sabato 9 giugno 2012

Racconto di Dino Secondo Barili

9 GIUGNO – ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 9 giugno 2012 – sabato – 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
 con persone reali o fatti realmente avvenuti)
INTRIGO A PAVIA
racconto a puntate –
“Cispino e la Milano dell’EXPO’ 2015” (9)
“Quando vidi il fiume Ticino con tutta quell’acqua, quello spazio verde… me ne innamorai subito. Quello era il posto che avevo sognato per la mia gente… Ecco perché mi sono fermato in quel luogo per quasi tre anni prima di entrare in Pavia… In tre anni ho girovagato per tutto il territorio attuale pavese e la bassa milanese… in Oltrepò e Lomellina. In Oltrepò e in Lomellina ho nominato dei “Giudici” tra i miei fidati compagni con il compito di organizzare dei corpi armati per la difesa degli abitanti. L’iniziativa ebbe successo e venne bene accolta dalla popolazione locale la quale si sentì protetta. Inoltre avevo dato ordine ai miei Rappresentanti di comportasi bene, in modo corretto e trasparente, senza favoritismi e con un giusto equilibrio di giudizio che tenesse conto, soprattutto, del rispetto dei costumi e delle usanze locali. Ogni settimana i miei Rappresentanti si ritrovavano sotto la mia tenda in riva al Ticino a Santa Sofia per riferire e aggiornare i comportamenti. Da quegli incontri ho imparato molte cose. Prima di tutto che gli usi e i costumi locali sono fondamentali per la vita delle comunità. Senza usi e costumi locali non c’è identità… In mancanza di “usi e costumi locali” le persone non si riconoscono e non si sentono “legate” al proprio territorio… Ho imparato anche altri segreti … Uno dei miei più attenti Rappresentanti, mi ha raccontato che in paesino (300-400 abitanti) nel territorio compreso tra il Po e il Sesia c’era una comunità diversa da tutte le altre. Viveva un po’ isolata in mezzo all’estesa boscaglia della valle del Po ed era governato da sole donne. Era la donna il capo-famiglia. I figli portavano il soprannome della madre e gli stessi erano parte centrale del nucleo famigliare vero e proprio. Poi c’era l’uomo di casa… quello che praticamente faceva parte della famiglia (a tempo determinato … o per tutta la vita)… della “donna-capofamiglia”. Nella famiglia poteva esserci un uomo solo… A volte c’era più di un uomo …e tutti facevano parte dello stesso nucleo famigliare … a discrezione dell’unica donna. Per forza di cose ho dovuto nominare un mio Rappresentante-donna. Ho dovuto scegliere un Rappresentante (donna) interno al gruppo locale stesso… Gli usi e i costumi locali erano troppo particolari e richiedevano conoscenze specifiche.” – Cispino intervenne – “Mi piacerebbe saperne qualcosa in più… E’ possibile?” (il seguito… domani) (nona puntata) “Cispino e la Milano dell’EXPO’ 2015” Buona giornata a tutti Dino

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