giovedì 29 novembre 2012

PENSIERI SPARSI DEL 30 NOVEMBRE 2012

PENSIERI SPARSI DEL 30 NOVEMBRE 2012

 

“Non sempre

volere è potere…

ma,

le sfide,

sono sempre emozionanti”

Dino

DILETTA BIANCA ...E LE GARE DI PESCA racconto di Dino Secondo Barili

30 NOVEMBRE 2012
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 30 novembre 2012 – Venerdì – ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
 con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del Venerdì
Diletta Bianca … e le gare di pesca
La pesca è stata una delle prime attività umane per procacciarsi il cibo. E’ stata il primo “ABC della cultura”… intesa come “conoscenza” per raggiungere, nel minor tempo e nel miglior modo possibile, il risultato. La pesca (è stata) e lo è ancora un’attività solitaria dove “l’uomo, il pescatore, aguzza l’ingegno …e insegue la preda”. Intorno alla pesca sono nate numerose leggende… storie vere diventate… leggenda. La storia è ricca di aneddoti di ogni tipo. Basta entrare in contatto con un pescatore “vero”, una persona che pratica questo “sport” (ormai non esiste più la necessità della ricerca del cibo) per “entrare in un mondo a parte”. Lungo la riva del fiume Ticino, ogni tanto si vedono persone con la lenza in mano (per ore)… gli occhi fissi dentro all’acqua (come ipnotizzati) …per vedere abboccare un pesce. Il silenzio è rotto solo dallo sciabordio dell’acqua che raggiunge la riva… Due anni fa, Carlangelo, impiegato delle poste è andato in pensione. In gioventù aveva praticato la pesca … ma allora i pesci venivano pescati… per essere …”mangiati”. Ora, la pesca è uno sport ben organizzato e coloro che vogliono praticarlo devono prima di tutto conoscerne le regole, cioè fare tutte i “permessi” che occorrono. Inoltre, ci sono gruppi sportivi ben organizzati dove la pesca è un divertimento … attraverso le “gare di pesca”. Carlangelo, raggiunta la pensione era attratto dalla pesca. Si informò presso alcuni “gruppi di pesca” e divenne un “pescatore dilettante a pieno titolo”. Lo scopo del neo – pensionato, però, era quello di … mettersi in competizione con altri pescatori. Cosa c’era di meglio di iscriversi ad “laghetto di pesca”? Poco lontano dalla casa di Carlangelo, c’era un “laghetto” dove, ogni domenica, si organizzava una gara di pesca. Detto fatto (il nostro dilettante) si iscrisse e partecipò alle prime gare. L’ex-postale, però, non era una persona che si accontentava facilmente. Dopo le prime gare nelle quali non era stato neppure “classificato” … si era messo di buona lena ed aveva imparato la lezione. Primo: l’attrezzatura (di prim’ordine). Secondo: la tecnica di pesca… e quella occorreva esperienza. Terzo: la fortuna. E, si … perché pescare non è come altre attività. Ci gioca molto la fortuna… Ed ecco, la sorpresa: Diletta Bianca, sua moglie. Già, la moglie di Carlangelo! Si chiamava Diletta Bianca ed era figlia di pescatori. Dal padre aveva “ereditato un segreto”… ed ora lo metteva a disposizione del marito. Ogni domenica mattina, Diletta Bianca accompagnava il marito a pescare, e mentre questi faceva i suoi lanci … “la figlia del pescatore” osservava il fondo del laghetto… Da quel momento, i pesci facevano a gara per abboccare all’amo. Il “primo premo” della gara di pesca era assicurato. La storia si è ripetuta per parecchie e parecchie domeniche fino a quando … cominciarono i reclami, le indivie, le gelosie. Gli altri concorrenti chiesero l’intervento della Giuria… la quale, dopo attenta indagine, chiese l’allontanamento di Diletta Bianca dal campo gara. I giurati avevano capito che le donne (con certe loro capacità), quando vogliono, possono mettere in difficoltà chiunque… in qualsiasi momento.”. - fine- Questo è il 90° “racconto breve” scritto dal 2 settembre 2012. Il “progetto-sfida” è di scrivere 365 racconti in 365 giorni (uno al giorno). Riuscirà, il sottoscritto, a raggiungere tale traguardo? Vedremo... “Se son rose fioriranno”. – Buona giornata a tutti. Dino

OGGI, SANT'ANDREA di Vice Miazza

OGGI,
SANT'ANDREA 
di
Vice Miazza
30 novembre “SANT'ANDREA APOSTOLO” ….........Il Nuovo Testamento ricorda che Andrea era fratello di San Pietro. Egli era nato a Betsaida sulle rive del Lago omonimo in Galilea. Assieme al fratello Pietro esercitava il mestiere di pescatore e la tradizione vuole che Gesù stesso lo avesse chiamato ad essere suo discepolo invitandolo ad essere per lui "pescatore di uomini". Il Vangelo di Giovanni ricorda che Andrea, con suo fratello Simon Pietro, era stato in precedenza discepolo di Giovanni il Battista, che per primo gli consigliò di seguire Gesù, continuatore della sua opera. Andrea fu il primo a riconoscere in Gesù il Messia e lo fece conoscere al fratello . Presto entrambi i fratelli divennero discepoli di Cristo. Nei vangeli Andrea è indicato essere presente in molte importanti occasioni come uno dei discepoli più vicini a Gesù. La sua presenza è sottolineata in modo particolare nell'episodio della moltiplicazione dei pani, ma negli Atti degli Apostoli si trova solo una menzione marginale della sua figura, e poi la Scrittura non dice altro di lui, mentre ne parlano alcuni testi apocrifi, ossia non canonici. Lo storico Eusebio di Cesarea (ca. 265-340) scrive che Andrea predica il Vangelo in Asia Minore e nella Russia meridionale. Poi, passato in Grecia, guida i cristiani di Patrasso. E qui subisce il martirio per crocifissione: appeso con funi a testa in giù, secondo una tradizione, a una croce in forma di X; quella detta poi “croce di Sant’Andrea”. Questo accade intorno all’anno 60, un 30 novembre. Nel 357 i suoi resti vengono portati a Costantinopoli; ma il capo, tranne un frammento, resta a Patrasso. Nel 1206, durante l’occupazione di Costantinopoli (quarta crociata) il legato pontificio cardinale Capuano, di Amalfi, trasferisce quelle reliquie in Italia. E nel 1208 gli amalfitani le accolgono solennemente nella cripta del loro Duomo. Quando nel 1460 i Turchi invadono la Grecia, il capo dell’Apostolo viene portato da Patrasso a Roma, dove sarà custodito in San Pietro per cinque secoli. Ossia fino a quando il papa Paolo VI, nel 1964, farà restituire la reliquia alla Chiesa di Patrasso. Il nome Andrea dal greco, significa: Virile, gagliardo. Altri Santi del giorno: S. Galgano Guidotti, eremita (XII sec.); - S. Cuthberto Mayne, martire (1544-1577). Vice

PENSIERI SPARSI DEL 29 NOVEMBRE 2012

PENSIERI SPARSI DEL 29 NOVEMBRE 2012

 

“Non tutti i tentativi

hanno buon esito

Ma,

è attraverso i tentativi,

che

si raggiungono i risultati”

