mercoledì 30 novembre 2016

1 dicembre 2016

Miniracconto 48 IL COMPLEANNO DI CLARA Nella vita ci sono alti e bassi. Mercoledì della settimana scorsa, Clara, bellissima quarantenne pavese … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo era giù di corda. Era il giorno del suo quarantesimo compleanno e si sentiva sola, senza idee. Pensò quello che pensano in molti in tali occasioni. “E’ questo sarebbe un compleanno? Non devo dire ciò che penso altrimenti mi portano alla Clinica Neuro” Pensò, ma reagì immediatamente. A Pavia c’è sempre Piazza della Vittoria che è un luogo magico. Clara decise di prendere il caffè nel solito Bar. Il fantasioso barista Franchino è stato il primo a farle gli auguri. Clara rispose con una smorfia. Come dire …”Se tutti compleanni sono così” Il barista Franchino, però, aveva il famoso “asso nella manica”. “Clara non sai cosa ti ho preparato per questa sera” L’interesse della quarantenne si accese immediatamente. “Cosa è uscito dalla tua magica testolina?” Franchino ha fatto il misterioso … “prendi il caffè e vedrai …” Clara non aveva ancora terminato di gustare il “supercaffè alla Franchino” e accanto a lei si presentò il Regista Fortunato, compagno di banco di Clara quando era alle scuole elementari. Con mosse da grande artista il folle recitò la scena. “Clara, Clara … ho bisogno di te. Questa sera devo andare in scena con la mia nuova commedia “Folli si nasce”. L’attrice protagonista si è improvvisamente ammalata. Ho pensato a te. Non puoi dirmi di no. Stasera sarai sul palco a Milano con me” A Clara vennero i brividi, ma era una partita persa. Pensò che il quarantesimo compleanno sul palco a Milano sarebbe stato indimenticabile. E così è stato. A metà spettacolo, il Regista (autore della commedia e primo attore) colse gli spettatori di sorpresa … “Carissimi spettatori … questa commedia ha bisogno di un applauso speciale. Un battimani per Clara che compie quarant’anni. Questa mattina quando si è svegliata non sapeva che oggi avrebbe trovato l’amore … quell’amore sono io … il suo compagno di banco della prima elementare” Chi è che non si emoziona di fronte ad una simile scena? Alcuni spettatori si sono messi a piangere di gioia. Clara baciò Fortunato … il Regista dalle idee originali … D’altro canto “la follia è la migliore compagnia (teatrale)” Miniracconto 48 di Dino Secondo Barili

martedì 29 novembre 2016

30 novembre 2016

Miniracconto 47 CARMELO E LE DONNE BIONDE Un mese fa il Dott. Carmelo, cinquant’anni portati alla grande, Commercialista nel milanese, abitante a Pavia, era arrabbiatissimo. Aveva sempre avuto un debole per le donne bionde … alte, occhi azzurri e gambe da fine del mondo. Nella sua vita di “latin lover” ne aveva incontrate parecchie. Negli ultimi anni, però, aveva cominciato a perdere i colpi. Nell’ultimo anno, poi, aveva avuto tre fidanzate … bionde … e tutte l’avevano mollato. Carmelo non voleva cadere in depressione. Il suo “fascino latino” lo sottolineava ogni mattina davanti allo specchio. Nella mente del cinquantenne, però, cominciavano a nascere dei dubbi. Ne parlò con il suo Collega Amedeo, un settantenne che ne sapeva una più del diavolo. “Carmelo, tu ti sei incapricciato con le donne bionde, ma sono donne difficili. Hanno un carattere travolgente … o tutto o niente” Il cinquantenne si inalberò. “Non è possibile. Mi è sempre andata bene. Solo nell’ultimo anno ho fatto qualche fiasco. Lo so che cinquant’anni si hanno una sola volta nella vita, ma la scienza dice che … è un’età in cui l’uomo è irresistibile” Il Dott. Amleto sorrise da vecchio marpione. “Carmelo parli così perché non hai ancora settant’anni e non hai conosciuto le donne more” Il cinquantenne rizzò le orecchie. “Cosa vorresti dire? Che sono meglio delle donne bionde?” Dopo un sospiro che sembrava il decalogo dell’amore … “Carmelo parli così perché non hai ancora conosciuto mia cugina … una trentenne, mora, ma carina ... Anzi, se vuoi te la presento stamattina al Bar durante la pausa caffè” Non l’avesse mai detto. Il Dott. Carmelo riprese tutta la sua verve di “latin lover” nel fiore degli anni. Alle dieci di mattina di un mese fa il cinquantenne era puntuale al Bar della Signora Giulia a due passi del Duomo di Milano. Quando vide Amleto in compagnia della cugina per poco non svenne. Alta, mora, occhi neri (come il carbon) … e gambe da fine del mondo. “Amleto ti presento mia cugina. Si chiama Caterina, ma per un cinquantenne come te … è … Lina, Lina … Anzi ha ottenuto sette giorni di ferie anticipate perché sicuramente vorrai portarla in vacanza a Parigi” Lina lasciava fare al marpione settantenne un po’ folle. Con lo sguardo, però, passava ai raggi X il cinquantenne ringalluzzito il quale si esaltò. “Certo che intendo portarla a Parigi. In parcheggio c’è già la mia Ferrari rossa fiammante con il motore acceso .... E pensare che ho perso tanto tempo con le donne bionde”. Miniracconto 47 di Dino Secondo Barili

lunedì 28 novembre 2016

29 novembre 2016

Miniracconto 46 UN GIORNO VARAZZE Lunedì della scorsa settimana, Rosalba, bellissima quarantenne pavese, non aveva voglia di andare in ufficio. I motivi erano tanti. La domenica era andata così così … Si aspettava di incontrare l’uomo dei sogni e non era accaduto nulla. Tutta colpa dell’oroscopo. Sul settimanale c’era scritto “… tieniti pronta … sarà la volta buona”. La domenica è passata e nulla di ciò che Rosalba aveva desiderato si è verificato. Ora, era lunedì … cosa fare? Chiese una giornata di permesso per una visita inesistente urgente. Era una scusa. La quarantenne voleva lasciare Pavia almeno per un giorno. Telefonò all’amica di Varazze … “Federica, prendo il treno e alle undici sono da te” L’amica di Varazze non era solo amica … era anche Psicologa e aveva capito tutto. Non si fece trovare impreparata. Quando Rosalba giunse alla Stazione FS di Varazze trovò non solo Federica, ma due cinquantenni da fine del mondo Franco e Remo. Remo era al volante di una Ferrari rossa fiammante. Franco era più il fantasioso della compagnia … “Rosalba preparati. La Costa Azzurra ci attende … Sole, mare e follie a volontà. La vita è troppo breve per occuparci dei problemi del mondo. Anzi, se vuoi che te lo dica in buon italiano … i problemi del mondo non li ha mai risolti nessuno … si sono sempre risolti da soli” L’amica Federica strizzò l’occhio alla quarantenne pavese, come dire, fai attenzione perché Franco è un conquistatore … nessuna donna resiste al suo fascino. Ed è stato proprio così. La compagnia aveva raggiunto Montecarlo e si erano formate due coppie. Remo con Federica e Franco con Rosalba. Ormai il tempo volgeva decisamente al bello. Per Rosalba, Pavia e l’Ufficio erano lontani mille miglia. Ormai era tra le braccia di Franco e il tempo non contava più. Contavano solo i baci che sono come le ciliegie … una tira l’altra. Miniracconto 46 di Dino Secondo Barili

domenica 27 novembre 2016

28 novembre 2016

Miniracconto 45 REBECCA E LA FORTUNA Domenica scorsa, Rebecca, bellissima quarantenne pavese … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mono … voleva vivere una giornata indimenticabile. Di primo mattino telefonò all’amica “organizzatrice di eventi”. “Ornella, cosa mi consigli per oggi?” Ornella, una quarantenne sprint, non era solo un “vulcano di idee”, ma una donna che non perde un colpo. “Rebecca, guarda il mio sito internet … hai solo l’imbarazzo della scelta … in qualsiasi posto andrai … in mezzo ai piedi mi troverai” Detta così sembrava una pubblicità bella e buona. Rebecca preferì non fare domande. Dopo aver dato un’occhiata al sito di Ornella si preparò velocemente. Aveva raggiunto Piazza della stazione a Pavia ed una Ferrari rossa fiammante era ferma con il motore acceso. Al volante, Ottavio il cinquantenne più folle di Pavia. “Rebecca. Rebecca è un quarto d’ora che ti aspetto … Gli altri sono già partiti. Sali sull’auto che ti spiego” Una partenza così a Rebecca non era mai capitata. Chiese spiegazioni. Se una domenica doveva essere speciale … Ottavio era l’uomo del Destino. La quarantenne stava per aprire bocca quando il cinquantenne l’anticipò. “Rebecca … noi siamo l’equipaggio numero 27 … due più sette nove … nove è un numero perfetto e fortunato. Tra un’ora dobbiamo trovarci al Castello delle Fate in Oltrepò Pavese” Rebecca si rese subito conto che dietro alla manifestazione ci stava Ornella. Solo lei poteva organizzare un evento al Castello delle Fate. Dopo mezzora, Ottavio e Rebecca erano fermi su una stradina stretta di montagna in mezzo ai boschi Un cartello scritto a mano diceva …“da qui … camminare a piedi fino al Castello delle Fate. Ricordatevi il numero” Rebecca si rivolse a Ottavio. “Di quale numero si parla?” Ottavio si mise a ridere. “Ma, il numero ventisette … non ricordi? Noi siamo il numero 27 e con tale numero partecipiamo al sorteggio “la coppia più bella della Lombardia” … con una vacanza da favola a Parigi” Rebecca non parlò più. Ormai una folla incredibile di persone stava salendo per lo stesso sentiero. Il Castello delle Fate in Oltrepò Pavese è famosissimo per le feste originali. Tutto era pronto per il grande sorteggio. Sulla Torre del Merlo fece sentire la propria voce il Presidente della Giuria. “Il sorteggio è stato effettuato ed ha proclamato “più bella coppia della Lombardia” … Rebecca e Ottavio di Pavia. A loro vanno i nostri complimenti e … una bella vacanza a Parigi” La bellissima quarantenne pavese per poco non svenne. Per fortuna che accanto a lei c’era Ornella, amica, organizzatrice dell’evento. “Rebecca goditi la fortuna che hai … e non chiederti mai perché” Miniracconto 45 di Dino Secondo Barili

