martedì 10 luglio 2012

MATILDE (11) racconto a puntate di Dino Secondo Barili

11 LUGLIO 2012 – ALMANACCO DI STORIA
PAVESE
Trivolzio – 11 luglio 2012 – mercoledì – 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
 con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto a puntate
“Le tre sorelle di Pavia del 1830” (11)
Era il 1830. Nella campagna pavese c’era stata una annata piuttosto asciutta ed i raccolti non avevano dato i frutti sperati. Il 16 settembre di quell’anno, alle 6 del mattino, Matilde era davanti alla Chiesa di San Teodoro con il contenitore di ceramica colorato di giallo contenente ciambelline e focaccine diretta al Porto di Pavia. Ora, la sedicenne ragazza pavese, poteva dedicarsi alla sua attività commerciale senza dover contare le imbarcazioni o le persone provenienti da Venezia. Franz era nell’altra “vita” (la vita parallela) con Greta (la strega). A Matilde, interessavano i viaggiatori provenienti dalla città lagunare perché era curiosa. Quella mattina Matilde ebbe una sorpresa. Arrivata al Porto incontrò Giacomo euforico. “Matilde… stanotte mi sono sognato di te. Voglio sposarti oggi stesso.” La ragazza pavese rimase di stucco. Aveva fatto quattro conti. Lei… sedicenne, venditrice di ciambelline e focaccine. Lui… vedovo, quarantenne… senza figli e uno stipendio sicuro. A Matilde venne spontanea una domanda. “E, perché mi vuoi sposare proprio oggi?” Secondo Matilde … nulla… capita per caso… e l’idea di Giacomo non poteva essere “nata” così di punto in bianco senza una ragione precisa… Il vedovo quarantenne non era una testa calda…Se era giunto a fare una proposta del genere doveva per forza averci pensato… e pensato bene. Il sogno era solo una “scusa per aprire il discorso”. “Vedi, Matilde” – disse Giacomo – “Quando un uomo giunge a quarant’anni e si trova con “niente in mano” si chiede a cosa è vissuto a fare. Non è come la donna che se ne accorge molto tempo prima. Al primo posto, nella vita, ci stanno i figli…Ecco perché ti ho fatto la proposta.” Matilde convenne che il discorso era ineccepibile.” – “E perché proprio oggi?” continuò a chiedere Matilde. Giacomo diventò improvvisamente misterioso. Fece mille smorfie, poi sussurrò una ragione che non “diceva” nulla. “Aspetta e vedrai”. Matilde non riusciva ancora a capire. Non capiva quanto stesse accadendo. Si sistemò “al suo solito posto”, sulla riva del fiume Ticino riservato allo sbarco delle imbarcazioni da Venezia. Si lasciò andare… “lasciando libera la fantasia”. Come per incanto si ritrovò sulla scala di marmo bianco che conduceva al Castello di Praga. Accanto aveva il bel giovanotto Franz… e Greta più “giovane” e bella che mai. Franz era allegro, ma non troppo… Aveva perso il sorriso che lo rendeva unico. “Che cosa hai?” Chiese Matilde al capo degli spioni. “Sono stanco… Non vedo l’ora di arrivare in cima alla scala di marmo bianco. Di oltrepassare la porta del Castello di Praga e vedere cosa c’è dentro…“ Greta la strega, fece finta di non sentire… ma aveva capito tutto. “Mio caro Franz, non sei stanco... Non sei stanco per i gradini che mancano per giungere alla cima…Sei stanco perché… sei rimasto a corto di sogni.” – Franz si sentì preso alla sprovvista. “Cosa dici mai… Greta” – “E’ proprio così, mio caro Franz. Io non ti basto più. In apparenza sono giovane… ma in realtà, sono solo una “vecchia strega”. Tu avresti bisogno di una ragazza giovane e bella come Matilde… Anzi, proprio di Matilde… di cui sei innamorato fin dal primo momento che l’hai vista… Tu, oggi, hai voglia e bisogno di lei.” (domani… il seguito). (undicesima puntata) “Le tre sorelle di Pavia nel 1830” Buona giornata a tutti Dino

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