Dino

LA FIORISTA MARINELLA ...E IL SEGRETO DEI FIORI racconto di Dino Secondo Barili

29 NOVEMBRE 2012
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 29 novembre 2012 – Giovedì – ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
 con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del Giovedì
La “fiorista” Marinella…e il segreto dei fiori
Marinella, 35 anni, non era una “Dea”… e lo sapeva benissimo. Aveva, però, un modo di fare che attirava la gente. Da parecchi anni aveva organizzato il suo Negozio di “Fiorista” in una via adiacente la Chiesa più importante della città. Il Negozio andava bene, ma Marinella non era soddisfatta… Desiderava qualcosa in più. Un anno e mezzo fa decise di “puntare su nuove idee” per rendere il suo lavoro più soddisfacente. Si accorse che servire bene la clientela dava parecchie soddisfazioni. Impegnarsi nel migliorare la presentazione del prodotto era indispensabile… ma non bastava. Una persona va in un negozio…”Ho bisogno dei fiori…” – “Quali?” – dopo una breve pausa… – “Veda lei … sono per il 50° anniversario di matrimonio”… Quando sentiva un discorso del genere, a Marinella cadevano le braccia. Mostrava alla cliente alcune varietà di fiori… ma si vedeva lontano un miglio che era una “cosa forzata”, senza motivazione ed emozione. Marinella un anno e mezzo fa… fece il grande salto. Nei momenti di chiusura del Negozio organizzò, all’interno del locale il “Gruppo Amici dei Fiori”. Sette amiche, appassionate di fiori, cominciarono ad incontrarsi con regolarità e a scambiarsi le relative informazioni al riguardo. Notizie note e stranote… ma che facevano “compagnia”, davano un senso ai fiori non solo come elementi naturali per rendere vivo un ambiente, ma anche per dare ad esso un carattere, una identità. Nacquero così nuove proposte. A Marinella venne l’idea di coinvolgere “nell’operazione fiori”… un esperto. L’idea sembrava facile da realizzare, ma non fu così. Un po’ per le idee originali della “fiorista”, un po’ perché non erano molti gli esperti disponibili sulla “piazza”… fatto sta che Marinella faticò non poco a trovare la persona giusta per il Gruppo Amici dei Fiori”. Però… chi cerca trova. Alla fine comparve all’orizzonte, quasi per caso, il Dott. Anemone. Già il nome era un programma… Il fatto, poi, che avesse cinquant’anni, fosse un bell’uomo, e avesse passato la vita a coltivare fiori per il giardino di una Nobile Famiglia del Lago di Como… ne faceva quasi “un Dio… il Dio dei Fiori”. Il Gruppo Amici dei Fiori trovò subito nuovi stimoli… e il Dott. Anemone si trovò “corteggiato” da sette appassionate… dei fiori e della natura. Naturalmente, la “fiorista” Marinella, non perse un secondo per diventare la “segretaria dell’esperto”. Era lei che preparava tutto alla perfezione… e anticipava gli elementi che servivano per la “lezione”. Il bello ebbe inizio quando il Dott. Anemone cominciò a parlare del “linguaggio dei fiori… attraverso il colore”. La “parlata fluida, piacevole e suadente” dell’esperto incantò le componenti del Gruppo… La prima a crollare, però, fu proprio Marinella la quale si “innamorò pazzamente” del bel cinquantenne e non lo perse più di vista. Qualche mese fa Anemone e Marinella sono diventati marito e moglie… con “sette damigelle” a far loro da “corona”. - fine- Questo è il 89° “racconto breve” scritto dal 2 settembre 2012. Il “progetto-sfida” è di scrivere 365 racconti in 365 giorni (uno al giorno). Riuscirà, il sottoscritto, a raggiungere tale traguardo? Vedremo... “Se son rose fioriranno”. – Buona giornata a tutti. Dino

OGGI, SAN FRANCESCO ANTONIO di Vice Miazza

OGGI,
SAN FRANCESCO ANTONIO 
di
Vice Miazza
29 novembre “SAN FRANCESCO ANTONIO FASANI” …......San Francesco Antonio Fasani, al secolo Donato Antonio Giovanni, nacque a Lucera il 6 Agosto 1681. Ancora adolescente, Il 23 agosto 1695 entrò nel noviziato dei Frati Minori Conventuali di Monte S. Angelo, prese il nome di Francesco Antonio ed emise la professione il 23 Agosto 1696, con i voti di povertà, castità, obbedienza. Nel 1703 venne inviato ad Assisi per completare la sua formazione e nel Settembre del 1705 venne ordinato sacerdote. Successivamente fu inviato nel monastero romano di San Bonaventura, dove divenne maestro in teologia, ritornò quindi ad Assisi e qui si dedicò alla predicazione nelle campagne; nel 1707 tornò definitivamente nella sua Lucera e divenne reggente di studi nel collegio filosofico della città e guardiano del convento. Nella sua regione natale, si distinse per l’intensità del suo apostolato, percorrendo tutti i paesi della Capitanata (l'odierna Provincia di Foggia) e località limitrofe, meritandosi l'appellativo di apostolo della sua terra, per cui nel 1721, con un Breve ufficiale di Papa Clemente XI fu nominato ministro provinciale della provincia religiosa di Sant’Angelo, che in quel tempo si estendeva dalla Capitanata al Molise. Scrisse alcuni sermoni, un Quaresimale, un Mariale, un’esposizione al Pater e al Magnificat; il suo intento finale era quello di rendersi comprensibile a tutti, specialmente alla popolazione più umile, da cui si sentiva attratto, grazie alla sua catechesi francescana. Ebbe l’idea di raccogliere pacchi dono per i più poveri in occasione del Santo Natale, ma il suo impegno maggiore fu sempre quello di assistere i carcerati ed i condannati a morte; inoltre fece restaurare il tempio di San Francesco in Lucera, seriamente danneggiato dal terremoto del 1731, questo tempio per trentacinque anni fu il centro della sua predicazione. Morì a Lucera, il 29 Novembre del 1742. Venne Beatificato da Papa Pio XII il 15 Aprile del 1951 e proclamato Santo il 13 Aprile del 1986. Il nome Francesco, dall'antico tedesco, significa: “uomo libero”. Il nome Antonio, dal greco, significa “nato prima” o “ce fa fronte ai suoi avversari”. Altri Santi del giorno: Beato Vincenzo Romano, Sacerdote (1751-1831) . San Saturnino di Cartagine, Martire (IV sec.)

martedì 27 novembre 2012

PENSIERI SPARSI DEL 28 NOVEMBRE 2012

PENSIERI SPARSI DEL 28 NOVEMBRE 2012

 

“Non si vive di solo pane…

(si diceva una volta).

Insieme al pane…

ci vogliono

tante emozioni quotidiane”

