martedì 13 novembre 2012

PENSIONATI A PASSEGGIO ... CHIACCHIERE E NOTALGIA racconto di Dino Secondo Barili

14 NOVEMBRE 2012
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 14 novembre 2012 – Mercoledì – 12.00

Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
 con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del Mercoledì
Pensionati a passeggio… chiacchiere e nostalgia
Camminare fa bene alla salute. Lo dicono i medici, i giornali e i settimanali alla pagina “benessere”… Lo ripetono spesso in TV. Con un simile “tam tam” i pensionati non possono rimanere indifferenti. Cosi si vedono sempre più di frequente gruppi di uomini e donne, avanti negli anni, armati di giacche a vento e “bastoni” (non si sa mai), che si avventurano in lunghe e piacevoli passeggiate… strade, stradine e sentieri in mezzo ai boschi. Naturalmente, tale esercizio, oltre a creare “movimento del corpo”, crea anche un’eccitante voglia di “chiacchierare”. E quali potrebbero essere gli argomenti più gettonati? … il tempo meteorologico … e “il tempo che fu”, ovvero, “come eravamo”… e non siamo più. Per esempio, ieri, cinque pensionati pavesi (Peppino, Lino, Guglielmo, Francesco e Mario) hanno percorso a piedi il lungo Ticino sulla riva sinistra del fiume, quella che fiancheggia la Pavia… dei monumenti. I cinque pensionati camminavano come fossero dei “garibaldini”. Ad un certo punto è subentrata la “nostalgia”. Peppino, classe 1933 (79 anni), ha cominciato a parlare della sua infanzia. E’ nato in provincia di Brescia, ma la sua famiglia contadina si è trasferita nel 1938 in un paesino vicino a Pavia. Peppino ha ricordato i fatti. “Nella mia famiglia c’era mio padre, mia madre e undici bocche da sfamare … sette femmine e quattro maschi. Ricordo quel tempo. Non mi sembra vero che sono giunto fino a questa età. Dopo la quinta elementare (undici anni) mio padre mi ha messo a fare il “giardiniere” nella casa del Fittabile. Ero “garzone” del giardiniere che doveva tenere in ordine il “giardino del proprietario terriero” locale. Mio padre mi ha dato un solo consiglio, un’unica regola. “Ricordati di farti volere bene e lavorare sodo…altrimenti resterai senza mangiare” Una frase sola, poche parole sono bastate per svegliare in me “cosa voleva dire vivere”. Parole mai dimenticate! Adesso quando cammino per Corso Cavour e vedo dei ragazzotti ben piantati e ben pasciuti, di 13 – 14 anni, che bighellano di qua e di là, annoiati (marinando la scuola)… magari con una bottiglia di birra in mano alle nove del mattino… mi dico: “ma come è cambiata la società”. E, domani? Come sarà? Certo che, oggi, nessuna coppia di sposi si metterebbe in mente di mettere al mondo undici figli… Allora era così. Oggi, le coppie, quando hanno un figlio è già troppo. Il marito, si mette il grembiule e aiuta la moglie nelle faccende di casa. In molti casi la moglie non è contenta … Spesso, molto spesso … ci sono mogli, sui 40 – 45 anni che, annoiate, esprimono il loro disappunto: “Non mi sento realizzata”. Io non mai sentito mia madre, con undici figli, dire una cosa del genere… Anzi, era felice ed orgogliosa di ciò che aveva fatto. - fine- Questo è il 74° “racconto breve” scritto dal 2 settembre 2012. Il “progetto-sfida” è di scrivere 365 racconti in 365 giorni (uno al giorno). Riuscirà, il sottoscritto, a raggiungere tale traguardo? Vedremo... “Se son rose fioriranno”. – Buona giornata a tutti. Dino

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