sabato 26 novembre 2016

27 novembre 2016

Miniracconto 44 CAMILLA E UN SOGNO CHIAMATO VIENNA Quando una città, PAVIA, si trova adagiata sulla riva di un fiume bellissimo, IL TICINO, che scorre da migliaia di anni … per 500 chilometri dalla SVIZZERA a VENEZIA … è sicuramente una CITTA’ MAGICA. Magica per il sapere, l’Università. Magica per il bel vivere … nella quale può accadere (e accade) di tutto. Sabato della scorsa settimana è stato così anche per Camilla, bellissima trentenne pavese … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo … abitante in un Palazzo sul Lungo Ticino. Nella notte aveva fatto un sogno … un sogno che sembrava reale. Sognò di essere a Vienna alla esibizione di un gruppo di ballerine che danzavano leggere come libellule famosi valzer viennesi. Al mattino, ancora frastornata dal sogno, Camilla ne parlò all’amica, al solito Bar di Strada Nuova mentre gustavano un favoloso caffè. “Iris, cosa vuol dire un sogno così?” Iris non era esperta in materia. Sapeva quel che sanno tutti. Rispose come risponde la maggior parte delle persone “Camilla … i sogni son desideri. Se fossi in te mi aspetterei la sorpresa …” Alla frase, il barista Franchino, solitamente molto professionale e riservato, accennò ad un sorriso malizioso. Camilla se ne accorse e … “Franchino cosa vorresti dire con quel sorriso malizioso?” Il barista aveva gettato l’esca. “Questo non è un Bar qualsiasi … qui, i desideri diventano realtà” Camilla ne approfittò. “Come dire che potrei andare a Vienna oggi stesso?” Non aveva terminato la frase e nel Bar entrò, imbronciato, il Dott. Giansiro , un settantenne favolosamente ricco abitante nello stesso Palazzo di Camilla. La trentenne notò lo sguardo corrugato. “Dott. Giansiro come mai così arrabbiato?” La risposta è stata immediata. “Come si fa non essere arrabbiati … Il mio compagno ed io dovevamo partire per Vienna … invece è a letto con la febbre. Preferisco perdere un biglietto aereo e uno allo spettacolo di danza … anche se ci vado malvolentieri” Camilla colse la palla al balzo. “Dott. Giansiro … se vuole l’accompagno io. Muoio dal desiderio di vedere uno spettacolo di danza a Vienna” Il volto del settantenne si illuminò. “Camilla, dici davvero? … allora possiamo partire subito. La Ferrari è pronta davanti al Palazzo. L’aereo non aspetta” Così sabato scorso Camilla realizzò il suo sogno viennese … A Vienna incontrò anche l’Amore con A maiuscola. Un quarantenne, bellissimo, funzionario internazionale di banca, il quale si innamorò pazzamente di Camilla appena la vide … e non la lasciò più. Miniracconto 44 di Dino Secondo Barili

venerdì 25 novembre 2016

26 novembre 2016

Miniracconto 43 MICHELA E IL TELEFONINO Venerdì della scorsa settimana, Michela, bellissima trentenne pavese, era in Piazza della Vittoria a Pavia insieme a sua madre Donata. Stavano discutendo. Anzi, a discutere era solo sua madre, mentre Michela armeggiava da mezzora col suo telefonino nuovo senza aprire bocca. Ad un tratto la madre Donata è scoppiata in un eccesso di rabbia. “Michela siamo venuti in Piazza della Vittoria per comprare un paio di guanti. E’ mezzora che maneggi quel tuo nuovo telefonino e non abbiamo ancora combinato nulla. A voi giovani, il telefonino, sta fondendo il cervello” Non l’avesse mai detto. Michela si sentì punta sul vivo. “Mamma, il telefonino è comunicazione, è vita, è domani. Devo pur capire come funziona. Si vede che sei di un’altra epoca …” In quello stesso istante, il telefonino sfuggì di mano a Michela. Cadde sull’acciottolato e andò in mille pezzi. Per la trentenne è stato come un colpo al cuore. Come se avesse perduto il suo futuro. Si inginocchiò davanti ai mille pezzi e si mise a piangere. Sembrava fosse caduto un mondo ... Un Signore sui quarant’anni aveva filmato la scena. Si avvicinò a Michela e … “Signorina non si preoccupi. Una scena così non mi era ancora capitata. Mi ascolti” Il Signore con la telecamera tra le mani continuò. “Signorina, mi ascolti. Ho spedito in questo momento il filmato con la scena alla mia Agenzia Pubblicitaria. Se l’accettano lei ha guadagnato una bella cifra” Erano passati pochi minuti e sul display della telecamera apparve l’ok e la cifra da proporre. Michela e sua madre Donata rimasero di stucco. Accettarono … ma non era finita. Il Signore si presentò. “Sono il Dott. Michele … ho altre proposte … come si chiama?” – “Michela. Michela … mi chiamo Michela” – “Allora, Michela, mi ascolti bene. Oggi la vita corre veloce. O si prende il treno che passa … o quel treno non torna più. Lei ha un volto che “buca lo schermo” come si dice in gergo. Tra un po’ sarà tra noi il Dott. Gervasio, un Procuratore di molte Star. Si affidi a lui. Le si apriranno infinite strade dello spettacolo. Il Dott. Michele non aveva finito di parlare e il Dott. Gervasio era pronto a dire la sua. “Allora, Signorina, firmi il preliminare di contratto. Intanto, la prego di prepararsi per questo pomeriggio. Alle 17 passa da Pavia il Regista Osvaldo che le spiegherà tutto ciò che deve fare. Il cachet per questa sera è … “ e mostrò una cifra scritta a mano su un tovagliolino del Bar. Michela rimase allibita … e pure sua madre … E poi dicono che il telefonino non serve a nulla. Miniracconto 43 di Dino Secondo Barili

giovedì 24 novembre 2016

25 novembre 2016

Miniracconto 42 MARIA GRAZIA E LA CROCIERA La scorsa settimana Maria Grazia, bellissima trentenne pavese, abitante alla periferia della città, era incavolata nera. A trent’anni non aveva ancora trovato l’uomo di suo gradimento. Se ne lamentava con sua madre Rachele. “Mamma, io non capisco come fanno a scrivere certe cose su Facebook. Raccontano di incontri fatali, di uomini con tre Ferrari, ville da sogno, viaggi a Parigi … Non ti sembra che siano tutte fantasie? Ieri c’erano le favole come la “bella addormentata nel bosco” … adesso c’è Facebook” Era da tempo che Rachele voleva dire la sua. Ora, era giunto il momento. “Maria Grazia non credere a tutto ciò che scrivono e dicono su Facebook. Si, ci sarà la donna fortunata che incontra il super uomo, bellissimo, intelligentissimo, ricchissimo … ma nella maggioranza dei casi, ogni donna deve accontentarsi di quello che ha, che trova … e si arrangia come può … senza mettersi in testa fantasie strane” Sembrava che il discorso avesse preso la piega giusta, invece, Maria Grazia continuava ad essere incavolata. “Possibile che a me no … ed ad altre si?” A volte ci sono domande che attendono una risposta. La trentenne decise di farsi passare il “vespaio che aveva in testa” prendendo un caffè nel solito Bar in Piazza della Vittoria. Si dice che Piazza della Vittoria sia una Piazza magica … da come la si attraversa … si è fortunati o più fortunati. Maria Grazia non era a conoscenza della leggenda. Attraversò la Piazza senza pensarci. Aveva messo il piede sull’acciottolato e sentì come un fischio nelle orecchie. Cercò di non farci caso. Al secondo passo ha dovuto fermarsi. La testa si era messa girare. Si trovò per terra senza accorgersi mentre intorno a lei un gruppo di persone cercava di portare aiuto. Per fortuna che c’era una Vigilessa gentilissima che prontamente ha chiamato l’Ambulanza. Un affascinante Signore, sui quarant’anni (che dichiarò essere il Dott. Donato), si offrì di aiutare Maria Grazia e di seguirla fino al Pronto Soccorso. E’ stato proprio in quel momento che la trentenne pavese si rese conto che le stava accadendo qualcosa di straordinario. Aveva la mente chiara … e l’uomo più affascinante del pianeta la stava guardando estasiato. Era proprio l’uomo che aveva sempre sognato. Sono i piccoli gesti che fanno grande una persona. Gli occhi di Donato e Maria Grazia si incrociarono parecchie volte e tutte le volte … “Signorina non si preoccupi ci sono io” Per farla parlare aggiunse una domanda. “Potrebbe dirmi il suo nome?” – “Maria Grazia … Maria Grazia … mi chiamo Maria Grazia” Il volto del Dott. Donato si illuminò. “Allora l’oroscopo ha ragione. Sono venuto fin dalla Costa Azzurra per verificare se certe cose potessero realmente accadere a Pavia. Ora, ne ho la certezza. Il mio oroscopo di oggi diceva: “Vai a Pavia … in Piazza della Vittoria incontrerai l’Amore. Si chiama Maria Grazia” La bellissima trentenne pavese si sciolse come neve al sole. Donato continuò. “Maria Grazia, ora possiamo partire con la Ferrari rossa fiammante per raggiungere la grandiosa Villa sulla Costa Azzurra dove ci attende il “Panfilo Destino” per la meravigliosa crociera della vita” Miniracconto 42 di Dino Secondo Barili

