mercoledì 7 dicembre 2016

8 dicembre 2016

Miniracconto 55 GIOIA, OSVALDA E LA CENA DEL MISTERO Diceva il Saggio che “andare in crisi capita a tutti … l’importante è riprendersi e rimettersi a correre” Un mese fa due bellissime quarantenni pavesi Gioia e Osvalda … alte, bionde, occhi azzurri e gambe da fine del mondo … erano in crisi. Crisi nera. Osvalda, però, era un peperino che non andava mai per il sottile. “Gioia dobbiamo darci da fare. Il tempo passa e non combiniamo niente. Ci vuole un’idea!” Detta così sembrava una battuta di spirito, per farsi coraggio, invece … Osvalda quando si metteva in testa qualcosa non la fermava nessuno. Subito aggiunse. “Gioia, organizziamo la Cena del Mistero” Gioia si inalberò. “Tu sei matta da legare … dove? Quando? Con chi?” Osvalda si aspettava le domande. “Nella vita ci vuole fantasia, mia cara … altrimenti non si va da nessuna parte. La cena la organizziamo domani sera a casa mia. Ho un salone a disposizione praticamente inutilizzato. Adesso, andiamo a fare un giro in Corso Cavour. Invitiamo i primi due cinquantenni che incontriamo” Sono le idee pazze che fanno girare il mondo. Gioia si inalberò una seconda volta, ma non disse una parola … era partita persa. Con Osvalda, o si faceva come voleva lei o fine dell’amicizia. In Corso Cavour le due quarantenni incontrarono due cinquantenni che erano proprio il pane per i loro denti: Giansiro e Gianfilippo. Due cinquantenni ricchissimi, bellissimi, egocentrici i quali si vantavano “che doveva ancora nascere la donna … che avrebbe messo loro la briglia al collo” Ovviamente non avevano fatto i conti con le folli quarantenni di Pavia. E’ stata Osvalda a lanciare l’esca. “Giansiro e Gianfilippo, abbiamo bisogno di voi. Domani sera dobbiamo festeggiare la Cena del Mistero. Abbiamo bisogno del vostro aiuto per stappare la bottiglia di spumante. Non potete rifiutare” Così, senza neanche accorgersi, i due cinquantenni sono caduti nella rete. La cena è stata superlativa. E’ stato al momento di stappare la bottiglia (anzi, il bottiglione) che è iniziato il mistero. Ancora una volta Osvalda ha messo le carte in tavola. “Giansiro e Gianfilippo sono certa che voi siete degli artisti nello stappare bottiglie di spumante, ma questa è una bottiglia speciale. Va versata nel magico “vaso di cristallo” … I due cinquantenni non si resero conto che Osvalda era una “strega vera e propria” Aveva studiato in Francia, alla famosa “Scuola del Mago Merlino” I due cinquantenni ormai imbambolati chiesero cosa dovevano fare. Osvalda continuò. “Una volta stappato lo spumante, voi due dovete mettere la mano sinistra nel vaso di cristallo ed io e Gioia vi versiamo sopra lo spumante” I due pensavano che le quarantenni scherzassero, invece no. Hanno versato lo spumante sulla mano sinistra immersa nel vaso di cristallo. Sulle mani dei due cinquantenni comparve … una stella d’argento, luminosissima” Giansiro e Gianfilippo cominciarono a preoccuparsi. “Ed ora cosa facciamo? Gireremo per Pavia con la stella d’argento sulla mano?” Osvalda li tranquillizzò. “Niente paura … ora, abbandonatevi al Destino” Giansiro e Gianfilippo cominciarono ad andare in estasi … A vedere Osvalda e Gioia ballare nude davanti ai loro occhi … volteggiare come fossero libellule in una notte d’agosto. Insomma, l’incantesimo è pienamente riuscito. I due cinquantenni vissero una notte da sogno (e pure le due quarantenni). Dopo quella Cena del Mistero due inseparabili coppie passeggiano in Corso Cavour alle cinque della sera … Giansiro e Gianfilippo portano sempre i guanti. Non hanno il coraggio di mostrare la “stella d’argento” che brilla sulla loro mano sinistra. Miniracconto 55 di Dino Secondo Barili

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