sabato 29 settembre 2012

FABRIZIO IL PESCATORE... racconto di Dino Secondo Barili

29 SETTEMBRE 2012 – ALMANACCO DI STORIA
PAVESE
Trivolzio – 29 settembre 2012 – sabato – 12.00

Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno  nulla a che vedere
 con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del sabato
Fabrizio il pescatore e Cleofe, la donna del fiume
Pavia è una città di fiume … il fiume Ticino. Come tale è sempre stata una città di pescatori. Oggi, ci sono ancora parecchi pescatori… ma non più come decine di anni fa. Fabrizio, 50 anni, pavese è un pescatore, figlio di pescatori. In Borgo Ticino, suo padre faceva il pescatore, suo nonno anche… e il suo bisnonno pure. Fabrizio, però, fino a un paio di anni fa …era un pescatore un po’ “sfigato”, nel senso che non era mai riuscito a vincere un premio… anche per gare di ultima categoria. A quarantotto anni, si era sentito finito, disperato, deluso, amareggiato, sfiduciato. Motivo? Aveva partecipato ad una gara di pesca sulla riva del Ticino a Pavia… e non aveva preso neppure un pesce. Cadde in depressione. Diceva spesso: “Mio padre e mio nonno si rivolteranno nella tomba…” Un giorno aveva deciso a farla finita e gettarsi nel fiume! Lo stava per fare veramente quando una mano femminile lo trattenne per la manica della camicia… Fabrizio non aveva mai avuto a che fare con donne… tranne sua madre, ormai vecchia e malandata. La donna che l’aveva trattenuto era Cleofe, conosciuta come la “donna del fiume”. Nessuno sapeva dove abitasse. Qualcuno diceva…”dalle parti di Torre D’Isola”, altri, in una “casottola” in riva al fiume. Difficile anche dare l’età alla donna. Cleofe avrebbe potuto avere sessant’anni, forse no… Fabrizio non aprì bocca. Fu Cleofe a parlare. “Fabrizio perché ti vuoi gettare nel fiume?” Il pescatore si spiegò a fatica: “Perché non valgo niente. Nell’ultima gara… non ho preso neppure un pesce.” –“Non ti sei mai chiesto dove sbagli?” – chiese ancora Cleofe. Fabrizio fece una smorfia, ma reagì: “Mi hanno sempre insegnato che per pescare bisogna avere le attrezzature all’ultima moda… ed io li ho. Nessuno è alla moda come me. Eppure, non riesco a prendere un pesce.” Cleofe aveva capito il soggetto. “E’ lì che sbagli. Vieni a casa mia e ti insegnerò come prendere i pesci.” Fabrizio, non troppo convinto, seguì Cleofe la quale l’accolse in casa, lo fece accomodare sul divano e offrì un buon caffè. Dopo il caffè Cleofe spiegò a Fabrizio il “meccanismo” della pesca. “Mio caro Fabrizio. Per prendere i pesci non servono gli abiti da pescatore all’ultima moda, lunghe canne telescopiche o mulinelli con computer incorporati. servono le esche. I pesci non sanno nulla dei tuoi marchingegni… a loro interessano solo le esche …e le esche devono piacere ai pesci!.Ora, ti preparo le esche e tu potrai prendere quanti pesci vuoi.” Cleofe fece quanto promesso. Fabrizio andò subito al fiume Ticino… Dopo poco tempo, la reticella del pescatore era piena di pesci. Corse trionfante da Cleofe la quale l’aspettava sulla porta di casa. “Cleofe ti do tutti i soldi che vuoi … Mi insegni come preparare esche come le tue?” La donna lo guardò con fare interrogativo. “No, mio caro Fabrizio. Se vuoi possiamo fare un patto. Io ti preparo le esce e tu mi porti i pesci per i pasti della settimana.” Da quel giorno, Fabrizio, il pescatore, si è messo “in pianta stabile” a casa di Cleofe la quale diceva: “L’esca deve piacere al pesce... Se poi piace anche al pescatore… meglio ancora!” - fine - Buona giornata a tutti. Dino

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