mercoledì 23 novembre 2016

24 novembre 2016

Miniracconto 41 NADIA E IL SUPERMERCATO Le avventure sono il bello della vita e si possono vivere ovunque … anche al Supermercato. Oggi, molte persone vivono isolate … chiuse nelle loro belle case, ma isolate. Cioè, senza quei contatti umani che sono necessari ad ogni singola persona quotidianamente. Uno dei pochi luoghi dove le persone possono incontrarsi è il Supermercato. Una settimana fa, Nadia, bellissima quarantenne pavese … era stufa di stare in casa. Aveva una giornata libera dal lavoro e aveva deciso di mettere ordine nella sua sala-studio. Si fa presto a dire mettere ordine … poi, alla fine tutto rimane come prima. Nadia si era accorta che stava per fare un lavoro inutile. Cercò un’alternativa. “Perché non andare al Supermercato?” Non aveva bisogno nulla, ma dal Supermercato non si torna mai a mani vuote. E, poi, ci sono le persone … alcune che non si incontrano da una vita. Insomma, al Supermercato inizia l’avventura. Nadia era ancora alla porta principale del Super e si sentì chiamare. “Nadia. Nadia. Stavo proprio pensando a te” Era la Signora Rosaria, una settantenne che abitava in una villa a due passi dalla casa della quarantenne. “Nadia. Nadia” – continuò Rosaria – “Domani arriva mio cugino John dagli Stati Uniti ed io sono in difficoltà. Lui parla poco l’italiano ed io non capisco niente di inglese. Oltre tutto non ho capito bene del perché viene in Italia. Siccome so che tu parli l’inglese come mangi … potresti darmi una mano?” Cosa poteva rispondere Nadia? “Certo, vuoi che non ti dia una mano” Il giorno dopo a mezzogiorno è giunto John, il cugino di Rosaria, un cinquantenne da fine del mondo. E’ giunto in taxi direttamente dall’Aeroporto. Appena John ha visto Nadia ne rimasto colpito, affascinato. Anche Nadia ha subito lo stesso fascino. Parlando poi in inglese i due si sono compresi a meraviglia. Così Rosaria ha potuto dare il via al pranzo che aveva preparato: pasta e fagioli espressamente richiesta dal cugino John. Ovvio che quando un piatto di pasta e fagioli è innaffiato con vino dell’Oltrepò Pavese non ha uguali. Non c’è piatto al mondo che lo superi. Dopo un pranzo simile John svelò il segreto. E’ venuto in Italia per scrivere un libro: “L’Italia … in treno”. Aveva bisogno di un recapito: la Zia Rosaria a Pavia. Un’assistente e accompagnatrice. Chì? Ma … Nadia? La bellissima Nadia che per un mese intero avrebbe scorrazzato in treno su e giù per l’Italia: Milano – Firenze – Roma – Napoli – Palermo – Bari – Ravenna – Bologna – Venezia – Trieste e tutta l’alta Italia passando per Verona – Torino e Genova. Insomma … con un’Italia così … si possono scrivere dieci libri. Ma il libro più bello era quello che poteva nascere tra Nadia e John. … Ed nato subito. Nell’istante stesso in cui si sono visti. Miniracconto 41 di Dino Secondo Barili

martedì 22 novembre 2016

23 novembre 2016

Miniracconto 40 VALENTINO … IL GATTO DI VALERIA Pavia è la città dei gatti. Una volta erano molti di più. Oggi si vedono ancora gatti girovagare sui tetti rossi, ma in maggioranza sono nei loro signorili appartamenti con tutte le comodità e optional ultramoderni. Alcuni hanno pure il tablet personale per la visione di programmi personalizzati. Al gatto basta muovere una zampina ed ecco il programma preferito. Anche Valeria, bellissima quarantenne pavese … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo … ha un gatto. Per la verità è un gatto un po’ originale. Si chiama Valentino ed è il vero padrone del lussuoso appartamento in cui abita Valeria. E’ noto che i gatti sono animali liberi, anzi falsi come Giuda. Scelgono loro le padroncine dalle quali farsi coccolare. Il gatto è il classico esempio del detto “il fine giustifica i mezzi”, cioè … fa quello che vuole. Una settimana fa Valeria era preoccupata. Da un mese aveva perso il lavoro per chiusura delle attività a Milano … e da un paio di giorni il gatto Valentino faceva le bizze. Un giorno c’era e un altro spariva … In attesa di trovare un nuovo lavoro, Valentina decise di conoscere le ragioni per cui Valentino spariva. Una mattina di qualche giorno fa la quarantenne pavese decise di seguire il gatto mentre usciva per suo solito “giretto tra i Palazzi del centro storico della città”. Idea azzardata … pensare di seguire un gatto in città. Infatti, dopo poco Valeria lo ha perso di vista … per vederlo comparire su un tetto rosso nel Palazzo del lato opposto della via. Anzi, lo vide mentre saltava da un tetto ad un balcone. Valeria decise di vederci chiaro. Suonò il campanello dell’appartamento al quale poteva appartenere il balcone. “Scusi. Il mio gatto è per caso nel suo appartamento?” Alla domanda ha risposto un’affascinante voce maschile. “Si, si … nel mio appartamento c’è un gatto. Pensavo non avesse padrone … è accovacciato sul mio divano … dopo avermi sfrattato. Salga. Salga pure” Valeria si rese conto che Valentino ne aveva combinata una delle sue. Appena la quarantenne pavese entrò nel mega appartamento ha perso la parola. Non era un appartamento … era un Eden con fiori e piante dappertutto … angoli da sogno studiati per “una casa da star”. Infatti, il Signore che aveva risposto al citofono era il Regista Michele … un Divo della TV, il Dott. Michele, per gli amici Mik. Un incontro organizzato dal Destino (anzi, dal gatto Valentino). Dopo molte parole e sguardi ammiccanti Michele e Valeria sono passati al confidenziale tu … e la quarantenne è entrata (con effetto immediato) a far parte del cast di una nuova serie TV in programmazione per il nuovo anno. Miniracconto 40 di Dino Secondo Barili

lunedì 21 novembre 2016

22 novembre 2016

Miniracconto 39 ONOFRIO E LE GAMBE DEL TAVOLO Un mese fa l’Architetto Onofrio, cinquant’anni, single da sei mesi, è stato invitato a partecipare ad un concorso per un “nuovo tavolo”. Oggi le industrie hanno bisogno di idee nuove per prodotti di largo consumo. Il tavolo e le sedie sono tra gli oggetti più richiesti anche perché sono oggetti adatti alle più svariate occasioni. L’Architetto Onofrio non sapeva da quale parte iniziare e cominciò a chiedere ad amici e parenti. Si fa presto chiedere … quel che conta è avere risposte interessanti. Dopo una settimana il cinquantenne era sul disperato. Aveva la mente incasinata, molto più di quanto aveva iniziato a pensarci. Decise di chiedere consiglio al suo Psicologo di fiducia, il Dott. Felice, un settantenne che ne sapeva una più del diavolo. “Onofrio, hai fatto bene a chiedere informazioni al tuo Psicologo di fiducia. Gli Psicologi studiano l’anima (quando la studiano) e conoscono quindi i misteri che i comuni mortali sottovalutano o ignorano. Che cos’è infatti un tavolo? L’oggetto sul quale passi i momenti migliori della vita. Onofrio vuoi un consiglio? Se vuoi disegnare un tavolo originale … guarda le gambe delle donne. Sono le gambe delle donne che tengono “il segreto” del tavolo”. L’Architetto Onofrio cercò di capire il suggerimento del Dott. Felice, ma doveva ancora sperimentarne gli effetti. Dopo una settimana passata ad osservare le gambe delle donne di ogni età, il cinquantenne venne attratto dalle gambe di una donna bionda seduta al tavolino di un Bar nei pressi di Piazza del Duomo a Milano. Non ha avuto occhi che per quelle gambe. In un attimo ha ideato il nuovo tavolo. Disegnò immediatamente uno schizzo sul blog notes e lo stesso giorno consegnò il nuovo progetto al “concorso per un nuovo tavolo”. Passarono alcuni giorni e l’Architetto Onofrio venne invitato dalla Direzione del Concorso per un colloquio con la Commissione Giudicatrice. Presidente della Commissione … c’era la stessa donna bionda … alta, occhi azzurri e gambe da fine del mondo che il cinquantenne aveva visto mentre sorseggiava il caffè seduta al tavolino nel Bar nei pressi di Piazza del Duomo a Milano. Si fa presto a dire Destino. Non era passato un secondo e la Presidente della Commissione (Dott. Orfea) e l’Architetto Onofrio si innamorarono pazzamente un dell’altro. Inutile chiedersi il perché … tutto è dipeso dal tavolo, anzi, dalle gambe del nuovo tavolo. Miniracconto 39 di Dino Secondo Barili

