martedì 25 settembre 2012

BEREGUARDO ... STORY di Teresa Ramaioli

BEREGUARDO ... STORY 
di
Teresa Ramaioli
Miracoli a San Martino Siccomario
Di Dino Barili e Teresa
I maniscalchi , nei momenti di libertà, avevano a disposizione numerose osterie nelle quali praticavano il loro gioco preferito: braccio di ferro. Ogni osteria aveva il suo campione. Erano uomini alti, robusti, muscolosi e si sfidavano tra loro. Accanto alle sfide aumentavano le scommesse in denaro fatte soprattutto da pavesi ricchi, raffinati,istruiti, i quali, per provare sensazioni forti, mettevano a rischio il patrimonio e la pace famigliare. I ricchi scommettitori puntavano sulla forza dei campioni di San Martino Siccomario e le giovani donne sognavano, un giorno, di poterne incontrare uno, per averlo come compagno della vita. Fu così anche per Somensina Degli attivi, figlia unica, ricchissima, di un fittabile di Carbonara al Ticino . Il fatto sarebbe passato inosservato, come una normale cotta tra un uomo e una donna, se la notizia non l’avesse propagandata un commerciante ambulante di Travacò Siccomario: Cirip Stringhebindei. Questi, per attirare la maggior attenzione possibile al suo carretto delle mercanzie, raccontò che Somenzina si era pazzamente innamorata del più famoso maniscalco di San Martino Siccomario, campione in carica di braccio di ferro:Cornelio Barnazzi detto Barnas. Era alto quasi due metri, con un corpo scultoreo come una statua greca. Somenzina portava i suoi cavalli da far ferrare al bel maniscalco di San Martino e rimaneva incantata a guardarlo per un tempo indefinito. La fitaulina di Carbonara al Ticino aveva perso la testa per Barnas ed aveva rifiutato la proposta di matrimonio di un ricchissimo nobile milanese. Cirip diceva: “Nelle favole c’è sempre una Cenerentola alla ricerca…(continua)Teresa

1 commento:

  1. MIRACOLI A SAN MARTINO SICCOMARIO
    Di DINO BARILI e TERESA RAMAIOLI
    Cirip diceva: “Nelle favole c’è sempre una Cenerentola alla ricerca del Principe Azzurro, nella realtà c’è qualche volta una Principessa alla ricerca del suo Cenerentolo”. Perché, Cornelio Barnazzi, oltre al fatto di possedere una innegabile scultorea bellezza fisica, era povero come tutti quelli della sua categoria. Tuttavia Somenzina non voleva sentire ragione: Barnas o nessun altro. C’era un problema,Cornelio non sopportava di essere corteggiato, non sopportava di essere assediato dalle donne, di essere considerato una preda. Barnas non voleva essere conquistato, lui era l’uomo, lui doveva scegliere e conquistare LA DONNA DELLA SUA VITA. A quell’epoca si pensava e si usava così. L’unica volta che Somenzina si trovò da sola, faccia a faccia, con Cornelio, finse di star male, di svenire e si lasciò cadere. Barnas non si scompose. La donna per poco non si ruppe un braccio. Più una donna trova resistenza e più diventa terribilmente caparbia. Somenzina voleva Cornelio Barnazzi, l’uomo dei suoi sogni e, cascasse il mondo, l’avrebbe avuto…Parlò con tutti gli indovini e le maghe del territorio della Lomellina e dell’Oltrepò, sempre alla ricerca della soluzione del suo problema. Ogni anno , il Lunedi di Pasqua, Somenzina Degli attivi andava con il suo biroccio a una delle sagre più affollate della Lomellina: la Madonna delle Bozzole di Garlasco. La gente era come la corrente di un fiume, si muoveva tutta insieme senza possibilità di scegliere alcun itinerario.Quella volta, nella fiumana in movimento, Somenzina e Barnas si trovarono una accanto all’altro. Cornelio notò che Somenzina aveva gli occhi rossi e piangeva…(CONTINUA) Teresa

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