venerdì 29 marzo 2013

OGGI, SAN BERTOLDO di Vice Miazza

29 marzo “SAN BERTOLDO DEL MONTE CARMELO”,.................. al secolo Bartolomeo Avogadro nacque a Solignac (Francia) intorno al 1230, da nobile famiglia, studiò all'Università di Parigi dove si laureò in teologia. Partì per la Palestina con l'esercito crociato e difese Antiochia dagli assalti saraceni. Durante quella battaglia fece il voto che se l'esercito crociato fosse stato liberato dall'assedio, si sarebbe consacrato religioso. Attorno al 1154 si recò sul Monte Carmelo, che già in passato era stato sede di comunità cenobitiche, presso la "fonte di Elia" costruì una cappella dedicata alla Beata Vergine del Monte Carmelo e assieme ad altri dieci compagni condusse vita contemplativa da eremita in celle costruite attorno alla cappella. Essi si chiamarono i "Fratelli di Santa Maria del Monte Carmelo". Dopo qualche tempo fu nominato patriarca di Antiochia il cugino,Aimerio di Limoges, che andò a visitare il Monte Carmelo e nominò Bertoldo primo Priore generale dell'Ordine Carmelitano. Bertoldo fu un priore molto attento a guidare la comunità più con l'esempio che con le parole o le punizioni. Manifestò sempre un culto particolare per la Beata Vergine, della quale invocava sempre l'intercessione per la protezione dei carmelitani. Infatti era sempre particolarmente preoccupato per il futuro dei cristiani in Terrasanta, sempre in lotta fra di loro e divisi. Un giorno ebbe una visione che gli mostrò alcuni angeli che portavano in cielo sulle loro ali un gran numero di confratelli, che i saraceni avevano ucciso con le loro scimitarre. Bertoldo morì serenamente nel 1185, dopo aver guidato per quarantacinque anni l'Ordine che aveva fondato. Altre celebrazioni della giornata: VENERDI' SANTO, PASSIONE DEL SIGNORE. Il Venerdì Santo è il giorno della Croce. In tutta la vicenda umana e storica di Gesù, la “Passione” designa da sempre l’insieme degli avvenimenti dolorosi che lo colpirono fino alla morte in croce

2 commenti:

  1. 30 marzo “SAN SECONDO D'ASTI”,.................. Di lui si hanno solo notizie leggendarie, vissuto al periodo dell'imperatore Adriano, di nobili origini astigiane, era un idolatra fervente ascritto alla milizia romana e grande amico di Saprizio, prefetto romano. Secondo, sensibile alla nuova religione cristiana, che si diffondeva sempre più malgrado le repressioni, visitava in carcere i cristiani condannati. Qui incontrò san Calogero di Brescia che, illustrandogli il messaggio e la dottrina del Vangelo di Gesù, preparò la sua conversione. Con l’amico prefetto romano della città, Saprizio, Secondo, partì per un viaggio verso Tortona dove incontrò, Marziano, vescovo della città, che lo iniziò sulla via della conversione e della carità. Secondo giunse poi a Milano, dove ebbe la benedizione di Giovita che lo invitò a portare il sacramento dell'eucarestia a Calogero e Marziano. Ritornato a Tortona, Secondo riuscì ad entrare nelle prigioni in cui Marziano era stato nel frattempo rinchiuso da Saprizio che lo aveva anche già condannato a morte. Secondo gli rimase accanto per tutta la notte e il giorno seguente, dopo il martirio, ne seppellì il corpo. Saprizio cercò di convincere Secondo a rinunciare al cristianesimo con tutti i mezzi, anche con le torture, ma Secondo rimase irremovibile nella sua scelta. Saprizio allora lo condannò a morte ma, durante la notte precedente il supplizio, Secondo sarebbe stato liberato da un angelo mandato dal cielo e "trasportato" ad Asti, nel carcere dove già si trovava Calogero. Saprizio, scoperta la fuga, tornò ad Asti, mandò Calogero ad Albenga dove venne martirizzato, mentre Secondo, il 30 marzo 119, venne portato all'esterno delle mura astigiane e decapitato. La leggenda narra ancora che Secondo fu sepolto sul luogo in cui fu ucciso e che qui sorse in seguito la chiesa a lui dedicata. Altre celebrazioni del giorno: Nel Sabato Santo predomina il silenzio, il raccoglimento, la meditazione, per Gesù che giace nel sepolcro; poi verrà la gioia della sera con la Veglia Pasquale e con la Resurrezione di Cristo.

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  2. 30 marzo “SANT'AMEDEO IX DUCA DI SAVOIA”, ….........nacque il 1° febbraio del 1435 nel castello di Thonon-les-Bains in Alta Savoia, Sua madre era Anna di Lusingano e suo padre il duca Ludovico I di Savoia. Nel 1452 si sposò con Jolanda di Valois, figlia di re Carlo VII di Francia,ed ebbe 8 figli. Il loro fu un matrimonio combinato fin dalla più tenera età, nonostante le ragioni di Stato la loro unione fu riuscitissima, cementata sulla fede in Cristo. La coppia si ritirò nella provincia di Brescia, territorio assegnatogli oltre al governatorato del Piemonte. Ciò suscitò le ire di suo fratello Filippo nei suoi confronti, che quasi si preparò ad attaccarlo, se il loro padre, Ludovico I, non lo avesse arrestato. Jolanda fu un’ottima consorte per Amedeo IX, infatti alleviò molto il marito nei compiti di governo, in quanto il duca soffriva di crisi epilettiche, una patologia che accettò sempre con grande rassegnazione. Amedeo fu più volte attaccato dai suoi stessi parenti perché considerato inadatto al governo; ma la sua magnanimità e la sua benevolenza ebbero la meglio. Nel 1459, durante il Concilio di Mantova aperto da Papa Pio II, Amedeo IX fu fautore di una crociata indetta per liberare Costantinopoli dai turchi e in difesa del Peloponneso. Nel 1464, alla morte del padre Ludovico, Amedeo ereditò il ducato di Savoia e con esso la posizione da tenere nella guerra stabilitasi fra Luigi XI e Carlo il Temerario. L’appoggio di Amedeo andò al re di Francia, il quale, come risposta dell’alleanza, diede il suo sostegno contro Guglielmo VIII di Monferrato e Giangaleazzo Sforza, nemici dei duchi di Savoia. Amedeo IX seppe amministrare con acume lo Stato, si conquistò la stima e la simpatia dei sudditi anche per il suo amore per i poveri che si concretizzava in aiuti cospicui e generosi. Uomo dalla vita morigerata e austera, non lesinava in penitenze e digiuni, eresse chiese e monasteri, donò beni preziosi alla cattedrale di Vercelli e, quando la sua malattia non gli permise più di governare, lasciò la mansione alla moglie, poiché i suoi figli erano ancora troppo giovani. Tuttavia la corte si ribellò alleandosi con i fratelli di Amedeo e venne imprigionato, finché Luigi XI lo liberò, ristabilendo l’ordine. Stremato dall’epilessia, Amedeo, morì a Vercelli il 30 marzo 1472. Le sue spoglie riposano oggi nella cattedrale di Vercelli. Fu beatificato il 3 marzo 1677 da Papa Innocenzo XI

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