domenica 20 novembre 2016

21 novembre 2016

Miniracconto 38 CORINNE E … UNA DOMENICA SPECIALE E’ noto che coloro che desiderano vivere giornate speciali … devono darsi da fare. Domenica scorsa è stato così anche per Corinne, una quarantenne pavese, bellissima … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo. Corrine non è solo bellissima, ma intelligentissima … e volontà straordinaria. Quando si mette in testa una cosa non c’è santo che la faccia recedere. Single da una settimana, domenica scorsa, Corinne si è messa in testa di vivere una domenica speciale. Si alzò presto al mattino. Si preparò per la camminata lungo il fiume Ticino. Si incamminò. Non aveva percorso cento metri sulla riva sinistra … quando vide per terra una moneta d’oro. Era talmente lucente che non poteva non vederla. La raccolse. L’ammirò. La soppesò … e pensò subito al suo amico Gianfranco, collezionista di professione, per conoscerne il giudizio. Telefonò. L’amico rispose immediatamente. “Corinne, vediamoci tra pochi minuti al solito Bar in Strada Nuova” La domenica era cominciata decisamente bene e pure il caffè al Bar doveva essere di quelli speciali. Infatti, Gianfranco e Corinne elogiarono la Signora Barbara … per il caffè superlativo e la squisita gentilezza. Corinne, però, fremeva per la moneta d’oro. Gianfranco non ha avuto dubbi ”Corinne, non dirmi come hai fatto, ma hai trovato un pezzo unico … Ti porto dall’amico Francesco, collezionista che da anni cerca questo pezzo per completare la sua più importante collezione” Quando Corinne è entrata nell’antico lussuoso Palazzo di Francesco (anzi, del Conte Francesco) ha perso completamente la parola. Non ha saputo più cosa dire, dove guardare … se tenere gli occhi aperti oppure chiuderli. Ha fatto fatica per riprendere un minino di autocontrollo, Il colpo di grazia, però, Corinne l’ha avuto quando ha visto in viso il Conte Francesco, un cinquantenne da fine del mondo (sembrava la fotocopia del protagonista di Via col vento). La gioia del Collezionista è apparsa subito chiara. Il Conte Francesco ha deciso immediatamente di festeggiare l’avvenimento. Propose a Corinne un pomeriggio domenicale a Parigi, tra passeggiata in città … serata al Ristorante … e notte al Moulin Rouge. Del resto cosa c’è di miglio di iniziare la domenica a Pavia … e concluderla a Parigi? Il Conte Francesco è decisamente un gentiluomo, un conoscitore della bella vita … e certe cose le sa fare bene. Miniracconto 38 di Dino Secondo Barili

sabato 19 novembre 2016

20 novembre 2016

Miniracconto 37 MELANIA E IL PROVERBIO C’era una volta un proverbio che diceva: “Chiedere … è metà avere”. Chiedere è … aprirsi al Destino. Una settimana fa ne ha saputo qualcosa l’impiegata Melania, trent’anni, bellissima, alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo. Da un mese il suo Ufficio di Milano aveva chiuso i battenti ed era rimasta senza lavoro. Aveva cominciato a chiedere a destra e a manca, soprattutto ad amici e parenti. Una settimana fa, Melania era al suo solito Bar in Piazza della Vittoria a Pavia per il solito caffè. In quell’istante è entrata nel Bar la sua amica Federica … arrabbiatissima. Ha cominciato a imprecare. “Non si può chiedere lavora e farsi rispondere … è disposta fare una vacanza a Parigi con me?” Melania si è messa a ridere. “Cosa c’è di tanto strano? Chiedere è metà avere … tutto dipende se l’altra metà è disposta a condividere la proposta. Non c’è nulla di male. Questa è la legge del “do ut des” di romana memoria” Federica non ci ha visto più. “Allora, se per te va bene … questo il biglietto da visita” Melania era una trentenne con la testa sulle spalle. Sapeva quando dire si e quando dire no. Prese il biglietto da visita e mezzora dopo era all’indirizzo indicato. Ad accoglierla uno splendido Ufficio con tanto di Segretaria che prendeva nota degli appuntamenti. Dopo pochissimo tempo, alla porta dell’Ufficio si è affacciato un signore gentilissimo e bellissimo sui cinquant’anni … Era il nuovo vicino di appartamento di Melania da poco tempo, il Dott. Amleto. Con un largo sorriso si rivolse a Melania. “Venga, Venga Melania … sono tutto a sua disposizione. Qual è il problema?” Melania spiegò la sua situazione personale e dopo pochi istanti è stata assunta in pianta stabile come segretaria particolare del Dott. Amleto … Tutto perfetto. Tutto regolare … anche una partenza immediata per Parigi … per un incontro di lavoro ad alto livello” Miniracconto 37 di Dino Secondo Barili

venerdì 18 novembre 2016

19 novembre 2016

Miniracconto 36 OSVALDO E … NON TUTTI I MALI VENGONO PER NUOCERE Nella vita non bisogna mai addormentarsi sugli allori. Il Dott. Osvaldo, cinquant’anni, Commercialista in Milano, ne ha avuto la conferma un mese fa nel proprio Ufficio. Quando una persona lavora tutta la vita per organizzare un ufficio perfetto si illude che possa essere eterno. Di eterno, invece, in questo mondo non c’è niente … tutto cambia, tutto si trasforma. Un mese fa, il Dott. Osvaldo ne ha avuto la conferma. In una settimana si ammalarono tre delle migliori impiegate. Quando accade un simile fatto, il Dirigente, diventa elettrico. Inoltre le tre impiegate erano il punto di riferimento di tutto l’altro personale dell’Ufficio. Cosa fare? Prima di tutto augurarsi che la malattia fosse breve. Poi, che non vi fossero pratiche urgenti a scadenza ravvicinata. Il Dott. Osvaldo cominciò a calmarsi, ma la calma è una parola complessa … oggi, c’è … domani non c’è più. Il cinquantenne ne parlò con il suo collega. “Federico, cosa fai in questi casi?” Federico aveva dieci anni più di Osvaldo e di cose ne aveva viste. Poi, era un filosofo. Era sempre in grado di vedere il lato positivo della vita. “Osvaldo, prendi le cose con calma. Nella vita c’è sempre una soluzione a ogni problema. Ho la soluzione che va bene per te” Detto fatto, Federico propose a Osvaldo sua cugina Meraviglia, una quarantenne da fine del mondo. Insuperabile in tutto … in bellezza e intelligenza. Oltre tutto sapeva tutto della materia trattata nell’Ufficio di Osvaldo. Anzi, quando il cinquantenne, single da tre mesi … vide Meraviglia, se ne innamorò pazzamente. I problemi dell’Ufficio come le malattie delle impiegate passarono immediatamente. E’ proprio vero che L’Amore … è tutto e può tutto. Miniracconto 36 di Dino Secondo Barili

giovedì 17 novembre 2016

18 novembre 2016

Miniracconto 35 CHIARA E LA VETRINA Un mese fa, Chiara, bellissima trentenne pavese, commessa in un negozio di abbigliamento del centro di Milano, era arrabbiata. Era stufa di fare la commessa. Non stufa nel senso che non le piacesse lavorare nel negozio, ma desiderava fare qualcosa in più … di più creativo. Ne parlò con il suo Principale, il Commendator Onorato che stravedeva per lei. “Commendatore … ho delle idee. Potrei esporle?” Il Principale si rese subito disponibile. Chiara raccontò che, secondo lei, la vetrina del negozio non rendevano l’idea. Secondo la bellissima trentenne pavese era necessario dare alla vetrina nuova vita. Per esempio … che la vetrina mostrasse dal vivo come la Commessa, cioè lei, maneggiava il prodotto” Il Comm. Onorato ascoltò, ma non capì molto. Chiese a Chiara di farle un esempio. La trentenne prese un manichino da uomo. Lo portò nella vetrina … con i necessari indumenti. Cominciò a vestire il manichino. Le persone che prima camminavano senza degnare la vetrina di uno sguardo … cominciarono a fermarsi. A osservare. Sembrava uno spettacolo preparato per l’occasione. Per Chiara la vetrina era diventata viva … un palcoscenico. Infatti, la trentenne vestì perfettamente il manichino … con movimenti lenti, studiati, svariate soste, moine, occhi ammiccanti … sguardi sottintesi … tra lei e il manichino. Al termine, Chiara ricevette un lunghissimo applauso dai passanti. Anche il Comm. Onorato è rimasto meravigliato. Ora aveva capito perfettamente cosa voleva dire Chiara. Anzi, invitò la bellissima trentenne a migliorare la propria perfomance … a trasformarla in un vero e proprio spettacolo. Proprio quello che Chiara … sognava. Miniracconto 35 di Dino Secondo Barili

mercoledì 16 novembre 2016

17 novembre 2016

Miniracconto 34 AGOSTINO E GIOIA DI VIVERE L’Architetto Agostino, sei mesi fa era in crisi. Crisi nera. Aveva compiuto cinquant’anni e si era sentito improvvisamente vecchio, deluso, arrabbiato con sé stesso e con il mondo intero. Capita. Soprattutto dopo un paio di delusioni amorose. Agostino si rese conto che continuando su quella strada si sarebbe rovinato. Ne parlò con un suo collega anziano. L’Architetto Onorato, un settantenne dalla saggezza illimitata il quale è stato categorico. “Agostino … svegliati. Hai cinquant’anni … il momento più bello della vita. Aprì gli occhi. Guarda fuori anziché guardarti dentro … Non farti delle “menate” inutili. Chi non sbaglia non vive. Quel che conta è l’oggi. E’ su ciò che fai oggi che si costruisce il domani. Vuoi un consiglio da amico? Un Architetto è un artista. Se vuoi lavorare devi creare … e per creare devi essere innamorato” Agostino è rimasto di stucco. Ha cercato di capire. “Onorato, cosa vorresti dire? Dopo due delusioni amorose … cosa dovrei fare?” Il settantenne rincarò la dose. “E’ proprio il momento giusto. Il momento per riprendere a correre … ad avere grandi obbiettivi. L’amore non ha mezze misure … o tutto o niente. Fai come ti dico e sarai felice” Agostino accettò il consiglio e quello stesso giorno ha assunto l’incarico per un progetto che avrebbe fatto venire i brividi a chiunque: la ristrutturazione di un Castello. Tre mesi fa il progetto è stato accettato … non solo. La proprietaria, Dott. Iris, quarant’anni, bellissima, ha voluto conoscere personalmente l’Autore del progetto. Come ha visto Agostino se ne è innamorata pazzamente … come solo le donne sanno fare. Il cinquantenne ha capito che ci si può innamorare a tutte le età … perché la vita è … un bel sogno d’amore. Miniracconto 34 di Dino Secondo Barili

