venerdì 22 marzo 2013

GIANSIRO E IL MOMENTO FORTUNATO racconto (202°) di Dino Secondo Barili

22 MARZO 2013
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 22 Marzo 2013 – Venerdì – ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del Venerdì
Giansiro e il momento fortunato
Era la terza volta che l’Architetto Giansiro presentava un progetto per la sistemazione di un grande salone in un antico Palazzo di Vigevano. Le prime due volte erano state un fallimento… No, no… non un vero fallimento, ma … correggi qua, correggi là, il progetto era stato tutto da rifare. Ora, per la terza volta, l’Architetto Giansiro era a Vigevano… un po’ deluso, fermo vicino alla Statua di San Giovanni, nella bellissima Piazza Ducale, in attesa dell’ora dell’appuntamento. Si guardava intorno come per cercare di indovinare “a quale Santo poteva affidarsi”… In Piazza Ducale a Vigevano c’è, appunto, la Statua di San Giovanni Nepomuceno (il Santo che è stato gettato nel fiume Moldava dal Ponte Carlo a Praga e fatto annegare). Giansiro guardò la Statua e gli venne spontaneo un pensiero. “Mio caro, Giovanni, nella vita ci vuole sempre un po’ di fortuna … altrimenti, si lavora, si lavora tanto, ma si conclude poco. Per non finire, magari, come hai fatto tu, annegato nel fiume Moldava.” Dopo tale sospiro, Giansiro si sentì un po’ meglio. Per completare l’opera fece un lento giro sotto i portici di una delle Piazze più belle e famose d’Italia. Dopo lo sfogo, sentì che qualcosa era cambiato. Si sentì sereno, rilassato, quasi ottimista. Una di quelle sensazioni strane che sembrano giungere da chissà dove. Il telefonino dell’Architetto squillò. Dalla voce della Proprietaria del Salone, Giansiro capì che qualcosa era cambiato. La Signora Nice (quello era il nome) aveva un piacevole tono di voce, quasi confidenziale. Cosa poteva essere successo? L’Architetto raggiunse il più rapidamente possibile il luogo dell’appuntamento. Il “clima”, rispetto all’ultima volta, era totalmente cambiato.. La Signora Nice, da burbera che era sempre stata, aveva un bel viso disteso, quasi sorridente. “Allora, Architetto, cosa ci presenta, oggi, di bello?” In quell’istante nel grande Salone si affacciò una bellissima figura di donna che più affascinante non poteva essere. La Signora Nice prese la palla al balzo. “Architetto Giansiro, le presento mia nipote Evelina, figlia di mia sorella. Si è laureata in Architettura e vorrebbe fare il suo stesso lavoro. Cosa ne dice di assumerla nel suo Studio? Sicuramente, la “mia” piccola, avrà molto da imparare da un professionista di grande reputazione come Lei.” L’Architetto Giansiro, cominciò ad andare in confusione. Da una parte ascoltava la Signora Nice per via del progetto. Dall’altra non riusciva a togliere gli occhi dalla bellissima, affascinante Evelina. Si rendeva conto (per esperienze passate) che stava per prendere un “improvviso colpo di sole”. Cercava di ragionare e mantenere il controllo dei nervi. Si rendeva conto, inoltre, di avere cinquant’anni. Di avere sempre resistito alle “lusinghe femminili” che finivano per declinare una sola parola: matrimonio. Tuttavia, il fascino di Evelina era indiscusso ed irresistibile… Giansiro pensò, che se proprio doveva “morire d’amore” … quelle braccia, erano il luogo migliore. La Signora Nice, da navigata donna della società bene, si era resa subito conto che l’impenitente scapolo cinquantenne aveva avuto “un colpo”. Rincarò la dose. “Architetto Giansiro, volevo dirle che, la mia Evelina, compie oggi ventotto anni. Ha avuto, come regalo di compleanno, dallo zio Filippo che si trova in America, un antico Palazzo a Genova. Tale Palazzo ha parecchi Saloni che meritano un adeguato restauro. Evelina è rimasta affascinata dai suoi progetti e vorrebbe affidarle la sistemazione dell’intero Palazzo.” Per poco, Giansiro non svenne. Si ricordò allora di aver parlato (col pensiero) con San Giovanni Nepomuceno in Piazza Ducale… il quale sicuramente doveva averci messo lo “zampino” A Praga, infatti, sul Ponte Carlo, c’è una targa marmorea che ricorda il punto in cui il Santo è stato gettato nel fiume Moldava e fatto annegare. I turisti non dimenticano mai di toccarla più volte … perché, toccandola, la “fortuna” è assicurata per almeno dieci anni. - Questo è il 202° “racconto breve” scritto dal 2 settembre 2012. Il progetto – sfida è di scrivere 365 racconti in 365 giorni. Un racconto al giorno. Riuscirà il sottoscritto a raggiungere tale traguardo? Vedremo… “Se son rose fioriranno”. Buona giornata a tutti. Dino
Vedi anche: dinosecondobarili

1 commento:

  1. Ciao Dino, bel racconto, mi piace pensare che ci sia veramente "lo zampino" di San Giovanni Nepomuceno. ........ La venerazione è diffusa in vari paesi europei e a Lui sono state dedicate molte opere d'arte.....Per questo motivo alcuni lo propongono come uno dei santi protettori del continente europeo...... Oltre a Vigevano, in Italia sono moltissime le statue di San Giovanni Nepomuceno presenti sui ponti e nelle piazze, ad esempio, nel cortile del Castello Sforzesco, a Milano, ....... sul Ponte Milvio a Roma, ..... sempre a Roma, dov'è attiva un'arciconfraternita nepomucena con cappella nella chiesa di San Lorenzo in Lucina. . ........A Pavia gli è dedicata la Cappella , posta al centro del Ponte Coperto, sul Ticino. La statua del Santo, è stata oggetto di una miracolosa “avventura” in occasione del bombardamento e della distruzione del ponte nel 1944. Dispersa nelle acque del Ticino, è stata ritrovata casualmente da un pescatore, conservata dallo stesso, e riposta dopo il restauro nella cappella, del nuovo Ponte Coperto.......... Vice

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