sabato 15 agosto 2015

RACCONTO 978 di Dino Secondo Barili - Trivolzio (Pavia)

Intrigo … … a Pavia (Queste storie, anche se raccontate come vere, sono frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che vedere con persone o fatti realmente avvenuti) 978 Omero e la donna dagli occhi neri Ci sono detti che sono sempre validi e non passano mai di moda. Uno di questi dice. “Vivi un giorno per volta” Proprio così. Coloro che pensano troppo al passato o si concentrano troppo sul futuro vivono male … e sono sempre in apprensione. Invece, coloro che “vivono un giorno per volta” sanno sempre dove si trovano, cosa sono e cosa stanno facendo. Ne ha saputo qualcosa il Dott. Omero, cinquant’anni ben portati, single, Commercialista nel milanese, abitante a Pavia … un anno fa. Da un mese entrava in Ufficio con lo sguardo truce. La sua impiegata di fiducia, la Signora Maria, sessant’anni portati alla grande, aveva l’occhio lungo. Riusciva a cogliere anche il respiro delle persone. Attese il momento opportuno ed affrontò l’argomento. “Dott. Omero, da un po’ di tempo a questa parte entra in Ufficio con il muso lungo e la brutta cera. Le impiegate sono preoccupate. Le pensano tutte. Pensano che lei non stia bene … che ha preso una sbandata per la donna sbagliata … oppure è finito in qualche pasticcio di cui ignorano i contorni. Quando un uomo riveste il suo ruolo di Responsabile di un Ufficio di venti persone è ovvio che non passa inosservato. Pertanto è meglio che sputi il rospo … per il bene suo … e di tutto l’Ufficio” Il Dott. Omero ha capito la lezione e, non avendo alternativa, ha cercato di arrampicarsi sui vetri. “Signora Maria, sono preoccupato per i cambiamenti che avvengono nella società” La Signora Maria non ci ha visto più. Non sapeva se ridere o piangere. Ha dato in escandescenze. “Dott. Omero, mi auguro che non sia questa la vera ragione per la quale da un mese arriva in Ufficio con lo sguardo truce perché sarebbe veramente grave. Come mai si preoccupa solo ora dei cambiamenti? Perché non si è preoccupato dieci o cinque anni fa? Dott. Omero i cambiamenti sono sempre avvenuti. Avvengono ogni giorno … I cambiamenti sono la vita. Noi stessi cambiamo ogni giorno … e, oggi, non siamo più quelli che eravamo ieri. Lei vive troppo solo. A cinquant’anni … un uomo deve avere una compagna con il quale condividere il letto e la vita … con la quale dare sfogo alle proprie passioni … “ A questo punto il Dott. Omero ha svelato il vero motivo del suo sguardo truce. “Signora Maria, se fosse così facile … l’avrei già fatto. Il fatto è che su quel versante sono un po’ impacciato. Per esempio. Nel mio Palazzo è venuta ad abitare una bionda trentenne … alta, occhi azzurri … e gambe da fine del mondo. Ha due lauree e non so quanti altri Titoli. Non saluta nessuno. Ha sempre lo sguardo serio come se stesse risolvendo i problemi del mondo. … Ci ho fatto un pensierino … ma chi è quell’uomo che ha il coraggio di avvicinarsi ad una donna simile? Guarda tutto e tutti dall’alto in basso come se fosse al mondo solo lei e solo lei è intelligente e sa tutto” Per poco, la Signora Maria, si trattenne dal dire qualche colorita parolaccia. “Dott. Omero, quando una donna si vede solo lei … è meglio evitarla e ignorarla come la peste. Donne così fanno sfigurare … le donne vere. Quelle donne dolci, amabili, intelligenti (veramente), cordiali … che parlano in modo semplice, che si sentono donne dai piedi … alla punta dei capelli. Esiste una differenza fondamentale tra l’essere e il non essere. Le donne che sono … non hanno bisogno di imporsi e di imporre. Sanno cosa fare come devono comportarsi. Le donne che “non” sono donne … hanno bisogno dei Titoli, del Potere … del “non sa chi sono io” Dott. Omero … si cerci una bella mora … dagli occhi neri e sarà felice” In quell’istante il campanello dello Studio si è messo a suonare. La Signora Maria è andata ad aprire e si è trovata davanti una bellissima trentenne, alta, capelli neri, occhi neri … e gambe da fine del mondo. Con voce dolcissima si presentò. “Sono la Dott. Angelica … avrei bisogno del Dott. Omero. Cerco un posto per fare pratica d’Ufficio. Signora Maria, pensa che il Dottore mi aiuterà?” Per il solo fatto che la trentenne si presentò con umiltà, la sessantenne, si fece in quattro per farle fare bella figura. “Dott. Omero, è arrivata la donna che va bene per lei … la Dott. Angelica” Il cinquantenne, aveva grande fiducia nella Signora Maria e sapeva che ogni parola della sessantenne aveva un senso. Finalmente era giunto il suo momento. Omero si è dato subito da fare … con Angelica. Avendo avuto il benestare della Signora Maria … fece molto di più. “Dott., Angelica, in attesa che studi un bel programma apposta per lei … la prego di seguire le indicazioni della Signora Maria … perché nella vita si cambia ogni giorno … e ogni giorno è un giorno nuovo … pieno di sorprese e di aspettative” Questa volta il Dott. Omero ha avuto l’approvazione dell’impiegata di fiducia e di tutte le impiegate dell’Ufficio. Anzi, la Signora Maria è stata all’altezza della situazione con un pizzico di fantasia in più. “Dott. Omero, siccome ogni tanto è bello cambiare … perché non porta la Dott. Angelica a Montecarlo? Una bella vacanza sulla Costa Azzurra è una scuola di vita e di pensiero. Ritempra lo spirito e fa crescere la voglia di rinnovare l’Ufficio con nuove idee …” Era proprio quello che il Dott. Omero desiderava fare. La Dott. Angelica diede subito la sua disponibilità. Il cinquantenne si sentì un altro … un uomo pieno di qualità e di coraggio. Il Dott. Omero invitò la Dott. Angelica a salire sulla sua rossa Ferrari ultimo modello … ed insieme partirono per una lunga vacanza da sogno … tra relax, fantasia … e un amore da fine del mondo.(racconto 978 di Dino Secondo Barili - Trivolzio (Pavia)

venerdì 14 agosto 2015

RACCONTO 976 di Dino Secondo Barili - Trivolzio (Pavia)