martedì 15 novembre 2016

16 novembre 2016

Miniracconto 33 DENISE … APPUNTAMENTO COL DESTINO Una mattina di una settimana fa, Denise, bellissima quarantenne pavese … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo ha deciso di andare a Genova. L’amica e collega Federica chiese il perché di una simile, improvvisa decisione. Denise risposte tranquilla che si era svegliata. Aveva sentito il desiderio di prendere un libro dalla libreria. Il libro cadde e si aprì ad una pagina che iniziava così. “Vai a Genova …” Per la quarantenne pavese è stato come un ordine perentorio, preciso, deciso … “l’ordine era di andare a Genova …” Federica si spazientì. “Denise … ma tu sei proprio matta … Nel tuo caso vale bene il detto “Beltà e follia spesso si tengon compagnia” … Tu, comunque, le superi tutte … ed hai pure raffreddore” La bellissima quarantenne pavese fece finta di non sentire. Aveva già deciso. Del resto cosa c’era di male ad andare a Genova? Genova è sempre Genova. Perché non tentare? Dopo tutto aveva quarant’anni, era bellissima (da far perdere i sensi anche ad un eremita), era single da tre mesi. Cosa c’era di male a vivere un’avventura diversa dalla solite? Federica rinunciò ad ogni confronto. Denise partì da Pavia una mattina di una settimana fa per Genova. Aveva appena superato Voghera, quando la quarantenne cominciò a sentirsi male. Il Capotreno se ne accorse e a Tortona la fece ricoverare al Pronto Soccorso. Denise, pur stando malissimo, non si diede per vinta. Aveva la sensazione che qualcosa di straordinario stava per accadere. Nello stesso istante in cui è arrivata al Pronto Soccorso … è stato ricoverato un cinquantenne da fine del mondo. Si vedeva lontano un miglio che era una persona importante, un Direttore Generale. Nonostante il ricovero, il cinquantenne notò subito Denise e con lei si è messo a parlare. “Sono il Dott. Danilo Capri. Sono di Capri ed ho pure una villa a Capri. Ho avuto un principio di svenimento, ma ho capito subito che era un segno del Destino … dovevo incontrare lei, qui al Pronto Soccorso di Tortona” Il seguito è facile immaginarlo. Denise e Danilo si sono raccontati tutto … ed è nata una splendida love story. Sono proprio le cose incredibili le più vere. Miniracconto 33 di Dino Secondo Barili

lunedì 14 novembre 2016

15 novembre 2016

Miniracconto 32 REBECCA E … UN VALZER A VIENNA Vienna è la città del valzer. Chi ama il valzer ama Vienna e desidera andarci. Anche Rebecca bellissima trentenne pavese, alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo. A trent’anni, però, Rebecca non era ancora riuscita a vedere Vienna. Ci aveva provato varie volte. Sembrava che tutto andasse liscio … poi capitavano gli inciampi più impensati e tutto andava in fumo. Un mese fa decise di parlarne con la Maga Iris in Lomellina. La trentenne voleva capire i motivi per cui non era ancora riuscita a vedere Vienna. Sabato mattina della scorsa settimana, Rebecca prese la sua automobile e da sola si avventurò per le strade della Lomellina con un indirizzo scritto a mano su un foglietto. Siccome la trentenne sapeva vagamente l’itinerario da seguire mise il foglietto sul cruscotto dell’auto per averlo sotto gli occhi. Era dalle parti di Gambolò e venne un temporale con vento, acqua e grandine. Per vedere meglio la strada la trentenne abbassò il finestrino e il foglietto con l’indirizzo della Maga Iris volò via. Rebecca è stata presa dallo sconforto. Si fermò in una piazzuola ai margini della strada e si mise a piangere. E’ stato in quel momento che una donna vecchia, brutta come la notte, si avvicinò all’auto. “Rebecca perché piangi? Sono la Maga Iris. Sono stata io a condurti in questa piazzola. Sono stata io a sollevare il vento che ha portato via il foglietto scritto a mano. Mettiti calma e vedrai” La Maga Iris sparì ed in quel momento si fermò una rossa Ferrari lussuosissima guidata da un quarantenne da fine del mondo. Gentilissimo ha aperto lo sportello e … “Rebecca sono il Conte Remo. La Maga Iris mi ha detto che ti avrei trovata qui … per portati a Vienna, la città del valzer” Rebecca cominciò a non capire più nulla perché i suoi occhi erano attratti irresistibilmente da quelli del Conte Remo. Avevano percorso pochi chilometri e Rebecca sentì una voglia irresistibile di baciare il suo compagno di viaggio. Sentì una vocina sussurrarle nelle orecchie “Rebecca bacia adesso … è proprio il momento giusto”. Miniracconto 32 di Dino Secondo Barili

domenica 13 novembre 2016

14 novembre 2016

Miniracconto 31 RICCARDO E IL CLUB DELLE OPERETTE Quando una persona passa la maggior parte del proprio tempo in Ufficio a contatto con mille problemi non si rende conto che la vita è fatta di opportunità. E’ il caso del Dott. Riccardo, Commercialista in provincia di Milano, il quale, una settimana fa, ha compiuto cinquant’anni e si è accorto di aver visto passare il tempo in un baleno. Davanti ad una scrivania piena di carte, faldoni, ricorsi … si è reso conto di essere diventato vecchio senza aver vissuto. O meglio, vissuto è vissuto … di soldi ne ha fatti tanti … ma di soddisfazione (quelle vere, ricche di emozioni) … pochissime. Le stesse persone che si lamentavano quando ha aperto l’Ufficio … sono le stesse che si lamentano ora … vent’anni dopo. Quel giorno di una settimana fa, il Dott. Riccardo, disperato, ha chiamato il suo collega. “Amleto, devo parlati subito. Ho bisogno di te” Dal tono di voce, il Dott. Amleto si è spaventato. Non ha avuto nemmeno il coraggio di chiedere cosa fosse successo di tanto grave. Al Bar dove si trovarono dopo pochi minuti per un caffè, il Dott. Riccardo si sfogò. Il collega Amleto andò su tutte le furie. “Riccardo, Riccardo mi hai fatto venire un colpo. Tutto qui? Te lo sempre detto che lavori troppo … anche alla domenica. Sei sempre preoccupato per i tantissimi problemi dei tuoi clienti. Sbagliato! Più problemi risolvi … più problemi ti procurano. Riccardo adesso ti metto in buone mani”. Amleto chiamò Cleofe, la sua estetista di fiducia e … “Ti affido Riccardo. Rimettilo a nuovo. Questa sera deve venire con me alla serata di Gala del Club delle Operette a Milano” Alla sera, Riccardo si guardò allo specchio e non si riconobbe: un Divo del Cinema! Si compiacque. Non pensò più ai problemi lasciati sulla sua scrivania insieme a ricorsi e faldoni. Al Club delle Operette, poi, l’amico Amleto aveva predisposto tutto. Una cena leggera, ma superlativa … in compagnia di Ofelia , trent’anni, bellissima, ballerina e splendida conversatrice … la più brava del Club. E’ stato lì che Riccardo il Commercialista, ha capito la differenza tra le scartoffie dell’Ufficio (e relativi problemi) … e i piaceri della vita. Ofelia e Riccardo hanno ballato tutta sera valzer di Strauss … La bellissima Ofelia non lo ha lasciato neppure quando, stanco morto, si è addormentato tra le sue braccia. Anzi, è stato lì che è iniziato il bello. (miniracconto 31 di Dino Secondo Barili)

sabato 12 novembre 2016

13 novembre 2016

Miniracconto 30 ELIDE E LA CONFERENZA A volte non basta avere un bel lavoro e una bella casa per essere felici. Un mese fa, Elide, bellissima quarantenne era in tali condizioni. Aveva un bel lavoro. Viveva in un lussuoso appartamento sul Lungo Ticino a Pavia, ma non era contenta. I motivi erano tanti, ma uno era preminente. Da un anno era single. Inutile farsi sangue cattivo sulle ragioni. Così era e cosi restava. Quindici giorni fa, durante una pausa caffè Elide non resistette. Ne parlò con la sua amica e collega. “Angela ho la mente incasinata. Devo fare qualcosa per rimettermi in pista” Angela aveva già capito che Elide stava male, ma non voleva mettere il dito sulla piaga. Aspettava che la quarantenne sputasse il rospo. “Elide hai fatto bene a parlarne. Bisogna sempre buttare fuori ciò che si ha dentro. Ora posso dirti la mia opinione. Non serve a nulla farsi il sangue amaro con la ricerca dei perché. Bisogna reagire e reagire subito. Fare … e non stare a guardare. Per esempio. Questa sera c’è una conferenza al Circolo Artistico. C’è un nuovo socio che vuole raccontare le sue avventure in Brasile. Passo da casa tua, se vuoi, e vieni alla conferenza” Elide capì che la conferenza era solo una scusa. Angela pensava a ben altro. Al Circolo Artistico c’era il fior fiore di Pavia. Elide conosceva di vista quasi tutti, ma la sua attenzione è stata attratta da un signore sui cinquantenni, bellissimo, mai visto. La curiosità vuole la sua parte. La quarantenne pavese fece di tutto per trovarsi a tu per tu con lo sconosciuto. Fece finta di perdere l’equilibrio e il signore si presentò. “Sono il Conte Danilo. Mi hanno detto che questa sera c’era una conferenza sul Brasile … Qui non vedo niente” A volte il Destino si serve delle idee più impensate. Anche delle conferenze che non esistono. Il Conte Danilo ha proposto un viaggio di piacere in Brasile (dove possiede grandi tenute) ed Elide ha accettato. La serata volgeva al termine e “i due colombi” si stavano già baciando in una saletta riservata e semibuia del Circolo Artistico. Inutile farsi domande. Nella vita è meglio fare che stare a guardare … Aspettare non serve, agire … bisogna! (miniracconto 30 di Dino Secondo Barili)

