domenica 17 giugno 2012

INTRIGO A PAVIA (17)

17 GIUGNO – ALMANACCO DI STORIA
PAVESE
Trivolzio – 17 giugno 2012 – domenica – 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
 con persone reali o fatti realmente avvenuti)
INTRIGO A PAVIA
racconto a puntate –
“Cispino e la Milano dell’EXPO’ 2015” (17)
In Oltrepò, Alboino aveva capito la lezione del Capo del piccolo Villaggio del pavese. Capì che se voleva creare veramente “un suo Regno” doveva avvalersi di persone “qualificate locali”. Alboino nominò, sull’istante, proprio “consigliere personale” il Capo del piccolo Villaggio dell’Oltrepò e inserì il suo figlio primogenito nella schiera delle “guardie personali del Re” con possibilità di avere un importante sviluppo di carriera. Ogni Capo ha le sue regole ben codificate nella testa e Alboino dimostrava ogni giorno l’idea ben chiara del suo Regno… dove ogni persona si sentiva coinvolta in un “progetto” nel quale era in grado di riconoscersi. Pavia, però, aveva le sue esigenze, molte delle quali riguardavano Rosmunda. Alboino sapeva che quando la moglie “ordina” non resta che aderire agli ordini… anche per evitare inutili e infruttuose discussioni. A Pavia, il Primo Re dei Longobardi era solito ricevere le persone di riguardo sul suo carro ricoperto da un telone colorato di rosso e blu in riva al fiume Ticino. Era un modo per distinguersi dagli altri carri della sua gente e un modo per rendere evidente da differenza, il ruolo, il grado. Infatti, alcuni suoi compatrioti avevano avanzato l’idea di ricoprire anche il loro carro con un telone di uguale colore, ma Alboino si oppose. “Non facciamo confusione. Ogni persona ha il suo ruolo. Io ho il mio e siccome rappresento tutta la comunità dei Longobardi, ho assoluto bisogno di un “segno distintivo” unico. Pertanto il colore rosso e blu sarà solo quello che contraddistingue il mio carro, cioè “il carro del responsabile in Capo della comunità dei Longobardi.” Nessuno osò fiatare. Anche perché, Alboino era cocciuto, autoritario, irascibile… e quando andava in escandescenze non aveva mezze misure. Anche Rosmunda avrebbe voluto dire qualcosa. Quei due colori proprio non erano di suo gradimento. Preferì far buon viso a cattivo gioco. Inoltre, la moglie del Re, sapeva che se voleva “vincere” in qualche altro settore … avrebbe dovuto cedere in alcuni… per Lei ritenuti poco importanti. In un baleno i colori del carro di Alboino risaltarono rispetto agli altri carri… I compatrioti del Primo Re dei Longobardi, però, studiarono il modo di riconoscersi. Misero ai loro carri delle strisce di tessuto “rosso e blu” per dimostrare di appartenere alla “tribù di Alboino” e di condividerne le idee… Anche alle famiglie pavesi piacque l’idea. E alle finestre e ai balconi dei grandi e ricchi Palazzi di Pavia cominciarono ad apparire strisce di tessuto rosso e blu… come dire: “… anche noi pavesi, condividiamo le idee di Alboino…(pur non sapendo quali siano).” In effetti era la dimostrazione “chiara” che “i pavesi” avevano bisogno di un Re… Un Re che fosse, al di fuori dei pavesi, al di sopra delle “lotte quotidiane tra famiglie”… lotte scatenate per motivi di interesse… per matrimoni promessi e non realizzati… per matrimoni realizzati… e andati in frantumi… per invidie e gelosie… che rendeva il clima nella città pavese pesante e a volte insopportabile… (il seguito… domani) (diciassettesima puntata) “Cispino e la Milano dell’EXPO’ 2015” Buona giornata a tutti Dino

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