domenica 30 giugno 2013

PENSIERI SPARSI DEL DEL 1 LUGLIO 2013

PENSIERI SPARSI DEL 1 LUGLIO 2013
“Amore e follia,
 spesso,
si tengono compagnia”
Dino

SEVERINO - racconto (303°) di Dino Secondo Barili

1 LUGLIO 2013
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 1 Luglio 2013 – Domenica – ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del Lunedì
Severino… (303°)
E’ noto che nella vita ci sono “alti” e i “bassi”… A volte qualcuno mette i punti sugli “i”… come dire… “ci sono più ‘bassi’ che alti”. In verità i due “estremi” si equivalgono. Un anno fa, dopo un periodo decisamente “no”, l’Ing. Severino, 45 anni, scapolo (perché “lei” se ne era andata via) aveva deciso di “rimettere a posto la propria vita”, darsi una mossa …e riprendere a vivere. Un anno fa, un sabato appunto, era andato dal suo Parrucchiere di fiducia. Nel negozio c’erano parecchi clienti nuovi. Per ingannare l’attesa decise di dare una occhiata ai settimanali messi a disposizione. Ne prese uno a caso …e a caso l’aprì. Quasi senza accorgesi, l’Ingegnere, si trovò davanti la pagina degli oroscopi. L’Ing. Severino, non aveva mai letto un oroscopo in vita sua. Non sapeva neppure come fossero fatti. Quella pagina, però, l’attirava. Recava un titolo. “Questa pagina è riservata alle persone nate il 1 luglio.” L’Ingegnere si rese conto che era la data in cui lui stesso era nato. Cercò il suo segno zodiacale e lesse attentamente. “Per voi uomini che siete nati il primo luglio sotto questo segno… è l’occasione propizia per dare una grande svolta alla vostra vita. Fate quanto segue. Questa sera, preparatevi elegantemente e partecipate ad una serata danzante. Durante la serata vi accadrà qualcosa di straordinario.” Per l’Ing. Severino fu come una “boccata d’ossigeno”. Un salto nel futuro (il suo). Aveva proprio bisogno di qualcosa di nuovo, di imprevisto e di imprevedibile. Attese il suo turno e, una volta a casa, si preparò per la serata. All’epoca dell’Università, Severino aveva frequentato il “dancing” soprannominato “Il gioco del destino”. Quel locale gli era rimasto impresso nella memoria. Perché non tornarci? Erano passati parecchi anni da allora, ma l’ultima volta che lo aveva visto, dall’esterno, era rimasto tale e quale. Andarci da solo? Si chiese Severino… Telefonò ad una collega, Rosy, single… la quale declinò l’invito. Senza mezzi termini, la Rosy aveva detto che preferiva uscire con le donne… anzi, con una donna, la “sua”. Severino non fiatò. Oggi, ogni persona ha i suoi gusti…e vanno rispettati. Ormai, però, aveva deciso. Sarebbe andato al “Gioco del destino”. Quando l’Ing. Severino entrò nel locale semibuio fece fatica ad orientarsi. Il locale oltre ad essere semibuio c’erano dei “lanci di luce” come se qualcuno si divertisse a dare occhiate qua e là. All’Ingegnere non ci volle volto per ritrovare gli stessi elementi “dei suoi tempi”. Per esempio. Il palco dell’orchestra era ancora al solito posto ed il fondale aveva ancora appeso tanti “bigliettini” con “i giuramenti degli amanti”. Severino si sentì di buonumore. Aveva ritrovato qualcosa di “suo”… dei suoi sogni di allora, quelli realizzati (come il lavoro) e quelli irrealizzati … come l’amore. Per Severino l’amore era un tasto dolente. Quella sera, però, non voleva pensarci. Voleva solo divertirsi… spensierato, scanzonato, un po’ folle… come ai tempi dell’Università. L’Ing. Severino prese posto ad un tavolino libero e fece la sua ordinazione mentre l’orchestra intonava la canzone: “Portami tante rose”. Proprio in quell’istante, una ragazza con una mascherina in volto si avvicinò al suo tavolo. Tra le mani aveva una rosa. “Ingegnere, questa rosa è per lei. Gliela manda la donna del “giuramento degli amanti”. Mi ha detto di dirle che sarà da lei a mezzanotte… per l’ultimo valzer”. Severino rimase di stucco. Con la rosa, c’era anche il bigliettino scritto… allora da una sua collega di corso. Diceva: “un giorno t’amerò …e sarai mio… per sempre. Debora” …”- Questo è il 303° “racconto breve” scritto dal 2 settembre 2012. Il progetto – sfida è di scrivere 365 racconti in 365 giorni. Un racconto al giorno. Riuscirà il sottoscritto a raggiungere tale traguardo? Vedremo… “Se son rose fioriranno”. Ne mancano solo 62 al 1 settembre p.v.. Buona giornata a tutti. Dino
-cliccando “precedenti” in fondo alla pagina, si possono leggere tutti i 302 racconti pubblicati. Dino
Vedi anche:   dinosecondobarili

SECONDO TE...

SECONDO TE…
“Secondo te …che cos’è il giuramento degli amanti?”
(se vuoi, puoi lasciare una tua testimonianza)

