono Grazia. Sapesse quanto volte ho sognato di ballare tra le sue braccia” Era fatta. Ortensio e Grazia si accordarono per un incontro in una Sala da Ballo della Lomellina dove Ortensio si esibiva ogni sabato sera ballando il Tango Argentino. Alla data fissata i due si incontrarono puntuali nella sala affollata. Ormai Ortensio e Grazia si erano telefonati parecchie volte e si davano del tu. La donna non vedeva l’ora di vivere l’emozione del suo primo Tango Argentino. Ortensio era un ballerino nato. Aveva la danza nel sangue. Al termine del ballo Grazia ringraziò entusiasta ed avanzò la proposta. “Ortensio perché non fai provare a mia figlia la magia del tango argentino?” In quell’istante, una stupenda figura di venticinquenne … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo … si fece spazio nella sala affollata, avvolta in un’infinità di svolazzanti, trasparenti vestiti multicolori. Prese il posto della madre tra le braccia di Ortensio. Sarà stato per il tango, sarà stata per l’atmosfera che si era creata … oppure per la bellezza e la bravura della coppia, tutti i presenti in sala scoppiarono in un fragoroso applauso. Ortensio non aveva mai avuto un’ovazione del genere. Ormai ne era certo. Non era solo un Dio … ma aveva tra le braccia una Dea … la sua Dea … la Dea che aveva sempre sognato. Al termine dell’esibizione Ortensio non sapeva cosa dire. Uscì con la prima frase che gli venne in mente. “Come ti chiami?” La venticinquenne rispose senza particolare enfasi “Ortensia. Ortensia … d’in Burg a bass” Ormai era nata una nuova coppia dello spettacolo … “Ortensio e Ortensia d’in Burg a Bass … stelle del Tango Argentino”. A volte non ci vuole molta fantasia per creare un’atmosfera da favola … al resto ci pensa l’amore e il tango argentino. Miniracconto 54 di Dino Secondo Barili

lunedì 5 dicembre 2016

6 dicembre 2016

Miniracconto 53 CARMELA E IL GRAN BALLO DEI CINQUANTENNI Nella vita non sempre tutto va liscio. Anzi, oltre agli alti e bassi c’è sempre qualche intoppo che rovina l’atmosfera. E’ proprio il momento di reagire. Cercare la soluzione del problema. Ne ha saputo qualcosa una settimana fa, Carmela, bellissima quarantenne pavese … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo. Per Carmela era proprio un periodo nero … di quelli da cancellare dal calendario … sia in ufficio, sia a casa (sul piano sentimentale). Anzi, è stato proprio “sul piano sentimentale” la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Carmela ha dovuto dare un taglio netto con “l’altra metà” con la quale aveva condiviso alcuni anni. Con l’amica del cuore lo sfogo è stato inevitabile. “Federica, non sono riuscita più ad andare avanti. Tutti i giorni una lagna … piccole cose … come fossero punture di spillo. Ad un certo punto ho detto basta” Carmela stava per continuare quando Federica l’ha fermata. “Carmela adesso basta. Ho capito tutto. Conosco la tua storia meglio della mia. Ora, però, devi guardare avanti. Quando si raccontano troppo spesso le storie passate si cade in depressione. Meglio guardare al futuro” Carmela si sentì spiazzata. “Federica cosa dovrei fare?” L’amica era di quelle che … “pane al pane, vino al vino”. La risposta è stata micidiale. “Dopo un Papa se ne elegge un altro … e non dirmi che non ci hai già pensato” Ancora una volta Carmela si sentì all’angolo. “… Si, ci ho pensato. Questa volta, però, lo voglio ricco e bellissimo. Un irresistibile cinquantenne con qualche capello bianco tanto per fare scena” Federica si congratulò. “Finalmente un discorso serio. Anzi, stasera sono invitata al Gran Ballo dei Cinquantenni a Milano. Preparati che andiamo insieme” Carmela si sentì folgorata. Da tempo non provava emozioni del genere. Alla sera, a Milano, Carmela e Federica hanno fatto la loro splendida entrata nel Salone delle Feste di un lussuoso Ristorante. Un nugolo di affascinanti cinquantenni era in attesa della dama che veniva loro assegnata mediante sorteggio. A Carmela toccò Gianfrancesco. Più che un cinquantenne sembrava un Dio greco reincarnato per l’occasione. Oltre al fascino era uno splendido ballerino di Tango Argentino. Carmela si sentì una piuma tra le sue braccia. Non passò un secondo ed un viso sfiorò un altro viso. Il tango è ballo troppo sensuale perché labbra non cercano labbra … da baciare. Gianfrancesco non ha resistito (e nemmeno la bellissima quarantenne). Dopo un bacio lunghissimo ed appassionato il cinquantenne è stato esplicito. “Carmela … una vacanza a Parigi non ce la toglie nessuno” I due partirono all’istante … e non sono ancora tornati. Miniracconto 53 di Dino Secondo Barili