Intrigo … … a Pavia (Queste storie, anche se raccontate come vere, sono frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che vedere con persone o fatti realmente avvenuti) 976 Diana … e la Piazza del Mercato Che cos’è un Mercato? … il luogo dove “si incontra la domanda e l’offerta”. In ogni città e in ogni piccola o grande località, c’è un … mercato. Per esempio, a Pavia, il mercoledì e il sabato, c’è il Mercato di Piazza Petrarca … un luogo storico, quasi magico … dove avviene l’incontro tra coloro che hanno bisogno qualcosa … e coloro che possono soddisfare tale aspettativa. Infatti, le persone vivono soprattutto di aspettative … piccole o grandi. La Signora Maria, sessant’anni ben portati, non manca mai di frequentare il Mercato del Sabato in Piazza Petrarca. “Non ne posso assolutamente fare a meno. E’ stata mia madre, fin da bambina, ad insegnarmi … “l’arte del mercato” Posso dire che ormai ho imparato tutto del mercato e della vita. Mia madre mi diceva. “Maria, quando vuoi sapere la verità, ascolta le voci del mercato … tante voci, tante opinioni … Scegli sempre quelle più vicine alla verità” La Signora Maria ha collezionato un’infinità di aneddoti. Potrebbe scrivere un libro. “Quando una persona è pessimista … è perché non frequenta il Mercato settimanale. Al mercato c’è la varietà delle opinioni. Ogni persona ha la sua e si impara … a diventare saggi. La verità non esce mai da una sola ”bocca”. Quindi, ogni opinione va ben valutata prima di essere accettata” Al mercato non si incontra solo “la domanda e l’offerta”, ma si possono realizzare i più impensati desideri. Un anno fa, il Dott. Camillo, cinquant’anni ben portati, single, … cercava un libro di una vecchia edizione. L’amico Saverio l’aveva consigliato. “Vai al Mercato di Piazza Petrarca … lì trovi ciò che cerchi” Il Dott. Camillo, Dirigente di un Ufficio a Milano, abitante a Pavia … non era mai stato al Mercato di Piazza Petrarca. Non sapeva neppure che esistesse. Si prese una giornata di ferie e, un mercoledì di un anno fa, si avvicinò al banchetto dei libri usati. Quasi con timore si rivolse alla Negoziante … “Scusi, Signora … cerco questo libro” … e mostrò un foglietto con il titolo. La Negoziante, lesse. Scrollò la testa in senso di diniego … e appoggiò il biglietto con il titolo sopra una pila di libri usati. In quell’istante una bellissima trentenne, alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo … stava cercando dei libri. Senza volerlo lesse il foglietto con il titolo del libro. Quasi con noncuranza si rivolse al Dott. Camillo.”L’ho io il libro che cerca … anzi, l’ho proprio nella borsetta” La bellissima trentenne aprì la borsetta. Estrasse il libro e … “Se vuole … glielo regalo” Il Dott. Camillo è rimasto sorpreso, allibito. Era da tempo che cercava quel libro. Voleva assolutamente leggerlo. “Certo che lo accetto … ma desidero pagarlo …” . La trentenne si presentò. “Mi chiamo Diana … Glielo regalo … Se il Destino vorrà … ci farà incontrare un’altra volta … Allora, sarà lei a restituirmi il regalo” La trentenne consegnò il libro. Salutò il Dott. Camillo … e sparì tra la folla. Quando capitano certi fenomeni, una persona, rimane incredula, perplessa … non sa più cosa pensare. Al Dott. Camillo non era sfuggita la bellezza di Diana … il modo in cui era apparsa … e la velocità con cui era sparita. Era il tipo di donna che aveva sempre sognato. Proprio per quella sua “fissa” non aveva mai trovato la donna di suo gradimento. Da quel momento il Dott. Camillo è diventato un altro uomo. Aveva sempre davanti a sé Diana … la donna del libro. Ogni notte, il cinquantenne ha cominciato ad avere un sogno ricorrente … Sognava di trovarsi vicino ad un laghetto in uno splendido giardino di una Villa Settecentesca. Ad un tratto dal boschetto usciva una bellissima trentenne … guardava il laghetto. Decideva di fare il bagno … Si stava per spogliare … e Camillo veniva svegliato dal suono del campanello della porta d’ingresso della sua abitazione. Il Dott. Camillo sapeva chi era quella donna. Era Diana. Ne era certo. Dopo un mese di una simile tortura, il cinquantenne decise di parlarne al suo Medico di Fiducia, il Dott. Giuseppe, il quale è stato categorico. “In questo caso … non c’è che una soluzione. Trovare Diana … la trentenne dagli occhi azzurri” Detta così sembra una cosa facile, ma non è cosi facile. Per fortuna che il Dott. Camillo prendeva il caffè al solito Bar in Piazza della Vittoria a Pavia con l’amico Saverio. Aveva evitato di parlargliene per non essere preso per matto. Invece, l’amico Saverio, aveva la soluzione dell’enigma. “Camillo … la trentenne Diana è la Proprietaria del Castello delle Fate nell’Oltrepò Pavese. E’ facilissimo incontrarla … è sempre nei boschi alla ricerca di funghi … dei quali è esperta conoscitrice” E’ stata la scintilla che ha acceso l’incendio nella testa del Dott. Camillo il quale chiese subito un mese di ferie. Il suo scopo era quello di trasformarsi in “cercatore di funghi”. Se c’è una cosa che non si può improvvisare è proprio quella di diventare “cercatore di funghi”. E’ una delle attività più difficili e pericolose. Con i funghi si può anche morire. Infatti, il Dott. Camillo, durante la sua prima sortita nel bosco raccolse dei funghi straordinari. Sembravano dei bellissimi funghi porcini e siccome, una volta, aveva provato a cucinarli, decise di mettersi nuovamente alla prova. Il cinquantenne seguì alla lettera i consigli di un libro di ricette. Realizzò un piatto superlativo … e pensò di gustarlo nel bosco dove aveva trovato gli stessi funghi. Così fece. Aveva assaggiato un solo pezzetto di fungo … e il Dott. Camillo è rimasto a bocca aperta … Inerte. Incapace di muoversi … e neppure di chiedere aiuto. Per Fortuna che quando una persona nasce fortunata … la Fortuna l’aiuta sempre. In quell’istante … stava passando nel bosco Diana, la bellissima trentenne, alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo, Proprietaria del Castello delle Fate. Si rese conto delle difficoltà del Dott. Camillo e usò subito l’antidoto adatto. Lo baciò sulla bocca, con un lungo, appassionato bacio. Il cinquantenne riprese a respirare … aria e vita nuova. Da quel momento Diana e Camillo non si sono più lasciati. Tra loro è scoppiato l’amore, quello vero, unico, ineguagliabile … da vivere nel Castello delle Fate dell’Oltrepò Pavese.(racconto 976 di Dino Secondo Barili - Trivolzio (Pavia)