Dino

LA SIGNORA GIUDITTA ...E IL SENSO DEI GIORNI racconto di Dino Secondo Barili

28 NOVEMBRE 2012
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 28 novembre 2012 – Mercoledì – ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
 con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del Mercoledì
La Signora Giuditta… e il senso dei giorni
Lo scorso anno la Signora Giuditta ha avuto un problema. Il marito Anselmo sarebbe andato in pensione nell’arco di pochi mesi. La Signora Giuditta era già pensionata da qualche anno e non era il problema della pensione che la preoccupava. Lei alla pensione si era adattata benissimo… ma suo marito Anselmo aveva un carattere particolare. Aveva la tendenza ad “adagiarsi sugli allori”… cioè non fare nulla… abbandonarsi e addormentarsi davanti alla TV. Questo tipo di atteggiamento (da quanto raccontano i medici) è il metodo migliore per finire presto …all’aldilà. La Signora Giuditta non voleva (Destino permettendo) ritrovarsi vedova nel giro di pochi anni. Ecco perché aveva predisposto un suo piano. Innanzitutto si era informata presso il suo medico di famiglia per seguire un “programma” che “desse la carica a suo marito Anselmo”. Secondo, lei stessa, si attivò per cercare “agganci” con “Associazioni o Gruppi di attività ludiche”. La ricerca non fu vana. La Signora Giuditta, nel giro di poche settimane ebbe tutte informazioni necessarie. Il giorno stesso in cui il marito Anselmo si trovò in pensione… si vide suonare la sveglia alla stessa ora in cui andava in Ufficio. Mugugnò non poco. “Ma, da oggi, non sono in pensione? Che necessità c’è di far suonare la sveglia?” – La Signora Giuditta fece finta di cadere dalla nuvole. “Ah, già. Mi ero dimenticata di dirtelo. Tra un ora passano i nostri amici, Grazia e Michele (due infaticabili camminatori) per una scampagnata al Monte della Grondaia. Fai appena in tempo a farti la barba e a metterti in ordine.” Anselmo non la prese bene… ma si adeguò.”(come fanno spesso i mariti) – Giuditta intanto era già pronta ed aveva preparato “un vettovagliamento di prima scelta”. La giornata era stata favolosa, ma alla sera, Anselmo, era più stanco di quando andava a lavorare. La sveglia continuò a suonare alla stessa ora, cioè l’ora in cui Anselmo si svegliava per andare in Ufficio ed i mugugni continuavano… Intanto il progetto della Signora Giuditta andava avanti. Un giorno di tregua, e poi, altro passeggiata molto stancante. Il neo – pensionato Anselmo, dopo un po’ aveva cominciato ad evitare le lamentele. Il suo concetto della donna (e di sua moglie in particolare) era che “le mogli fanno tutto ciò che vogliono … e i mariti devono (volenti o nolenti) adeguarsi”. Ad un mese dall’andata in pensione, il Signor Anselmo, notò sul tavolo della cucina un quaderno. Pur non essendo per natura curioso prese il quaderno e lo sfogliò. C’era descritto per filo e per segno il “suo programma”, cioè quello che sua moglie Giuditta aveva predisposto per lui. Fece finta di nulla. La mattina successiva, prima che suonasse la veglia, si alzò. “Alzati Giuditta, tra due ore passano i nostri amici Fiorenza e Carlo per la gita al Monte Penice…” – Giuditta, non disse nulla. Aveva capito che Anselmo aveva letto il quaderno … e si era messo in riga! . - fine- Questo è il 88° “racconto breve” scritto dal 2 settembre 2012. Il “progetto-sfida” è di scrivere 365 racconti in 365 giorni (uno al giorno). Riuscirà, il sottoscritto, a raggiungere tale traguardo? Vedremo... “Se son rose fioriranno”. – Buona giornata a tutti. Dino

OGGI, SAN GIACOMO di Vice Miazza

OGGI,
SAN GIACOMO 
di
Vice Miazza
28 novembre “SAN GIACOMO DELLA MARCA” …............... Giacomo della Marca nacque a Monteprandone (Ascoli Piceno) il 1° Settembre 1393. Compiuti gli studi liberali ad Ascoli si laureò in Diritto a Perugia intorno al 1412. Esercitò prima a Bibbiena, in Toscana come giudice e poi come notaio nella segreteria comunale di Firenze. Entrato in amicizia con i francescani, lasciò l'avvocatura ed entrò nell'Ordine dei Frati Minori nel luglio del 1416. Fu allievo con Giovanni da Capestrano e con Bernardino da Siena. Nel 1423 venne ordinato sacerdote. Grazie al suo intervento in veste di pacificatore, le città di Fermo e Ascoli, eterne nemiche, stipularono una storica pace nel 1446 e poi nel 1463. A suggello di ciò nello stemma delle due città è rappresentato lo stemma dell'altra ex nemica. Abile predicatore, il suo ordine lo impiegò in Italia, Polonia, Boemia, Bosnia e in Ungheria. Partecipò al Concilio di Mantova del 1459, indetto per indire una crociata contro i Turchi e al Concilio di Firenze per la riunione della Chiesa latina a quelle orientali. Si scagliò contro i vizi dell'avarizia e dell'usura. Proprio per combattere quest'ultima, ideò i Monti di Pietà, che sarebbero poi più efficaciamenti propagati da San Bernardino da Feltre. Pur immerso in tante fatiche si prodigò a costruire basiliche, conventi, biblioteche, pozzi e cisterne pubbliche, diede Statuti Civili ad undici città, ..... e trovò anche il tempo per scrivere 18 libri. Istituì nel Convento di “Santa Maria delle Grazie”, da lui fondato, una ricca libreria per l’istruzione dei religiosi e di quanti coltivassero l’amore per lo studio. Morì a Napoli il 28 novembre 1476. Il suo corpo fu sepolto nella chiesa di “Santa Maria la la Nova a Naspoli.. Nel 2001 il corpo è stato traslato nel Santuario "Santa Maria delle Grazie", da lui fondato nel 1449, a Monteprandone. Il nome Giacomo, dall'ebraico, significa che segue Dio. Altri Santi del giorno: S. Teodora, badessa -
S. Stefano il Giovane, monaco e martire. Vice

PENSIERI SPARSI DEL 27 NOVEMBRE 2012

PENSIERI SPARSI DEL 27 NOVEMBRE 2012

 

“Mai dare nulla per scontato…

l’impegno deve essere

quotidiano e costante”

Dino

IL RAG. CORNELIO E IL BALLO IN MASCHERA racconto di Dino Secondo Barili

27 NOVEMBRE 2012
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 27 novembre 2012 – Martedì – ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
 con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del Martedì
Il Rag. Cornelio… il ballo in maschera
Il Rag. Cornelio, quarant’anni, Studio Amministrativo ben avviato, si era convinto che era giunto il momento di ampliare la propria attività. Non un ampliamento esagerato o immediato, ma un rapporto continuo con le nuove potenzialità del settore. Inoltre, (sempre pensiero… del Rag. Cornelio) era suo desiderio dare all’attività amministrativa… un piacevole “volto umano”. Quindi, si trattava di interagire con le persone … in modo tale che non fossero solo “clienti”… ma diventassero “amici tra gli amici”. La parola “amicizia” si presta a molte interpretazioni… Per parecchie persone. L’amicizia è come una “coperta” che … ognuno tira dalla propria parte pensando che sia l’idea giusta”. Il Rag. Cornelio aveva fatto una notevole esperienza a contatto con le persone e si era convinto che “se una persona non è coinvolta emotivamente” non partecipa ad alcuna “operazione”. Cosi, una volta presa la decisione, il Ragionerie, si diede da fare per studiare l’idea migliore. Un martedì dello scorso anno, il Rag. Cornelio, si trovava presso la Biblioteca Comunale  per fare delle ricerche. Gli capitò sotto gli occhi un volumetto di pensieri sciolti. Lo aprì a caso e trovò scritto la seguente frase: “Se vuoi farti un amico … dai la possibilità allo stesso di esprimersi come meglio crede”. Il Rag. Cornelio, prese nota. Ci pensò… e capì che poteva essere la strada da percorrere per realizzare il “suo progetto di ampliamento della propria attività”. Fece ritorno in ufficio e compilò un elenco di “clienti” maschi con i quali aveva un rapporto consolidato e relativo numero di telefono. Disse all’impiegata che aveva bisogno di un’ora di “solitudine” per fare un po’ di telefonate…Cominciò così la nuova avventura del Rag. Cornelio. Come test scelse il Dott. Carlo, Docente di Attività Artistica alla Scuola Media con il quale, oltre ad essere cliente, era pure un amico con quale prendeva ogni mattina il caffè al Bar. Al Dott. Carlo non diede neppure il tempo di parlare. Raccontò per filo e per segno il progetto. “Ciao Carlo. Ho bisogno di te. Devo realizzare un’idea. Voglio organizzare un “ballo in maschera”per la serata del primo sabato del prossimo mese. Gli inviti saranno selezionati… solo dodici. Tutti uomini… i quali dovranno presentarsi con la “loro” dama”. Il ballo avrà lo scopo di “eleggere la coppia mascherata più originale della serata”. Alla coppia vincente verrà assegnato uno “scettro”, simbolo di “autorità”. La coppia lo conserverà fino al ballo successivo (uno ogni tre mesi). Inutile dire che il Dott. Carlo (essendo un artista… nell’animo) accolse la notizia con piacere. Fu anche il primo… ad iscriversi alla gara con la sua collega di lettere, Prof. Nicoletta. Non solo. Il Dott. Carlo, ci mise così tanto impegno che vinse “il primo ballo in maschera” organizzato del Rag. Cornelio… il quale venne scelto come testimone di nozze. Infatti, dopo la vittoria, Carlo e Nicoletta, decisero di sposarsi … e il Ragioniere acquisì un nuovo cliente per il suo Studio Amministrativo. - fine- Questo è il 87° “racconto breve” scritto dal 2 settembre 2012. Il “progetto-sfida” è di scrivere 365 racconti in 365 giorni (uno al giorno). Riuscirà, il sottoscritto, a raggiungere tale traguardo? Vedremo... “Se son rose fioriranno”. – Buona giornata a tutti. Dino

