giovedì 19 aprile 2012

INTRIGO A PAVIA

19 APRILE – ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 19 aprile 2012 – giovedì – 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
 con persone reali o fatti realmente avvenuti)
INTRIGO A PAVIA
- racconto a puntate – “Sognando Venezia” (16)
Cesare e Maddalena si sentivano sospesi nell’aria, come se il loro corpo non avesse peso e il loro spirito vagasse a loro piacimento. Il Vecchio dalla lunga barba bianca, inoltre, aveva un fascino particolare. Emanava quel senso di serenità che è proprio delle persone che hanno raggiunto “l’equilibrio della conoscenza… cioè la saggezza”. Il Vecchio riprese a parlare. “Voi siete giunti fin qui, pertanto, avete libero accesso ai segreti del Labirinto pavese. Se questa porta si è aperta al vostro arrivo significa che voi siete nati sotto una buona stella. Infatti, questa porta, si chiama anche … “porta della fortuna” Se, infatti, una persona “non ha fortuna” … fa poca strada nella vita … e qualche volta la fa pure male. Ecco perché ad ogni bambino che nasce …il primo augurio da fare è sempre quello… di “avere fortuna”. Il miei colleghi Maghi del ‘500 … avevano il “pallino” di scoprire … di cosa era fatta la fortuna. Hanno studiato tanto… e sono arrivati alla convinzione che “a volte” la fortuna è figlia del coraggio… il coraggio di vivere, di sentirsi sempre sulla frontiera… di non abbassare la guardia… mai!” Il Dott. Cesare e Maddalena si guardarono negli occhi e tra loro corse un’intesa… “questa avventura è nostra … e non possiamo lasciarcela sfuggire”. I due innamorati si tenevano per mano… ed ora era Cesare a tenere ben salda la mano di Maddalena. Si dice che le mani siano la “porta dell’amore”. Infatti, se le mani potessero parlare sarebbero in grado di “dire” un maggior numero di parole rispetto alla… lingua. Il Vecchio aveva occhi che … vedevano dappertutto e, quindi, anche… l’atteggiamento di Cesare e Maddalena. Ad un certo punto, preso forse, da un nostalgico ricordo, si lasciò andare... Ogni persona ha un suo ricordo personale. Anche il Vecchio dalla lunga barba bianca… “Nel 1501” – disse - “ero a Venezia, avevo sedici anni e facevo l’aiuto fornaio. Il mio compito era quello di consegnare il pane fresco tutte le mattine alle migliori famiglie di Venezia. Il mio sogno, però, era quello di diventare un “mago”… “un mago del sapere”. Tuttavia, ero attratto irresistibilmente dalla bellezza femminile. Nel recapitare il pane fresco ogni mattina incontravo tantissime persone… per la maggior parte anziane. Solo in un caso mi accadeva di consegnarlo ad una giovane fanciulla di un paio d’anni meno di me. E fu cosi, che… parla oggi, parla domani… una mattina la giovane ragazza di nome Liseta…mi prese la mano e non me la lasciò più. La cosa andò benissimo fino quando non se ne accorse la mamma di lei… la quale prese a sberle Liseta e a me venne impedito di consegna il pane in quella casa… Non poteva andare diversamente: Liseta… era di nobile famiglia… io, invece, un “povero cristo”. Ci feci una malattia … Una mattina, stufo di sospirare, salii su una barca diretta Pavia… e qui divenni quel sono ora… uno dei 12 Maghi pavesi”(16 - continua) Buona giornata a tutti Dino

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