venerdì 26 aprile 2013

QUEL 25 APRILE DI 68 ANNI FA... SOGNI E DELUSIONI racconto (237°) di Dino Secondo Barili

26 APRILE 2013
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 26 aprile 2013 –Venerdì – ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
 racconto del Venerdì
Quel 25 aprile di 68 anni fa…
...sogni e delusioni (237°)
Ieri mattina, 25 aprile 2013, Alfredo (83 anni) e Francesco (82 anni) erano in Piazza della Vittoria a Pavia e stavano discutendo del più e del meno, quando è arrivato Giacomo (77 anni) che ha cominciato a stuzzicarli. “Alfredo e Francesco, vi ricordate quel 25 aprile del 1945?” E’ stato come accendere un fiammifero accanto ad un mucchio di paglia. Alfredo è stato il primo a reagire. “Altroché che mi ricordo quel 25 aprile di 68 anni fa. Ricordo tutto di quel giorno. La gioia della gente quasi incredula … La fine di un incubo. 60 milioni di morti.” Francesco non è stato da meno. “Anch’io ricordo. Anzi, io aveva già aderito ad una associazione di categoria che voleva promuovere il benessere della popolazione. Quello stesso giorno, 25 aprile 1945, ci siamo ritrovati in cinque presso una casa privata, per esaminare i primi passi da compiere per rimettere in piedi l’Italia distrutta ed affamata. Ricordo la passerella sul fiume Ticino che congiungeva Borgo Ticino con Strada Nuova perché il Ponte Coperto era inagibile. Distrutto dalle bombe. Macerie ovunque. Eppure, quel giorno c’era uno spirito nuovo in Italia. Tutti credevano in una nuova società. Tutti volevano fare, tutti volevano partecipare. A distanza di 68 anni, ci troviamo con una Italia delusa e amareggiata. Preoccupata per il futuro dei propri figli. Nonostante quello che è stato fatto in questi 68 anni, oggi, si pagano gli errori commessi. Quel 25 aprile 1945 è stata “la festa del popolo, della gente, delle persone”. Le persone volevano partecipare, prendere parte alla ricostruzione e alla costruzione di una società nuova. L’Italia è rinata. E’ stata ricostruita. Oggi, le nostre città possono competere con le migliori città del mondo. Non si può dire la stessa cosa, sotto l’aspetto sociale. Quel 25 aprile 1945 sono nate molte associazioni, molti gruppi per la promozione sociale. Oggi, quel “sociale” di 68 anni fa non esiste più. La partecipazione individuale (elemento fondante e “lievito” della democrazia) è solo un “affare privato di mestieranti della democrazia”. Se democrazia è partecipazione …ebbene, quella partecipazione non c’è. Non c’è più. Basta guardarsi intorno. Solo “macerie di un finto sociale” dove le persone contano come il “due di coppe a briscola”. Le persone sono diventate dei numeri. Sono dei numeri che servono solo nei sondaggi d’opinione. Tot per questo, tot per quello, tot per quell’altro. Ecco perché le persone sono sempre più sole, sempre più amareggiate, deluse e arrabbiate. Quando lo Stato “non è più ai servizio dei cittadini… ma i cittadini (costretti?) al servizio dello Stato” la storia prende un’altra strada che è diversa (se non opposta) a quella del 25 aprile 1945. Quando una democrazia, per mezzo di una burocrazia fuori controllo, fa nascere un numero imprecisato di “pastori di ogni colore” preoccupati solo di “tosare e mungere le pecore” (i cittadini)… il risultato non può essere che uno… malessere diffuso… spinto fino al suicidio (come, purtroppo, è avvenuto negli ultimi anni).” - Questo è il 237° “racconto breve” scritto dal 2 settembre 2012. Il progetto – sfida è di scrivere 365 racconti in 365 giorni. Un racconto al giorno. Riuscirà il sottoscritto a raggiungere tale traguardo? Vedremo… “Se son rose fioriranno”. Buona giornata a tutti. Dino
-cliccando “precedenti” in fondo alla pagina, si possono leggere tutti i 236 racconti pubblicati. Dino
Vedi anche:   dinosecondobarili

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