domenica 9 settembre 2012

BEREGUARDO ... STORY di Teresa Ramaioli

BEREGUARDO ... STORY 
di
Teresa Ramaioli
  1. San Cornelio e la danza delle libellule
    Di Dino Barili e Teresa Ramaioli

    La fantasia popolare faceva la sua parte e nacque una leggenda: “I trivolzini non avevano abbastanza iniziativa per organizzare una festa ai loro Santi Patroni,allora le libellule del laghetto Rusca ( oggi laghetto del Parco comunale) si riunirono in assemblea e decisero di fare una bella festa, una volta all’anno, per soli due spettatori,i Santi Cornelio e Cipriano. Nella notte tra il 15 e 16 settembre, a notte fonda, quando Trivolzio tace e tutto è silenziso e pace, san Cipriano esce dalla Chiesa ed aspetta che San Cornelio scenda dalla sua alta colonna di granito. Insieme fano ungiro per le vie del paese, osservano le novità e danno la loro benedizione alle famiglie in difficoltà. Poi, adagio adagio, come si conviene a persone cariche di anni, si recano davanti al laghetto Rusca dove trovano allestito uno straordinario spettacolo di musica e danze, tutto per loro ed ecco “La danza delle libellule”. Naturalmente le leggende non trovano tutti d’accordo, anzi gli scettici trovano tante scuse per sminuire il valore dei racconti popolari.Il farmacista di Trivolzio, Dott. Vincenzo Gillardi, subentrato al Dott. Botteri nel 1833, era un accanito ricercatore di leggende popolari, diceva…(seconda puntata Continua). Ciao Ter

1 commento:

  1. San Cornelio e la danza delle libellule
    Di Dino Barili e Teresa Ramaioli
    Diceva il Dott. Gillardi:”Le leggende locali arricchiscono il paese e gli abitanti. Sono una alternativa valida alla quotidianità”. Intorno alla danza delle libellule sul laghetto Rusca,nella notte tra il 15 e il 16 settembre, il Dott. Gillardi aveva raccolto una notevole messe di notizie. Una di queste raccontava di uno splendido luogo che si trovava sotto al laghetto,un piccolo paradiso delle libellule con cupole multicolori e luci accecanti. Dopo la loro breve vita, le lucciole si davano appuntamento in questo luogo passando per una feritoia nel muro di cinta del giardino Rusca. Nessuno osava mettere le mani in quella feritoia…sarebbe sparito!Nel 1800 viveva a Trivolzio un tale di nome Griso il Preciso, faceva il mediatore e veniva da Borgo San Siro in Lomellina. Era sempre puntuale come un orologio, non si fidava di nessuno e non credeva in niente. Il suo motto era :”Se non vedo non credo”Fino all’età di quarantacinque anni aveva svolto la sua attività con successo, pi cominciò scommettere ed a ogni scommessa era una vittoria. Si convinse di essere infallibile. In piazza San Cornelio, nei giorni di festa, gli osti organizzavano grandi tavolate e, dopo il pranzo la gente giocava a carte. Griso il Preciso giocò e vinse, vinse infinite volte, era veramente infallibile. Un vecchietto, furbo come la volpe, lo sfidò. Come premio il vincitore avrebbe messo la mano dentro la feritoia delle libellule. Griso si mise a ridere.”Come-diceva dentro di sé- ci sono ancora persone che credono alle leggende?” Giocò con senso di superiorità, con disprezzo dell’avversario e vinse. Mise la mano nella feritoia delle libellule e…sparì. POVERO GRISO IL PRECISO!!!!!Pieno d’orgoglio era stato, sempre il più INTELLIGENTE, SEMPRE di UN PASSO DAVANTI AGLI ALTRI, SEMPRE LUI A SAPERE, SEMPRE LUI IL SAGGIO…(FINE) Teresa

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