PENSIERI SPARSI DEL 30 GIUGNO 2013

PENSIERI SPARSI DEL 30 GIUGNO 2013
“Chiedere…
è metà avere”
Dino

NICOLETTA E CLAUDIA racconto (302°) di Dino Secondo Barili

30 GIUGNO 2013
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 30 giugno 2013 – Domenica – ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto della Domenica
Nicoletta e Claudia (302°)
La Professoressa Nicoletta, un anno fa, stava per compiere il quarantesimo compleanno, ma non era contenta di ciò che aveva realizzato. Non era contenta “solo” in parte. Molte cose erano andate bene. Era andato bene il corso di studi fino alla Laurea in Lettere. Era andato bene l’inserimento nel mondo della Scuola. Dopo il normale tirocinio, aveva avuto il “posto” che le consentiva tranquillità e un futuro… “prevedibilmente sereno”. Il tempo, però, era volato via. Gli anni erano stati… una “corsa unica”. Ed ora, a quarant’anni, non aveva ancora trovato il “suo uomo ideale” con il quale condividere … sogni e progetti. Anzi, a dirla come va detta, dal punto di vista sentimentale era proprio sfiduciata… al limite della depressione. Ne aveva parlato con la sua amica e coetanea Prof. Claudia la quale, pur essendo sposata, faceva girare la testa a tutti gli uomini che incontrava e voleva. Inoltre, Claudia, non aveva mezzi termini: “Nicoletta, svegliati. Non fare la moralista. Con il tuo fisico puoi avere tutti gli uomini che vuoi… Cosa sono tutte quelle “fantasie dell’amore romantico”?. Sono tutte “balle” dei poeti. Come la famosa frase del Carducci “… Contessa che mai è la vita? E’ l’ombra di un sogno fuggente… “ Col cavolo… “è l’ombra di un sogno fuggente”. Carducci ha amato tutte le più belle donne che gli sono capitate a tiro… E noi donne dovremmo stare a guardare? Anche noi donne abbiamo diritto all’amore, all’amore vero. E se un uomo non è “efficiente”… abbiano il diritto di avere il sostituto…” La Prof. Nicoletta, a quel modo di pensare, si mostrava offesa… e rifiutava un simile atteggiamento verso l’amore. Al compimento dei quarant’anni, però, se una donna non si sveglia… ci pensa la natura. Un anno fa è stato così anche per “la puritana”. La Professoressa Nicoletta cominciò ad avere un sogno ricorrente. Ogni notte sognava un bel uomo cinquantenne, alto, moro, robusto… e dai capelli leggermente brizzolati. Tutte le notti, nel sogno, l’uomo suonava il campanello della porta della Prof e diceva: “Sono qui. Mi chiamo Umberto…” In quel momento la Prof. Nicoletta si svegliava di soprassalto come fosse in preda ad un incubo… Ormai, era al limite della sopportazione. Ne parlò con l’amica Prof. Claudia. Come al solito, la collega, non usò mezzi termini. “Claudia... ci vuole un uomo! E quando ci vuole, ci vuole.” Questa volta, Nicoletta, volle saperne di più. Schietta la risposta di Claudia. “Non hai un amico con il quale sei in confidenza?” Nicoletta fu altrettanto schietta e sincera. “Sono in confidenza con il Prof. Vincenzo… il Professore di Filosofia…. ma quello parla solo “dei grandi sistemi filosofici”…e vede solo gli uomini. Anzi, parla degli uomini (maschi) come fossero bocconcini prelibati…” La Prof. Claudia andò su tutte le furie. “Ecco l’errore. Parecchie donne sono attratte da uomini dai modi gentili, quasi effeminati… dalle parole languide nelle quali “cuore… fa rima con amore”. Svegliati Claudia. Gli uomini devono essere uomini… non femminucce. Devono essere uomini con la U maiuscola… Sai cosa voglio dire?” Il dialogo tra Claudia e Nicoletta si svolgeva in Piazza Della Vittoria a Pavia. Ad una tratto Claudia sentì una mano sulla spalla. “Posso salutarti?” Claudia si girò per osservare. Era un amico… che non vedeva da qualche anno e del quale conosceva tutto… vita morte e miracoli. Un cinquantenne, alto, moro, robusto, dai capelli leggermente brizzolati…un uomo con U maiuscola! Il tipo d’uomo adatto alla sua collega di Lettere… a voce alta. “Nicoletta ti presento il mio amico Umberto…. Ora, devo assentarmi. Mi auguro che il caffè… sia quello desiderato da entrambi…”- Questo è il 302° “racconto breve” scritto dal 2 settembre 2012. Il progetto – sfida è di scrivere 365 racconti in 365 giorni. Un racconto al giorno. Riuscirà il sottoscritto a raggiungere tale traguardo? Vedremo… “Se son rose fioriranno”. Ne mancano solo 63 al 1 settembre p.v.. Buona giornata a tutti. Dino
-cliccando “precedenti” in fondo alla pagina, si possono leggere tutti i 301 racconti pubblicati. Dino
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sabato 29 giugno 2013

SECONDO TE...

SECONDO TE…
“Secondo te …che cos’è un sogno ricorrente?”
(se vuoi, puoi lasciare una tua testimonianza)

PENSIERI SPARSI DEL 29 GIUGNO 2013

PENSIERI SPARSI DEL 29 GIUGNO 2013
“La fortuna
 bacia
gli audaci”
Dino

RENATA E AMILCARE racconto (301°) di Dino Secondo Barili

29 GIUGNO 2013
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 29 giugno 2013 – Sabato – ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del Sabato
Renata …e Amilcare (301°)
All’ombra della Cupola del Duomo di Pavia c’è una Piazzetta. Si chiama Piazza Cavagneria. Chiamarla Piazza è… po’ esagerato. Diciamo che è un “rettangolo di acciottolato” dove quasi sempre stazionano un limitato numero di automobili… con alcuni negozi. Una volta, però, Piazza Cavagneria era una Piazza importante di Pavia. C’erano i cestai… coloro che costruivano i cesti (piccoli e grandi)… cioè “le cavagne” (in dialetto pavese). Le ceste erano strumenti di lavoro indispensabili a tutte le famiglie … (prima che arrivasse la “rivoluzione industriale”). Ogni donna aveva la sua cesta (cavagna) dalla quale non si separava mai e nella quale c’era un po’ di tutto… Proprio come oggi, fanno le donne con le borse e borsette. Piazza Cavagneria a Pavia era assai frequentata dalla donne, le quali (come fanno ora con le borse e borsette) cercavano di avere un “cesta” nuova (la “cavagna” di scorsa). Intorno alle ceste delle donne sono nate molte leggende. Le ceste venivano costruite artigianalmente con rametti di salice (pianta tipica del fiume Ticino). Ogni artigiano aveva il suo segreto. Il primo segreto era nel raccogliere personalmente i salici occorrenti per costruirla…Qui cominciava il segreto. Gli artigiani si faceva concorrenza. Gli artigiani più bravi “non” erano solo quelli che sapevano costruire le migliori ceste… ma coloro che conoscevano dove raccogliere i salici migliori….e quelli che portavano “fortuna”. Basta una simile caratteristica per dare alle ceste … un valore “superiore” rispetto a tutte le altre. C’erano degli artigiani cestai che sceglievano il giorno e l’ora migliore per raccogliere i salici. Alcuni artigiani si faceva consigliare dalle “streghe” pavesi per ottenere i migliori risultati. Secondo una “storia tradizionale”, del 1800, in Piazza Cavagneria a Pavia, è vissuto un artigiano capace di costruire le “ceste” più fortunate… in assoluto. Si chiamava Amilcare ed era un uomo che aveva grandi qualità. Un giorno costruì la sua più bella cesta e – a suo dire – “quella che avrebbe portato la più grande fortuna”. Le donne pavesi fecero a gara per comprarla, ma il prezzo era troppo alto. Solo la Signora Renata, avvenente e ricca trentenne, ebbe il coraggio di avvicinarsi al Cestaio e trattare sul prezzo. Amilcare, per un po’ cercò di essere gentile, poi, si stancò ed espresse il suo pensiero. “Signora Renata, se vuole “la cesta della fortuna”, il prezzo è quello esposto. Altrimenti… ci sarà un’altra acquirente.” La Signora Renata non si perse d’animo. Per due settimane continuò ad andare in Piazza Cavagneria e osservare la “cesta della fortuna”. Ogni giorno, però, notava che il prezzo della cesta aumentava di un centesimo. Capì che se voleva la cesta doveva “fermare” il prezzo. Intanto il Signor Amicare, scapolo, guardando continuamente la Signora  Renata, se ne stava innamorando. Non era passata una settimana e la Signora Renata si fermò a trattare nuovamente l’acquisto della cesta. Questa volta il Signor Amilcare, cambiò strategia. “Signora Renata, se vuole la “cesta”, io sono disposto ad offrigliela a metà del prezzo esposto… purché lei faccia a metà con me … della “fortuna” che avrà in futuro.” La Signora Renata, capì l’antifona. Si rese conto che il Signor Amilcare le aveva fatto una “dichiarazione d’amore”, “un proposta di matrimonio”… un atto di fiducia. Il Cestaio Amilcare era un uomo saggio e ne spiegò la ragione. “Vede Signora Renata. La cesta che ho costruito è una “cesta fortunata”… la “cesta più fortunata”… mai costruita. Per mantenere inalterata la tale “fortuna” ha bisogno di due persone che, quotidianamente, la riempiano di prodotti, di sogni e di speranze. Solo così la “fortuna” non avrà mai fine.” - Questo è il 301° “racconto breve” scritto dal 2 settembre 2012. Il progetto – sfida è di scrivere 365 racconti in 365 giorni. Un racconto al giorno. Riuscirà il sottoscritto a raggiungere tale traguardo? Vedremo… “Se son rose fioriranno”. Ne mancano solo 64 al 1 settembre p.v.. Buona giornata a tutti. Dino
-cliccando “precedenti” in fondo alla pagina, si possono leggere tutti i 300 racconti pubblicati. Dino
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SECONDO TE...

