lunedì 18 giugno 2012

INTRIGO A PAVIA (19)

19 GIUGNO – ALMANACCO DI STORIA
PAVESE
Trivolzio – 19 giugno 2012 – martedì – 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
 con persone reali o fatti realmente avvenuti)
INTRIGO A PAVIA
racconto a puntate –
“Cispino e la Milano dell’EXPO’ 2015” (19)
Alle Famiglie pavesi piacque l’idea. E alle finestre e ai balconi dei grandi e ricchi Palazzi di Pavia cominciarono ad apparire strisce di tessuto rosso e blu… come dire: “…anche noi pavesi, condividiamo le idee di Alboino…(pur non sapendo quali siano).” In effetti era la dimostrazione “chiara” che “i pavesi” avevano bisogno di un Re… Un Re che fosse, al di fuori dei “pavesi”, al di sopra delle “lotte quotidiane tra Famiglie”… lotte scatenate per motivi di interesse… per matrimoni promessi e non realizzati… per matrimoni realizzati… e andati in frantumi… per invidie e gelosie… che rendeva il clima nella città pavese pesante e a volte insopportabile… In quel momento Alboino aveva capito che, a Pavia, era stato “accettato come Re” Tutti contavano sulla sua saggezza per risolvere i “loro” problemi. Ogni comunità ha i suoi… i Longobardi avevano i loro … come pure gli abitanti di Pavia. Con una differenza. I Longobardi erano protesi ad ampliare il loro “potere”, occupare il maggior numero di posti di comando, responsabilità e puntare al “governo del territorio”. Gli abitanti di Pavia (specialmente le persone ricche)… puntavano a conservare ciò che avevano ed eventualmente a consolidarlo e ingrandirlo.  Ecco perché i “pavesi” (uomini e donne indistintamente) facevano la corte ai Longobardi per renderseli amici… per allacciare “rapporti confidenziali”… da trasformare in matrimoni e creare nuove discendenze, legami duraturi… nel tempo. Tuttavia, Alboino non aveva alcuna intenzione di lasciare il proprio “carro col telone colorato” in riva al Fiume Ticino a Santa Sofia di Torre d’Isola. Il luogo era ameno, tranquillo, rilassante… pochi passi e si potevano mettere i piedi nell’acqua del fiume, limpida e fresca. Alboino amava la natura… voleva vivere a contatto di essa… estate e inverno. Sapeva, per sentito dire, che una volta lasciato la riva del fiume Ticino, non avrebbe più potuto goderne i piaceri. Il Fiume non è solo … una corrente d’acqua che ininterrottamente corre verso il mare, ma “una vita in movimento”. Allora, nel VI secolo dopo Cristo, il Fiume Ticino era un’autostrada… dove passavano in continuazione barche e traghetti con persone e merci provenienti da molto lontano. Ogni tanto Alboino fermava qualche barca e si faceva raccontare, dalle persone che stavano su di essa, le loro storie. Da dove venivano, cosa facevano e dove erano dirette. Era un modo per essere in rapporto alle “faccende del modo”(di allora). Quando, però, qualche persona raccontava storie interessanti, lo stesso Alboino, offriva il pranzo o la cena all’ospite. Il Primo Re dei Longobardi era curioso. Non si stancava mai di ascoltare storie… perché (diceva Lui)… dalle storie era possibile trarre utili informazioni. La passione del Re per le storie era corsa tra le persone che frequentava il fiume e, una volta, Alboino si trovò di fronte un vero “cantastorie”. Era una sera di maggio… Il Primo Re dei Longobardi si trovava sulla riva del fiume Ticino con i piedi nell’acqua. Una barca (con i colori di Alboino) passò a poca distanza e.. (il seguito… domani) (diciannovesima puntata) “Cispino e la Milano dell’EXPO’ 2015” Buona giornata a tutti Dino

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