martedì 30 aprile 2013

OGGI, SAN RICCARDO PAMPURI di TRIVOLZIO - PAVIA - di Vice Miazza

30 aprile 2013 13:22
1° maggio “SAN RICCARDO PAMPURI”, …....canonizzato da Giovanni Paolo II il 1°
novembre 1989 con queste parole: ….. “È una figura straordinaria vicina a noi nel tempo, ma più ancora ai nostri problemi ed alla nostra sensibilità. La sua vita breve, ma intensa, è uno sprone per tutto il popolo di Dio, ma specialmente per i giovani, per i medici, per i religiosi”, ….......San Riccardo Pampuri, nacque a Trivolzio, (Pavia), il 2 agosto 1897, e fu battezzato con il nome di Erminio Filippo. Decimo di undici figli, a tre anni, alla morte della mamma, venne accolto dagli zii materni a Torrino, frazione di Battuda. Compiute le scuole elementari in due paesi vicini, e la prima ginnasiale a Milano, fu alunno interno nel Collegio Sant'Agostino di Pavia. Dopo gli studi liceali, si iscrisse alla facoltà di medicina nell'Università di Pavia, laureandosi con il massimo dei voti, il 6 luglio 1921, dopo essere stato militare durante la prima guerra mondiale, ed avere ricevuto la medaglia di bronzo avendo portato in salvo i medicinali. Nel 1923 divenne medico condotto di Morimondo, un paese non lontano da Trivolzio in cui la popolazione era sparsa in vari cascinali di campagna. Lì si fece subito amare per il suo spirito di abnegazione verso i poveri, per il modo caritatevole di curarli, spesse volte senza farsi pagare ma, al contrario, portando ai più bisognosi i medicinali e il denaro necessario per non morire di fame. Svolgendo il lavoro di medico scoprì sempre di più la sua vocazione religiosa, soprattutto nell'aiuto ai poveri e sofferenti. Fondò e animò il circolo di Azione Cattolica a Morimondo e collaborò con il parroco Cesare Alesina. Le attività spaziavano dalla formazione di una banda musicale all'organizzazione di esercizi spirituali. Nel 1927 Erminio maturò la decisione di aderire all'ordine ospedaliero di San Giovanni di Dio, meglio conosciuto come Fatebenefratelli. Entrò in convento il 22 giugno 1927, vestì l'abito dei Fatebenefratelli il 21 ottobre dello stesso anno e prese il nome di Riccardo in onore di Riccardo Beretta, il sacerdote a cui Erminio si era affidato come guida spirituale. Il "quarto voto" dei Fatebenefratelli, che prescrive l'ospitalità e l'assistenza ai malati, lo spinse, all'Ospedale Sant'Orsola di Brescia, ad occuparsi, oltre al servizio medico anche di servizi più umili. Si occupò della formazione dei confratelli che dovevano diventare infermieri e infine gli venne affidato l'ambulatorio dentistico dell'ospedale. Nel 1929 i disturbi respiratori che fra Riccardo aveva fin dalla guerra si aggravarono e sfociarono in tisi. Dal gennaio 1930 non poté più svolgere il suo servizio e continuò a peggiorare. Il 27 aprile fu trasferito a Milano alla casa dell'Ordine. Morì la mattina del primo maggio, stringendo tra le mani il crocifisso. I funerali si svolsero a Trivolzio nel cui cimitero venne sepolto. Il 16 maggio 1951 il corpo venne collocato nella Chiesa Parrocchiale di San Clornelio e San Cipriano martiri, meta di pellegrinaggio. Dopo la morte, la fama di santità, che riscuoteva in vita, si diffuse largamente in Italia, in Europa e negli altri continenti.Molti fedeli ottenevano da Dio grazie segnalate, anche miracolose, per sua intercessione. Approvati i due miracoli presentati, venne beatificato da sua Santità Giovanni Paolo II il 4 ottobre 1981. Poi, riconosciuta miracolosa la guarigione avvenuta il 5 gennaio 1982 ad Àlcadozo (Àlbacede, Spagna), approvato il miracolo, il 1° novembre 1989, è stato solennemente canonizzato