SECONDO TE…
“Secondo te …che cos’è una cesta?”
(se vuoi, puoi lasciare una tua testimonianza)

giovedì 27 giugno 2013

PENSIERI SPARSI DEL 28 GIUGNO 2013

PENSIERI SPARSI DEL 28 GIUGNO 2013
“Mai
crederci
i padroni del mondo…
quando
non siamo neppure
 i padroni
di noi stessi”
Dino

300 ESIMO RACCONTO di Dino Secondo Barili

28 GIUGNO 2013
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 28 giugno 2013 – Vnerdì – ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del Venerdì
300esimo racconto … (300°)
Questo è il trecentesimo racconto… Qualche lettore si chiederà qual è lo scopo … di questo “raccontare”. La “domanda” è più che legittima. Risposta. Parlare della “magia” delle persone “semplici” che si incontrano per strada, al Bar, alla Piazza del Mercato… in una città qualsiasi (Pavia o Provincia… oppure Milano o altre)… una città “normale”, in un giorno qualsiasi dell’anno. Si tratti… di pensionati, casalinghe, parrucchiere, commercialisti, impiegati che ogni giorno della settimana timbrano il cartellino di entrata e di uscita dall’ufficio. Dove sta la “magia”? Nei sogni e nei desideri che una persona si porta dentro, coltiva nella sua mente. Però, i personaggi di questi racconti sono diversi uno dall’altro… secondo l’età. Un conto sono i sogni e i desideri di un pensionato o di una casalinga di 70 o 80 anni… un'altra… cosa sono i sogni “di un” o “di una” quarantenne… oppure di un cinquant’anni, single, in attesa di incontrare l’anima gemella. L’età dei personaggi è molto importante. Da essa dipende, spesso, “la soluzione dell’enigma”… “la forza dei destino”. Poi, c’è l’ambiente… la città, la Piazza, la via… il luogo degli incontri… il Bar, il sentiero lungo il fiume Ticino. La città ha un ruolo importante. Ogni città ha i suoi “luoghi magici”… i luoghi dove può accadere di tutto…e dove i personaggi cercano “la soluzione dei loro problemi”. Ed è stato così anche per il Prof. Gregorio, Professore di Filosofia in un Liceo lombardo… un miscredente… agnostico, scettico… all’elevata potenza. Fin da quando aveva conseguito la Laurea, si era distinto per il “dubbio”… che riusciva ad inculcare in ogni persona, anche nelle frasi pronunciate dai suoi stessi Professori. Era talmente “dubbioso” sul significato di ogni cosa… che era dubbioso anche su ciò che diceva di sé stesso. Un giorno si trovava a Milano. Un improvviso temporale aveva costretto il Prof. Gregorio a rifugiarsi nell’androne di un Palazzo del Centro. Era bagnato come un pulcino e non aveva ombrello. La pioggia fittissima non la smetteva mai. Il Professore era visibilmente contrariato. Da sé stesso pretendeva il massimo… anche la puntualità. Lui Professore… costretto da un “misero” temporale… ad arrivare in ritardo ad un appuntamento importante. Da quell’appuntamento dipendeva, forse, un suo avanzamento di carriera. Il temporale non smetteva e il Prof. Gregorio diventava sempre più insofferente e impaziente… Nello stesso androne c’era, Zelinda, una vecchia zingara, famosa a Milano, calma e tranquilla, con il suo vestito a pieghe vistosamente colorato. Ad un tratto, dopo aver osservato il Professore sempre più agitato, uscì’ con una frase. “Io lo so perché il temporale non smette… per colpa sua.” Il Prof. Gregorio si arrabbiò. “Per colpa mia?” – “Si. per colpa sua… solo sua. Vuole la prova?” Il Professore si accese in viso come un fiammifero e… con atto di sfida “Quale sarebbe la prova?” La zingara Zelinda, non si scompose … “Deve alzare la mani al cielo… e dire “basta””. Il Prof Gregorio divenne ancora più rosso e, stizzito, “Lei non sa chi sono io. Io sono il Prof. Gregorio.” Intanto il temporale era aumentato di intensità e non aveva alcuna intenzione di cessare. … Fino a quando… il Prof. Gregorio, si decise ad alzare le braccia al cielo e a dire… “basta”. Fu in quel momento che il temporale cessò. Zelinda, la zingara, si limitò a pensare “ad alta voce”. “Se, in questa società ci fossero meno superbi … staremmo tutti meglio.” - Questo è il 300° “racconto breve” scritto dal 2 settembre 2012. Il progetto – sfida è di scrivere 365 racconti in 365 giorni. Un racconto al giorno. Riuscirà il sottoscritto a raggiungere tale traguardo? Vedremo… “Se son rose fioriranno”. Ne mancano solo 65 al 1 settembre p.v.. Buona giornata a tutti. Dino
-cliccando “precedenti” in fondo alla pagina, si possono leggere tutti i 299 racconti pubblicati. Dino
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SECONDO TE...