venerdì 11 novembre 2016

12 novembre 2016

Miniracconto 29 GIANLUIGI E LA MAGA Il Dott. Gianluigi, cinquant’anni ben portati, Commercialista in Milano abitante in un lussuoso Attico a Pavia, era in crisi. Da un anno era single e da un anno stava disperatamente cercando la donna del sogno … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo. E’ proprio quando si cerca disperatamente che non si trova … e l’ansia prende alla gola. Un mese fa, Gianluigi ne ha parlato con il suo Psicologo di fiducia, il Dott. Felice il quale era stato chiaro. “Gianluigi, vai con calma. E’ con la calma che si arriva prima. Capisco che tu hai fretta perché il tempo passa e come dice il proverbio … “acqua passata non macina più” … ma oggi abbiamo la corrente elettrica ed abbiamo Internet” Il Commercialista ammutolì. Non voleva assolutamente entrare in quell’argomento. Aveva un brutto ricordo. Su Internet era stato agganciato da una “dolce donzella” che prometteva mari e monti ed era stato un fallimento. Nulla di ciò che si aspettava. Il Dott. Felice conosceva la storia e cercò di parare il colpo. Aprì le braccia sconsolato e … “Gianluigi puoi sempre rivolgerti alla Portinaia del palazzo in cui abiti, la Signora Ersilia. Ha fama di essere una Maga e di risolvere tutti i problemi di cuore dei cinquantenni con estrema facilità” Non l’avesse mai detto. Il Dott. Gianluigi andò subito in estasi. Appena uscito dallo Studio dello Psicologo si precipitò a Pavia. Prima, però, acquistò una favolosa torta farcita nella Pasticceria più famosa di Milano. La Maga Ersilia ha un debole per le torte farcite. La Maga, volle conoscere le ragioni del gesto e si aprì in un ampio sorriso. “Dott. Gianluigi … perché non mi hai avvisato prima. Un mese fa era disponibile la Dott. Angela … una bionda che non aveva uguali. Ora, dovresti darmi il tempo di pensare fino a domani mattina” Il Dott. Gianluigi cominciò a sognare. Salì nel Attico col suo ascensore privato. Stava per prendere un caffè … quando il suo cellulare si messo a suonare. Era il Dott. Felice. “Gianluigi vieni subito a Milano. Devo presentarti la donna che cerchi” Il Commercialista inforcò la Ferrari che aveva sotto casa e in un attimo ha raggiunto Milano. “Gianluigi ti presento la Dott. Meraviglia … meraviglia di nome e di fatto” Gianluigi si pulì gli occhiali per vedere meglio. Meraviglia non aveva uguali. Mai vista una donna così … trent’anni, alta, bionda, occhi verdi … e gambe da fine del mondo. Il Commercialista perse immediatamente la testa. Per la cronaca. La Dott. Meraviglia era la nipote, figlia della sorella, della Signora Ersilia, Maga di Pavia. (miniracconto 29 di Dino Secondo Barili)

giovedì 10 novembre 2016

11 novembre 2016

Miniracconto 28 CLAUDIA E LE OPERETTE Claudia, bellissima quarantenne pavese, un mese fa, sera stufa di andare in Ufficio. Era quindici anni che tutti i giorni andava nello stesso Ufficio e da quindici anni ascoltava le solite lamentele, vedeva le solite facce, sentiva i soliti discorsi. Claudia si era resa conto che se avesse continuato così sarebbe inacidita come la sua collega Federica prossima alla pensione la quale non parlava altro che di mali, medici e malattie. Ne parlò con la sua amica del cuore. “Osvalda, non ne posso più. Mi sembra di essere diventata una scema. Se non cambio mestiere e ambiente finisco per andare dallo Psichiatra per una cura disintossicante” Osvalda capì che l’amica aveva bisogno di aiuto. “Claudia perché non provi a visitare qualche Museo. Ormai a Pavia ce ne sono parecchi. Ogni tanto ne scegli uno e vedi come ti senti” La quarantenne accettò il consiglio, ma l’accolse con riserva. Un anno prima aveva già tentato un simile esperimento. I risultati erano stati negativi. Tuttavia, per accontentare Osvalda ci provò. Quindici giorni fa, dopo aver visitato alcuni Musei cittadini tornò alla carica. “Osvalda, ti ringrazio del consiglio, ma i Musei non fanno per me. Roba vecchia … roba che non da emozione. La vita è fatta di emozioni” Osvalda capì che la quarantenne aveva bisogno di un consiglio serio, qualcosa di forte. “Claudia, ho un’idea. Tu hai una bella voce da mezzo soprano. Perché non provi a farne buon uso? Per esempio. Potresti incominciare a cantare nei pranzi conviviali di qualche Ristorante. Fai attenzione, però, non gratis … dietro compenso anticipatamente concordato. Io posso farti da manager. Cosa ne dici?” Quando una persona sa di avere dei sogni nel cassetto e si sente aiutata comincia a provare piacere. Il Piacere è l’anticamera dell’emozione. Osvalda era un’appassionata di Operette. Suggerì a Claudia una serie di pezzi con i quali cimentarsi. Anzi, per completare il suggerimento, Osvalda stessa avrebbe accompagnata l’amica come Presentatrice. Ormai era cosa fatta. La strada era aperta. A Milano ci sono tantissimi Ristoranti che tentano nuove idee per rallegrare la clientela. Dopo alcune serate, una settimana fa, Claudia venne invitata a cantare ad una cena di beneficenza. Presente alla cena c’era un affascinante Manager di Parigi il quale, dopo aver ascoltato la quarantenne pavese, le ha proposto molte serate a Parigi con un contratto vantaggioso. Si sa che non è mai troppo tardi per spiccare il volo. Chi non risica non rosica. Parigi è sempre Parigi. Miniracconto 28 di Dino Secondo Barili

mercoledì 9 novembre 2016

10 novembre 2016

Miniracconto 27 JESSICA E IL SEGNO DEL DESTINO Una settimana fa … Jessica, bellissima quarantenne pavese è stata ad una conferenza in una sala vicino all’Università di Pavia. Il titolo era invitante:”I segni del Destino”. L’Oratore aveva una parlantina sciolta, accattivante. Jessica ne è rimasta impressionata e coinvolta. Al termine della conferenza la quarantenne ha fatto un giro per Strada Nuova tanto per ingannare il tempo. Le vetrine non l’attiravano. Ad un tratto un cagnolino sbucato da chissà dove le si è presentato innanzi con una cartolina in bocca. Per farlo contento Jessica la prese. Il cagnolino, soddisfatto, sparì com’era apparso. Sarà stata la suggestione della Conferenza oppure il bisogno di novità, la quarantenne lesse il messaggio. La cartolina non aveva un destinatario. Solo un testo. Diceva. “Ti aspetto a Roma … Michele” Chi è che dopo un simile fatto non sente la voglia di andare a Roma? Jessica ci pensò alcuni secondi. Visto che aveva una settimana libera cosa c’era di meglio di un bel viaggio nella città più bella del mondo? La mattina successiva all’incontro con il “cagnolino della cartolina” la quarantenne pavese prese il treno e dopo poche ore era nella città eterna. Jessica non intendeva lasciarsi suggestionare ne farsi illusioni … ma ci sperava. Dopo tutto era single da un anno e aveva bisogno di compagnia. A Roma si inventò un itinerario mentale … Colosseo, Via dei Fori Imperiali, Piazza Navona. Trinità de’ Monti, Piazza di Spagna. Roma è una città bellissima, ma da soli non offre il meglio di se. Jessica stava scendendo la scalinata di Trinità de’Monti quando si sentì girare la testa, come se avesse avuto un calo di pressione. Istintivamente si sedette ed abbandonò la testa su uno scalino. Un bellissimo cinquantenne (che più affascinante non si può) era vicino a lei e se ne accorse. La soccorse. “Miss si sente male? Sono il Dott. Michele … sono medico” Jessica, senza guardare in viso l’interlocutore, si diede uno scrollone per riprendere il proprio autocontrollo e pronunciò alcune parole confuse. Quando guardò in faccia il medico che l’aveva soccorsa rimase di stucco, allibita. Era il Conferenziere di Pavia. Jessica e Michele decisero di prendere un caffè insieme, ma era una scusa. Il Medico … Michele doveva andare a Parigi per la stessa conferenza tenuta a Pavia e non voleva andarci solo. Chiese a Jessica se era disposta a seguirlo. Accettò. Accettò … con un bacio al quale ne seguirono altri … perché la vita è una scala …“di baci” per raggiungere la vetta dell’Amore. Miniracconto 27 di Dino Secondo Barili