mercoledì 12 agosto 2015

RACCONTO 975 di Dino Secondo Barili

RACCONTO 975 di Dino Secondo Barili Intrigo … … a Pavia (Queste storie, anche se raccontate come vere, sono frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che vedere con persone o fatti realmente avvenuti) 975 Ottavia … amore al Ponte della Becca Pavia è una città romantica. Non solo per le sue viette strette e sghembe. Per i suoi vicoli senza nome. Per le piazzette che ricordano i cortili del tempo che fu. Anche e soprattutto per il fiume Ticino. Si fa presto a dire … una città con duemila anni di storia … ma il Ticino ne ha molti di più. E’ una via d’acqua lunga cinquecento chilometri … dalla Svizzera a Venezia. Ed era l’autostrada quando le autostrade non c’erano … Quando le vie d’acqua erano le vie più comode per muoversi … ed i fiumi erano sempre affollati di gente che andava e veniva. Da Venezia alla Svizzera con mezzi di ogni genere … chiatte, barche, barchette … canoe e barcé. Parte della vita sociale del tempo che fu si svolgeva sui fiumi. Lungo i fiumi c’erano le Osterie, luoghi d’incontro anche misteriosi … Oppure, le persone si fermavano a Pavia, città di fiume. Anche, oggi, Pavia mantiene viva la vita del fiume con decine di imbarcazioni utilizzate per gli allenamenti dai canoisti e rematori concorrenti alle gare nazionali e internazionali … Un mondo silenzioso, quasi appartato, che fa del fiume Ticino una fucina di campioni a livello mondiale. Il fiume Ticino è il fiume dei campioni, dei desideri … il fiume dei sogni di gloria. Un anno fa, ne ha saputo qualcosa la Prof. Ottavia, quarant’anni, single, bellissima … alta, bionda, occhi azzurri e gambe … da favola, Docente di Lettere in un Liceo del milanese, abitante a Milano. La Prof. Ottavia, a quarant’anni, si era improvvisamente accorta di aver dedicato molto (troppo?) tempo allo studio. Alla ricerca e consolidamento del proprio lavoro … e di aver trascurato un lato importante: l’amore. Insomma, la quarantenne aveva ancora tanti desideri … insoddisfatti. Si convinse subito che non poteva perdere altro tempo. Doveva agire. Si ricordò di quando era al Liceo ed aveva partecipato ad un corso di canoa a Pavia. Si era distinta. Aveva partecipato ad una gara sul fiume azzurro ed aveva vinto. Inutile nasconderlo. Le affermazioni di gioventù lasciano il segno … E, poi, Pavia è ad un passo da Milano. Mezzora di treno … anche meno. Ottavia decise. Avrebbe rivisto il Ticino … laggiù … in quell’angolo vicino al Ponte della Ferrovia. Ormai aveva le idee chiare. Un fiume è sempre un fiume … un ininterrotto fluire d’acqua, di oggetti di ogni genere … fiori, piante, arbusti, forse anche … pensieri e desideri. Un “mondo” che se ne va verso il mare e non perdona … come il tempo che passa. Ottavia, però, aveva voglia di vivere … di amare. Pavia e il Ticino, in un attimo, erano diventati il suo sogno. Un sabato mattina di un anno fa, Ottavia era a Pavia, sul fiume Ticino … nei pressi del Ponte della Ferrovia. Era metà mattina, ma il fiume era affollato. C’erano canoisti e rematori di ogni genere che si allenavano con impeto e passione. La passione è contagiosa … passione stimola passione. Solo alla vista di quel mondo, Ottavia si rivide com’era vent’anni prima … quando vinse la gara di canoa. Bell’esperienza. Bella soddisfazione. Perché non rimettersi in corsa? Non esiste un’età per rimettersi a correre … e poi, l’appetito vien mangiando. Osservare il mondo dalla riva di un fiume è come partecipare ad un spettacolo sempre nuovo. Il fiume è sempre affollato … di qualcosa. Ottavia guardava quel mondo e si sentiva rimescolare il sangue nelle vene. Se avesse avuto a disposizione una canoa … sarebbe partita per Venezia. Così, sui due piedi. Senza pensarci un po’. In quell’istante, un giovanotto sui quarant’anni, alto, biondo, corporatura da atleta, con la pelle bruciata dal sole … ha attraccato la sua barca alla riva. Come poteva Ottavia stare zitta? Neanche per sogno. “Sapesse quanto la invidio” Il quarantenne si è messo a ridere. “Perché? Non è mai stata in barca? Se vuole la porto io” E’ stato come accendere un incendio. Ottavia raccontò la sua esperienza del corso di canoa all’epoca del Liceo … vent’anni prima. Il suo desiderio in quell’istante era di raggiungere Venezia in barca … come hanno fatto tantissime persone nel mille e settecento quando, tra Pavia e Venezia, c’erano imbarcazioni che facevano la spola con arrivi e partenze quotidiane. Il quarantenne si presentò. “Sono Franz, svizzero … già campione di canoa al tempo della mia gioventù. Ora, mi diverto a percorrere in lungo e in largo il fiume Ticino dalla Svizzera a Venezia. Ad esplorare tutte le possibili opportunità dei laghi Maggiore, di Lugano, di Como ed altri. Se vuole possiamo metterci insieme. Io faccio le fotografie … lei scrive le didascalie … “ Quando un uomo ed una donna cominciano a guardarsi negli occhi … e cercano nell’altro la risposta ai propri desideri … è come il fluire della corrente del fiume. Non si ferma più. Inizia l’avventura dell’amore. Ottavia e Franz non si sono più lasciati. Hanno chiacchierato. Hanno preso il caffè insieme … Non al Bar … dove sarebbe facile sconfinare nelle comodità quotidiane … ma, direttamente da un termos portatile, con tazzine di plastica usa e getta. La vita del fiume incomincia di lì … dalla frugalità, dall’uso moderato delle comodità. Da tempo immemorabile, sul fiume Ticino corre una frase … “Non chiedere ad altri di fare qualcosa … falla” Non era arrivata la sera, di quel sabato di un anno fa, che Ottavia e Franz avevano già fatto le provviste per una vacanza in barca … una “passeggiata” da Pavia a Venezia … sul fiume Ticino e Po … come ai tempi del mille e settecento. Epoca in cui, al primo posto, c’era l’amore … Anche per Ottavia e Franz, l’amore è scattato al Ponte della Becca, nel punto stesso in cui il Ticino confluisce nel Po. Il resto è facile immaginarlo … perché l’amore è … ha sempre un inizio … mai una fine. Chi ama, desidera … Chi desidera … ha afferrato il segreto della vita.(975) di Dino Secondo Barili - Trivolzio (Pavia)

