lunedì 7 novembre 2016

8 novembre 2016

Miniracconto 25 RENATA E L’ARCHIVIO SEGRETO Una settimana fa, Renata bellissima impiegata quarantenne pavese era arcistufa delle pratiche dell’Ufficio in cui lavorava. Desiderava fare qualcosa di più elettrizzante. Ne parlò con la sua amica Valeria che di idee ne aveva “un sacco e una sporta”. “Renata non fartene un problema. A tutte (o quasi) le impiegate che lavorano in ufficio appena vedono una pratica viene la nausea. Purtroppo bisogna guadagnare lo stipendio e … fare buon viso a cattiva sorte. Comunque, se vuoi un consiglio, iscriviti a qualche Associazione Culturale. Ce ne sono di ogni specie. Basta guardare su Internet” Renata si senti meglio. Capì che si era aperto uno spiraglio. Cercò su Internet e trovò subito ciò che cercava. “Ricerche d’archivio del 1700” Renata ne fu attratta. Vent’anni prima aveva seguito un “Corso … per topi d’Archivio” e le era rimasto impresso il ricordo. Perché non riprovarci? Nella stessa giornata di lunedì della scorsa settimana, Renata aveva già preso contatto con il Presidente dell’Associazione. A volte il Destino fa la sua parte. Il Presidente, infatti, era il Dott. Amicare … un affascinante cinquantenne che avrebbe fatto perdere la testa a qualsiasi donna. Oltre tutto aveva una parlantina sciolta, forbita, accattivante. Renata ha fatto fatica a rendersi conto che stava finendo direttamente tra le sue braccia. Il Dott. Amilcare, infatti, aveva dato appuntamento a Renata nell’Ufficio dell’Associazione presso il proprio Castello in Lomellina. Quando una persona si trova in certi ambienti ne rimane affascinata, estasiata … non capisce più nulla. Amilcare ha accompagnato Renata nell’Archivio segreto del Castello … nella stanza dell’abbaino accanto alla Torre. E’ lì che tra un faldone polveroso e l’altro il viso di Amilcare ha sfiorato quello di Renata ed è scattato il primo bacio … al quale ne sono seguiti molti altri. Perché, i baci sono come le ciliegie … uno tira l’altro. Qualche lettore si chiederà … e le ricerche d’archivio? Per quelle c’è tempo. Miniracconto 25 di Dino Secondo Barili

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