martedì 8 novembre 2016

9 novembre 2016

Miniracconto 26 ORFEO E L’AFFRESCO Diceva un vecchio detto che “ogni giorno è quello buono per vivere avventure straordinarie”. Un mese fa è stato così anche per il Signor Orfeo, cinquant’anni ben portati, appassionato del suo lavoro. Anzi, per il suo lavoro di restauratore di affreschi antichi non si è mai sposato e neppure ha avuto una compagna … anche se va pazzo per il sesso femminile. Un mese fa, il Signor Orfeo è stato invitato a restaurare un antico affresco in un Castello dell’Oltrepò Pavese. Proprietaria del Castello è la bellissima quarantenne, Dott. Desideria, la quale non perde mai di vista il proprio antico maniero tenendolo sempre sotto controllo. Specialmente gli affreschi che hanno un valore inestimabile. Immaginare se non desiderasse essere presente ad eventuali restauri. Anche un mese fa … quando il Signor Orfeo ha iniziato il lavoro. Gli artisti, però, non amano avere persone in mezzo ai piedi (anche se proprietari delle opere). Quando Orfeo ha visto Desideria, però, ha perso la testa. Ha voluto spiegare per filo e per segno ogni piccolo intervento di restauro e perché. Desideria non ha mai incontrato un artista così gentile ed affascinante. Adagio adagio se ne è innamorata. Appena terminato il restauro … per non perdere Orfeo, gli ha offerto un altro lavoro a Parigi … dove possiede un appartamento di lusso nei pressi della Tour Eiffel. Ovvio, che quando “la paglia sta vicino al fuoco” si incendia. Non si può stare a Parigi senza salire sulla Tour più famosa del Mondo. Ed è stato proprio lì che è scattato l’incanto. Orfeo non ha resistito ed ha baciato Desideria appassionatamente. La bellissima quarantenne dell’Oltrepò Pavese non aspettava altro per scatenarsi. Un bacio tira l’altro … non hanno più smesso. Sono ancora là sulla Tour Eiffel che si stanno baciando (e fanno bene. La vita è troppo breve e va vissuta … Come? … baciando). Miniracconto 26 di Dino Secondo Barili

lunedì 7 novembre 2016

8 novembre 2016

Miniracconto 25 RENATA E L’ARCHIVIO SEGRETO Una settimana fa, Renata bellissima impiegata quarantenne pavese era arcistufa delle pratiche dell’Ufficio in cui lavorava. Desiderava fare qualcosa di più elettrizzante. Ne parlò con la sua amica Valeria che di idee ne aveva “un sacco e una sporta”. “Renata non fartene un problema. A tutte (o quasi) le impiegate che lavorano in ufficio appena vedono una pratica viene la nausea. Purtroppo bisogna guadagnare lo stipendio e … fare buon viso a cattiva sorte. Comunque, se vuoi un consiglio, iscriviti a qualche Associazione Culturale. Ce ne sono di ogni specie. Basta guardare su Internet” Renata si senti meglio. Capì che si era aperto uno spiraglio. Cercò su Internet e trovò subito ciò che cercava. “Ricerche d’archivio del 1700” Renata ne fu attratta. Vent’anni prima aveva seguito un “Corso … per topi d’Archivio” e le era rimasto impresso il ricordo. Perché non riprovarci? Nella stessa giornata di lunedì della scorsa settimana, Renata aveva già preso contatto con il Presidente dell’Associazione. A volte il Destino fa la sua parte. Il Presidente, infatti, era il Dott. Amicare … un affascinante cinquantenne che avrebbe fatto perdere la testa a qualsiasi donna. Oltre tutto aveva una parlantina sciolta, forbita, accattivante. Renata ha fatto fatica a rendersi conto che stava finendo direttamente tra le sue braccia. Il Dott. Amilcare, infatti, aveva dato appuntamento a Renata nell’Ufficio dell’Associazione presso il proprio Castello in Lomellina. Quando una persona si trova in certi ambienti ne rimane affascinata, estasiata … non capisce più nulla. Amilcare ha accompagnato Renata nell’Archivio segreto del Castello … nella stanza dell’abbaino accanto alla Torre. E’ lì che tra un faldone polveroso e l’altro il viso di Amilcare ha sfiorato quello di Renata ed è scattato il primo bacio … al quale ne sono seguiti molti altri. Perché, i baci sono come le ciliegie … uno tira l’altro. Qualche lettore si chiederà … e le ricerche d’archivio? Per quelle c’è tempo. Miniracconto 25 di Dino Secondo Barili

domenica 6 novembre 2016

7 novembre 2016

Miniracconto 24 IRIS E IL CAFFE’ Una settimana fa, Iris ha compiuto quarant’anni e si è accorta improvvisamente di aver visto passare gli anni senza la realizzazione di alcuni suoi sogni … uno dei quali, visitare Parigi. Si rese conto che andare a Parigi da sola sarebbe stato complicato. Un po’ per clima che si respira. Un po’ per le notizie di cronaca. Chiese alla sua amica Fiorenza se era disposta a fare un viaggio con lei nella Capitale francese. L’amica non aveva mai svelato i propri segreti. Si lasciò andare. “Iris, io a Parigi ci sono stata due volte. La prima volta, a vent’anni con il mio fidanzato di allora, Carmelo. Non ho un bel ricordo di quel viaggio perché, appena tornati ci siamo lasciati. La seconda volta, a trent’anni con il mio fidanzato con il quale ho vissuto cinque anni stupendi. Se venissi con te, Parigi, mi farebbe solo male. Parigi è bellissima … ma bisogna andarci in coppia, da innamorati … o con la speranza di fare coppia per parecchio tempo. Se vuoi un mio consiglio … vai a Parigi … ma con l’uomo che ti fa la corte, che spasima per te. Allora vivi momenti incantevoli” Iris non perse una parola di ciò che ha detto Fiorenza. Ha fatto mente locale e il suo pensiero è corso subito al suo vicino di casa, il Dott. Filippo un cinquantenne, non bellissimo, ma con un’ottima posizione economica, il quale stravedeva per lei. Purtroppo, il Dott. Filippo era un po’ timido. Complimenti entro certi limiti. Non andava mai oltre il “Buon giorno, buona sera”. Una settimana fa, Iris aveva voglia di andare a Parigi e aveva deciso. Ci sarebbe andata cascasse il mondo. Sabato scorso, la bellissima quarantenne pavese, attese che il Dott. Filippo fosse nel suo appartamento. Suonò il campanello. “Dott. Filippo, mi scusi se sono invadente. Ho voglia di un buon caffè e sono rimasta senza zucchero. Non potrebbe prestarmene un po’?” Per il cinquantenne è stato come se fosse apparso il sole. “Venga, venga Iris. Il caffè glielo preparo io … sono un artista del caffè” Fece accomodare Iris nel grande salone dove spiccava un copia di un quadro di Monet. La quarantenne pavese si incantò davanti al quadro e non parlò più. Il Dott. Filippo se ne accorse. Ne volle conoscere le ragioni. “Questa è la copia di un quadro che si trova nel Museo degli Impressionisti a Parigi … Sapesse che voglia ho di andarlo a vedere dal vivo … “ Ormai era fatta. Il Dott. Filippo si è sboccato. “Se vuoi … possiamo andarci insieme … subito” Iris ne fu entusiasta. Chi ha tempo non aspetti tempo. Miniracconto 24 di Dino Secondo Barili

sabato 5 novembre 2016

6 novembre 2016

Miniracconto 23 MORENA E LA CACCIA AL TESORO Una settimana fa, Morena, bellissima impiegata quarantenne pavese, non voleva partecipare alla “caccia al tesoro” organizzata nell’Oltrepo’ Pavese mentre la sua amica e collega Luisa, si. Quando due amiche non sono d’accordo si arriva al compromesso. “Morena cosa ti costa prendere parte alla gara? Meglio partecipare … che stare a guardare. Una “caccia al tesoro” è sempre un’avventura … un’avventura nell’avventura. Non sai mai cosa può capitare. Potresti incontrare il Principe azzurro?” Morena si è messa a ridere. “Proprio io? Con la fortuna che tengo …” Luisa si spazientì. “Morena, nella vita … mai dire mai” A quel punto la bellissima pavese cedette le armi. Luisa si affrettò a svolgere le pratiche burocratiche e le due amiche si trovarono ai nastri di partenza sabato della scorsa settimana: Luisa pilota, Morena passeggero. Quando ci si avventura per le strade dell’Oltrepò Pavese tutto sembra facile, ma si tratta di un territorio magico. Può accadere di tutto. Dopo un’ora di su e giù per le verdi colline … dopo aver risolto nei tempi stabiliti i 15 quesiti … le due amiche si trovarono su una stradina accidentata per l’ultimo tratto. Avevano percorso neppure un chilometro in mezzo ai boschi quando l’auto si trovò con due gomme sgonfie. Cosa fare? Luisa partì come una freccia per chiedere aiuto. Morena rimase sola su una stradicciola accidentata. Quando si prende parte ad una “caccia al tesoro” la tensione sale alle stelle … specialmente quando si è in vista del traguardo e si pensa di essere tra i vincitori. Morena continuava a guardare l’orologio ed i minuti sembravano ore … Ormai stava per andare in crisi quando comparve un guardaboschi in divisa e fucile a tracolla “Signorina … è rimasta in panne? Non si preoccupi. Ci penso io. Mi segua” Morena un po’ titubante seguì il guardaboschi lungo un sentiero ripido. Giunti ad un cancello il guardaboschi parlò. “Signorina, coloro che hanno carattere e si giudicano belli, bravi e intelligenti vincono qualsiasi sfida. Entri in quel cancello. Porta al Castello delle Fate. Stia attenta dove mette i piedi”. Morena aprì il cancello. Mise un piede in fallo. Finì su uno scivolo che la portò direttamente nel Salone delle Feste del Castello illuminato a festa. Un’orchestrina si è messa a suonare un valzer viennese. Uno stupendo cinquantenne si presentò. “Sono il Principe delle Bollicine” … e l’invitò a ballare. Cosa poteva fare la bellissima impiegata pavese? Accettò. Ogni momento della vita è quello buono per raggiungere la felicità. Miniracconto 23 di Dino Secondo Barili