martedì 11 agosto 2015

RACCONTO 974 di Dino Secondo Barili

Intrigo … … a Pavia (Queste storie, anche se raccontate come vere, sono frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che vedere con persone o fatti realmente avvenuti) 974 Annamaria e la ruota della vita E’ noto che la vita è una ruota. Una ruota che gira sempre … e non si ferma mai. E’ la ruota della vita e dell’amore … Un anno fa, ne ha saputo qualcosa l’Avv. Annamaria, quarant’anni, single, bellissima … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo. Aveva lo Studio in Pavia ed ogni lunedì si presentava puntuale secondo l’orario applicato sulla porta dell’ingresso. “La puntualità è simbolo di serietà professionale … “- diceva – “… di persona che da e mantiene la parola” Infatti, a quarant’anni l’Avv. Annamaria si era fatta una solida fama di persona seria, esperta, volitiva, diligente e precisa. I risultati economici erano la conferma. La proprietà dello Studio e di un Attico in Palazzo sul Lungoticino a Pavia. Un lunedì di un anno fa, però, l’Avv. Annamaria era in crisi. Non aveva voglia di andare in Ufficio. Era demoralizzata ed avvilita. A fatica aprì lo Studio e, a fatica, ricevette il primo cliente. Anche il cliente si era accorto della brutta cera della quarantenne. “Avv. Annamaria, la vedo triste ed avvilita. Volevo parlarle dei miei problemi … ma, sicuramente, i suoi sono più complicati dei miei. Le do un consiglio. Non stia sempre chiusa in questo Ufficio … a mescolare le “grane” di tutti i suoi clienti. Esca, ogni tanto a prendere un caffè … quattro chiacchiere al Bar … quattro passi in Corso Cavour … Guardi le persone come fossero un film … tanti volti … tante storie. E … visto che ci siamo, le do un consiglio personale. Siccome ha bisogno di aiuto … faccia tre giri intorno alla Statua della Minerva … e ritornerà a vivere alla grande” Il cliente salutò l’Avv. Annamaria la quale non ha avuto neppure il tempo e la voglia di ribattere. La quarantenne pensò a quanto aveva suggerito il cliente e convenne che … un caffè e quattro chiacchiere al Bar erano proprio quel che ci voleva. A volte, nella vita, si sa come si comincia … e non si sa come si finisce. Dopo aver preso il caffè e fatto due parole con la barista Zaira, una bella ragazza piena di vita … la quarantenne venne tentata dai … tre giri intorno alla Statua della Minerva. Era una scusa per fare quattro passi e calmare il disagio che aveva nella sua testa. I motivi erano tanti. Da tempo i rapporti con il suo compagno da tre anni era diventati impossibili. Lei diceva “pera” e lui rispondeva “mela” (se rispondeva). Da un mese si erano lasciati definitivamente e i risultati era pessimi. L’Avv. Annamaria stava male … e il suo viso non nascondeva la verità. Ora, però, c’erano i tre giri intorno alla Statua della Minerva che non sono poi cosi piacevoli come qualche lettore o lettrice potrebbe pensare. Tra il traffico impazzito e l’itinerario non proprio dei migliori … servono nervi saldi e occhio vigile. Dopo i primi due giri l’attenzione della quarantenne è diminuita. E’ stato proprio in quel momento che Annamaria ha messo il piede sull’unico piccolo sasso abbandonato sul percorso e … “zacchete” … per poco non è finita lunga distesa per terra. Per fortuna (a volte si dice!) dietro di lei c’era un Signore sui cinquant’anni … bellissimo, il quale l’ha presa tra le braccia e … “Ha bisogno di aiuto? Eccomi qua!” L’Avv. Annamaria ha capito subito che se non ci fosse stato l’aiuto provvidenziale di quel Signore sarebbe sicuramente finita all’Ospedale. “Grazie. Grazie … non so come ringraziarla … Ero sopra pensiero” Il cinquantenne si presentò. “Sono il Dott. Andrea … faccio lo Psicologo. Ho capito subito da come si muoveva che aveva la testa chissà dove. Ora, però, ci vuole un buon caffè … e visto che ci siamo, potrebbe anche vuotare il sacco” Quando un Professionista è serio non ha bisogno dello Studio (inteso come luogo della Professione) per avere autorità. Annamaria accettò volentieri il caffè ed è rimasta affascinata da quell’uomo … mai visto prima. Pavia è piena di Bar … c’è solo l’imbarazzo della scelta. Il Dott. Andrea ha preferito un tavolino all’aperto … in uno dei tanti Bar … con vista sulla Statua della Minerva. Inoltre, dopo i convenevoli d’uso, ha chiesto ad Annamaria se poteva darle del “tu” … come fossero amici da vecchia data. D’altro canto, Andrea, aveva davanti una bellissima quarantenne … alta, bionda, occhi azzurri … e gambe da fine del mondo. Anche lui era un bell’uomo … un affascinante cinquantenne … con tutte le carte in regola. Però, è sempre la donna la personificazione del desiderio. E’ la donna ad essere desiderata … l’uomo può soltanto desiderare. In quel momento, nella testa del Dott. Andrea era scattato un relè … e quel relè “voleva conoscere Annamaria” In certi momenti è l’istinto che prende il sopravvento e, l’istinto, aveva deciso. Andrea “avrebbe approfondito la conoscenza di Annamaria e … cascasse il mondo, non avrebbe ceduto di un millimetro” Lo Psicologo face la sua parte. “Annamaria posso chiederti, come psicologo, da quali problemi sei afflitta?” Ormai la quarantenne aveva capito che gli occhi malandrini di Andrea erano costantemente attratti dal suo seno … per via di alcuni bottoni slacciati della sua camicetta … “Andrea … ho lasciato, un mese fa, il compagno con il quale ho convissuto tre anni …” Lo Psicologo abbandonò il suo stile professionale … “Annamaria … se può farti piacere … anch’io sono stato abbandonato da mia moglie. Se vuoi potremmo parlarne con più calma. Intanto, da quanto vedo, tu hai bisogno di un periodo di riposo … Forse, il lavoro è troppo intenso. Posso invitarti per una vacanza ristoratrice nel mio Castello nell’Oltrepò Pavese”? A quel punto Annamaria ha compreso appieno l’importanza di una vacanza … Da tempo non si muoveva da Pavia. Accettò volentieri … Non prima, però, di aver applicato sulla porta d’ingresso dello Studio, il cartello “Temporaneamente chiuso per malattia” Andrea, intanto, l’aspettava in strada con la sua rossa Ferrari nuova di zecca. Quando Annamaria la vide ebbe un presentimento … Le malattie (d’amore) sono lunghe a passare, specialmente con un Castello nell’Oltrepò Pavese e una rossa Ferrari. Del resto se Eva, per una mela, ha perso il Paradiso Terrestre … cosa potrebbe perdere, oggi una donna, per un Castello nell’Oltrepò Pavese e una rossa Ferrari ultimo modello? (974) Dino Secondo Barili

