domenica 30 settembre 2012

BEREGUARDO ... STORY di Teresa Ramaioli

BEREGUARDO ... STORY 
di
Teresa Ramaioli
MIRACOLI A SAN MARTINO SICCOMARIO
DI DINO BARILI E TERESA RAMAIOLI
…Come suggerito da una amica, aveva scelto un giovanotto sveglio per sorvegliare i figlio. Aveva trent’anni, alto, biondo, occhi azzurri, un bel modo di comportarsi, si chiamava: Lorenzo Negrini. Un unico neo aveva cambiato mille mestieri senza aver ancora trovato quello che lo appagasse veramente. Il suo compito era quello di sorvegliare il giovane rampollo in modo discreto, senza dare nell’occhio, per il timore di scatenare chissà quale reazione. Allora i figli dei ricchi venivano trattati con i guanti, con tutte le cautele possibili, mente quelli dei poveri prendevano una buona dose di scapaccioni e venivano messi in riga senza tante cerimonie. Lorenzo Negrini accettò volentieri perché era nato a San Martino Siccomario e ricordava con piacere i suoi primi anni di vita vissuti nella cascina soprannominata Corte dei Frati. Del paese conosceva vita, morte e miracoli, quindi per il Negrini, sarebbe stato un gioco rimettere in riga il figlio della Dal Forno. Con discrezione assoluta si impossessò dei nomi e della rete di amicizie frequentata dal giovane. Con calma affrontò ogni singolo personaggio coinvolto nella trama e con un colpo da maestro sfilò la preda dalle grinfie del ragno, dai tentacoli della piovra. Il ragazzo della Dal Forno cambiò strada: anziché andare a San Martino Siccomario a giocare andò all’Università per studiare e farsi onore. Subito la notizia corse come il vento ed altre famiglie, in difficoltà ricorsero a Lorenzo Negrini per far sorvegliare i propri giovani figli quando oltrepassavano il Ponte Coperto. Uno, due, tre…cinque, dieci,venti, per il Negrini … (CONTINUA) Ciao Teresa

1 commento:

  1. MIRACOLI A SAN MARTINO SICCOMARIO
    DI DINO BARILI e TERESA RAMAIOLI
    Uno, due, tre…cinque, dieci, venti, per il Negrini era diventata una attività redditizia, in piena regola, che richiedeva impegno costante, notte e giorno. Poteva permettersi spese fino ad allora impensabili. Passare il Ponte Coperto per andare San Martino Siccomario era un gioco. E’ vero c’era la frontiera, ma era costituita da un corpo di guardia subito dopo il Ponte. Si trattava di un ufficio per la riscossione delle tasse, dazi, diritti vari sulle merci in entrata e in uscita dalla città. Negrini non transitava merci, entrava e usciva dalla città molte volte al giorno. Tutto dipendeva dai movimenti dei rampolli che doveva seguire e controllare. Inoltre aveva uno seciale permesso firmato dell’I.R. Commissario Superiore dell’Ufficio di Polizia, il Nobile Don Luigi Ziller, con la controfirma dell’Ispettore della Polizia di Confine di Borgo Ticino, Giuseppe Omboni. Con un simile documento, Lorenzo Negrini, si sentiva in una botte di ferro, ma…non aveva fatto i conti con Pietro Della Rovere, Capo delle guardie del Ponte Coperto. Pietro Della Rovere era nato a San Martino Siccomario , nella stessa Corte dei Frati nella quale era nato il Negrini. Quel continuo andirivieni non passò inosservato. Lorenzo Negrini venne fermato una prima volta: “Nulla da dichiarare”. Alla terza venne fermato e trattenuto per sospetto traffico di oggetti preziosi. Pietro Della Rovere aveva deciso di incastrarlo e qualsiasi scusa sarebbe bastata per farlo .Il Capo delle Guardie di Borgo Ticino stava attraversando un periodo difficile. Aveva trovato l’individuo che faceva al caso suo, uno su cui SCARICARE le sue FRUSTRAZIONI…(continua)Teresa

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