mercoledì 20 marzo 2013

OGGI, SAN GIOVANNI NEPOMUCENO di Vice Miazza

20 marzo "GIOVANNI NEPOMUCENO",.............. Giovanni (Jan) nacque nel 1330 a Napomuk, in Boemia. Studiò teologia e giurspondenza all'Università di Praga. Nel 1373 prese gli ordini e divenne notaio pubblico nella cancelleria episcopale e successivamente segretario dell'arcivescovo Giovanni di Jenzenstein. Continuò poi i suoi studi in giurisprudenza in Italia, all'università di Padova, dove ottenne nel 1387 la laurea in diritto canonico. Egli fu inizialmente un canonico nella chiesa di Sant'Egidio a Praga e nel 1389 divenne parroco della chiesa di San Gallo e canonico della cattedrale di Wyschehrad. Nel 1390 l'arcivescovo di Praga lo volle come presidente del tribunale ecclesiastico e nel 1393 come suo vicario generale. Venceslao IV, re di Boemia e imperatore del Sacro Romano Impero, desiderando fondare una diocesi nuova per uno dei suoi favoriti, ordinò che alla morte dell'abate Rarek di Kladrau nessun nuovo abate fosse eletto e che la chiesa dell'abbazia fosse trasformata in una sede vescovile. Giovanni si oppose energicamente a quest'ordine, che violava il diritto canonico. I monaci di Kladrau immediatamente reagirono, mantenendo in vita l’ordinamento esistente e Giovanni, come vicario generale, confermò prontamente questa posizione, senza tenere conto dei desideri del monarca. Venceslao rispose ordinando l'imprigionamento del vicario-generale, del vicario della cattedrale, il prevosto Wenceslaus di Meissen, dell'assistente dell'arcivescovo e successivamente anche del decano dei canonici della cattedrale. I quattro furono anche torturati il 4 marzo e tre di loro furono indotti a cedere alle richieste del re; Giovanni resistette fino all'ultimo. Gli fu fatto subire ogni tipo di tortura, inclusa la bruciatura dei fianchi con torce, ma neppure questo lo indusse all'obbedienza. Alla fine il re ordinò di metterlo in catene, condurlo attraverso la città e gettarlo nel fiume Moldava: era il 20 marzo 1393....... Secondo una successiva tradizione il martirio è attribuito a cause molto diverse. Giovanni Nepomuceno sarebbe stato anche confessore della regina Giovanna di Baviera ed il re, avendo dei dubbi sulla fedeltà della stessa, gli avrebbe chiesto di rivelare quanto detto in confessione dalla regina. Giovanni non avrebbe accettato di violare il segreto delle confessioni e perciò condotto sul ponte della città e, tra il sesto e il settimo pilastro gettato nella Moldava, dove annegò. ll luogo della sua esecuzione, sul Ponte Carlo, è tuttora luogo di venerazione e viene ricordato da una statua e una lapide; secondo la credenza popolare toccando la lapide con la mano si avrà fortuna per i successivi 10 anni.E' stato proclamato santo da Benedetto XIII nel 1729........ In Italia sono moltissime le opere dedicate a San Giovanni Nepomuceno, a Pavia gli è dedicata la Cappella , posta al centro del Ponte Coperto, sul Ticino

2 commenti:

  1. 21 marzo "SANTA BENEDETTA CAMBIAGIO"..........“Benedetta Cambiagio figlia di contadini, nacque il 2 ottobre 1791, nell’entroterra genovese. Nel 1804 la famiglia si trasferì a Pavia. Pur sentendosi votata alla vita religiosa, accettò, per esigenze familiari, di sposare Giovanni Battista Frassinello, operaio e fervente cristiano, originario di Ronco Scrivia, emigrato anch’egli a Pavia. Dalla loro unione non nacquero figli, allora Benedetta, con il consenso del marito, cercò di realizzare il desiderio di consacrarsi interamente a Dio, e una “chiamata” simile raggiunse anche Giovanni, che entrò come novizio tra i Somaschi. Lei invece venne accolta fra le Orsoline di Capriolo (Brescia). Ma il suo fisico non resse, devette tornare a Pavia. Qui arrivò una guarigione di sorprendente rapidità, che lei attribuì all’intercessione di San Girolamo Emiliani, il santo che ha fondato i Somaschi, pionieri dell’istruzione popolare. Sull'esempio di San Girolamo, Benedetta dedicò la vita alla promozione culturale e all’educazione religiosa delle bambine abbandonate. Raccolse alcune volontarie, mettendo a disposizione quello che aveva di suo, si fece questuante. Trovò anche l’aiuto di alcuni generosi Il vescovo di Pavia, monsignor Luigi Tosi, decise allora che il marito, Giovanni Frassinello, lasciasse la casa dei Somaschi, per affiancare Benedetta nel suo lavoro di fondatrice. Così, nell’autunno del 1826, insieme, rinnovarono davanti al vescovo il voto di castità. Nel 1827 Benedetta aprì la prima scuola popolare, con l’aiuto delle prime volontarie. Esse costituivano il primo gruppo della nascente Congregazione delle Suore di Nostra Signora della Provvidenza, che Benedetta fondò in quel periodo. L'opera di Benedetta si inseriva nella vita sociale di Pavia in un periodo in cui l'istituzione della scuola era accolta come la vera apportatrice di benessere. Fu la prima donna della città e della provincia ad avvertire questo bisogno e l'Imperiale Regio Governo Austriaco le riconobbe il titolo di “Promotrice della Pubblica Istruzione”. La singolarità dell'opera e il programma educativo di Benedetta vennero duramente contrastati dall'opposizione di alcuni potenti, e anche dall'incomprensione di alcuni membri del clero. Nel luglio 1838 Benedetta cedette la sua istituzione al Vescovo Tosi e, con il marito e cinque fedeli consorelle, lasciò Pavia, si stabilì a Ronco Scrivia, paese natale del marito, Regno di Sardegna e diocesi di Genova. A Ronco Scrivia istituì la scuola per le fanciulle del popolo e fondò l'Istituto delle “Suore Benedettine della Provvidenza”, e nel 1847 anche a Voghera. Nel 1851 Benedetta ritornò a Pavia chiamata dal conte Giovanni Dessi, preoccupato dall'aumento delle condizioni di miseria dopo le guerre del 1848. In incognito il conte comprò l'ex-monastero di San Gregorio. Qui Benedetta aprì una nuova casa per fanciulle. Furono anni per lei e per il marito molto impegnativi, mentre non si placavano le accuse dei suoi soliti denigratori pavesi. Morì a Ronco Scrivia il 21 marzo 1858. La vera radice della sua congregazione rimase sempre la "Pia Casa delle Figlie Derelitte" di via San Giovanni in Borgo a Pavia, seppure gestita da religiose di un altro ordine. E solo nel 1961 che le Suore Benedettine della Provvidenza ebbero la possibilità di iniziare a condurre l'antico istituto che oggi è chiamato "Casa Benedetta Cambiagio", moderna struttura educativa, organizzata in nuclei "familiari" con educatori laici. Giovanni Paolo II l’ha beatificata nel 1987 e poi canonizzata nel 2002.

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  2. Il nome "BENEDETTA" di origine greca, ha in sè il significato di "che augura il bene, che parla bene",........ è la forma femminile di Benedetto, che deriva dal latino benedictus, participio passato del verbo benedicere, "dire", "augurare bene".

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