sabato 29 dicembre 2012

MARSIGLIA (FRANCIA) ... LA CITTA' DI FERNANDEL racconto di Dino Secondo Barili

29 DICEMBRE 2012
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 29 dicembre 2012 – Sabato – ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
 con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del Sabato
Marsiglia (Francia)… la città di Fernandel
Andrea, Wanda e le due sorelle “turiste” di Marsiglia, Patrizia e Elisa, dopo aver gustato una “favolosa pizza” in Piazza della Vittoria, fecero un lungo “giro” per la città… per Pavia. Quando le persone hanno studiato all’Università di Pavia ricevono come un “sigillo”, un’impronta della quale non si liberano più. “E’ l’antica leggenda della città del Ticino.” – precisò Wanda – “Pavia è una città unica …come l’aria che si respira… portata” – si dice- “dalla corrente del fiume Ticino.” – “Anche a Marsiglia succede la stessa cosa.” – precisò Elisa – “Marsiglia è una città enigmatica… si ama subito… oppure non si ama mai. Forse, l’esempio, più eclatante è un suo artista morto nel 1971 a Parigi, ma nato a Marsiglia: Fernandel… nome d’arte di Fernand Joseph Desiré Contandin (1903-1971), comico, attore, cantante e regista francese. In Italia ha fatto coppia con Gino Cervi e ha fatto ridere generazioni e generazioni di spettatori. “Oggi, l’Italia è in crisi economica….” – ha precisato Elisa – “L’Italia è in crisi anche perché i suoi abitanti, gli italiani (io compresa, anche se vivo e lavoro a Marsiglia) … non sappiamo più ridere… Non abbiamo più… qualcosa su cui ridere. Oppure non abbiano più Guareschi che ci fa ridere. E questo è grave, molto grave. Basterebbe che gli Italiani ritornassero ad essere… viaggiatori, sognatori …e scienziati e la “crisi economica” assumerebbe un’altra fisionomia. Non sarebbe più tale. Basta rivedere i film di Fernandel e Gino Cervi… l’astuzia, la malizia, il disincanto, la “saggezza”, l’antica saggezza che traspariva dalla “faccia” (o maschera) di Fernandel per capire tutto. Mai fidarsi ciecamente delle facce troppo serie oppure dei discorsi troppo difficili. Meglio le facce come quella di Fernandel … “pane al pane , vino al vino”. Coloro che pensano di “sapere tutto” vanno trattati con le dovute precauzioni …”sanno quel che sanno” (cioè, molto meno di quello che pensano di sapere) – Andrea volle dire la sua. “Mio padre è della generazione che ha visto ed apprezzato Fernandel… Ogni tanto annota il cambiamento che c’è stato in questi ultimi decenni. Mi ha detto. “Fernandel… era il più italiano dei francesi”. La sua faccia era tutta italiana, perché dell’Italia aveva intuito il “segreto”… “E’ sempre l’abito che fa il monaco”… anche quando il “monaco” non corrisponde all’abito che porta. Fernandel era un passionario che credeva soprattutto in sé stesso, nel suo modo di sentire e di vedere la realtà… una realtà che non è mai quella che viene sventolata “al popolo”. Una realtà vissuta in profondità. In questo Fernandel era un Italiano perfetto. Prima delle parole… parlava la sua faccia… Come parla, oggi, la faccia degli Italiani: arrabbiati, incazzati, sfiduciati… Proprio come Fernandel nella scena del film in cui “non poteva usare le mani (perché benedette) e disse la famosa battuta. “Le mani sono benedette… ma i piedi no” - Questo è il 119° “racconto breve” scritto dal 2 settembre 2012. Il “progetto-sfida” è di scrivere 365 racconti in 365 giorni (un racconto al giorno). Riuscirà, il sottoscritto, a raggiungere tale traguardo? Vedremo... “Se son rose fioriranno” –. Buona giornata a tutti Dino

Nessun commento:

Posta un commento