OGGI, MADONNA DELLA MEDAGLIA di Vice Miazza

OGGI,
MADONNA DELLA MEDAGLIA 
di
Vice Miazza
27 novembre “BEATA VERGINE DELLA MEDAGLIA MIRACOLOSA” ................. Tra tutte le “memorie sacre” di oggi, sembra particolarmente utile ricordare il dono fatto dalla Madonna all’umile giovane novizia delle Figlie della Carità di S. Vincenzo de’Paoli, Caterina Labouré, il 27 novembre del 1830. Proprio in quel inizio di Avvento, le apparve, per la seconda volta, la Vergine, vestita di un abito di seta bianca, che teneva il mondo tra le mani, stringendolo all’altezza del cuore. L’immagine era racchiusa in una cornice ovale, come se si delineasse il bozzetto di una medaglia, contornata da una scritta in lettere d’oro: «O Maria concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a voi», invocazione allora inusuale. Poi la cornice ruotò su se stessa e apparve la lettera M sormontata da una croce e, sotto, due cuori: uno circondato dalla corona di spine, l’altro trafitto da una spada. La Vergine chiese alla giovane novizia di far coniare la medaglia secondo la visione avuta e di diffonderla in tutto il mondo. La ragazza avrebbe voluto poter trasmettere almeno la spiegazione dei due simboli, ma le fu detto soltanto: «La lettera M e i due cuori dicono abbastanza!». Parigi era allora devastata da un’epidemia di colera. che provocò più di 20.000 morti. Dopo qualche resistenza, la medaglia fu realizzata da un orafo parigino e le Suore cominciarono a distribuire le prime medaglie. Le guarigioni si moltiplicarono, come le conversioni. Il popolo di Parigi chiamò la medaglia “miracolosa” e in pochissimi anni fu necessario coniarne milioni di copie. Il quotidiano La France, nel 1835, già sosteneva che quel piccolo oggetto sacro era diventato «uno dei più grandi segni della fede, degli ultimi tempi». E quando, nel 1854, Pio IX definirà il dogma dell’Immacolata Concezione, riconoscendo che «era una verità tenacemente custodita nel cuore dei fedeli», potrà fondarsi anche sul fatto che c’erano già milioni di cristiani che portavano sul cuore la medaglia miracolosa. ….................. A Parigi, al numero civico 140 di Rue Du Bac, c’è il Santuario, nel quale si trova la Cappella della Medaglia miracolosa: non è molto distante dal Louvre ed è comodamente raggiungibile mediante la metropolitana che ha una delle sue fermate proprio a Rue Du Bac. La Cappella della Medaglia miracolosa attira ogni anno un milione di pellegrini, persone di ogni razza e colore, che vengono qui, nel cuore di Parigi, a cercare una risposta ai loro problemi esistenziali, a chiedere grazie. È il mistero di Rue du Bac, un mistero che nasce 182 anni fa, dalle apparizioni della S. Vergine alla giovane novizia delle Figlie della Carità di S. Vincenzo de’Paoli, a cui la Madonna affidò la realizzazione della medaglia “miracolosa” che, da quasi due secoli ormai, ha conquistato con le sue innumerevoli grazie e prodigi il mondo intero. Altri Santi del giorno: San Virgilio di Salisburgo, Vescovo - B. Bernardino da Fossa (1421-1503), Sacerdote O.F.M. Vice

domenica 25 novembre 2012

PENSIERI SPARSI DEL 26 NOVEMBRE 2012

PENSIERI SPARSI DEL 26 NOVEMBRE 2012

 

“Sognare non costa nulla…

e aiuta…

a vivere

e a sopravvivere”

Dino

LE TRE FIGLIE DI ... GALATEA racconto di Dino Secondo Barili

26 NOVEMBRE 2012
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 26 novembre 2012 – Lunedì – ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
 con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del Lunedì
Le tre figlie di …Galatea
In epoca di grandi crisi economiche, le madri si preoccupano delle figlie… Il motivo è semplice. Le crisi si sa quando incominciano … e non si sa quando finiscono. Le ragazze fanno presto a crescere … e hanno bisogno di “sbocchi” certi. Almeno così la pensava la Signora Galatea, casalinga di un paese vicino a Pavia. Qualche anno fa cominciò a pensare alla sistemazione delle tre figlie (18-20-23 anni)… Dopo un accurato esame della situazione, si convinse che la soluzione (economica) migliore … era ancora quella… del matrimonio. Sposarsi, insomma… prendere marito. Ne parlò alle figlie Desolina, Martina e Michelina le quali cominciarono a fare le proprie rimostranze. “Mamma, queste idee non sono più di moda. Anzi, il matrimonio… sta passando di moda. Sarà meglio che ti aggiorni. Oggi, le coppie si mettono insieme per amore e solo per amore!”. La Signora Galatea, era una casalinga vecchio stampo. Non aveva la Laurea, ma le cose del mondo le capiva benissimo. Lasciò parlare le figlie in lungo e in largo… alla fine tirò le somme. “Patti chiari… una volta per tutte. Voi, siete tre figlie femmine. Lo stipendio in questa casa lo porta solo vostro padre. Il vostro studio non vi permette di raggiungere posti remunerativi. Pertanto è meglio per voi mettere la testa a posto… e non buttare al vento gli anni più belli della vostra esistenza.” Le tre figlie mugugnarono un po’ … ma alla fine è sempre la madre ad avere l’ultima parola. Michelina era l’ultima della nidiata ed era anche la più gracile. Non poteva sopportare lavori pesanti. Istruita dalla Signora Galatea, cominciò frequentare la casa (anzi, l’ambulatorio) di un medico, vedovo… per avere consigli sulla sua “gracilità”. Frequenta oggi, frequenta domani… il medico, vedovo, si affezionò alla ragazza (soprattutto perché – lei - aveva trent’anni di meno)… Un giorno, Michelina, si vide fare la grande proposta: “Perché non vieni a “convivere” con me?” Prima di dare la risposta, la ragazza si consultò con la madre Galatea la quale si oppose fermamente (non la matrimonio) ma alla convivenza. Il medico… alla fine cedette e Michelina si trovò sistemata. Martina non era una “Dea” e trovare marito non era facile. La Signora Galatea, però, sapeva che nel settore dell’agricoltura, c’erano parecchi uomini desiderosi di formare una famiglia. E, quelli, al primo posto, mettono sempre il matrimonio. Così, per la Signora Galatea fu facile “combinare” un ottimo contratto matrimoniale. Fu la terza e primogenita Michelina che creò molti grattacapi a sua madre. Essendo una bella ragazza … non si accontentava delle semplici proposte della Signora Galatea. Voleva, prima, toccare con mano, frequentare il candidato-marito. Il fatto è che dopo poco tempo (e aver toccato con mano) la bella Desolina si stancava… Ora, per un motivo, ora, per un altro… nessun candidato era di suo gradimento. Una mattina, Desolina… dal paese in cui abitava, doveva recarsi a Pavia… e non c’erano mezzi. Chiese il passaggio ad un automobilista che si era, “per caso”, fermato davanti a casa sua. Era piccolo di statura, magro come un chiodo e vent’anni più di Desolina… (ma era proprietario di sette Ferrari… una per ogni giorno della settimana.) … e fu il “colpo di fulmine”! - fine- Questo è il 86° “racconto breve” scritto dal 2 settembre 2012. Il “progetto-sfida” è di scrivere 365 racconti in 365 giorni (uno al giorno). Riuscirà, il sottoscritto, a raggiungere tale traguardo? Vedremo... “Se son rose fioriranno”. – Buona giornata a tutti. Dino

