giovedì 27 settembre 2012

BEREGUARDO ... STORY di Teresa Ramaioli

BEREGUARDO ... STORY 
di
Teresa Ramaioli
MIRACOLI A SAN MARTINO SICCOMARIO
Di DINO BARILI e TERESA RAMAIOLI
Cirip diceva: “Nelle favole c’è sempre una Cenerentola alla ricerca del Principe Azzurro, nella realtà c’è qualche volta una Principessa alla ricerca del suo Cenerentolo”. Perché, Cornelio Barnazzi, oltre al fatto di possedere una innegabile scultorea bellezza fisica, era povero come tutti quelli della sua categoria. Tuttavia Somenzina non voleva sentire ragione: Barnas o nessun altro. C’era un problema,Cornelio non sopportava di essere corteggiato, non sopportava di essere assediato dalle donne, di essere considerato una preda. Barnas non voleva essere conquistato, lui era l’uomo, lui doveva scegliere e conquistare LA DONNA DELLA SUA VITA. A quell’epoca si pensava e si usava così. L’unica volta che Somenzina si trovò da sola, faccia a faccia, con Cornelio, finse di star male, di svenire e si lasciò cadere. Barnas non si scompose. La donna per poco non si ruppe un braccio. Più una donna trova resistenza e più diventa terribilmente caparbia. Somenzina voleva Cornelio Barnazzi, l’uomo dei suoi sogni e, cascasse il mondo, l’avrebbe avuto…Parlò con tutti gli indovini e le maghe del territorio della Lomellina e dell’Oltrepò, sempre alla ricerca della soluzione del suo problema. Ogni anno , il Lunedi di Pasqua, Somenzina Degli attivi andava con il suo biroccio a una delle sagre più affollate della Lomellina: la Madonna delle Bozzole di Garlasco. La gente era come la corrente di un fiume, si muoveva tutta insieme senza possibilità di scegliere alcun itinerario.Quella volta, nella fiumana in movimento, Somenzina e Barnas si trovarono una accanto all’altro. Cornelio notò che Somenzina aveva gli occhi rossi e piangeva…(CONTINUA) Teresa

1 commento:

  1. MIRACOLI A SAN MARTINO SICCOMARIO
    DI DINO BARILI e TERESA RAMAIOLI
    Cornelio notò che Somenzina aveva gli occhi rossi e piangeva. Si sentì in dovere di chiedere quale disgrazia le fosse accaduta. La dona tergiversò, poi confidò il segreto,era stata dal medico il quale le aveva pronosticato che sarebbe diventata cieca. Cornelio Barnazzi si sentì gelare il sangue, una così bella e giovane ragazza ridotta alla cecità. Si sentì in animo di consolarla, prima con le parole, poi con molte visibili premure e riguardi. Da quel momento capì di aver trovato la donna della sua vita, la donna che aveva bisogno di lui. Somenzina aveva raggiunto la felicità ed insieme a Cornelio passò i migliori anni della sua via. Cirip Stringhebindei, nei suoi appassionati racconti, metteva in dubbio che nell’incontro alle Bozzole tra Somenzina e Cornelio ci fosse la mano del destino. Affermava che sicuramente qualche maga aveva svelato alla fitaulina il segreto che sta in ogni uomo: il Tallon d’Achille. Del resto, diceva, con enfasi di colui che i materia la sapeva lunga:”Deve ancora nascere l’uomo che può competere con la donna”. La gente, nell’ascoltare tal discorsi, non si staccava dal carretto delle mercanzie di Cirip, il quale faceva affari d’oro. A San Martino Siccomario i maniscalchi continuavano a giocare a braccio di ferro, i pavesi ricchi a scommettere e le famiglie,dei giocatori, a stare in apprensione per la sorte dei patrimoni famigliari. Una Nobildonna pavese cominciò a preoccuparsi per la sorte del suo unico figlio…
    Quando una località diventa famosa per una attività particolare, la gente accorre da ogni dove. Così era San Martino nella prima meà del 1800 quando i più famosi maniscalchi del paese si sfidavano a braccio di ferro. Ogni osteria aveva il suo campione e, più volte l’anno, gli osti si riunivano per organizzare le sfide, decidere i premi e promuovere il nuovo campione. Era un do come un altro per farsi pubblicità, insieme al nome del campione veniva diffuso il nome dell’osteria. In ogni attività o manifestazione c’è sempre chi investe in idee, altri in soldi, altri…(CONTINUA) Teresa

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