lunedì 10 agosto 2015

RACCONTO 973

Intrigo … … a Pavia (Queste storie, anche se raccontate come vere, sono frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che vedere con persone o fatti realmente avvenuti) 973 Laura Antonella … e la scarpa magica Quando una città è magica … tutto diventa magico. Basta vedere Pavia … piccola città a venticinque chilometri da Milano. Basta girovagare per sue vie e le sue piazze per rendersene conto. Toccare con mano … per credere. Un anno fa, ne ha saputo qualcosa l’Architetto Laura Antonella, con Studio a Vigevano (Pavia). Laura Antonella, quarant’anni, single, bellissima … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo … era in crisi. Non una crisi qualunque … una crisi superlativa. Di quelle da far tremare i polsi. Un anno fa, era a Pavia per un Convegno all’Università e, nell’intervallo tra una relazione e l’altra, si era concessa un caffè in Piazza della Vittoria. Non aveva ancora ordinato il caffè che nello stesso Bar è entrato il suo amico e Collega Federico, il quale, dopo i saluti, ha notato il viso affaticato della quarantenne. “Laura Antonella … hai qualche problema? Ti vedo il viso stanco …” La quarantenne ne ha approfittato per vuotare il sacco. “Federico, a te lo posso dire, sono notti che dormo male. Devo consegnare il progetto di una scarpa per un contratto milionario. Il termine sta per scadere e non ho ancora messo insieme un’idea …” A qualche lettore o lettrice sembrerà esagerato andare in crisi … per una scarpa … invece, no. La scarpa è l’oggetto di cui una persona non può fare a meno. Chi è che girerebbe, oggi, senza scarpe? Non tutte le scarpe, però, sono uguali … ed ogni persona preferisce indossare le scarpe di proprio gusto. Ecco perché la concorrenza tra i disegnatori di scarpe è all’estremo limite … e può far venire il mal il testa ad un Architetto specializzato del settore. Il Collega Federico, però, era un Architetto originale. Aveva sempre la risposta pronta ad ogni domanda. “Laura Antonella non posso credere che a te manchino le idee … Forse, avrai dei pensieri che turbano la tua mente … “ La quarantenne Laura Antonella ha capito che a Federico non sfuggiva nulla … nemmeno il segreto dei suoi pensieri. Sputò il rospo. “Federico hai ragione. E’ un mese che ci penso … Mi sento sola. Sono attratto da un’idea. Ritrovare Claudio, il mio fidanzato del tempo dell’Università. Purtroppo ci siamo lasciati dieci anni fa … e non è sta una bell’idea. Dal giorno in cui ci siamo lasciati non l’ho più rivisto … e da un mese ho un sogno ricorrente. Ogni notte lo rivedo nel sogno … E’ girato di spalle … Cammina … Cerco di raggiungerlo, ma non ci riesco. Inoltre, non so proprio come mettermi in contatto” Federico, dopo aver ascoltato con attenzione … è uscito con una delle sue solite trovate. “Laura Antonella, se io fossi in te, compirei uno dei più diffusi “riti di Pavia”. Mi recherei sul Ponte Coperto. Scriverei su un bigliettino “Claudio ho bisogno di te …” e lascerei cadere il bigliettino nella corrente del fiume Ticino” Sembra una cosa d’altri tempi … invece, no. Entro, oggi, poteresti incontrare Claudio” Laura Antonella non sapeva se credere oppure, no. Dopo tutto cosa ci avrebbe perso se avesse scritto il bigliettino e l’avesse abbandonato alla corrente del fiume? In dieci minuti avrebbe preso il caffè e raggiunto il Ponte Coperto. Così ha fatto. Durante il rientro nella Sala del Convegno, Laura Antonella ha percorso per intero Strada Nuova, una delle via più belle di Pavia. La Strada dello shopping, del passeggio del sabato e della domenica. Ormai la quarantenne si sentiva più sollevata. Poteva ascoltare la relazione in programma con tranquillità. Laura Antonella stava per sedersi al proprio posto nella Sala quando il Segretario del Convegno ha annunciato il Relatore. “Gentili Signori, il programma avrà una variazione. L’Architetto Claudio, proveniente da Francoforte, leggerà la sua Relazione come contributo ai fini di questo Convegno” Laura Antonella per poco non svenne. Era Claudio, il suo Claudio … il suo fidanzato di dieci anni prima. Il Claudio che aveva sognato … che aveva scritto sul bigliettino gettato nella corrente del fiume Ticino dal Ponte Coperto. Anche Claudio aveva messo subito gli occhi su Laura Antonella. Non poteva non vederla … era a dieci passi … seduta in prima fila. Anzi, senza dare nell’occhio l’aveva fissata e salutata con un cenno della mano. Al termine della Relazione Laura Antonella e Claudio si incontrarono, si abbracciarono … si baciarono … e non si lasciarsi più … perché quando il Destino ci mette la sua “manina” può accadere di tutto e nel modo più impensato. Del resto, era da un mese che ogni notte, Laura Antonella sognava Claudio … e “le vie del Signore sono infinite” (come diceva un antico detto). Ora, però, sottobraccio uno all’altro … era tutta un’altra cosa. “Claudio come mai a Pavia?” Claudio non ha saputo rispondere. Non è riusciva nemmeno lui a spiegarsi come mai da Francoforte, fosse stato dirottato a Pavia dal suo Capo. Laura Antonella non aveva bisogno della risposta. La conosceva già. Il segreto era sul Ponte Coperto di Pavia ... E’ stato in quell’attimo che gli occhi di Laura Antonella hanno fissato le scarpe di Claudio … Ecco l’idea! L’idea geniale … per una scarpa magica! - (973 - Dino Secondo Barili - Trivolzio (Pavia)

