mercoledì 30 maggio 2012

Pensieri sparsi del 31 maggio 2012


PENSIERI SPARSI DEL 31 MAGGIO 2012

“Lo spirito di sopravvivenza…
comincia al mattino…
…di ogni giorno”
Dino

1 commento:

  1. Ciao Dino, domani è SAN GIUSTINO, Martire del II Secolo……………………..
    A San Giustino, il nuovo Calendario dedica una memoria obbligatoria per tutta la Chiesa, perché costituisce l’immagine del pensatore il quale, trovata la verità, non vi aderisce soltanto con l’intelletto, ma la vive nella pienezza della fede, fino a sacrificare, a quella verità, la propria vita.
    Era nato nel II secolo dopo Cristo, a Sichem, in Samaria; però il suo nome e quello di suo padre, Prisco, dicono chiaramente che la famiglia non doveva essere samaritana, ma piuttosto romana.
    Il giovane Giustino amava la filosofia, perché sperava di giungere attraverso quella nobile scienza, al possesso della verità, e quindi della felicità. Egli stesso narra nei suoi scritti come passasse da una scuola all’altra, sempre desideroso di possedere la verità e sempre deluso.
    Rifiutò l’Epicureismo, che non gli sembrò degno di studio, ma fu prima stoico, poi peripatetico, poi pitagorico, poi platonico. Nessuna di queste filosofie lo rese certo di una verità, né lo rese felice.
    Si ritirò allora in un luogo deserto, in riva al mare, per riflettere e meditare. Un giorno incontrò un misterioso vecchio, al quale narrò la sua storia e confidò la sua delusione. Nessuna filosofia aveva appagato il suo spirito desideroso di una certezza. Il vecchio allora gli disse che la ragione umana può giungere fino a un certo punto, oltre il quale, per entrare nel pieno possesso della verità occorre l’aiuto divino. Gli consigliò di leggere i Profeti e di avvicinare i credenti in Gesù Cristo.
    Fu così che Giustino, a tren’anni trovò nel Cristianesimo la sospirata verità e l’agognata felicità. Non rinnegò per questo la filosofia, perché la ragione è un lume che Dio ha dato agli uomini. Capì però che la ragione rimane impenetrabile alla verità, se la Grazia dello Spirito Santo non illumina e riscalda.
    In questo senso scrisse alcune opere, tra le quali due intitolate “Apologia”. Apologia, vuol dire “addurre ragioni”. Infatti Giustino, da buon filosofo, addiceva ragioni in favore del Cristianesimo. Egli era diventato cristiano, non rinnegando, ma seguendo la ragione, e ora addiceva questa ragione per dimostrare che nel Cristianesimo era la verità e la felicità.
    A Roma, dove si era recato, discusse con i filosofi delle varie scuole, sempre sostenendo le ragioni del Cristianesimo, fino quando un certo Crescenzo, che si diceva filosofo cinico, lo denunzio all’Imperatore Marco Aurelio. Così Giustino venne chiamato nel 166, con altri cristiani dinanzi al Prefetto di Roma. Tutti risposero con l’intrepidezza comune ai Martiri, ma Giustino rispose con la fermezza del filosofo che aveva finalmente trovato la verità, nella dottrina che i cristiani seguono religiosamente.
    Queste parole significavano la morte e il Prefetto di Roma avvertì di ciò il filosofo cristiano, che si dichiarò disposto ad ogni prova, pur di ricevere la ricompensa celeste.
    Condotto al luogo del martirio con gli altri Cristiani, fu flagellato e quindi decapitato…….
    La sua morte è descritta in un antico e autorevole “Martyrium Sancti Iustini et Sociorum”

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