OGGI, SAN GIACOMO di Vice Miazza

OGGI,
SAN GIACOMO
di
Vice Miazza
26 Novembre “BEATO GIACOMO ALBERIONE” …......Giacomo Alberione nasce a San Lorenzo di Fossano, in provincia di Cuneo, il 4 aprile 1884, quinto figlio di Michele e Teresa Allocco. Entra nel seminario diocesano di Bra, finendo gli studi ecclesiastici in quello di Alba. Nel 1907 è ordinato sacerdote ed è destinato a Narzole per il suo ministero pastorale. Laureato in teologia presso la Facoltà di San Tommaso d’Aquino di Genova nel 1908, è docente e direttore spirituale in seminario. Nel 1913 è direttore della Gazzetta d’Alba e nel 1914 avvia la Scuola Tipografica Piccolo Operaio.
In questo ambito matura la decisione di fondare una congregazione che diffonda la Parola di Dio utilizzando le nuovissime frontiere dei mezzi di comunicazione, e il 20 agosto 1914 fonda ad Alba la Società San Paolo, embrione della "Famiglia Paolina". L’anno successivo, dà inizio alla prima... comunità femminile, Figlie di San Paolo. Dopo un periodo di grave malattia e l’improvvisa guarigione don Alberione darà vita ad altri otto istituti religiosi e secolari: Pie Discepole del Divin Maestro (1924); Suore di Gesù Buon Pastore (1938); Suore di Maria Regina Apostolorum; e successivamente gli Istituti Maria SS Annunziata e S. Gabriele Arcangelo (1958); Gesù Sacerdote (1959), poi le istituzioni dei Cooperatori Paolini. Fondatore delle Edizione Paoline, Don Alberione, promuove la stampa di libri sacri per il popolo e inizia ad utilizzare lo strumento dei periodici, dalla Vita Pastorale, per i parroci, al foglio “La domenica”, sulle letture domenicali, a “Il Giornalino” per i ragazzi, al settimanale “Famiglia Cristiana” nel 1931, e diversi altri. E' del 1948, per Natale, il primo radiomessaggio dell’emittente sperimentale Radio San Paolo. Lavoratore infaticabile, ma anche organizzatore perfetto e manager d’eccezione, pur maneggiando molto denaro, don Alberione rimane ben ancorato al voto di povertà. Dal 1936 don Alberione si stabilisce in Roma, dove nel 1954 avverrà la consacrazione del Santuario votivo alla Regina degli Apostoli. Nel 1928, invece, in Alba era stato inaugurato il tempio dedicato a san Paolo. Dal 1962 al 1965 partecipa da uditore e con assiduo impegno alle assisi conciliari del vaticano II. Il 28 giugno del 1969 è in udienza speciale presso Paolo VI, il quale gli conferisce l’onorificenza Pro Ecclesia et Pontefice. Muore il 26 novembre del 1971, un’ora dopo aver ricevuto la visita di Paolo VI. È stato beatificato da papa Giovanni Paolo II, a Roma, il 27 aprile 2003. Il nome Giacomo, dall'ebraico, significa: che segue Dio. Altrio Santi del giorno: San Siricio Papa (IV sec.) -San Corrado di Costanza (900-975)
Vice

sabato 24 novembre 2012

PENSIERI SPARSI DEL 25 NOVEMBRE 2012

PENSIERI SPARSI DEL 25 NOVEMBRE 2012

 

“Se una persona sa attendere

(e desiderare)…

ogni giorno è quello buono”

Dino

IL GIORNOD ELLA PENSIONE... DEL DOTT. GIACOMO racconto di Dino Secondo Barili

25 NOVEMBRE 2012
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 25 novembre 2012 – Domenica – ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
 con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto della Domenica
Il giorno della pensione…del Dott. Giacomo
Il giorno della pensione … è un giorno da ricordare e da “festeggiare”? Secondo il Dott. Giacomo … “si”. Anzi, il Dott. Giacomo, medico ospedaliero, per il giorno in cui sarebbe andato in pensione aveva predisposto un “programma speciale”. Dopo anni passati “sotto stress” … era giusto … “cambiare vita”. Il giorno in cui si recò nell’ufficio Pensioni dell’Ente si era fatto specificare bene il giorno in cui …”sarebbe stato libero da vincoli di sorta”. Avuta la data …se la fece scrivere ben chiara su di un foglio. Quel foglio divenne una specie di “manifesto”. Il “manifesto” del suo ritorno… a uomo libero. Libero di pensare, progettare, agire. Infatti, il Dott. Giacomo prese un “quadernone” (di quelli a quadretti grandi) per“fissare” i punti del programma. Fissò la “traccia” per il primo giorno di pensione. Primo - “pranzo speciale al Ristorante per amici intimi”. Poi, stilò l’elenco dei partecipanti. Quel giorno era un “giovedì” (il giorno di Giove, il Re degli Dei). Come tale il numero dei partecipanti non doveva superare il numero di sette… come i giorni della settimana. Si accorse che il numero delle persone da invitare era superiore a sette… e tre posti erano già riservati. I posti disponibili, quindi, erano solo quattro. Il Dott. Giacomo, fece e disfece, e le quattro persone furono individuate. Ora, poteva concentrarsi sulla parte più interessante: “i tre posti riservati”. Erano persone speciali “rimaste nella testa” del neo-pensionato. Si trattava dei tre compagni d’Università con i quali aveva formato un “complessino musicale”. Nel “complessino”, il Dott. Giacomo suonava la fisarmonica. Il gruppo si ritrova due volte alla settimana nello scantinato della sua casa… appena fuori città… per fare “musica”. Erano stati momenti straordinari, indimenticabili. Ora, si trattava di rintracciare i componenti, prendere contatto e invitarli al “pranzo del giorno della pensione”. La prima telefonato andò “buca”. L’amico Franco, chitarrista, si trovava in America e non poteva essere presente per la data fissata. Il secondo, Daniele, il batterista, stava poco bene… e non se la sentiva di prendere impegni. Fu alla terza telefonata che il Dott. Giacomo ebbe la sorpresa. Al telefonino, rispose una voce di donna… una voce nota. Era la voce della sua “ex” prima moglie. Chiese di Fausto… e l’amico rispose. Il Dott. Giacomo aveva capito la situazione … I due erano insieme. Pensò che non era proprio il caso di creare situazioni di disagio. Per una settimana… abbandonò il “programma del giorno della pensione” in quanto aveva subito una pausa. Una mattina, in Piazza della Vittoria, il Dott. Giacomo incontrò Caterina, una sua compagna di Università che non vedeva da tanto tempo. Dopo un buon caffè, il neo pensionato, Dott. Giacomo, chiese a Caterina se voleva prendere parte alla festa del “giorno della sua pensione”. Raccontò il “suo” sogno segreto di ricostituire “il complessino dell’Università”. Caterina, era in pensione da una settimana. Accettò di buon grado. Inoltre era una bravissima cantante di musica leggera. Il cielo si aprì… Il Dott. Giacomo avrebbe suonato la fisarmonica… e Caterina avrebbe cantato melodiose canzoni d’amore. Ormai era fatta. Lo spettacolo stava per cominciare. - fine- Questo è il 85° “racconto breve” scritto dal 2 settembre 2012. Il “progetto-sfida” è di scrivere 365 racconti in 365 giorni (uno al giorno). Riuscirà, il sottoscritto, a raggiungere tale traguardo? Vedremo... “Se son rose fioriranno”. – Buona giornata a tutti. Dino