1 commento:

  1. 2 maggio “SANT'ATANASIO, Dottore della Chiesa” …....... Atanasio nacque probabilmente ad Alessandria, intorno al 295, ebbe una buona istruzione sia sulla letteratura profana che nella conoscenza delle Sacre Scritture e fu discepolo di Sant'Antonio Abate. Profondamente legato all'Egitto, si formò nell'ambiente alessandrino, dove esisteva una rinomata scuola cristiana, e iniziò la carriera ecclesiastica come segretario del vescovo Alessandro. Ancora diacono accompagnò il suo vescovo Alessandro al primo Concilio di Nicea del 325, voluto dall'imperatore Costantino I per dirimere la questione sollevata dalla predicazione di Ario, anch'egli di Alessandria, circa la natura di Cristo. Il concilio elaborò un "simbolo", cioè una definizione dogmatica relativa alla fede in Dio, nel quale compare, attribuito al Cristo, il termine: "della stessa sostanza", che costituisce, tuttora, la base dogmatica del Cristianesimo storico. Il “simbolo niceno” si poneva in netta antitesi con il pensiero di Ario, che predicava invece la creazione del Figlio ad opera del Padre e quindi negava la divinità del Cristo. Morto il Vescovo Alessandro, Atanasio divenne, nel 328, suo successore come Vescovo di Alessandria, e subito si dimostrò deciso a respingere ogni compromesso nei confronti delle teorie ariane condannate dal Concilio niceno. La sua intransigenza, tenace e a volte molto dura, anche se necessaria, gli attirò l’implacabile ostilità degli ariani e dei filoariani. Nonostante l’inequivocabile esito del Concilio, che aveva con chiarezza affermato che il Figlio è della stessa sostanza del Padre, poco dopo queste idee sbagliate tornarono a prevalere, in questa situazione persino Ario fu riabilitato, e vennero sostenute per motivi politici dallo stesso imperatore Costantino e poi da suo figlio Costanzo II. La crisi ariana, che si credeva risolta a Nicea, continuò così per decenni, con vicende difficili e divisioni dolorose nella Chiesa. E per ben cinque volte durante un trentennio, tra il 336 e il 366, Atanasio fu costretto ad abbandonare la sua città, passando diciassette anni in esilio e soffrendo per la fede. Ma durante le sue forzate assenze da Alessandria, il Vescovo ebbe modo di sostenere e diffondere in Occidente, prima a Treviri e poi a Roma, la fede nicena e anche gli ideali del monachesimo, abbracciati in Egitto dal grande eremita Sant'Antonio Abate con una scelta di vita alla quale Atanasio fu sempre vicino. Sant’Antonio, con la sua forza spirituale, era la persona più importante nel sostenere la fede di sant’Atanasio. Reinsediato definitivamente nella sua sede, il Vescovo Atanasio poté dedicarsi alla pacificazione religiosa e alla riorganizzazione delle comunità cristiane. Morì il 2 maggio del 373. Autore di opere apologetiche e dogmatiche, fu scrittore polemico, chiaro di idee ed efficace nell'esprimerle. Tra le sue opere la “Vita di Antonio”, la biografia di sant’Antonio Abate contribuì in modo determinante alla diffusione in Occidente del movimento monastico egiziano. Sant' Atanasio è stato senza dubbio uno dei Padri della Chiesa antica più importanti e venerati, non a caso, Gian Lorenzo Bernini ne collocò la statua tra quelle dei quattro santi Dottori della Chiesa orientale e occidentale, insieme ad Ambrogio, Giovanni Crisostomo e Agostino, che nella meravigliosa abside della Basilica vaticana circondano la Cattedra di san Pietro.

    RispondiElimina