domenica 4 dicembre 2016

5 dicembre 2016

Miniracconto 52 SUSANNA E IL CLUB DELLA SCOPA D’ASSI A volte le donne si innamorano del vicino di casa. Un mese fa è capitato anche a Susanna, bellissima quarantenne, single pavese … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo. Si è innamorata di Filippo, il Dott. Filippo, cinquant’anni portati alla grande, single pure lui … un po’ timido (a dire poco) con le donne. Quando le donne si mettono in testa certe cose vogliono vedere i risultati. Susanna ha provato in tutte le maniere a coinvolgere il cinquantenne. Ci ha provato con lo zucchero … e il Dott. Filippo le ha dato la scatola intera (dello zucchero). Ha provato con il sale. Il cinquantenne si è precipitato a comprarlo e glielo ha consegnato sulla porta dell’appartamento senza dire una parola. Insomma, a volte non basta la volontà … per svegliare i sensi. Lo dicono anche gli Psicologi. Ci vogliono condizioni psicologiche accompagnate da quel “quid” che fa sentire la persona interessata … un Re. Proprio quello di cui aveva bisogno il Dott. Filippo. Un paio di settimane fa, la quarantenne Susanna stava prendendo il caffè al Bar di Franchino in Piazza della Vittoria ed era giù di corda. Si vedeva lontano un miglio che aveva il morale a terra. Franchino, barista al quale non sfugge nulla, se ne accorse. Ne chiese il motivo. “Susanna … come mai quel viso imbronciato? Non è da te. Un donna come te … alta, bionda, occhi azzurri e gambe … dovrebbe essere la donna più felice del mondo” Susanna sputò il rospo. “Franchino, Franchino … anche le bionde a volte piangono. Si innamorano … e piangono” Il barista Franchino non ci ha visto più. “Dimmi. Dimmi … chi è quell’uomo che ti fa soffrire?” E lì … è uscito il nome del Dott. Filippo, cinquantenne, vicino di casa. Franchino non ci ha visto più. “Ci penso io” In quattro e quattro otto il barista più fantasioso di Pavia ha organizzato il “Club della Scopa d’Assi”. Ha fatto girare la voce tra i propri clienti e le iscrizioni sono piovute a iosa. Ora, si trattava di nominare il Presidente. Franchino ci aveva già pensato: il Dott. Filippo. Il Dott, Filippo era timido con le donne, ma amava essere al centro della scena, corteggiato e riverito. Per Franchino è stato un piacere mettere “la ciliegina sulla torta”. Ha nominato Susanna, Segretaria del Presidente … la democrazia funziona così. Da Segretaria … Susanna ha scoperto il tallon d’Achille del cinquantenne. In pochissimo tempo Filippo si è trovato tra le braccia della più bella quarantenne pavese … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo di cui “non” conosceva … le bellezze nascoste. Miniracconto 52 di Dino Secondo Barili