OGGI, SANTA CATERINA di Vice Miazza

OGGI,
SANTA CATERINA 
di
Vice Miazza
25 Novembre “SANTA CATERINA”......Di Caterina d'Alessandria, oltre all'incerta data di nascita (287?) e al fatto che fu sottoposta a martirio ad Alessandria d'Egitto nel 305, si sa poco della sua vita ed è difficile distinguere la realtà storica dalle leggende popolari..............Caterina, secondo la tradizione, è una bella diciottenne egiziana, figlia di nobili, che, in occasione dell'insediamento ad Alessandria, avvenuto nel 305, del governatore Massimino Daia, che si proclamerà «Augusto», cioè imperatore, nel 307, si presentò al palazzo nel bel mezzo dei festeggiamenti, nel corso dei quali si celebravano feste pagane con sacrifici di animali. Caterina rifiutò i sacrifici e chiese al governatore di riconoscere Gesù Cristo come redentore dell'umanità. Di fronte alla richiesta della ragazza, il governatore convocò un gruppo di retori affinché la convincessero ad onorare gli dei. Tuttavia, per l'eloquenza di Caterina, non solo non la convertirono, ma essi stessi furono prontamente convertiti al Cristianesimo. Il governatore ordinò la condanna a morte di tutti i retori e, dopo l'ennesimo rifiuto di Caterina, la condannò a morire, anch'essa, su una ruota dentata, ma lo strumento di tortura e condanna si ruppe. Fu allora decisa la sua morte per decapitazione, che avvenne il 25 novembre del 305 ad Alessandria. Gli angeli portarono miracolosamente il suo corpo da Alessandria fino al Sinai, dove ancora oggi l'altura vicina a Gebel Musa (Montagna di Mosè) si chiama Gebel Katherin. Alcuni studiosi ritengono che il racconto leggendario indichi, trasfigurandola, un'effettiva traslazione del corpo sul monte, avvenuta però in epoca successiva. Dal Gebel Katherin, infine, e in data sconosciuta, le spoglie furono portate nel monastero, a lei dedicato, fondato dall'imperatore Giustiniano. Le scarse notizie sulla sua vita hanno sempre fatto dubitare della reale esistenza di una santa Caterina d'Alessandria d'Egitto. La stessa Chiesa cattolica ha spesso espresso i suoi dubbi, culminati nell'esclusione dal martirologio tra il 1962 e il 2002, nonostante il permesso del Vaticano di festeggiarla ugualmente. Santa Caterina è patrona dei filosofi, studenti, mugnai, e in particolare è la protettrice delle apprendiste sarte, che da lei presero il nome destinato a durare a lungo anche in Italia: “Caterinette” Il nome Caterina, dal greco, significa: donna pura. Altri Santi del giorno: San Mosè di Roma, Presbitero e Martire (III sec.) - Beato Giacinto Serrano Lopez e Giacomo Meseguer Burillo, Martiri in Spagna. Vice

OGGI, SANT'ANDREA di Vice Miazza

OGGI,
SANT'ANDREA 
di
Vice Miazza
24 novembre “ ANDREA DUNG-LAC e 116 COMPAGNI”, Santi Martiri Vietnamiti …..... Il cristianesimo giunse in Vietnam verso la fine del 1500, ma fu continuamente osteggiato dai regnanti locali tanto che, tra i secoli XVII e XIX, si susseguirono più di 50 editti contro i cristiani, che provocarono l’uccisione di circa 130 mila fedeli. La persecuzione toccò il suo culmine sotto il regno di Tu-Duc (1847-1883): per i nativi era difficile dissociare la nuova fede dalla politica coloniale francese che pretendeva di impadronirsi del paese. I missionari venivano braccati a pagamento e uccisi sul luogo stesso dove venivano arrestati; ai catechisti vietnamiti veniva impresso a fuoco sul volto la scritta: «Falsa religione». I semplici fedeli avevano salva la vita solo se calpestavano la croce; altrimenti subivano supplizi di ogni genere inventati con fantasia feroce. In ogni caso, i nuclei familiari cristiani venivano smembrati e i congiunti erano deportati in regioni diverse, privati di ogni proprietà e di ogni legame religioso. Nel 1988 vari gruppi di martiri vietnamiti, beatificati dai precedenti pontefici, sono stati unificati in un solo gruppo e canonizzati da papa Giovanni Paolo II che li ha anche dichiarati «Patroni del Vietnam».Vi sono compresi: 8 vescovi, 50 sacerdoti, 59 laici (tra cui medici, militari, molti padri di famiglia e una mamma). A rappresentarli tutti, il Messale Romano nomina Andrea Dung-Lac, prima catechista e poi sacerdote, che riscuote in Vietnam una particolare devozione. Nato da famiglia vietnamita poverissima, nel 1785 circa, fu venduto infante ad un catechista cattolico che lo allevò e che, apprezzatane l'intelligenza, lo avviò alla carriera ecclesiastica finché fu ordinato sacerdote il 15 marzo 1823. Divenuto parroco, dovette subire persecuzioni ed angherie da parte delle autorità locali che lo imprigionarono. Liberato dai fedeli con il pagamento di un riscatto, cambiò più volte territorio, ma la vicenda si ripeté continuamente, fino a che fu definitivamente imprigionato e condannato a morte per decapitazione per non aver rifiutato la sua fede. L'esecuzione avvenne insieme a quella del sacerdote, santo e martire, Pietro Truong van Thi, che lo aveva ospitato, ad Hanoi il 21 Dicembre 1839. Il nome Andrea, da greco significa: uomo virile e robusto. Altri Santi del giorno: Sant' Alberto di Lovanio (XII sec.); Sante Flora e Maria, martiri a Cordoba (IX sec.).

PENSIERI SPARSI DEL 24 NOVEMBRE 2012

PENSIERI SPARSI DEL 24 NOVEMBRE 2012

 

“Non sempre,

ciò che una persona

si aspetta dalla vita…

gli viene offerta

su di un piatto d’argento…”

Dino

LE LAMENTELE DELLE DONNE... racconto di Dino Secondo Barili

24 NOVEMBRE 2012
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 24 novembre 2012 – Sabato – ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
 con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del Sabato
Le lamentele delle donne…
Secondo alcuni studiosi “della coppia”, quando una donna (moglie, compagna o fidanzata) inizia a lamentarsi significa che nella coppia cominciano ad emergere “alcune crepe”. Le donne, infatti, sono facili al lamento. Si lamentano di tutto e di ogni cosa. In ogni momento. La donna è sensibile alle “variazioni di situazioni” (non solo meteorologiche … influssi lunari) ma a tutti i cambiamento che possono intervenire, specialmente… nella coppia. L’uomo perfetto non esiste, ma gli uomini non si lamentano così facilmente come la donna e trovano sempre la soluzione ai problemi. Ecco perché alcune donne rendono la vita impossibile ai loro uomini. Ecco perché… molti uomini si dedicano a varie attività sportive. Il ciclismo, per esempio… (vivere da “solo” sopra ad una bicicletta e non sentire nulla che non sia il “rumore delle ruote sulla strada”). Oppure… attività sul fiume (come la canoa) dove lo sforzo fisico è modulato dallo sciacquio dell’acqua contro le pareti dell’imbarcazione. Molti uomini sono pronti a dedicarsi a tutto… pur di non sentire “lamentele di donne”. La storia è piena di aneddoti. Si racconta che, qualche anno fa, un Libero Professionista, era oberato dal lavoro. In Ufficio passava sempre più ore ed era sempre con l’acqua alla gola per il lavoro. Quando tornava a casa, la moglie casalinga, con due bambini (e una colf a tempo pieno) era un continuo lamentarsi… “Guarda che vita insulsa è la mia… Mai una passeggiata con te in Corso Cavour, una cena al Ristorante, una Crociera… Non come le due o tre amiche che incontro alla Scuola Elementare dei figli per le quali … la vita è un sogno… Tu, sei sempre in Ufficio... e fare che cosa, poi? Lo saprai soltanto tu.” Una sera il Libero Professionista tornò a casa sfinito. La moglie cominciò la solita “lagna”. L’uomo, il “Dottore”, il Libero Professionista, aveva dovuto combattere un’intera giornata con “tesi” di ogni genere ed era giunto il momento di dire “basta”. Disse alla moglie che doveva uscire per prendere le sigarette… Non tornò più! Quella notte alloggiò in Albergo… Poi, affittò un appartamento ammobiliato … L’unica compagnia che si permise … fu “un giradischi 33 giri” di una volta con i valzer di Strauss… Naturalmente l’uomo venne “additato” come esempio di inaffidabilità, “crudeltà mentale” per aver abbandonato moglie e figli… La moglie, però, non aveva pensato che il benessere di cui godeva lei e la sua famiglia era dovuto al lavoro massacrante del “marito”… e che le “croci… e la croce” bisogna saperle portare in due (se si ha voglia). Naturalmente, gli “incantesimi” finiscono per qualsiasi coppia. Quando, un “incantesimo” finisce … inutile chiedersi chi ha cominciato per primo … e per quale motivo. E’ finita… è finita… e basta! - fine- Questo è il 84° “racconto breve” scritto dal 2 settembre 2012. Il “progetto-sfida” è di scrivere 365 racconti in 365 giorni (uno al giorno). Riuscirà, il sottoscritto, a raggiungere tale traguardo? Vedremo... “Se son rose fioriranno”. – Buona giornata a tutti. Dino

