giovedì 8 dicembre 2016

9 dicembre 2016

Miniracconto 56 DUE ARCHITETTI E IL CANE REMIGIO … A BORDIGHERA Pavia è una bellissima città a venti minuti di treno da Milano. Ogni tanto, però, bisogna staccare la spina e partire. Partire senza pensarci due volte. Una settimana fa è stato così anche per l’Architetto Gianmichele, un cinquantenne pavese, single, con una vastissima clientela nel milanese. E’ proprio quando si ha una vastissima clientela che il telefonino continua a suonare dalla mattina alla sera. Il telefonino è uno strumento di lavoro favoloso … entro certi limiti. Inoltre, Gianmichele era sempre disponibile. Aveva viziato la sua clientela e la sua clientela voleva sempre e solo lui. Risultato? Basta! Così non si può andare avanti. Una settimana fa, Gianmichele spense il telefonino e decise di partire. Lasciare Pavia almeno per un giorno. Stava per uscire con l’automobile dal garage quando si trovò davanti il suo Collega Gianfrancesco disperato. “Gianmichele dove vai? Ho bisogno di te” Gianmichele spiegò ciò che stava facendo. Anche Gianfrancesco, disperato, condivise l’idea. Voleva lasciare Pavia … almeno per un giorno. Ormai era fatta. In due ci si confida e la vita prende un’altra piega. Non era finita … Anzi, era solo l’inizio. Gianmichele stava per chiudere il garage quando davanti a lui si presentò un cane … Un cane? Si, un cane randagio di quelli abbandonati, un po’ bruttino, senza fissa dimora. Un bastardino di media taglia i cui occhi dicevano tutto. Gianmichele lo prese in braccio e, senza pensarci due volte. “Vieni che andiamo a Bordighera” Dopo tutto sull’auto c’era posto da vendere. Così la settimana scorsa partirono da Pavia … due Architetti e un cane finalmente felici di fare la breve vacanza di un giorno a Bordighera! Gianmichele a Bordighera, c’era stato da piccolo con suo padre … perché non tornarci? A Bordighera aveva fatto amicizia con Lilly una ragazza carina della sua età. Anzi, detta come va detta … ci aveva pure preso una solenne cotta. Anche, Gianfrancesco aveva dei ricordi a Bordighera. La sua prima fidanzata era di Bordighera. Allora aveva diciassette anni. L’età delle cotte improvvise … dei fuochi di paglia. Dopo un paio d’ore i due Architetti e il cane erano nelle vicinanze di Bordighera. Decisero di fare una sosta e di prendere un caffè. Remigio (questo era il nome dato al bastardino) stava comodamente accoccolato sulle ginocchia di Gianfrancesco il quale non aveva mai avuto un cane (come padrone). La sosta ci voleva. Nel Bar, però, c’era un affollamento incredibile di persone con le macchine fotografiche pronte a scattare fotografie. Come i due Architetti e il cane Remigio sono scesi dall’automobile tutti i presenti sono scoppiati in un lunghissimo battimani. Un signore che doveva essere il “capo supremo” prese la parola. “Oh … finalmente siete arrivati. E’ un ora che vi aspettiamo. Finalmente possiamo girare il nuovo film … “Un giorno a Bordighera con Gianmichele, Gianfilippo e il cane Remigio” I due Architetti si guardarono in faccia allibiti. Non capirono più nulla. E’ stato in quel momento che due bellissime trentenne Ada e Giada … alte, bionde, occhi azzurri e gambe da fine del mondo … presero sottobraccio i due cinquantenni e … “Non preoccupatevi … Vi spieghiamo tutto noi” E’ stato in quel momento che Remigio il bastardino raccolto a Pavia si è messo a parlare. “… Ho fatto tutto io … Sono il Signor Destino” Miniracconto 56 di Dino Secondo Barili

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