sabato 3 dicembre 2016

4 dicembre 2016

Miniracconto 51 MORENA, SILVIA, ALESSIA Pavia non è una città come le altre. E’ il regno della fantasia. Cosa sarebbe Pavia senza la fantasia? Una città come le altre … come ve ne sono centomila. Invece, no. Pavia è speciale. C’è Piazza della Vittoria che da sola funziona da palcoscenico permanente sul quale, ogni giorno, si intrecciano infinite storie. Sabato della settimana scorsa ne ha saputo qualcosa il Dott. Goffredo, cinquant’anni portati alla grande, Commercialista nel milanese, abitante in un Attico sul Lungo Ticino a Pavia. Quando una persona ha tutto … cosa dovrebbe volere di più? Invece, anche il Dott. Goffredo era giù di corda ed aveva i suoi problemi. La sua impiegata di fiducia, la Signora Maria, una donna che ne sapeva una più del diavolo, stava per andare in pensione e il cinquantenne non aveva trovato la persona con cui sostituirla. Si fa presto dire sostituire “un’impiegata di fiducia” ...una parola! Gli annunci sul giornale non erano serviti a nulla. Nessuna delle candidate che si erano presentate corrispondeva ai desideri del Commercialista. Prima di tutto dovevano essere … alte, bionde, occhi azzurri … e gambe da fine del mondo. Qualche lettore dirà che è proprio una fissazione, ma Dott. Goffredo aveva le sue ragioni. Nell’ufficio una persona passa la vita … la vita è una sola … Cosa c’è di meglio di passare le ore come fossero un sogno? Sabato scorso il Commercialista era nel Bar del barista Franchino in Piazza della Vittoria. Aveva il volto preoccupato. Franchino, curioso come il mal di pancia, fece di tutto per conoscerne il motivo. Il Dott. Goffredo cascò nella rete del “più fantasioso barista di Pavia”. “Dott. Goffredo non si preoccupi … tra pochi istanti potrà scegliere” Il barista non aveva finito di parlare e tre trentenni … che sembravano tre Dee scese dall’Olimpo entrarono nel Bar di Franchino. “Sono Morena, alta, bionda, occhi azzurri, tre lauree … il resto si vede” … “Sono Silvia, alta, mora, occhi neri, tre lauree … il resto si vede” … “Sono Alessia, alta, rossa (di capelli), occhi verdi, tre laure … il resto si vede” Di fronte ad un simile spettacolo il cinquantenne Dott. Goffredo per poco non svenne. Era proprio ciò che sognava. Da Commercialista avveduto ha deciso all’istante. “Assunte tutte e tre”! Qualche lettore si chiederà la motivazione. Eccola … In un Ufficio ci sono sempre un sacco di cose da fare … Poi, meglio tre … di una! Il Dott. Goffredo volle, pure, festeggiare l’avvenimento. Propose a Morena, Silvia e Alessia una settimana a Parigi che è stata immediatamente accettata. Miniracconto 51 di Dino Secondo Barili

venerdì 2 dicembre 2016

3 dicembre 2016

Miniracconto 50 ROBERTA … E TACCHI A SPILLO I tacchi a spillo sono la croce e la delizia delle donne … specialmente in Piazza della Vittoria a Pavia. Cosa sarebbe, infatti, Piazza della Vittoria senza i tacchi a spillo? Con i tacchi a spillo le donne mettono in mostra la loro eleganza, il loro portamento, le linee sinuose del loro corpo … e fanno strabuzzare gli occhi agli uomini di ogni età. Ne ha saputo qualcosa Roberta, bellissima quarantenne pavese … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo. L’altro giorno voleva provare il suo nuovo paio di scarpe con tacchi a spillo. Un tacco a spillo si è infilato tra due sassi del meraviglioso acciottolato di Piazza della Vittoria e si è visto subito il risultato. Per poco, Roberta non ha fatto un volo “tipo Colombina veneziana”. A salvarla da sicure fratture ci ha pensato l’intraprendenza di un avvenente turista cinquantenne spagnolo, Carlos, il quale, da famoso ballerino di tango argentino, ha afferrato e trattenuta tra le sue forti braccia Roberta … la bellissima Roberta pavese. Cosa poteva fare Roberta per ringraziare il suo salvatore? Ha offerto un super caffè nel solito Bar del fantasioso barista Franchino il quale “una la fa e l’altra la pensa”. Infatti, Franchino, ipso facto, ha proposto a Carlos e Roberta, un’esibizione straordinaria di tango argentino nel suo locale. Il tango argentino è fatto apposta per eccitare gli animi … per scatenare passioni. Carlos si è subito esaltato … Roberta pure. In un attimo si è fatto spazio. La musica del tango argentino era già nell’aria. Roberta si è tolta le scarpe e … a piedi nudi si abbandonò tra le braccia di Carlos che l’ha fatta volere come una piuma. Quando si accende la passione … è come un torrente in piena. Non lo ferma nessuno. Vista la bellezza dei movimenti … anche i presenti si sono messi a ballare. Dopo tutto che male c’è? Il ballo è vita, il ballo è salute. Al termine della esibizione. Carlos e Roberta sono partiti per la Spagna … ma torneranno a Pavia, in Piazza della Vittoria, luogo ideale … dei tacchi a spillo. Miniracconto 50 di Dino Secondo Barili