SECONDO TE…
“Secondo te …che cos’è la superbia?”
(se vuoi, puoi lasciare una tua testimonianza)

PENSIERI SPARSI DEL 27 GIUGNO 2013

PENSIERI SPARSI DEL 27 GIUGNO 2013
“Non bisogna mai
 opporsi
 al destino”
Dino

L'ING. MAURIZIO racconto (299°) di Dino Secondo Barili

27 GIUGNO 2013
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 27 giugno 2013 – Giovedì – ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del Mercoledì
L’Ing. Maurizio e il boschetto delle betulle (299°)
In epoca di crisi, le persone cercano il “loro” giusto equilibrio. Nessuno ha la soluzione dei problemi, tuttavia, ognuno, a suo modo, tenta di ottenere dei risultati. L’Ing. Maurizio, 46 anni, single, per esempio, non poteva lamentarsi del suo lavoro a Milano. A fine settimana, però, si sentiva sfinito. Per fortuna che abitava in un paesino nei dintorni di Pavia, immerso nel verde… dove la vita trascorreva tranquilla. Un anno fa, l’Ing. Maurizio si sentiva esausto, vicino all’esaurimento. Non ne poteva più. Ogni quindici giorni, il sabato, si recava dal suo parrucchiere di fiducia, il Signor Alfonso, famoso a Pavia, con il quale aveva raggiunto una discreta confidenza. Al Signor Alfonso, l’Ingegnere aveva confidato il suo malessere. Per alcune volte il Parrucchiere era stato zitto. Si era limitato ad ascoltare. Un sabato di tre mesi fa, invece, espresse la sua opinione. “Se fossi in Lei, Ingegnere, mi comprerei una bicicletta… e il sabato mattina “scaricherei” tutte le tensioni accumulate durante la settimana a Milano…” L’Ing. Maurizio colse al volo il significato del suggerimento. “Lo sa Signor Alfonso che mi ha dato proprio un bel consiglio! Vado subito a procurarmene una.” Quello stesso sabato, l’Ingegnere, comprò un’elegante bicicletta da turismo… adatta a lunghe passeggiate. Il beneficio fu immediato. L’Ing. Maurizio si sentì veramente bene. Non vedeva l’ora che arrivasse il sabato per “inforcare” la sua due ruote e avventurarsi per i sentieri… nei boschi del fiume Ticino. Fu proprio durante una di quelle passeggiate che l’Ingegnere sentì il bisogno di parlare con qualcuno, di esprimere le proprie sensazioni sulla natura… veramente splendida. Sembrava che il suo pensiero fosse stato raccolto dagli alberi che costeggiavano il sentiero. Una leggera brezza sembrava parlasse il linguaggio degli uomini. Sembrava dicesse. “Parla. Parla Maurizio. Esprimi i tuoi desideri… noi ti ascoltiamo.” L’Ingegnere aveva avuto la sensazione che la frase fosse giunta alle sue orecchie…Senza volerlo, parlò con un fil di voce. -“Mi piacerebbe avere una persona con cui parlare, condividere momenti speciali. Magari… fare all’amore” Proprio in quell’istante la gomma della bicicletta centrò un oggetto appuntito e si sgonfiò all’istante. Ormai, l’Ing. Maurizio era rimasto a piedi… non poteva più stare in sella. Fece buon viso a cattiva sorte e prese l’incidente con filosofia. Si incamminò adagio, adagio… senza fretta. I sentieri nei boschi sembrano brevi quando si percorrono in bicicletta, ma diventano lunghi quando si percorrono a piedi. Dopo parecchio camminare, l’Ing. Maurizio sentì il bisogno di sedersi, di riprendere fiato. Intanto era giunto nei pressi del “Boschetto di betulle”. Si sedette accanto ad una betulla che sembrava fatta apposta per ospitare le persone stanche. Si stava rilassando quando sul sentiero apparvero tra bellissime ragazze in bicicletta, allegre e felici che si lanciavano battute ridendo. Quando giunsero nei pressi dell’Ing. Maurizio si fermarono per chiedere se avesse avuto bisogno di aiuto. All’Ingegnere, tale attenzione, fece un grandissimo piacere. Una delle ragazze si offerse di tenergli compagnia … camminando a piedi fino all’uscita del bosco. Non solo. La ragazza, di nome Callista, si offerse di essere la sua compagna in ogni momento in cui avesse avuto bisogno di piacevole compagnia… L’Ing. Maurizio accettò. L’Ingegnere non sapeva che sul “Boschetto delle betulle” c’era un’antica leggenda… Diceva. “Da secoli… il boschetto è abitato da tre Ninfe. Ogni tanto, una delle tre, ha bisogno di un nuovo amore. “ … Callista era, appunto, il nome di una delle tre Ninfe. - Questo è il 299 “racconto breve” scritto dal 2 settembre 2012. Il progetto – sfida è di scrivere 365 racconti in 365 giorni. Un racconto al giorno. Riuscirà il sottoscritto a raggiungere tale traguardo? Vedremo… “Se son rose fioriranno”. Ne mancano solo 66 al 1 settembre p.v.. Buona giornata a tutti. Dino
-cliccando “precedenti” in fondo alla pagina, si possono leggere tutti i 298 racconti pubblicati. Dino
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SECONDO TE...

SECONDO TE…
“Secondo te …che cos’è una Ninfa?”
(se vuoi, puoi lasciare una tua testimonianza)

mercoledì 26 giugno 2013

PENSIERI SPARSI DEL 26 GIUGNO 2013

PENSIERI SPARSI DEL 26 GIUGNO 2013
“Due persone
si sposano
per essere felici”
Dino

