Ciao Dino, domani la Chiesa commemora SANT'EUSEBIO Vescovo di Vercelli.................Sant'Eusebio nacque in Sardegna tra la fine del III e l'inizio del IV secolo. Si recò a Roma per concludere gli studi ecclesiastici, dove fu ordinato sacerdote da Papa Marco, poi, intorno al 345 vescovo di Vercelli da papa Giulio I. I vercellesi furono subito conquistati dalla sua predicazione. In quell'epoca i cristiani si divisero in due gruppi: da una parte, quelli che seguono la dottrina del concilio di Nicea (325) sul Figlio di Dio, "generato, non creato, della stessa sostanza del Padre"; dall’altra, i seguaci dell’arianesimo, che nel Figlio vede una creatura umana per quanto eminente. Gli ariani ebbero il sopravvento in molte regioni sostenuti dall'imperatore Costanzo II che esiliò, insieme al vescovo di Milano, Dionigi, Eusebio, tenace sostenitore della dottrina di Nicea, prima in Palestina, dove fra il 355 e il 360 fondò una comunità con un gruppo di discepoli e tenne vivi i contatti epistolari con i suoi fedeli piemontesi. Poi nel 360 fu trasferito in Asia Minore nella Cappadocia ed infine nella Tebaide egiziana dove subì torture e privazioni di ogni genere. Nel 361, morto Costanzo II, gli succedette l’imperatore Giuliano, detto l’Apostata, che revocò le condanne permettendo ad Eusebio di ritornare a Vercelli dove giunse nel 362. Ripresa l'evangelizzazione delle campagne piemontesi, istituì la diocesi di Tortona. Si spinse anche in Gallia, dove insediò un vescovo a Embrun. La tradizione lo considera il fondatore dei santuari di Oropa (Biella) e di Crea (Alessandria). Morì a Vercelli nel 371. Le sue reliquie sono custodite in Duomo. Il nome Eusebio, di origine greca, significa: uomo pio, timorato di Dio.
Ciao Dino, domani la Chiesa commemora SANT'EUSEBIO Vescovo di Vercelli.................Sant'Eusebio nacque in Sardegna tra la fine del III e l'inizio del IV secolo. Si recò a Roma per concludere gli studi ecclesiastici, dove fu ordinato sacerdote da Papa Marco, poi, intorno al 345 vescovo di Vercelli da papa Giulio I. I vercellesi furono subito conquistati dalla sua predicazione. In quell'epoca i cristiani si divisero in due gruppi: da una parte, quelli che seguono la dottrina del concilio di Nicea (325) sul Figlio di Dio, "generato, non creato, della stessa sostanza del Padre"; dall’altra, i seguaci dell’arianesimo, che nel Figlio vede una creatura umana per quanto eminente. Gli ariani ebbero il sopravvento in molte regioni sostenuti dall'imperatore Costanzo II che esiliò, insieme al vescovo di Milano, Dionigi, Eusebio, tenace sostenitore della dottrina di Nicea, prima in Palestina, dove fra il 355 e il 360 fondò una comunità con un gruppo di discepoli e tenne vivi i contatti epistolari con i suoi fedeli piemontesi. Poi nel 360 fu trasferito in Asia Minore nella Cappadocia ed infine nella Tebaide egiziana dove subì torture e privazioni di ogni genere. Nel 361, morto Costanzo II, gli succedette l’imperatore Giuliano, detto l’Apostata, che revocò le condanne permettendo ad Eusebio di ritornare a Vercelli dove giunse nel 362. Ripresa l'evangelizzazione delle campagne piemontesi, istituì la diocesi di Tortona. Si spinse anche in Gallia, dove insediò un vescovo a Embrun. La tradizione lo considera il fondatore dei santuari di Oropa (Biella) e di Crea (Alessandria). Morì a Vercelli nel 371. Le sue reliquie sono custodite in Duomo. Il nome Eusebio, di origine greca, significa: uomo pio, timorato di Dio.
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