lunedì 2 luglio 2012

MATILDE (3) racconto a puntate di Dino Secondo Barili

3 LUGLIO 2012 – ALMANACCO DI STORIA
PAVESE
Trivolzio – 3 luglio 2012 – martedì – 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
 con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto a puntate –
“Le tre sorelle di Pavia del 1830” (3)
L’uomo vestito di nero si sentì disarmato. Inoltre la ragazza aveva un non so che di speciale. L’uomo non ricordava di aver incontrato una ragazzina così spigliata, dall’occhio scaltro e intelligente. Il quarantenne si prese un attimo per pensare… poi rispose gentile. “Forse potrebbe essere una buona idea. Raccontami cosa fai, chi sei e come ti chiami.” La ragazza fu un vulcano. “Mi chiamo Matilde, ho sedici anni. Fino a ieri facevo la sartina, ma la mia sarta non ha più lavoro e mi ha detto di darmi da fare… cercarmi un lavoro. Ecco perché questa mattina ho deciso di vedere se riesco a realizzare un sogno: ciambelline e focaccine calde…L’unica cosa che mi manca è l’autorizzazione.” L’uomo si sentì impacciato. Inoltre, da qualche mese era rimasto vedovo, senza figli. Più guardava quella ragazza e più ne rimaneva affascinato. “Penso che la tua sia una buona idea. Io sono proprio l’agente che vigila sulle autorizzazioni al commercio. (Non era vero, ma voleva fare una buona impressione sulla ragazza. Insieme andarono in un ufficio per compilare delle carte…). Quando Matilde entrò in ufficio c’erano due uomini anziani seduti ad un tavolo… con accanto due “montagne di carte”. Non aprirono bocca, ma i loro occhi osservarono la ragazza… e trassero conclusioni. L’uomo vestito di nero, di nome Giacomo, il quarantenne vedovo da poco tempo … aveva già messo gli occhi (a giudizio dei colleghi d’ufficio) su una nuova fiamma. Ed era così. Giacomo cominciò a compilare moduli, a scrivere fogli (assolutamente inutili) tanto per tirarla lunga e trattenere Matilde il più a lungo possibile. Alla fine la fatidica frase: “Adesso, Matilde, puoi andare. Da domani … puoi vendere ciambelline e focaccine calde in tutto il perimetro del Porto di Pavia… fino agli inizi di Strada Nuova. Matilde ringraziò con gli occhi il suo benefattore…Sapeva che il ringraziamento non sarebbe finito lì... avrebbe avuto qualche altra appendice. La sedicenne ragazza pavese aveva ottenuto in brevissimo tempo ciò che per vie normali ci sarebbero voluti mesi e mesi. Del resto, nel 1830, a Pavia c’era un detto che diceva: “Cui danè e l’amicisia… sa rumpa al col a la giustisia” (“Con i soldi e l’amicizia … si aggira la giustizia”). Matilde ormai aveva il suo “foglio di carta ufficiale”…Per prima cosa doveva riferire a Franz ciò che aveva visto. L’appuntamento con il bel giovanotto era davanti alla Chiesa di San Teodoro … alle cinque della sera. Matilde fu chiara e precisa. “Da Venezia sono giunte ed hanno attraccato tre imbarcazioni …Sono scesi tre uomini in divisa e cinque vestiti da operai. Uno, però, non doveva essere un operaio… aveva le mani troppo bianche per svolgere un simile lavoro.” Franz si meravigliò. Come hai fatto a notare una cosa del genere? (il seguito… domani) (terza puntata) “Le tre sorelle di Pavia nel 1830” Buona giornata a tutti Dino

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