ALLE ORIGINI DELLA CRISI... racconto (298°) di Dino Secondo Barili

26 GIUGNO 2013
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 26 giugno 2013 – Mercoledì – ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del Mercoledì
Alle origini della crisi… (298°)
Per conoscere dal vivo quale “aria tira” in questo giugno 2013, basta recarsi la mattina in Piazza Petrarca a Pavia, la Piazza del Mercato. Ieri mattina alcune amiche erano ferme davanti al banchetto delle borsette. Non erano le borsette l’argomento interessante… ma la situazione attuale. La Signora Francesca, 65 anni, diceva: “Ieri mia figlia Milena, 35 anni, sposata, un figlio…raccontava alcuni fatti accaduti nel suo ufficio. Su sei coppie sposate, solo due sono ancora insieme. Stando alle statistiche, oggi, un matrimonio dura in media cinque anni. Una simile situazione non è solo preoccupante… ma anche devastante. Una persona (uomo o donna) ha bisogno di guardare avanti, di avere un futuro. Se ancora prima di creare una famiglia si pensa già alla “separazione” è una cosa assurda e inconcepibile.” Il discorso della Signora Francesca ha acceso un “vespaio” di commenti. La Signora Caterina, 66 anni, con due figli maschi divisi, è diventata rossa come un peperone. “Non dirlo a me. Con due figli di 33 e 35 anni … sono sul disperato. Uno dei figli è diviso, ma non sono nati figli…e la cosa si riprenderà. Per l’altro figlio, invece, c’è un bambino piccolo di quattro anni. Una pena incredibile. Pena per mio figlio (ritornato in famiglia… per avere una casa)… e per il nipotino. Non sembra un “nipotino” …sembra “una valigia”… ora dalla madre … ora dal padre. Questa non è vita… è un inferno! Mai una cosa che vada bene. Ed io che cerco in tutti modi di fare coraggio. Spesso e volentieri bisogna far finta di niente per il “piccolo” che vive una vita assurda.” Si vedeva lontano un miglio che la Signora Caterina era arrabbiata con l’ex-nuora. Cercava di trattenersi, ma era come un “vulcano in ebollizione”. La Signora Fernanda aveva ascoltato tutto. Cercava di non entrare nel merito del discorso intavolato dalla amiche Francesca e Caterina, ma, ad un certo punto, non ha resistito e ha voluto dire la sua. “Oggi, le situazioni famigliari sono troppo complesse. Quando i rapporti umani diventano troppo complessi … diventano ingestibili. E’ ora e tempo di mettere a posto un po’ di tasselli. Quando una donna decide di sposarsi, deve sapere che la famiglia è… la “sua famiglia”. Se fallirà, sarà lei ad avere fallito. Il marito, l’uomo, può fare ben poco. Tutto dipende da lei, dalla moglie… Perché, tutto comincia “a letto”. Se il “letto” non funziona il matrimonio “non dura”. “El dura minga” come diceva un attore comico milanese. Capisco che fare la moglie, oggi, non è semplice e non facile. Però, iniziare una convivenza con l’idea di “essere a tempo” è un errore… da non fare. Il futuro si costruisce tutti i giorni, con sacrifici (facendo, spesso, buon viso a cattiva sorte). Convivere significa condividere “gioie e dolori”… in silenzio. Invece, è invalsa la cattiva abitudine di parlare… parlare, parlare sempre. Un matrimonio riuscito, invece, risiede nell’antico segreto … “di dire il meno possibile” (tanto lei, quanto lui).
- Questo è il 298 “racconto breve” scritto dal 2 settembre 2012. Il progetto – sfida è di scrivere 365 racconti in 365 giorni. Un racconto al giorno. Riuscirà il sottoscritto a raggiungere tale traguardo? Vedremo… “Se son rose fioriranno”. Ne mancano solo 67 al 1 settembre p.v.. Buona giornata a tutti. Dino
-cliccando “precedenti” in fondo alla pagina, si possono leggere tutti i 297 racconti pubblicati. Dino
Vedi anche:   dinosecondobarili

SECONDO TE...

SECONDO TE…
“Secondo te …che cos’è il matrimonio?”
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martedì 25 giugno 2013

PENSIERI SPARSI DEL 25 GIUGNO 2013

PENSIERI SPARSI DEL 25 GIUGNO 2013
“Ci sono persone
che hanno qualità particolari:
conoscerle…
 per apprezzarle”
Dino

IRENE E L'UOMO GIUSTO racconto (297°) di Dino Secondo Barili

25 GIUGNO 2013
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 25 giugno 2013 – Martedì – ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del Martedì
Irene e l’uomo giusto (297°)
Un anno fa, Irene, aveva compiuto quarant’anni e si riteneva poco fortunata dal punto di vista sentimentale. Infatti, aveva avuto quattro relazioni… ma nessuna era andata a buon fine. I quattro “rapporti” erano andati bene per parecchi mesi, poi, come per incanto …si erano “interrotti”…non c’era stata più una cosa che andasse per il verso giusto. Irene aveva persino pensato che “qualcuno” le avesse fatto il “malocchio”. Un anno fa, il giorno del suo quarantesimo compleanno, Irene, se ne lamentava con la sua amica Saveria, la quale, invece, aveva trovato subito l’uomo giusto. Saveria cercò di fare coraggio all’amica. “Nel prendertela, vedrai che anche per te arriverà il momento giusto. Ho sentito dire che a Vigevano, c’è una Signora, sui settant’anni, che legge il futuro delle persone con un metodo originale… però non conosco il suo indirizzo…” A volte basta un’informazione qualsiasi, buttata là nei momenti più imprevisti per mettere in moto la mente delle persone. Da quel momento Irene cominciò a chiedere ad amici, amiche, parenti e conoscenti se, alle volte, conoscessero l’indirizzo “dell’ Indovina di Vigevano”. Passarono alcune settimane senza che accadesse nulla. Un sabato mattina, Irene si trovava a Pavia, in Piazza Petrarca, la Piazza del Mercato. Aveva bisogno di acquistare dei gomitoli di cotone per fare una borsa all’uncinetto. Allo stesso banchetto, c’era una signora sui settant’anni che cercava gomitoli di cotone dello stesso colore… Per fare che cosa? Una borsa all’uncinetto! La curiosità non ha limiti. Irene cominciò a fare domande alla settantenne e venne a sapere che abitava a Vigevano. Ormai, Irene, non riusciva più a trattenersi e fece la domanda che tormentava la sua mente. “Scusi se sono indiscreta. Essendo di Vigevano, non conosce mica la Signora che legge il futuro delle persone per mezzo delle carte?” La Signora settantenne si stupì, ma non più di tanto. “Sono io. Ha bisogno qualcosa in particolare?” Irene, ci vide subito la mano del destino. La due donne si sedettero al tavolino di un Bar e la settantenni vigevanese si presentò. “Mi chiamo Iris e faccio quello che posso per aiutare le persone ad essere felici. Vuole veramente conoscere il suo futuro?” La domanda sorprese Irene, la quale cominciò a preoccuparsi. Irene non voleva conoscere il suo futuro. Voleva solo conoscere… come incontrare “l’uomo giusto”, l’uomo che si incontra una sola volta nella vita. Iris, comprese il dramma di Irene. “Si, posso aiutarla. Ma, solo fino al momento in cui avviene l’incontro… Dopo tale momento, ogni cosa è nelle sue mani e sarà lei soltanto la responsabile di quel che accadrà. Iris, estrasse dalla borsa tre foglietti bianchi. Chiese a Irene di scrivere sul primo foglietto il nome di un uomo (Irene scrisse: Franco). Sul secondo foglietto l’età (Irene scrisse: 50 anni). Sul terzo foglietto il colore della camicia il giorno dell’incontro (Irene scrisse: azzurra). Non aveva ancora finito di scrivere “azzurra” quando un uomo sui cinquant’anni si avvicinò al tavolino della due Signore. E… rivolta ad Iris. “Scusi, lei è Iris, l’Indovina di Vigevano?” La donna non riuscì a nascondere la propria sorpresa accennando ad un segno di assenso. “Il mio amico, Alfredo, 73 anni, si è innamorato di Lei, ma non ha il coraggio di esprimersi. Ha incaricato me per farle la proposta… Cosa ne dice?” Iris, vedova e sola, era in attesa di un incontro “magico” ed i suoi pensieri si erano messi a galoppare. Preferì allentare la tensione ponendo una domanda. “Scusi, ma lei chi è?” – Il cinquantenne assunse un atteggiamento distinto. “Sono Franco, l’Indovino di Pavia. Ho cinquant’anni… e porto la camicia azzurra.” Irene, per poco non svenne. Era proprio il tipo d’uomo che aveva sempre sognato …e che si incontra una sola volta nella vita. - Questo è il 297 “racconto breve” scritto dal 2 settembre 2012. Il progetto – sfida è di scrivere 365 racconti in 365 giorni. Un racconto al giorno. Riuscirà il sottoscritto a raggiungere tale traguardo? Vedremo… “Se son rose fioriranno”. Ne mancano solo 68 al 1 settembre p.v.. Buona giornata a tutti. Dino
-cliccando “precedenti” in fondo alla pagina, si possono leggere tutti i 296 racconti pubblicati. Dino
Vedi anche:   dinosecondobarili

SECONDO TE...