venerdì 4 novembre 2016

5 novembre 2016

Miniracconto 22 ELISA E IL RAFREDDORE Una settimana fa, Elisa, bellissima trentenne impiegata pavese, aveva il raffreddore. Qualche lettore dirà che il raffreddore è un male di stagione. Oggi c’è … poi passa. Elisa, invece, stava male e la sua amica Caterina voleva aiutarla. “Elisa, devi reagire. Pensa alle cose belle che puoi fare … e il raffreddore passa prima” Una parola. Elisa aveva altri motivi per stare male. Si era lasciata da poco con il fidanzato e questo peggiorava la situazione. Caterina cominciò ad insistere. “Elisa … dopo un Papa se ne fa un altro. Non è mica la fine del mondo. Oggi, chi più chi meno, per quel sentiero ci passano in molte. Datti da fare. Dipende da te” Dagli oggi dagli domani, la trentenne capì che se voleva riprendere a vivere bene doveva reagire. Tutto dipendeva da lei. Detto fatto, Venerdì della settimana scorsa Elisa chiese un giorno di permesso con una scusa banale. Voleva andare a trovare sua zia Carmelina in Svizzera. Così fece. Prese il treno e, in poche ore, si trovò nel paese più esclusivo d’Europa. La Zia Carmelina, avvisata dell’arrivo della nipote, fece le cose in grande. Invitò a pranzo il figlio del Direttore della Banca locale, Dott. Jansen, un quarantenne single da fine del mondo, fanatico della pizza fatta in casa. L’incontro ha funzionato. La pizza ha fatto il suo effetto … innaffiata abbondantemente dallo spumante dell’Oltrepò Pavese portato appositamente da Elisa. Vuoi per la pizza, vuoi per lo spumante, vuoi per la bellezza superlativa della trentenne pavese elegantissima … Jansen è andato in estasi. Al termine del pranzo, il quarantenne ha voluto, subito, presentare Elisa al padre per ottenere l’approvazione al fidanzamento. Quando un padre vuole diventare nonno … ha più fretta del figlio che si vuole sposare. Concesse in uso la grandiosa Villa vista Lago per le esercitazioni amorose di Jansen … Elisa è ancora in Svizzera … non si sa quando e se tornerà. La vita è una cosa seria … va vissuta con passione. Miniracconto 22 di Dino Secondo Barili

giovedì 3 novembre 2016

4 novembre 2016

Miniracconto 21 ILARIA E IL SOGNO Giovedì della settimana scorsa Ilaria, bellissima impiegata quarantenne pavese, ha fatto un sogno. Chi è che non sogna? Tutti. Alcuni sogni si ricordano … la maggioranza dei sogni va nel dimenticatoio. Ilaria, però, giovedì della settimana scorsa ha sognato … e si è ricordata ogni particolare. Era a letto. Si era appena addormentata quando, in sogno, si è trovata in Corso Garibaldi a Pavia, quasi vicino alla Chiesa di San Michele. Si è sentita chiamare “Ilaria guarda dove metti i piedi …” Ilaria abbassò gli occhi e per terra c’era una cartolina. La raccolse. La girò e rigirò tra le mani … “una cartolina da New York”. La quarantenne pavese non era mai stata a New York … cosa poteva significare? Ormai, il sonno era passato. La mente si era messa in movimento. Il sogno diventava sempre più reale e intrigante … e se il giorno che stava per nascere avesse riservato sorprese? Alla pausa Bar, Ilaria aveva gli occhi gonfi. La sua amica e collega Giovanna se ne accorse. Chiese spiegazioni. “Ilaria non fare finta di niente … tu hai avuto una esagerata notte d’amore. Inutile che fai finta di nulla. Non mi inganni. Ti conosco troppo bene” Quando si lavora in ufficio a contatto di scrivania difficile avere segreti, specialmente con le amiche del cuore. Ilaria per un po’ ha cercato di nascondere la verità poi … “Ho fatto la notte bianca per via di un sogno … “ a quel punto Giovanna intervenne. “Fermati, fermati … non dire nulla. Stanno arrivando delle e-mail. Siamo convocate dal Direttore con la massima urgenza”. Ilaria e Giovanna si precipitarono dal Direttore il quale era sulla porta dell’Ufficio ad aspettarle. “Chi di voi due conosce l’inglese a meraviglia?” Ilaria parlava inglese come fosse di madrelingua. Giovanna no. “Allora, Ilaria si prepari deve accompagnare il nuovo Direttore Generale a New York. Partenza domani mattina alle sette. Appuntamento in questo Ufficio” Ormai sembrava cosa fatta, ma era solo l’inizio. Quando, al mattino successivo Ilaria conobbe il nuovo Direttore Generale per poco non svenne. Era Federico il suo compagno di banco delle elementari … di tanti anni prima. Ora erano di nuovo insieme … per un viaggio di lavoro (solo di lavoro?) a New York. Un viaggio che sembrava preparato dal Destino, il quale, di solito … fa le cose in grande. Miniracconto 21 di Dino Secondo Barili

mercoledì 2 novembre 2016

3 novembre 2016

Miniracconto 20 MARIA LUISA E UNA GIORNATA INDIMENTICABILE Mercoledì della scorsa settimana, Maria Luisa, bellissima quarantenne pavese, single, si è svegliata con una domanda in testa: “Cosa posso fare per vivere una giornata indimenticabile?” Spesso alle domande semplici è difficile dare una risposta. Ne parlò con la sua amica Renata mentre prendeva il caffè al Bar. “Maria Luisa … non ti sembra di pretendere troppo? Hai un bel lavoro ben retribuito … un lussuoso appartamento sul Lungo Ticino a Pavia … hai la salute, sei bellissima … ora, pretendi di avere anche la felicità? Ricordati che chi troppo vuole … con quel che segue” Maria Luisa ammutolì, ma non si dichiarò convinta. Al Bar, accanto alle due donne, c’era un signore cinquantenne dal fascino strano … poteva essere un attore o un regista. Si presentò “Sono il Dott. Danilo. Ho ascoltato la conversazione e mi sono sentito coinvolto. Questo è il mio biglietto da visita. Mi piacerebbe continuare la conversazione con entrambe nel mio Ufficio … alle ore dieci precise” … pagò il caffè e se ne andò. Maria Luisa e Renata si guardarono in faccia con fare interrogativo. Cosa poteva riservare il Destino? Renata non ne volle sapere. “Io non ci vengo. Il rischio è troppo alto” Maria Luisa lasciò il caffè a metà e … “Ci devo pensare … ho ancora mezzora” Ormai, però, aveva deciso. Non si chiude la porta in faccia all’avventura … ogni giorno ha bisogno qualcosa di nuovo, originale, unico, indimenticabile. La quarantenne pavese fece un giro intorno a Piazza della Vittoria … poi si presentò all’indirizzo indicato sul biglietto da visita. Palazzo antico, in perfetto ordine … perfetto persino “l’omino” nella guardiola della portineria. “Scusi Miss. Cerca il Dott. Danilo? Mi segua … l’accompagno” Maria Luisa cominciò ad andare in tilt ... tutto bello, tutto lustro, tutto perfetto. Nel lussuoso e ampio Ufficio la quarantenne pavese venne accolta dallo smagliante sorriso … dell’uomo più affascinante della Lombardia e dintorni. Perse completamente la parola. “Maria Luisa, diamoci del tu … conosco il tuo nome … vuoi vivere una giornata indimenticabile? Ti offro la scelta. Puoi scegliere tra un pranzo con quaranta portate in un ricercato Ristorante dell’Oltrepò Pavese … oppure una romantica passeggiata a Valencia in Spagna, da raggiungere subito col mio aereo privato, dove ho un ampio appartamento vista mare? La mia sarà una compagnia discreta … unica … tra arte, poesia, musica e molto di più” Cosa poteva rispondere Maria Luisa? … “Partiamo, partiamo subito … Valencia è nostra … tutta nostra come la vita” (e ringraziamo Colui che ce l’ha donata) – miniracconto 20 di Dino Secondo Barili

martedì 1 novembre 2016

2 novembre 2016

Miniracconto 19 GIULIANA E ANDREA … A PARIGI Lunedì della scorsa settimana, Giuliana bellissima impiegata quarantenne pavese, non aveva voglia di andare in Ufficio. Si inventò una visita specialistica urgente e chiese una giornata di permesso. Siccome non aveva mai chiesto nulla, le fu subito concesso. La bellissima quarantenne pavese ne approfittò per una visita di routine che si risolse in dieci minuti o forse meno ed ebbe la giornata libera per fare una scappata a Milano. Milano è sempre Milano. Una persona sa come va a Milano … ma non sa come torna. Questo, almeno, è quello che raccontavano i vecchi. Infatti, Giuliana prese il treno a Pavia e in mezzora si trovò nel centro di Milano in piazza del Duomo. Giuliana si sentì soddisfatta. Poteva godersi la città più bella della Lombardia in lungo e in largo. A Milano, però, si incontrano più pavesi che a Pavia. E’ stato proprio in Piazza del Duomo che incontrò il suo vicino di casa, il Dott. Raffaele, un settantenne che aveva un debole per la quarantenne. “Giuliana stavo proprio pensando a te. Mio figlio Andrea deve andare a Parigi per un Convegno sulla semina dell’erba medica. Cerca disperatamente una persona di fiducia che conosca il francese. Saresti disposta ad accompagnarlo?” Giuliana conosceva di vista Andrea, il figlio del settantenne, ma non ci aveva mai parlato insieme. E’ stato in quell’istante che comparve Andrea. Per Giuliana è stato il classico colpo di fulmine. Non ha capito più nulla. Il fatto è che anche Andrea è rimasto abbagliato. Ormai non c’era più alcun motivo per … “non” andare a Parigi. Andrea e Giuliana salutarono il Dott. Raffaele e partirono all’istante per una delle città più belle del mondo … l’Amore non può attendere. (miniracconto 19 di Dino Secondo Barili)