domenica 3 giugno 2012

IL TACCUINO DI ULISSE DEL 3 GIUGNO 2012

IL TACCUINO DI ULISSE
DEL 3 GIUGNO 2012 – DOMENICA /1
Dedicato alle
giornate così, così…
Oggi, 3 giugno 2012, domenica. A volte Ulisse ha dei pensieri strani. La vita è come il tempo… Alle giornate decisamente vivaci, azzurre, piene di sole, produttive… seguono giornate così, così… Nulla di particolare, tuttavia ci sono “giornate” (come oggi) che non vogliono dire nulla… o quasi. E’ il momento di mettersi tranquilli e lasciare che il tempo passi, che le ore trascorrano tranquille… magari con un libro tra le mani. E’ appunto quello che mi accingo a fare… Dino

1 commento:

  1. Ciao Dino, domani è SAN QUIRINO, Vescovo e Martire del IV Secolo…………I Romani chiamavano Quirino una loro antica divinità, in seguito identificata con Romolo, mitico fondatore della Città dei sette colli……E da Quirino uno dei sette colli venne detto, e lo è ancora Quirinale.
    Quiriti si chiamarono, con una punta di superbia, i Romani di Roma, discendenti diretti di Romolo. Ma il nome di Quirino ebbe diffusione soltanto nei secoli cristiani e di ciò fanno testimonianza i cinque o sei santi di questo nome esistenti nel calendario. Il 4 Giugno ne vengono ricordati due insieme : un San Quirino Martire di Tivoli in epoca incerta, sul conto del quale non si hanno nessuna notizia e San Quirino Vescovo del quale si conosce qualcosa di più………..Come per quasi tutti gli antichi santi e martiri, le notizie nei secoli sono state modificate, interpretate, a volte falsificate ed è il caso di San Quirino vescovo di Siscia (Siszeck) in Croazia.
    Egli è menzionato nel 309 da s. Eusebio di Cesarea nella sua “Cronaca”; una ‘Passio’ molto antica ma tutto sommato attendibile, narra che San Quirino durante la persecuzione dell’imperatore Diocleziano (243-313), fu arrestato nel 309 per ordine del preside Massimo, dopo aver tentato inutilmente la fuga.
    Sottoposto ad interrogatorio fu sollecitato ad ubbidire agli ordini imperiali e ad offrire sacrifici agli dei, ma il vescovo Quirino si rifiutò decisamente, perciò fu flagellato e rinchiuso in un carcere dove convertì il custode Marcello.
    Trascorsi tre giorni fu inviato dal preside della Pannonia Iª, Amanzio (regione storica che nel 9 d. C. divenne provincia romana), il quale lo condusse a Savaria e dopo aver cercato inutilmente di fargli cambiare idea, lo condannò ad essere gettato nel fiume Sava con una pietra al collo.
    I cristiani di Savaria ne raccolsero il corpo e lo seppellirono presso la porta “Scarabateus”.
    Tra la fine del IV sec. e l’inizio del V, il corpo di s. Quirino vescovo fu trasferito a Roma e deposto in un mausoleo denominato ‘Platonia’, dietro l’abside della Basilica di S. Sebastiano sulla via Appia, dove fu molto venerato, come attestano gli ‘Itinerari’ del VII secolo.
    Notizie non attendibili riferiscono che reliquie del santo furono poi trasferite a Milano, Aquileia e nella Basilica di S. Maria in Trastevere in Roma.

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