giovedì 22 novembre 2012

PENSIERI SPARSI DEL 23 NOVEMBRE 2012

PENSIERI SPARSI DEL 23 NOVEMBRE 2012

 

“C’è chi aspetta…

Chi spera…

…e chi vive e gode,

ogni giorno,

ciò che ha”

Dino…

23 NOVEMBRE 2012
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 23 novembre 2012 – Venerdì – ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
 con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del Venerdì
Il postino Valentino … e Prof delle Medie
Quando l’uomo è attratto “dalla donna”, ogni occasione è buona per innamorarsi… Anche il Postino Valentino, il quale, però, nel corso della sua vita, aveva avuto parecchie delusioni amorose. Il fatto è che… a mano, a mano che gli anni passano una persona non demorde. Di fronte alle delusioni non rinuncia. Non desiste. Anzi… insiste. Il Postino Valentino aveva ormai superato i quarant’anni e sua madre non vedeva l’ora che uscisse di casa e si facesse una sua famiglia. Gli anni passavano e quel giorno non arrivava mai. Il postino Valentino aveva una voglia matta di avere una “sua” donna. Un po’ perché conosceva i desideri di sua madre, vedova, un po’ perché… i suoi occhi erano sempre alla ricerca “dell’agognato bene”. Lo scorso anno, a Valentino, venne assegnata una nuova zona di recapito della posta… E lì ci fu la sorpresa. In un condominio nuovo di zecca abitava una Professoressa di lettere delle Medie di nome Simonetta. Una bella figura di donna, capelli lunghi, occhi chiari, sui trentacinque anni, bionda, molto riservata … Dalle notizie giunte a Valentino dai condomini… la Professoressa era nubile ed assolutamente libera da impegni sentimentali. Per Valentino il “fulmine” scoppiò in un baleno. Ogni occasione era buona per recapitare la posta direttamente all’interessata… la quale mostrava piacere nell’ottenere una simile cortesia. Prova oggi, prova domani, Valentino si illuse che la Professoressa Simonetta avesse un “occhio di riguardo” nei suoi confronti. Un giovedì pomeriggio, Valentino, dopo il lavoro di recapito, si presentò a casa della Professoressa con una torta (buonissima)… Simonetta chiese il perché. Valentino, un po’ farfugliando, disse che “lui aveva preso una cotta per lei”… e che l’invitava ad una “serata musicale” al Circolo della Posta. Non l’avesse mai fatto. Simonetta si indispettì. Non lo lasciò neppure sedere. Restituì la torta e pregò Valentino di “dimenticarla”(per sempre)… in quanto lei, la Professoressa, avrebbe detto di “si” solo ad un suo pari grado … o persona con la Laurea. Non era la prima volta che Valentino prendeva “pesci in faccia” da una donna… Questa, però, della Laurea… andata di traverso. Gettò la torta nel Naviglio Pavese…e giunto a casa si chiuse in camera a meditare. Sua madre, sapeva già tutto. Cercò di consolarlo. “Non ti preoccupare, Valentino… tutto va a posto. Del resto … sfortunati in amore… fortunati nel gioco”. Valentino era abituato ad ascoltare… La storia del “fortunati nel gioco”…fece fatto immediatamente “centro” nella sua mente. Uscì dalla sua camera. Corse a giocare in una Sala Giochi… e vinse! Vinse una notevole somma di denaro… che, se ben amministrata, avrebbe potuto cambiargli la vita. Valentino, il postino, chiese un mese di ferie… la Professoressa Simonetta passò nel dimenticatoio. Valentino. Aveva imparato la lezione e da sua madre… come amministrare saggiamente il denaro. Potendoselo permettere, si comprò un’automobile sportiva “rossa fiammante”. Tra le sue “colleghe postine” c’era Silvana, bellissima ragazza bionda che “smaniava per le auto sportive rosse fiammanti”. Valentino non dovette neppure chiedere… Silvana “accettò l’invito” prima ancora di essere chiesto. Ogni volta che (lei) saliva sulla “rossa fiammante”…andava su di giri… e la felicità di Valentino era assicurata. - fine- Questo è il 83° “racconto breve” scritto dal 2 settembre 2012. Il “progetto-sfida” è di scrivere 365 racconti in 365 giorni (uno al giorno). Riuscirà, il sottoscritto, a raggiungere tale traguardo? Vedremo... “Se son rose fioriranno”. – Buona giornata a tutti. Dino

OGGI, SAN COLOMBANO di Vice Miazza

OGGI,
SAN COLOMBANO 
di
Vice Miazza
23 novembre “SAN COLOMBANO”.........Colombano, monaco irlandese, fu uno dei più grandi missionari e uno dei grandi “padri” dell’Europa cristiana. Nacque intorno all’anno 543 nella provincia di Leinster, nel sud-est dell’Irlanda. All’età di circa vent’anni entrò nel monastero di Bangor nel nord-est dell’isola, dove era abate Comgall, un monaco noto per la sua virtù e il suo rigore ascetico. In piena sintonia col suo abate, Colombano praticò con zelo la severa disciplina del monastero, conducendo una vita di preghiera, di ascesi e di studio. Lì fu anche ordinato sacerdote. La vita a Bangor e l’esempio dell’abate influirono sulla concezione del monachesimo che Colombano maturò col tempo e diffuse poi nel corso della sua vita. Dopo una lunga preparazione, nell’anno 590, Colombano sentì una profonda necessità di evangelizzazione e appena ne ebbe la possibilità partì, con dodici compagni, con l'obiettivo di diffondere i Vangeli nel mondo. Sbarcò sulle coste dell'Armorica e poi in Francia verso il regno di Austrasia alle corti dei re merovingi. Fondò qui tre monasteri, Luxeuil, Fontaine e Annegray, che seguirono la cosiddetta "regola colombiana", che a differenza di quella benedettina non era dedita solo al lavoro dei campi e alla preghiera, ma anche all'istruzione e all'assimilazione della conoscenza. Nel 610, cacciato dal re dei Burgundi Teodorico II, che il santo aveva aspramente rimproverato per i suoi costumi licenziosi, si diresse lungo la valle del Reno. Fondò clandestinamente altri monasteri, espandenosi fino al Lago di Costanza, giungendo poi in Italia.
Varcò le Alpi, nel 612 col desiderio di raggiungere Roma, per ottenere da papa Bonifacio IV l'approvazione della propria regola. Giunto a Milano, Colombano si pose sotto la protezione del re longobardo Agilulfo, e della regina Teodolinda, che chiesero un suo intervento nella spinosa questione tricapitolina, ovvero su un avvicinamento tra il popolo longobardo e la chiesa vaticana. L'alleanza ebbe successo e come ricompensa gli venne regalato un ampio suolo per costituire un centro di vita monastica a Bobbio. La stessa regina Teodolinda salì sul Monte Penice con Colombano per mostrargli il territorio e fargli promettere di dedicare lì in cima, una chiesetta dedicata alla Madonna. Colombano nel 614 fondò a Bobbio un monastero benedettino, che fu per tutto il Medioevo uno dei più importanti centri monastici d'Europa e ricoprì un ruolo molto significativo dal punto di vista religioso, politico e culturale. Qui morì, il 23 novembre 615, stremato di fatiche e di passione missionaria. La sua tomba si trova tuttora nella cripta dell'abbazia insieme a quelle degli abati suoi successori. Il nome Colombano, significa: dolce, delicato. Altri Santi del giorno: S. Clemente Romano (I sec.) - S. Gregorio di Agrigento (VI- VII sec.) . Vice

mercoledì 21 novembre 2012

PENSIERI SPARSI DEL 22 NOVEMBRE 2012

PENSIERI SPARSI DEL 22 NOVEMBRE 2012

 