SECONDO TE…
“Secondo te …che cos’è un indovino?”
(se vuoi, puoi lasciare una tua testimonianza)

MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA DEL 25 GIUGNO 2013

MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA
NEL MARE DEL WEB DEL
25  GIUGNO 2013
“Vivere… per  vivere” Dino

COMMENTI DI TERESA RAMAIOLI

24 giugno 2013 04:42
I RICORDI: A volte ci basta percepire un profumo x tornare indietro nel tempo, rievocare volti, scene, immagini e, soprattutto, emozioni. Ciao ciao Teresa Ramaioli

Ciao Dino, proprio grazie alla straordinaria associazione odore / ricordo, è nata la terapia riabilitativa olfattiva : gli odori vengono utilizzati in modo terapeutico x far riaffiorare ricordi apparentemente perduti. Buona giornata Teresa Ramaioli I RICORDI DEL CUORE – Ognuno di noi ne conserva qualcuno nel proprio cuore. E niente, nemmeno il tempo può portarceli via.Attraverso i ricordi rivivono le persone che hanno fatto parte della nostra vita. Ciao Teresa Ramaioli

Il ricordo della felicità non è più felicità; il ricordo del dolore è ancora dolore. (Gorge Gordon Byron) Ciao Teresa Ramaioli

La vita dei morti è riposta nel ricordo dei vivi. (Marco Tullio Cicerone) Ciao Teresa Ramaioli

Per sopportare i ricordi di un altro, bisogna esserne innamorato. (Cesare Pavese). Ciao Teresa Ramaioli

Il ricordo è un poco di eternità. (Antonio Porchia) Buona giornata Teresa ramaioli

Ci vuole più coraggio per dimenticare che per ricordare. (Soren Kierkegard).Ciao ciao Teresa Ramaioli

Perdona i tuoi nemici, ma non dimenticare mai i loro nomi. (John Fitzgerard Kennedy) Ciao a tutti gli amici dlBlog Teresa Ramaioli

lunedì 24 giugno 2013

PENSIERI SPARSI DEL 24 GIUGNO 2013

PENSIERI SPARSI DEL 24 GIUGNO 2013
“Coloro che hanno tanti ricordi…
sono ricchi…
e spesso non lo sanno”
Dino

ALBA E LE TRE MONETE D'ORO racconto (296°) di Dino Secondo Barili

24 GIUGNO 2013
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 24 giugno 2013 – Lunedì – ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del Lunedì
Alba e le tre monete d’oro (296°)
Quando una persona ha delle qualità particolari viene subito individuata da amici e parenti. Come il caso di Barbara, 35 anni, Parrucchiera in Pavia. Il passaparola aveva fatto la sua parte. Così, Barbara, bella e intraprendente ragazza, oltre alle sue clienti abituali, aveva sempre qualche cliente in più che aveva bisogno dei suoi “servizi”. Servizi? Non erano dei servizi, ma delle vere e proprie sfide. Un anno fa, Barbara era alle prese con i capelli di una cliente la quale non era mai contenta …di sé stessa. Ovvio che non erano i capelli la causa del suo malcontento, ma il “suo” stato psicofisico. Per fortuna che quel pomeriggio, di un anno fa, nel negozio di Barbara era entrata una nuova cliente della Lomellina. “Sono Alba. Abito in Lomellina… Potrei avere un colloquio di dieci minuti con la Signora Barbara?” La Pettinatrice pavese si sentì orgogliosa di essere conosciuto anche nei pressi del Torrente Terdoppio. Chiese ad Alba di attendere una decina di minuti e sarebbe stata a sua disposizione. L’attesa, causa cliente insoddisfatta, durò più di dieci minuti, ma Alba aveva fatto la sua scelta. Barbara si fece illustrare il problema. “Sono mesi” – disse Alba – “che ogni tanto faccio un sogno. Sogno Giovanni, il mio primo moroso. Il nostro rapporto è durato un anno … o forse più, ma è stato bellissimo, ineguagliato e lo rimpiango anche ora, dopo 46 anni. Poi, Giovanni è stato chiamato in Francia per un lavoro … e non è più tornato. Non ho più saputo nulla di lui. Né dov’è, né come sta.” Oggi, a sessantadue anni, quel Giovanni, ogni tanto mi ritorna in mente…e in sogno. Sono andata da un Dottore specialista… ma non ho avuto alcun risultato. Mi ha fatto sentire… un “po’ pazza”, con una “fisima… da terza età”. Un’amica mi ha parlato di lei, di Alba di Pavia. Ed eccomi qui.” Barbara, nello svolgimento del suo lavoro di pettinatrice, ne aveva sentite di tutti “i colori” e quindi anche storie di sogni ricorrenti. Per la prima volta, però, Barbara voleva cimentarsi in un esperimento mai eseguito prima. “Signora Alba… casi come il suo ne ho già avuti. Però, siamo quasi vicini ad una delle date magiche dell’anno, il 24 giugno, festa di San Giovanni Battista. Se vuole… la notte tra il 23 e il 24 giugno seguirà me … in un sentiero “particolare” nei boschi del fiume Ticino, tra Torre D’Isola e Bereguardo. Si tratta di un sentiero ormai in disuso. Molti anni fa, era chiamato il “sentiero elle streghe”. Ci sta?”. Per Alba è stato come aprire il vaso di Pandora. “Certo che ci sto.” La notte tra 23 e il 24 giugno, la “notte di San Giovanni”, la notte magica, Barbara e Alba si avventurarono nei boschi del fiume Ticino. Del sentiero delle streghe era rimasto solo un breve tratto a ridosso della riva del fiume. Il cielo era leggermente buio, mentre sulla corrente del fiume c’era una leggera nebbiolina che confondeva immagini di ogni genere. Ad un tratto, Barbara chiese ad Alba di guardare tra la nebbiolina… C’era una barca, con la figura di un uomo solo, che si stava dirigendo verso le due donne. Alba guardò e individuò chiaramente la figura di Giovanni, il suo primo moroso. L’uomo si avvicinò alla riva. Consegnò a Alba tre monete d’oro e ripartì, senza dire una parola… seguendo la corrente del fiume. Alba della Lomellina rimase allibita e per molto tempo non pronunciò parola. Solo Barbara era perfettamente cosciente di ciò a cui aveva assistito. “Vedi, Alba. I ricordi sono come le tre monete d’oro che hai tra le mani. Un tesoro da conservare e da non dimenticare mai …perché “i ricordi sono la vita di ogni persona”. - Questo è il 296° “racconto breve” scritto dal 2 settembre 2012. Il progetto – sfida è di scrivere 365 racconti in 365 giorni. Un racconto al giorno. Riuscirà il sottoscritto a raggiungere tale traguardo? Vedremo… “Se son rose fioriranno”. Ne mancano solo 69 al 1 settembre p.v.. Buona giornata a tutti. Dino
-cliccando “precedenti” in fondo alla pagina, si possono leggere tutti i 295 racconti pubblicati. Dino
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SECONDO TE...

