martedì 26 marzo 2013

26 MARZO 2013
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 26 Marzo 2013 – Martedì – ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del Martedì
Marisa… parla d’amore
Sessant’anni non sono tanti, ma non sempre sono accolti con piacere. Franco, impiegato presso una ditta commerciale , i sessant’anni, un anno fa, li ha accolti per niente bene. Causa la crisi economica (era una scusa) si sentiva deluso di come andavano le cose. C’era poco da stare allegri. Ogni tre per due, nella ditta presso cui lavorava, si parlava di licenziamenti. La storia era cominciata un anno prima. Aveva iniziato l’impiegata della contabilità, la Rag. Marisa, che aveva sotto controllo gli “ordini”. Prima con mezze frasi, poi con dei “numeri” che facevano venire il mal di testa. Improvvisamente, tutto il personale cominciò a pensare al proprio futuro… che non era più roseo come immaginava alcuni anni prima. La Rag. Marisa, per esempio, era una bella cinquantenne, nubile, che non si era mai fatta mancare niente. Ore straordinarie a non finire… viaggi in tutto il mondo. Da un anno, però, anche Marisa, cominciò a capire che doveva pensare al proprio futuro. Non poteva vivere come aveva fatto fino a quel momento. Tra i colleghi maschi, l’unico libero da impegni sentimentali era solo Franco. Ogni volta che Franco si avvicinava alla “distributrice automatica del caffè”, anche Marisa sentiva la voglia di un caffè. Tra una chiacchiera e l’altra, l’impiegata della contabilità aveva saputo che Franco aveva una piccola vigna in collina a un’ora di automobile da Pavia. Dagli oggi, dagli domani, Marisa fece in modo di farsi invitare a “visitare la vigna”. Oltre alla vigna, Franco, aveva anche la casetta rustica in cui abitava con la madre ottantenne. Una donna forte, lucida e piena di vitalità. Franco non voleva fare discussioni con madre. Alla prima visita presentò Marisa come una collega… La madre Eugenia, però, aveva già capito tutto. Il figlio ci stava cascando come una pera cotta. La “cosi detta collega” guardava molto più avanti. Eugenia mise in guardia il figlio dal fare stupidaggini. “Ricordati, Franco, che le stupidaggini con le donne non si fanno neanche a vent’anni… immaginarsi a sessanta. Se a vent’anni le rose resistono un po’… a sessanta appassiscono nel giro di un giorno… Rimangono solo le spine. Quindi, non illudere… e non illuderti.” Franco reagì. “Mamma, Marisa parla d’amore.” – L’ottantenne arzilla Eugenia non ci vide più. “Oggi, le donne, fanno presto a parlare d’amore. Ne parlano anche troppo. Ricordati, Franco, che quando si parla troppo d’amore è perché si intendono altre cose molto più venali. Se vuoi farti un’amicizia… è nel tuo diritto… ma patti chiari. Ognuno a casa propria. Nessuna confusione tra simpatie, sentimenti e interessi. Sugli interessi, poi, non si discute. Ogni uomo deve poter disporre “liberamente” del proprio tempo e delle proprie sostanze. Quando un uomo perde la disponibilità del proprio tempo e delle proprie sostanze… perde la sua libertà. Diventa schiavo. Senza libertà… un uomo non può (e non potrà mai) essere felice.” - Questo è il 206° “racconto breve” scritto dal 2 settembre 2012. Il progetto – sfida è di scrivere 365 racconti in 365 giorni. Un racconto al giorno. Riuscirà il sottoscritto a raggiungere tale traguardo? Vedremo… “Se son rose fioriranno”. Buona giornata a tutti. Dino
Vedi anche: dinosecondobarili

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