“In tutte le cose…

mai fermarsi alle apparenze”

Dino

L'INCROCIO MAGICO DI STRADA NUOVA CON CORSO CAVOUR racconto di Dino Secondo Barili

22 NOVEMBRE 2012
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 22 novembre 2012 – Giovedì – 12.00

Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
 con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del Giovedì
L’incrocio magico di Strada Nuova con Corso Cavour
La vita frenetica dei nostri giorni impedisce alle persone di fermarsi, riflettere… e magari, parlare degli “usi e dei costumi del passato”… quando non c’era la TV. A quel tempo, tutti sapevano tutto. Non c’era bisogno di saperlo immediatamente (in tempo reale… come ora)… ma si sapeva. Inoltre, le persone avevano il tempo per “ammantare di magico” ogni cosa… In ogni località c’erano luoghi particolari…dove (si diceva), avvenivano fenomeni paranormali. A Pavia, per esempio, uno dei “luoghi magici” era “l’incrocio di Strada Nuova con Corso Cavour”. Quando qualche persona perdeva qualche oggetto importante…e voleva ritrovarlo… si recava “in tale” incrocio e (quasi… per magia) l’oggetto veniva ritrovato. L’anno scorso il Dott. Anacleto, dottore in economia aziendale, dirigente di una importante Azienda, si accorse di aver perduto una “agenda sulla quale aveva scritto formule matematiche particolari”. In un primo tempo mise a soqquadro l’Ufficio… poi la sua casa… alla fine si recò, da una fidata amica (mezza strega) per avere un consiglio. Tebalda (questo era il nome dell’amica), 70 anni, esperta di “arti magiche”e tradizioni locali pavesi, si ricordò di aver letto qualcosa riguardante “l’incrocio di Strada Nuova con Corso Cavour”. Cercò nei suoi libri e appunti e trovò la formula. “Passare tre volte al centro dell’incrocio alle cinque del mattino”. Il Dott. Anacleto… si mise a ridere. Il Dottore in economia aziendale, era un uomo posato…. sui cinquant’anni, con una posizione di prestigio… Come poteva credere e sottoporsi ad un simile “rituale?”. Cercò altre soluzioni al “suo” problema… ma non ne trovò. …“L’agenda perduta” stava diventando “un incubo”… non si trovava… Quando, una persona giunge al massimo dell’esasperazione… accetta ogni e qualsiasi “espediente”… Così, una mattina dello scorso maggio, il Dott. Anacleto, alle cinque del mattino si recò all’incrocio di Strada Nuova con Corso Cavour. In giro non c’era anima viva… Il Dottore passò per tre volte al centro dell’incrocio… Alla terza volta… come per magia, apparve una Signora, sui trent’anni, che portava a spasso un cane al guinzaglio. Il Dott. Anacleto, fermo al centro dell’incrocio, rimase allibito, divenne rosso come un peperone. La Signora trentenne cercava in tutti i modi di far “camminare” il cane… ma questi non voleva muoversi…Il cane guardava fisso verso Piazza della Vittoria. Ad un tratto la Signora si arrabbiò… Intervenne, allora, il Dott. Anacleto….”Lo lasci libero di andare dove vuole.. non c’è anima viva in giro”. La Signora slegò il cane e questi corse per tre volte intorno a Piazza della Vittoria. La terza volta teneva con i denti ben salda… un’agenda… quella smarrita dal Dott. Anacleto. La storia non finì lì. Il Dott. Anacleto invitò la Signora trentenne (e il suo cane) ad una crociera… Ora, i tre protagonisti di questa storia passeggiano spesso per Corso Cavour e Strada Nuova… progettando cose nuove. - fine- Questo è il 82° “racconto breve” scritto dal 2 settembre 2012. Il “progetto-sfida” è di scrivere 365 racconti in 365 giorni (uno al giorno). Riuscirà, il sottoscritto, a raggiungere tale traguardo? Vedremo... “Se son rose fioriranno”. – Buona giornata a tutti. Dino

OGGI, SANTA CECILIA di Vice Miazza

OGGI,
SANTA CECILIA
di
Vice Miazza
22 novembre “SANTA CECILIA”, patrona dei musicisti....... secondo la tradizione, Cecilia sarebbe nata nel II secolo da una nobile famiglia romana. Sposata al nobile Valeriano, il giorno stesso del matrimonio, gli avrebbe comunicato il suo voto di perpetua verginità, convertendo al cristianesimo il marito insieme al fratello di lui, Tiburzio..
I due fratelli, ricevuto il battesimo, furono arrestati e condannati alla decapitazione. Al momento dell’esecuzione Massimo, funzionario dell’impero, toccato dalla fede di Valerio e Tiburzio confessò di essere anche lui cristiano e venne insieme a loro decapitato. Cecilia raccolse con le sue mani i corpi dei tre martiri e non molto tempo dopo anch’essa viene denunciata e condannata. I carnefici non osando eseguire la sentenza in pubblico tentarono di soffocarla con i vapori del bagno nella sua stessa casa ma una celeste rugiada la salvò. Un littore, mandato a decapitarla, colpì il suo collo tre volte senza riuscire a reciderlo. Cecilia nonostante la ferita visse ancora tre giorni. Al pontefice Urbano I, recatosi a visitarla, Cecilia agonizzante lasciò in eredità la propria casa con la preghiera di tramutarla in chiesa. Ma solo nell’anno 821, sotto il pontificato di Pasquale I, la chiesa edificata fu consacrata alla santa martire. La salma della Santa, dopo cinquecento anni ancora intatta, fu traslata dalle catacombe di S.Callisto (dove ancora oggi si può visitare la cripta che ne ospitò il corpo) alla chiesa, già sua antica dimora, insieme ai martiri Valeriano, Tiburzio e Massimo. A questi Pasquale I volle aggiungere anche il corpo di S. Urbano. È quanto mai incerto il motivo per cui Cecilia sarebbe diventata patrona della musica. In realtà, un esplicito collegamento tra Cecilia e la musica è documentato soltanto a partire dal tardo Medioevo. attorno al secolo XVI, di una parte della passio nella quale si narra che, durante i festeggiamenti nuziali, Santa Cecilia, mentre gli organi suonavano, in cuor suo cantava al Signore di renderla immacolata e di non confonderla. Tale testo risulta infatti adattato ed utilizzato nel passato come antifona alle lodi e ai vespri nella memoria di Santa Cecilia. Nella liturgia attuale, per la memoria di S. Cecilia il 22 novembre, si trova ancora un riferimento al canto nella orazione: "Ascolta, Signore, la nostra preghiera e per intercessione di S. Cecilia, vergine e martire, rendici degni di cantare le tue lodi." Il nome Cecilia, deriva dal nome di famiglia romana. Altri Santi del giorno: Beato Tommaso Reggio, vescovo di Genova, fondatore (1818-1901) – Beati Salvatore Lilli Presbitero (1853-1895) O.F.M. e sette compagni. Vice

martedì 20 novembre 2012

PENSIERI SPARSI DEL 21 NOVEMBRE 2012

PENSIERI SPARSI DEL 21 NOVEMBRE 2012

 

“Meglio una decisione…

poco concludente,

che rimandare…

senza concludere”

Dino