SECONDO TE…
“Secondo te …cosa sono i ricordi?”
(se vuoi, puoi lasciare una tua testimonianza)

MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA DEL 24 GIUGNO 2013

MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA
NEL MARE DEL WEB DEL
24 GIUGNO 2013
“Vivere… per  vivere” Dino

domenica 23 giugno 2013

PENSIERI SPARSI DEL 23 GIUGNO 2013

PENSIERI SPARSI DEL 23 GIUGNO 2013
“Anche un ballo …
 può liberare nuove energie”
Dino

L'ING. ALESSANDRO racconto (295°) di Dino Secondo Barili

23 GIUGNO 2013
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 23 giugno 2013 – Domenica – ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto della Domenica
L’Ing. Alessandro e il tango argentino (295°)
L’Ing. Alessandro, cinquant’anni stava attraversando un periodo poco piacevole. Prima di tutto per l’avvicinarsi della data del compleanno che sotto molti aspetti è come un “traguardo di tappa… con verifiche e nostalgie”. Secondo, perché si sentiva solo. Per la seconda volta non era riuscito a far durare una convivenza durata tre anni. Jenny, aveva deciso, unilateralmente di lasciare Pavia e cercarsi un altro lavoro a Roma. La scelta non era solo “di lavoro”, ma quella di riprendersi la propria vita. Il tutto era avvenuto da sei mesi, ma, all’Ing. Alessandro, “bruciava parecchio e continuava a bruciare”. Del resto cosa poteva fare? Il periodo economico che stiamo attraversando lo conoscono tutti. Oltre ai problemi legati alla crisi economica … si sommano i problemi di carattere personale di cui ogni persona è protagonista. L’Ing. Alessandro aveva la testa un po’ incasinata e non ne faceva mistero. Il sabato mattina si trovava al solito Bar nel Centro di Pavia per incontrare i soliti amici e amiche i quali cercavano di comprenderlo e di animarlo. Due mesi fa, proprio un sabato mattina, l’Ing. Alessandro si trovò solo al Bar. Gli amici e le amiche, per diversi impegni concomitanti, non erano presenti. L’Ingegnere si sentì solo e spaesato, un po’ deluso e amareggiato. Cercò di darsi un contegno. Di leggere il giornale che il Bar mette a disposizione della clientela. Cercò di sfogliarlo, di cercare qualche argomento interessante. Niente! Stava pagando la consumazione quando vide accanto al registratore di cassa, alcuni foglietti pubblicitari. Ne raccolse uno e lo lesse con interesse. “Lezioni di Tango Argentino” – Lezioni di prova gratuite – seguito da sede, via e indirizzo. Per l’Ing. Alessandro fu come una boccata d’ossigeno. In gioventù, prima della Laurea, era stato un bravo ballerino di Tango Argentino. Ora, erano passati tanti anni… aveva bisogno di dare una rinfrescata alle sue gambe (alla sua testa) e alle sue conoscenze in materia. Si sentì rigenerato. Prese la decisione di telefonare per una lezione di prova. Ormai non aveva più dubbi. La sua mente si era rischiarata. La sua vita stava per prendere un’altra strada. Si ricordò che prima della Laurea, per oltre un anno, il sabato sera, era dedicato al Tango Argentino. Allora faceva coppia fissa con Roberta, una sua compagna al Corso di Ingegneria, appassionata, lei pure, dello stesso ballo. Tra i due c’era una bella intesa, senza che nessuno dei due dicesse all’altro … che oltre al ballo (e alla simpatia) “avrebbe potuto esserci qualcosa in più”.. Così dopo un anno, Alessandro e Roberta si erano persi di vista. Ora, poteva essere l’occasione giusta per riprendere “quel ballo”, quell’amicizia e, magari, trasformarla e farla diventare una cosa “concreta”. Ma, dove poteva essere Roberta? Fin dall’inizio dell’Università, l’Ing. Alessandro conservava e portava sempre con sé un’agendina con i numeri di telefono più interessanti. Prima di telefonare alla Segreteria del Corso di Tango Argentino, l’Ingegnere mise le mani in tasca per cercare l’agendina. Trovatala…cercò il numero di Roberta. Formò il numero sul cellulare e… senza attendere “pronto?” – “Roberta… sei disposta a seguire lezioni di Tango Argentino con me?”- Dall’altra parte … un lungo, sofferto silenzio… Poi “Si, perché no! Anche se sono passati parecchi anni … sono ancora in grado di … riprendere a vivere.” ”. - Questo è il 295° “racconto breve” scritto dal 2 settembre 2012. Il progetto – sfida è di scrivere 365 racconti in 365 giorni. Un racconto al giorno. Riuscirà il sottoscritto a raggiungere tale traguardo? Vedremo… “Se son rose fioriranno”. Ne mancano solo 70 al 1 settembre p.v.. Buona giornata a tutti. Dino
-cliccando “precedenti” in fondo alla pagina, si possono leggere tutti i 294 racconti pubblicati. Dino
Vedi anche:   dinosecondobarili

SECONDO TE...

SECONDO TE…
“Secondo te …che cos’è il tango argentino?”
(se vuoi, puoi lasciare una tua testimonianza)

MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA DEL 23 GIUGNO 2013

MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA
NEL MARE DEL WEB DEL
23 GIUGNO 2013
“La fantasia è come un torrente…
 l’importante …
non farsi travolgere”
Dino

COMMENTO DI TERESA RAMAIOLI

22 giugno 2013 05:28
-STUDIARE- Sono sempre pronta a imparare;non sempre a lasciare che mi insegnino. (Winston Churchill)- Ciao Teresa



-Imparare è un’esperienza;tutto il resto è solo informazione. (Albert Einstein) Ciao Teresa


-Faccio sempre ciò che non so fare, per imparare come va fatto. Vincent Van Gogh. Ciao Teresa Ramaioli

_ Se non studio un giorno me ne accorgo io. Se non studio due giorni, se ne accorge il pubblico. (Nicolò Paganini)- Ciao ciao Teresa Ramaioli


