giovedì 6 settembre 2012

BEREGUARDO ... STORY di Teresa Ramaioli

BEREGUARDO ... STORY 
di
Teresa Ramaioli
“Trivolzio, l’orticello di San Zeno”di Dino Barili e Teresa Ramaioli
Il dott. Vai disse con entusiasmo:”Tutte le persone dovrebbero avere un loro orticello. Non importa di quale dimensione, purchè lo sentano di loro esclusiva proprietà. Avere un orticello significa tenere la ente occupata in qualche cosa di concreto,di vivo, di reale. L’orticello produce solo se lo pensi, lo lavori, lo semini e raccogli i frutti che produce. Quando la gente ha il suo orticello dipende sempre meno dai fattori esterni, pensa a far fruttare il proprio pezzetto di terra. La vita quotidiana è fatta di alti e bassi, come le onde del mare:ora su, ora giù. Non bisogna lasciarsi travolgere dalle circostanze, ma vedere, valutare e AGIRE e se serve LOTTARE. “ “E’ vero che quando una persona non ha il pane quotidiano- diceva sempre il dott. Vai-il futuro conta meno di niente, tuttavia avere unorticell nella mente è come avere il futuro dentro la propria testa, la speranza di una vita migliore”. Don Siro sosteneva con animata convinzione:”Le persone preposte alle cariche pubbliche dovrebbeo preoccuparsi prima di tutto dei poveri, dei disagiati… perchè i ricchi sono in grado di stare in piedi con le loro gambe”. Il 9 marzo 1833 fu una grande festa , don Gandini raccolse tanti consensi. Al termine delle cerimonie ci furono anche le frittelle che allietarono adulti e bambini. Il Conte Rusca fu soddisfatto dei soldi spesi e le riunioni del primo giovedì di ogni mese continuarono a produrre soluzioni adeguate alle necessità d Trivolzio.(ultima puntata) Ciao Teresa

1 commento:

  1. SAN CORNELIO E LA DANZA DELLE LIBELLULE
    di DINO BARILI e TERESA RAMAIOLI
    Ogni paese ha il suo simbolo:Bereguardo ha il Castello, Trivolzio piazza San Cornelio. Una piazza con la sua bella colonna di granito sulla quale campeggia, dal 1739, San Cornelio Patrono, con San Cipriano, della Parrocchia. Veramente oggi più che una piazza è una rotatoria stradale intorno alla quale gli automobilisti si divertono con autovetture, camion, autocorriere…Dicevamo: la statua è lì dal 1739 e San Cornelio dall’alto della sua colonna guarda, osserva, medita e tace .Non si fa illusioni. Da oltre due secoli e mezzo ha accumulato tante esperienze e informazioni, ne ha viste di tutti i colori e conosce i trivolzini come le sue tasche. La festa dei Santi Patroni Cornelio e Cipriano ricorre il 16 settembre, ma Trivolzio, o meglio i suoi abitanti, non l’hanno mai sentita come festa, e non hanno mai organizzato manifestazioni, è un giorno qualunque. Nel 1833, il Prevosto Don Siro Riccardi, ha sottolineato il suo disappunto durante una predica.Disse:”I trivolzini si scervellano per cercare le novità.Il 16 settembre hanno un’ottima occasione per festeggiare i loro Santi …ma non lo fanno! I Santi sono la testimonianza storica della fede, inoltre la Parrocchia di Trivolzio è una delle più antiche , risale all’epoca della prima evangelizzazione nell’alto pavese. Il territorio della Parrocchia si estendeva da San Gervasio e Protasio in Pavia a Motta Visconti, dal fiume Ticino alla Certosa di Pavia(12 Km di lunghezza e 8 km di larghezza). La Parrocchia era tanto estesa che nel 1600 ci vollero dodici frati per portare la parola di Dio ovunque”. A quell’epoca le prediche dei parroci di campagna erano come le martellate dei fabbri sul ferro rovente: colpivano l’anima e accendevano la passione dei parrocchiani per il proprio campanile. La fantasia popolare faceva la sua parte e nacque una leggenda. Diceva…(prima puntata continua) Buona lettura- Teresa

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