domenica 9 agosto 2015

RACCONTO 972

Intrigo … … a Pavia (Queste storie, anche se raccontate come vere, sono frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che vedere con persone o fatti realmente avvenuti) 972 L’Atelier della Pittrice Roberta E’ noto che ogni attività ha bisogno di condizioni particolari. Per esempio. I meccanici hanno bisogno della loro Officina ed altro. Ovvio, che gli Artisti in particolare hanno bisogno delle condizioni che rispondono meglio alle loro esigenze personali. Un anno fa, la Prof. Roberta, cinquant’anni, single, bellissima … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo … Pittrice … Docente di Disegno in un Liceo del milanese, abitante a Pavia, aveva un problema. Aveva deciso di vendere il suo Atelier che teneva da vent’anni. Nelle vita delle persone ci sono alti e bassi e momenti di crisi. La Prof. si era resa conto che il tempo a disposizione per dipingere si era ridotto e passava sempre meno tempo nel suo Atelier. Ne parlò con la sua coetanea, amica e Collega Annamaria. “Basta mi sono stufata di tenere un Atelier … devo disfarmene … Dopo tutto, quando si è giovani ci si illude di molte cose … ed io mi sono illusa di diventare un’Artista famosa” Annamaria era a conoscenza del passato di Roberta perché avevano studiato con lei a Brera e con lei entra entrata nel mondo della Scuola. “Roberta, sei diventata matta? L’Atelier è la tua vita, il tuo mondo, il tuo rifugio, il luogo dove c’è tutto ciò di cui hai bisogno … compreso lo sfogo” Roberta fece un attimo di riflessione e convenne che era effettivamente così. Atelier? … non era proprio come immagina qualche lettrice o lettore … perché l’Atelier della Pittrice Roberta “non” era il massimo dell’ordine. Anzi, di ordine non ce n’era affatto. Due stanzette al piano terreno di una casa di periferia a Pavia. Due stanzette nelle quali c’era un po’ di tutto … nel massimo disordine. Si diceva un volta che “l’ordine non era degli artisti” … e che l’unico ordine che hanno gli Artisti è … in ciò che producono … per il resto è caos. La Prof. Roberta lo sapeva e non ne faceva mistero. Era sempre stata così … la disperazione di sua madre ... Si era sentita veramente a posto quando aveva acquistato il “suo Atelier” nel quale ha creato un’infinità di quadri piccoli e grandi … realisti e “assurdi” (come li chiamava). L’Atelier era il suo “spazio vitale”, il suo mondo … dove poteva lasciare ogni cosa nel massimo disordine. Fogli, libri, riviste per terra … bozzetti sparsi dappertutto. Tazzine del caffè mezze vuote. Ora, però, la Prof. Roberta aveva deciso. Avrebbe messo ordine nella propria vita … Avrebbe venduto il proprio l’Atelier. Se ne sarebbe disfatta una volta per tutte. Del resto, per la cinquantenne era un periodo piuttosto grigio. Gli anni erano passati. La gloria (si fa per dire) non era arrivata … e l’amore nemmeno. Per fortuna che era rimasta la Scuola che … tra alti e bassi, dubbi e delusioni, aveva sempre garantito il pane quotidiano. Annamaria, però, aveva insistito. “Roberta non vendere l’Atelier … pensaci ancora un po’ … L’Atelier per te è un “luogo terapeutico” … Lì scarichi le tue tensioni. Potessi averlo io” L’arte è anche ricerca di sé stessi … e ogni Artista ha le sue esigenze. Una mattina di un anno fa, la Pittrice Roberta aveva deciso che avrebbe cominciato a fare un po’ di ordine nel suo Atelier … in vista di un’eventuale vendita. Stava per giungere davanti alla porta d’ingresso del suo Atelier quando vide un affascinante Signore ben vestito, sui sessant’anni che stava leggendo il volantino incollato alla porta d’ingresso dello Studio. Era l’unico volantino che dava scarne notizie della “Pittrice Roberta … che esercitava in quello Studio” E’ stato il Signore a parlare per primo. “Lei è la Pittrice Roberta?” – “Sono io” – rispose senza dare troppa importanza all’incontro. “Sono il Dott. Michelangelo … sono alla ricerca di un’Artista per il mio Castello in Lomellina. Le spiacerebbe mostrarmi il suo Studio e un po’ delle sue opere?” La Prof. Roberta, Pittrice, divenne rossa come un peperone. Cominciò ad avere le vertigini … Proprio ora che voleva mettere ordine nell’Atelier … proprio ora che voleva disfarsi dello Studio … ecco il miracolo. Roberta cominciò a parlare come stesse facendo una lezione a Scuola … a fare domande … il tutto per non far entrare il Dott. Michelangelo nel suo Studio. Alla fine il sessantenne aveva capito tutto. “Prof. Roberta è inutile che lei giri il mestolo nella pentola. Io, non mi muovo di qui fino quando lei non mi ha fatto vedere il suo Studio” A quel punto , Roberta non ha più avuto via di scampo. Si è riservata un’ultima scusa. “Guardi che c’è un po’ di disordine … non si guardi intorno … e guardi dove mette i piedi” Il Dott. Michelangelo accennò ad un sorriso maliardo … Dal primo momento in cui aveva messo gli occhi sulla Pittrice Roberta ne era rimasto affascinato, ammagliato. Era proprio la donna che cercava … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo … e poi, Pittrice, Artista … in tutti i sensi … anche e soprattutto nel disordine. Sapeva già in quale marasma avrebbe trovato quello Studio. Quando Roberta aprì la porta dell’Atelier, Michelangelo, comprese che il disordine era maggiore di quanto avesse immaginato, ma … Nella vita c’è sempre un ma. Uno di quei “ma” che lascia attoniti, perplessi, increduli. Era proprio ciò che cercava. Il cinquantenne guardò i quadri appesi alle pareti e si rese conto che erano dei veri capolavori … degni del suo Castello in Lomellina. L’accordo tra Roberta e Michelangelo è stato immediato. I loro occhi si incontrarono … come se si fossero sempre cercati. Ora, Michelangelo poteva fare del suo Castello … un sogno … e di Roberta … la sua Regina. - (972)

venerdì 7 agosto 2015

RACCONTO 970

Intrigo … … a Pavia (Queste storie, anche se raccontate come vere, sono frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che vedere con persone o fatti realmente avvenuti) 970 Il Dott. Camillo e la ruota della vita Un anno fa, la Signora Maria, impiegata di fiducia del Dott. Camillo aveva un problema … il suo Capo … cioè il Dott. Camillo, Titolare dell’Ufficio presso cui lavorava insieme ad altre diciannove impiegate. Il Dott. Camillo, quarantacinque anni ben portati, Commercialista nel milanese, abitante a Bereguardo (Pavia) era stato un Titolare perfetto fino a qualche mese prima. Da un paio di mesi, però, la Signora Maria, sessant’anni, astuta più una volpe, aveva notato … degli alti e bassi nell’umore del quarantacinquenne suo Capo. Aveva capito che il Dott. Camillo si era innamorato di una stupenda trentenne e aveva cominciato ad avere i suoi problemi (come tutti gli innamorati). Degli alti e bassi che alla Signora Maria non piacevano affatto. Il Dott. Camillo era stato sempre un Titolare perfetto … corretto e preciso nel suo Ufficio … gentile e cortese con le impiegate. Tanto tempo fa, si diceva che quando un Capo trema … tutto l’Ufficio risente i contraccolpi. Quando un uomo si innamora … comincia a non essere più sicuro di sé stesso … ad avere degli sbandamenti … e cade in balia dei sentimenti. Cosa del tutto normale, ma non per un Ufficio. La Signora Maria, donna avveduta e lungimirante, si era resa conto che era giunto il momento di intervenire. “Dott. Camillo, lei ha tutte ragioni di innamorarsi e di farsi una famiglia. Ha quarantacinque anni … è ora e tempo. Ma, lei è anche il responsabile della vita e del lavoro del suo Ufficio e delle sue venti impiegate, compreso la sottoscritta. Quando nella vita di un uomo entra una donna … tutto cambia. Dopo la prima sbornia di baci e abbracci (e molto di più) … cominciano gli impegni. La disparità di vedute tra innamorati ha sempre dei contraccolpi. Ecco, perché, voglio darle una mano. Dott. Camillo, tenga sempre separato la sua vita privata … da quella dell’Ufficio. Sono due sfere diverse che non devono mai mescolarsi. Nella sua vita privata e nel rapporto con la sua dolce metà … può fare ciò che vuole. L’Ufficio è un’altra cosa. L’Ufficio è la sua vita, la sua professione, il suo lavoro … le sue impiegate, i suoi clienti. L’Ufficio è come una pianta … con la sue radici, il suo tronco, i suoi rami … le sue foglie. Lei è il tronco … quello che tiene in piedi tutta la struttura. Se lei vacilla … tutto vacilla. Perciò, nella mia qualità di sua impiegata di fiducia, ho il dovere di proporle un’idea. Da questo momento, in questo Ufficio, nasce il Comitato Compleanni di cui lei, Dott. Camillo, è il Presidente … ed io la sua Segretaria. Ho già fatto un elenco dei compleanni di tutte le impiegate dell’Ufficio A ogni compleanno lei, Dott. Camillo, farà un bel discorso di circostanza … esaltando le virtù di ogni festeggiata” Il Dott. Camillo è rimasto sorpreso dalla fantasia della sua impiegata di fiducia. Chi è quell’uomo che, nominato Presidente “ipso facto” … non si sente orgoglioso della stima e del ruolo conseguito? Il Dott. Camillo si è sentito investito di una parte importante nella gestione del suo Ufficio che non ammette tentennamenti. La Signora Maria, però, non era solo fantasiosa. Era anche un’appassionata ricercatrice delle tradizioni locali. “Dott. Camillo, domani è sabato … ed è il suo compleanno. Il Comitato Compleanni ha il dovere di presentare un programma. Per questa volta, toccherà a me fare il discorso di circostanza … ed ogni impiegata, liberamente, e secondo le proprie volontà, le farà un regalo di compleanno … per ricordare che la vita è una ruota … e, tutti devono fare di tutto per aiutare a stare bene” Il Dott. Camillo, dopo un discorso del genere, si sciolto come neve al Sole. Capì che non basta essere Capo … ma è necessario, anzi, indispensabile, essere stimato e benvoluto. Il compleanno è l’occasione annuale per conoscere “de visu” la realtà in cui si vive. Le persone non sono numeri … Sono tanti piccoli mondi che hanno bisogno di essere apprezzati e conosciuti. Il Dott. Camillo … pensando al discorso di circostanza della Signora Maria … ha voluto anticipare la sua offerta. Per il giorno del suo compleanno avrebbe offerto un pranzo superlativo a tutte le impiegate del suo Ufficio e … una passeggiata nei boschi della Zelata di Bereguardo, sul Sentiero Europeo E1, dove si incontrano numerosi turisti (per fare amicizia) provenienti dal Nord Europa … svizzeri, olandesi, svedesi e tedeschi. (970)