giovedì 1 dicembre 2016

2 dicembre 2016

Miniracconto 49 ARMANDO … E LE BELLEZZE DI MILANO L’Architetto Armando, cinquant’anni portati alla grande, appassionato delle bellezze di Milano … giovedì della scorsa settimana era amareggiato e deluso. A Pavia aveva assistito ad un dibattito nel quale alcuni suoi Colleghi pavesi avevano sostenuto la tesi che “Gli uomini (maschi) starebbero meglio senza le donne” Naturalmente è nata una discussione che ha avvelenato gli animi. L’Architetto Armando ha sostento l’idea che … “Le donne sono il più bel fiore della vita … soprattutto se bionde … alte, occhi azzurri e gambe da fine del mondo” Anzi, per essere nel vero, l’Architetto Armando, si è recato quel giovedì stesso a Milano. Ha assistito ad una Conferenza del Prof. Danilo, esperto di donne, presso una Università di Milano. In sostanza il Prof. Danilo ha categoricamente affermato che le donne sono la fonte di ogni benessere maschile. Senza le donne, l’uomo sarebbe ancora all’età della pietra. Dentro alle caverne a giocare a chi tirava più sassi in acqua. Mentre sono state proprio le donne ad avviare il progresso perché … “dopo una cosa … ne vogliono subito un’altra” Oggi, poi, con la parità dei sessi, la società corre all’impazzata. Basta vedere quante donne sono al volante (e guidano meglio degli uomini). L’Architetto Armando, però, non sapeva che mentre stava seduto ad ascoltare l’interessante conferenza del Prof. Danilo … una quarantenne lo stava guardando con sempre più maggior interesse. Era la sua Collega Architetto Felicita, Presidente di una Associazione di Architetti di cui Armando faceva parte. L’Architetto Felicita, single da qualche mese, stava cercando un Collega con il quale studiare la ristrutturazione di una favolosa villa a Saint Tropez sulla Costa Azzurra. Al termine della Conferenza … Felicità ne ha subito approfittato per parlarne con Armando. Presero un caffè insieme al Bar. Discussero sullo sviluppo del progetto. Quando un uomo ed una donna, prendono il caffè insieme, sii guardano, si scrutano. Felicita ha notato che il cinquantenne era proprio il suo ideale. Anche Armando aveva fatto le sue considerazioni. Per esempio. Al cinquantenne piaceva il portamento di Felicita … alta, bionda, occhi azzurri … e gambe da fine del mondo. Inoltre, Felicita. aveva quarant’anni, una parlantina che incantava. Armando ne è rimasto affascinato. Felicita ha pensato che “il frutto va colto quand’è maturo” Lanciò l’esca. “Armando perché non andiamo a vedere la villa che dobbiamo ristrutturare a Saint Tropez? Per caso … ho qui in parcheggio la mia nuova Ferrari rossa fiammante … Possiamo partire subito” … Così, giovedì della settimana scorsa Armando e Felicita sono partiti per Saint Tropez … e là sono ancora … impegnati in baci, abbracci … e notti di fuoco. E la Villa da ristrutturare? Per quella c’è tempo … prima l’Amore! Miniracconto 49 di Dino Secondo Barili