-Lo studio è sempre stato per me il rimedio sovrano contro il disgusto della vita, e non ho mai provato un dolore che un’ora di lettura non sia riuscita a far svanire. (Montesquieu) Ciao Teresa Ramaioli

_ Se vuoi farti buono, pratica queste tre cose e tutto andrà bene: ALLEGRIA, STUDIO, PIETA’. E’ questo il grande programma,il quale praticando, tu potrai vivere felice, e fare molto bene all’anima tua. (Don Bosco) buona giornata Teresa Ramaioli

-Molti studiano come allungare la vita, quando invece bisognerebbe allargarla . (Luciano De Crescenzo) . Ciao a tutti gli amici del Blog Teresa Ramaioli

-Soprattutto, non agire da ignoranti, né da presuntuosi. Quando non si sa, occorre informarsi, studiare, discutere serenamente, obiettivamente e senza mai credere di essere infallibili. (LUIGI Sturzo) Felice sabato Teresa

sabato 22 giugno 2013

PENSIERI SPARSI DEL 22 GIUGNO 2013

PENSIERI SPARSI DEL 22 GIUGNO 2013
“Studiare –
Lavorare –
Risparmiare-
Investire”
Dino

LA SIGNORA GIUSEPPINA - racconto (294°) di Dino Secondo Barili

22 GIUGNO 2013
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 22 giugno 2013 – Sabato – ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del Sabato
La Signora Giuseppina e il “portico” (294°)
Ci sono persone che hanno già superato la crisi economica in atto. Una di queste persone è la Signora Giuseppina la quale, un anno fa, è andata in pensione a 66 anni. Avendo sempre svolto la sua attività a Pavia, dopo la pensione, ha lasciato il suo appartamento condominiale in città e si è trasferita in un paesino sulle colline dell’Oltrepò Pavese, dove è nata… per vivere in una casa vicino a quella di sua sorella Margherita di 68 anni. Da un anno la Signora Giuseppina ha risolto tutti (o quasi) i suoi problemi. Per prima cosa, essendo nubile, ha ritrovato il “bel tempo che fu”. Lasciato il lavoro d’ufficio, ha scelto di rivivere la propria “gioventù”… coltivando l’orto e allevando galline insieme alla sorella Margherita. Per Giuseppina …la pensione è stata… nuova vita. Ed effettivamente la vita è cambiata in meglio. Oltre al lavoro nell’orto con la produzione di prodotti biologici, la Signora Giuseppina si è messa ad allevare galline per le uova e per passione. Era una passione… fin a quando aveva lasciato il paese natale prima di fare l’impiegata amministrativa a Pavia. Ogni giorno, poi, la Signora Giuseppina e sua sorella Margherita fanno lunghe passeggiate nei boschi dove è possibile assaporare l’incanto della vita agreste. Siccome, però, il paesino è piccolo, le persone sono poche e quasi tutte hanno i capelli bianchi, insieme, hanno studiato il modo di passare il tempo … beatamente. La Signora Giuseppina ha ideato un sistema per tenere la piccola popolazione del paese sempre unita e motivata. Ogni settimana, l’ex-impiegata amministrativa organizza gli “eventi”. Tra gli “eventi” vengono ricordati i compleanni, gli onomastici, gli anniversari… Come luogo di incontro è stato scelto un portico al riparo dal sole e dalla pioggia, che una volta veniva utilizzato come ricovero delle attrezzatura agricole ormai inutilizzato. Sotto tale portico la Signora Giuseppina ha potuto organizzare una vera e propria “sala da pranzo… con pista da ballo”. Il luogo è stato soprannominato “il Portico della terza età”. Qualche mese fa è entrato a far parte del gruppo anche il Signor Cesare, un dinamico settantenne che, quando lavorava a Milano, faceva parte del Coro di una Parrocchia. Ha una bella voce tenorile. Ormai il Signor Cesare è entrato nella “combriccola” de “il Portico della terza età”. Il tenore Cesare canta canzoni d’altri tempi. “Portami tante rose”, “C’eravamo tanto amati… per un anno o forse più…” “Parlami d’amore Mariù”, “Piemontesina bella” e via di questo passo. Ogni tanto il Signor Cesare si esibisce come ballerino sulla piccola pista da ballo. Da qualche settimana, il “ballerino – tenore” si è messo in mente di far ballare la Signorina Filippa” di sessantadue anni. Una “bella donna, bionda, alta e magra” la quale è sempre stata corteggiata da “mille uomini” (dice lei) … “tutti rifiutati perché non all’altezza”. La Signorina Filippa appartiene a quella schiera di donne che sono convinte di “essere sole sulla faccia della terra”. Il Signor Cesare, vedovo, uomo vissuto… a Milano, ha fatto qualche ballo con la Signorina Filippa la quale non è una vera ballerina. Siccome, il Signor Cesare si è offerto di farla ballare … questa (la Filippa) ha cominciato a fare “la preziosa”. Il Signor Cesare, le ha detto chiaro e tondo che “se balla… balla… altrimenti può starsene dove è stata fino ad ora… ad aspettare colui che non arriva…e non arriverà mai!” ”. - Questo è il 294° “racconto breve” scritto dal 2 settembre 2012. Il progetto – sfida è di scrivere 365 racconti in 365 giorni. Un racconto al giorno. Riuscirà il sottoscritto a raggiungere tale traguardo? Vedremo… “Se son rose fioriranno”. Ne mancano solo 71 al 1 settembre p.v.. Buona giornata a tutti. Dino
-cliccando “precedenti” in fondo alla pagina, si possono leggere tutti i 293 racconti pubblicati. Dino
Vedi anche:   dinosecondobarili

SECONDO TE...

SECONDO TE…
“Secondo te …che cos’è il ballo?”
(se vuoi, puoi lasciare una tua testimonianza)

MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA DEL 22 GIUGNO 2013

MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA
NEL MARE DEL WEB DEL
22 GIUGNO 2013
“Coloro che lavorano
non hanno tempo
 per le chiacchiere”
Dino

COMMENTI DI TERESA RAMAIOLI

21 giugno 2013 10:12
Ciao Dino , ecco alcune frasi celebri sul lavoro:-Il lavoro non mi piace- non piace a nessuno- ma mi piace quello che c'è nel lavoro: la possibilità di trovare sè stessi. (Josepl Conrad).
- Essere uomo è un mestiere difficile, soltanto pochi ce la fanno. (Ernest Hemingway).
-La miglior lezione al mondo è osservare i maestri al lavoro.(Michael Jackson).
-Il lavoro allontana tre grandi mali: la noia, il vizio ed il bisogno. (Voltaire).
-Il lavoro caccia i VIZI derivanti dall'OZIO. (Seneca).
-La grandezza del lavoro è all'interno dell'uomo.(Papa Giovanni Paolo II).
-PENSARE è il lavoro più arduo che ci sia, ed è probabilmente questo il motivo per cui così pochi ci si dedicano.(Henry Ford). FELICE GIORNATA TERESA

venerdì 21 giugno 2013