RACCONTO 969

Intrigo … … a Pavia (Queste storie, anche se raccontate come vere, sono frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che vedere con persone o fatti realmente avvenuti) 969 Antonella e la Sorgente dell’Acqua dell’Amore Un anno fa, la Dott. Antonella, quarant’anni, bellissima … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo … Dirigente di una Agenzia Commerciale del milanese, abitante a Varzi (Pavia) … era in crisi. Aveva avuto un anno tribolato. Un po’ per la salute e un po’ tutto il resto. “Tutto il resto” … che, in una parola, voleva dire: l’amore. Il rapporto con il suo Renato non era più quello dei primi tempi … tutto rose e fiori. Tre anni di fidanzamento e tre di convivenza si facevano sentire. In un rapporto di coppia le colpe vanno sempre divise a metà. Antonella aveva sempre davanti sé suo padre che era sempre pronto e disponibile a darle una mano. I “compagni di vita”, invece, non sono i papà. A volte non sanno nemmeno loro quello che vogliono. Tuttavia, Antonella voleva rimettere le cose a posto con il suo Renato. Ne parlò con la sua amica del cuore Rossella, sua coetanea con una particolare curiosità per le leggende. “Rossella, tu che sai tutto sulle leggende … non c’è una leggenda che mi aiuti a ritrovare “le bellezze dell’amore” con il mio Renato?” Rossella era la curiosità in persona. Appena le si dava il la … partiva come una freccia alla ricerca della soluzione del problema. Al momento non aveva risposte, ma conosceva una persona curiosa come lei, il Signor Ottavio, a Brallo di Pregola (Pavia) … una località incuneata tra le montagne dell’Appennino, che faceva proprio al caso suo. La risposta alla domanda di Antonella è arrivata dopo qualche giorno. Secondo l’opinione di Ottavio c’era una leggenda nota in quella località che diceva. “Quando una persona ha dei problemi d’amore può bere … l’acqua della Sorgente dell’Acqua dell’Amore che si trova al Pian del Sole” Non aveva altri particolari. Appena Antonella ha avuto la notizia si data subito da fare. Cercò su Internet, ma non ha trovato ulteriori notizie. Chiese, allora, alla sua amica Rossella di accompagnarla alla ricerca della Sorgente dell’Acqua dell’Amore. Anche Rossella aveva un problema analogo con il suo Luigi. Accettò volentieri. Insieme le due amiche si recarono nelle vallate di Brallo di Pregola (Pavia) e … dopo molte ricerche, individuarono quella che doveva essere la “Sorgente” che stavano cercando. La delusione, però, è stata scioccante. La Sorgente era asciutta! Secca, come non fosse mai esistita … non dava più acqua. Antonella e Rossella si guardarono in faccia e, deluse, fecero le loro considerazioni. Antonella, però, era testarda come un mulo. Prima di darsi per vinta era disposta a tutto. “Rossella, se siamo arrivati fino a questo punto … possiamo arrivare alla soluzione dell’enigma. Dobbiamo solo aguzzare l’ingegno …” In quell’istante, sul sentiero sul quale si trovano, era giunto un vecchio con la lunga barba bianca, leggermente claudicante che, ogni tanto, si appoggiava a fatica al suo bastone … Antonella ne approfittò. “Scusi, posso farle una domanda? Questa è la Sorgente dell’Acqua dell’Amore?” – “Si” rispose il vecchio. Immediata la replica di Antonella. “Ma è asciutta …” Il vecchio non si scompose. “Dice la leggenda (che poi è la pura verità) che l’uomo e la donna interessati all’amore devono toccare contemporaneamente la roccia …. L’Acqua dell’Amore sgorga in quantità illimitata … Provare per credere” Antonella e Rossella gioirono. Avevano risolto il loro problema. Non sapevano, però, di avere a che fare con i loro rispettivi compagni (scettici e testardi più dei muli). Quando Antonella accennò a Renato la storia della Sorgente dell’Acqua dell’Amore questi si è messo a ridere. “Antonella siamo nel 2015. L’uomo è andato sulla Luna. C’è Internet e non so quali e quante altre diavolerie … e tu credi ancora alle leggende? Aggiornati” Antonella non si diede per vinta. Ormai la sfida era tra lei e Renato … e vinse Antonella … la quale si inventò, sui due piedi, che aveva perso l’anello di fidanzamento proprio alla Sorgente dell’Acqua dell’Amore. Questa volta, Renato, non ha potuto tirarsi indietro. Accompagnò Antonella alla Sorgente e, dal momento che erano soli, accettò di toccare la roccia contemporaneamente alla sua compagna … In un attimo è accaduto … il Diluvio. La roccia si è aperta in mille fessure. Da ogni fessura fuorusciva copiosa acqua limpida e fresca. Siccome la camminata per raggiungere la Sorgente è stata lunga e faticosa, Antonella e Renato sentirono il bisogno di bere acqua a volontà. Da quel momento Renato guardò negli occhi Antonella … con occhi nuovi. A mano a mano che la guardava sentiva il desiderio di abbracciarla, baciarla ... e molto di più. Anche Antonella ha sentito lo stesso desiderio. Cosa c’è di più bello di desiderare? ... e di essere desiderati? L’amore è come la fame … più si ha fame … più si gusta ciò che si ha nel piatto. Da quel momento Antonella e Renato si sono sempre sentiti … affamati d’amore. (969)

