mercoledì 5 settembre 2012

BEREGUARDO ...STORY di Teresa Ramaioli

BEREGUARDO ... STORY 
di
Teresa Ramaioli
“Trivolzio,L’orticello di San Zeno”
di Dino Barili e Teresa Ramaioli
La festa si sarebbe svolta il 9 marzo 1833, giorno dedicato a Santa Francesca Romana. Don Siro aveva preso accordi con il Parroco di Marcignago, don Giovanni Gandini, il quale si era impegnato ad illustrare il profilo della Santa, donna straordinaria ,un esempio da seguire nei momenti di difficoltà. Nei primi decenni del 1400, Roma stava attraversando un periodo difficile.Tra frastuoni di guerre, rivolte, violenze di ogni genere, il popolo non sapeva a chi rivolgersi e la città eterna sembrava stesse per soccombere. La nobile Francesca ( Santa Romana), nonostante il marito prigioniero, mutilato e il suo unico figlio preso in ostaggio, si prodigò con forza e coraggio per aiutare tutti coloro che avevano bisogno. “Le difficoltà nel 1833- diceva don Siro durante le prediche-erano nulla in confronto a quelle dell’epoca in cui visse ed operò Santa Francesca Romana nel 1400”. Don Gandini,con il suo linguaggio facile e colorito, incantava tutti e spronava la gente ad avere fiducia e sperare in un domani migliore. C’era materiale per poter riflettere…La festa si svolse come stabilito.Il Conte Rusca ebbe un’idea brillante. Nell’incontro del primo giovedì di marzo, propose al medico,al farmacista e al parroco una iniziativa, che continuò per parecchi anni:avrebbe messo a disposizione tre pezzi di terra per fare tre orticelli da assegnare, per un solo anno, alle tre famiglie più disastrate di Ttrivolzio. “Orticelli di San Zeno”,questo era il nome dell’iniziativa , in omaggio ad una notizia ricavata da un libro della biblioteca Rusca. Tutti convennero che si trattava di una buona idea. “Tutte le persone dovrebbero avere un loro orticello…(terza puntata)Ciao Teresa

1 commento:

  1. “Trivolzio, l’orticello di San Zeno”di Dino Barili e Teresa Ramaioli
    Il dott. Vai disse con entusiasmo:”Tutte le persone dovrebbero avere un loro orticello. Non importa di quale dimensione, purchè lo sentano di loro esclusiva proprietà. Avere un orticello significa tenere la ente occupata in qualche cosa di concreto,di vivo, di reale. L’orticello produce solo se lo pensi, lo lavori, lo semini e raccogli i frutti che produce. Quando la gente ha il suo orticello dipende sempre meno dai fattori esterni, pensa a far fruttare il proprio pezzetto di terra. La vita quotidiana è fatta di alti e bassi, come le onde del mare:ora su, ora giù. Non bisogna lasciarsi travolgere dalle circostanze, ma vedere, valutare e AGIRE e se serve LOTTARE. “ “E’ vero che quando una persona non ha il pane quotidiano- diceva sempre il dott. Vai-il futuro conta meno di niente, tuttavia avere unorticell nella mente è come avere il futuro dentro la propria testa, la speranza di una vita migliore”. Don Siro sosteneva con animata convinzione:”Le persone preposte alle cariche pubbliche dovrebbeo preoccuparsi prima di tutto dei poveri, dei disagiati… perchè i ricchi sono in grado di stare in piedi con le loro gambe”. Il 9 marzo 1833 fu una grande festa , don Gandini raccolse tanti consensi. Al termine delle cerimonie ci furono anche le frittelle che allietarono adulti e bambini. Il Conte Rusca fu soddisfatto dei soldi spesi e le riunioni del primo giovedì di ogni mese continuarono a produrre soluzioni adeguate alle necessità d Trivolzio.(ultima puntata) Ciao Teresa

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