domenica 20 maggio 2012

Pensieri sparsi del 21 maggio 2012


PENSIERI SPARSI DEL 21 MAGGIO 2012

“I giorni sono importanti… come le pagine di un diario…
e, come le pagine del diario, non bisogna “lasciarli vuoti”
Dino

1 commento:

  1. Ciao Dino,…domani 22 maggio si festeggia Santa Rita da Cascia, “Santa dell’impossibile”, Santa del dolore e mediatrice delle più straordinarie grazie.

    Santa Rita, al secolo Margherita Lotti nacque nel 1381 a Roccaporena, da Antonio e Amata Ferri.
    Fanciulla aveva accettato, per obbedienza ai vecchi genitori, e contro la vocazione religiosa, il matrimonio con Paolo di Ferdinando, giovane violento e collerico.
    L’indole rissosa di Paolo non impedì a Rita, con molta fatica e con molte preghiere, di aiutarlo a cambiare il suo spigoloso carattere fino alla conversione e alla dolcezza. Dal loro amore nacquero due gemelli: Giacomo Antonio e Paolo Maria, che ebbero tutta la tenerezza e l’amore di Rita. Ma intorno a Paolo non si spensero le antiche inimicizie, e una sera fu trovato ucciso sull’argine di una strada.
    Le ultime parole di Paolo furono d’amore verso Rita e i suoi figli. Il messaggio del perdono è l'espressione più alta della sapienza della croce e, nell'animo di Rita si accese una sconfinata pietà verso coloro che le avevano ucciso il marito. Intraprese subito un'azione efficace per raggiungere la pacificazione, incominciando dai propri figli, che sentivano come un dovere vendicare la morte del padre. I sentimenti di perdono e di mitezza di Rita non riuscivano però a persuaderli. Allora Rita pregò il Signore offrendo la vita dei suoi figli, pur di non vederli macchiati di sangue. Essi morirono a meno di un anno dalla morte del padre. Rita ormai sola, e con il cuore straziato da tanto dolore, si adoperò alle opere di misericordia e, soprattutto, a pacificare gli animi e riconciliare la famiglia di suo marito con quella dell’assassino, condizione necessaria per essere ammessa in monastero, a coronazione del grande desiderio che serbava in cuore sin da fanciulla.
    Rinfrancata dalla preghiera e dalla fiducia in Dio, Rita bussò alla porta del monastero di Santa Maria Maddalena in Cascia, e per ben tre volte quella stessa porta rimase chiusa. Ma il buon Dio realizza sempre la sua volontà. Nel 1417 fu accolta nel monastero, fra le Religiose Agostiniane e li rimase per 40 anni nella preghiera, per servire con amore Dio.
    Rita divenne ben presto un amante della croce e fece di questo amore il segreto della sua santità. La sera di un Venerdì Santo, dopo la tradizionale processione del Cristo Morto, avvenne il prodigio, Rita ricevette in dono una spina sulla fronte, che portò per quindici anni, fino alla morte avvenuta nel 1457, come un sigillo d'amore, ne sopportò il dolore con gioiosa ed eroica fierezza. La sua beatificazione è del 1627, con Papa Urbano VIII, dopo 180 anni dalla morte, e solo il 24 Maggio del 1900 Papa Leone XIII, la canonizzò solennemente come Santa…
    Si racconta che al momento della morte, una parente andò a trovarla e, trovatola sul letto di morte, le domandò cosa potesse fare per lei. La Santa le chiese di tornare a Roccaporena, suo paese natale e di recarsi nella casa dove lei era stata sposa di Paolo, per andare in giardino e prendere la rosa che lei lì avrebbe trovato. Era inverno, c’era la neve ed era impossibile trovare delle rose. La parente avrà pensato che la povera Rita delirasse, ma volle ugualmente andare e fare ciò che le era stato chiesto. Nel giardino, fra la neve, trovò la rosa, come aveva detto Rita. Quella rosa simboleggerebbe il cuore del marito, che la santa , in qualche modo, aveva raddolcito. Da tale fatto deriva l’uso delle rose benedette. Vice

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