giovedì 6 agosto 2015

RACCONTO 968

Intrigo … … a Pavia (Queste storie, anche se raccontate come vere, sono frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che vedere con persone o fatti realmente avvenuti) 968 Floriano, Filippo … e l’Osteria delle Streghe Un anno fa, i Dottori Floriano e Filippo, single, Dirigenti di una Agenzia Commerciale nel milanese, abitanti a Pavia, decisero di festeggiare il loro quarantesimo compleanno in un’Osteria dell’Oltrepò Pavese. La decisione non era stata presa per caso. Entrambi stavano uscendo da una pesante crisi sentimentale. Floriano era stato lasciato dalla compagna dopo sette anni di convivenza. Filippo era stato piantato dalla fidanzata perché (lei) si era innamorata del suo Datore di Lavoro, il Dott. Onorato, Presidente della Società. Quando due coetanei decidono di festeggiare il compleanno insieme è perché, entrambi, hanno parecchi rospi in gola … Rospi che devono essere assolutamente “sputati”. Infatti, Floriano e Filippo avevano il dente avvelenato con le donne. Tutte le donne! I loro discorsi erano un rimpallo continuo di accuse (alle donne). Ora, però, c’era il quarantesimo compleanno da festeggiare … e cosa ci poteva essere di meglio di una bella Osteria persa tra le verdi colline dell’Oltrepò Pavese? Filippo aveva sentito parlare bene “dell’Osteria della Biada” dalla sua Segretaria Filippina. Detto fatto, aveva prenotato per telefono. Floriano non aveva nulla in contrario … L’importante era trovare il modo di scaricare tutto il suo veleno sulle donne perché … piantato della compagna. Inoltre, Floriano, voleva inaugurare la sua nuova automobile … e quella era proprio l’occasione perfetta. Un anno fa, tuttavia, il tempo era instabile. Erano più numerose le giornate piovose che quelle di bel tempo. Il giorno del quarantesimo compleanno, Floriano e Filippo erano partiti da Pavia con il cielo sereno e all’inizio delle colline il cielo si era annuvolato. Anzi, sembrava proprio che ci fossero diversi temporali in giro pronti a scatenarsi. I due quarantenni erano troppo concentrati a scaricare le loro “tensioni mentali” per preoccuparsi dei temporali. Dopo poche salite e discese, Floriano e Filippo si trovarono immersi in una costante pioggia cadente. Una di quelle che sembrava fatta apposta per creare problemi alla circolazione. Con simili piogge, il terreno, già inzuppato d’acqua, tende a cedere e creare improvvisi smottamenti. Floriano stava con l’occhio vigile per non finire in qualche dirupo con la sua nuova automobile appena ritirata dal Concessionario. E’ stato in quel preciso istante che il telefonino di Filippo si era messo a squillare. Era il Proprietario dell’Osteria della Biada che invitava i due quarantenni a scegliere un’altra Osteria … in quanto quella “della Biada” era irraggiungibile causa l’interruzione della strada. Cosa fare? Ormai, Floriano e Filippo erano in viaggio … sotto l’acqua … acqua a catinelle. Il quarantesimo anno capita una sola volta nella vita. “Un’Osteria vale l’altra …” pensarono i due amici. Tanto valeva proseguire … e fermarsi alla prima Osteria disponibile sulla strada. Il temporale intanto stava producendo i suoi effetti. Alcuni automobilisti che venivano in senso contrario si erano accostati e fermati al ciglio della strada per lasciar passare il temporale. Anche Floriano avrebbe voluto farlo, ma voleva raggiungere l’Osteria il più velocemente possibile. Dopo parecchio andare … finalmente ne apparve una … un’Osteria di quelle che sembrava uscita da una vecchia cartolina … del tempo che fu. Filippo, che non aveva aperto bocca dopo la telefonata del Proprietario dell’Osteria della Biada … si lasciò andare ad un sospiro liberatorio. “Oh! Finalmente siamo arrivati” Sotto una pioggia da fine del mondo, Floriano accostò l’automobile quasi vicino all’ingresso dell’Osteria. Nonostante questo, i due quarantenni, quando entrarono nell’Osteria, era bagnati come pulcini. Per fortuna che ad accoglierli c’era stato il sorriso smagliante di due bellissime sorelle gemelle, Giada e Cora … sui venticinque anni … alte, bionde, occhi azzurri e gambe da fine del mondo. Un’accoglienza calorosa, affettuosa, inaspettata … come per festeggiare un compleanno importante. Nessun avventore era presente. E’ stata Giada a svelare il mistero. “Floriano e Filippo vi aspettavamo … Abbiamo preparato tutto questo per il vostro quarantesimo compleanno” Accoglienza speciale, portate speciali, vini speciali … e due favolose fanciulle (Giada e Cora) che più belle di così non potevano essere. Al termine del favoloso pranzo, Cora ha voluto esibirsi in una “danza del ventre” di quelle descritte dai viaggiatori del mille e ottocento. Floriano e Filippo non sapevano più cosa pensare e dove guardare … Una cosa così, mai l’avrebbero immaginata possibile. Intanto ad un temporale ne era seguito un altro … e un altro ancora. Impossibile muoversi. Impossibile ritornare a Pavia. E’ stata Giada a mettere le carte in tavola. “Facciamo una partita a briscola. Voi due contro noi due. Chi vince sceglie con chi passare la notte …” Floriano e Filippo si guardarono in volto e pensarono la stessa cosa. Erano due imbattibili giocatori di briscola. Però, avevano fatto male i conti. Vinsero Giada e Cora, le quali scelsero il compagno con cui passare la notte … e che notte! Altro che il viagra! Bastavano due scatenate come Giada e Cora per fare la differenza … Sarebbero state in grado di far risuscitare anche i morti. E’ stata un’indimenticabile notte di fuoco! Una di quelle da Mille e una Notte. Al mattino successivo, però, Floriano e Filippo dovevano rientrare presto Milano perché avevano un importante appuntamento con il Presidente della Società dalla quale dipendevano. Baci, abbracci … saluti mozzati dal rimpianto del tempo che passa troppo in fretta … e del quale rimane solo il ricordo. Floriano e Filippo ripresero il ritmo delle loro giornate frenetiche e ogni volta che si incontravano avevano sempre lo stesso discorso. “Dobbiamo tornare da Giada e Cora … peccato che non ci siamo fatti dare neppure il numero del telefonino …” Due giorni dopo il quarantesimo compleanno. In momento di sosta per la pausa caffè, gli occhi di Floriano caddero sulle pagine di un giornale locale dell’Oltrepò Pavese. La notizia diceva. “Durante i furiosi temporali dei giorni scorsi è crollata anche l’ultima vestigia “dell’Osteria delle Streghe” dove, un anno fa, hanno perso la vita le due Proprietarie, Giada e Cora … di ottant’anni. Molti dei loro avventori ricordano ancora l’accoglienza favolosa e i pranzi superlativi … “ Floriano per poco non svenne. Filippo ne chiese la ragione … ma non c’è mai una ragione sola e vera nelle cose del mondo. (968)