venerdì 28 settembre 2012

BEREGUARDO ... STORY di Teresa Ramaioli

BEREGUARDO ...STORY 
di
Teresa Ramaioli
MIRACOLI A SAN MARTINO SICCOMARIO
DI DINO BARILI e TERESA RAMAIOLI
Cornelio notò che Somenzina aveva gli occhi rossi e piangeva. Si sentì in dovere di chiedere quale disgrazia le fosse accaduta. La dona tergiversò, poi confidò il segreto,era stata dal medico il quale le aveva pronosticato che sarebbe diventata cieca. Cornelio Barnazzi si sentì gelare il sangue, una così bella e giovane ragazza ridotta alla cecità. Si sentì in animo di consolarla, prima con le parole, poi con molte visibili premure e riguardi. Da quel momento capì di aver trovato la donna della sua vita, la donna che aveva bisogno di lui. Somenzina aveva raggiunto la felicità ed insieme a Cornelio passò i migliori anni della sua via. Cirip Stringhebindei, nei suoi appassionati racconti, metteva in dubbio che nell’incontro alle Bozzole tra Somenzina e Cornelio ci fosse la mano del destino. Affermava che sicuramente qualche maga aveva svelato alla fitaulina il segreto che sta in ogni uomo: il Tallon d’Achille. Del resto, diceva, con enfasi di colui che i materia la sapeva lunga:”Deve ancora nascere l’uomo che può competere con la donna”. La gente, nell’ascoltare tal discorsi, non si staccava dal carretto delle mercanzie di Cirip, il quale faceva affari d’oro. A San Martino Siccomario i maniscalchi continuavano a giocare a braccio di ferro, i pavesi ricchi a scommettere e le famiglie,dei giocatori, a stare in apprensione per la sorte dei patrimoni famigliari. Una Nobildonna pavese cominciò a preoccuparsi per la sorte del suo unico figlio…
Quando una località diventa famosa per una attività particolare, la gente accorre da ogni dove. Così era San Martino nella prima meà del 1800 quando i più famosi maniscalchi del paese si sfidavano a braccio di ferro. Ogni osteria aveva il suo campione e, più volte l’anno, gli osti si riunivano per organizzare le sfide, decidere i premi e promuovere il nuovo campione. Era un do come un altro per farsi pubblicità, insieme al nome del campione veniva diffuso il nome dell’osteria. In ogni attività o manifestazione c’è sempre chi investe in idee, altri in soldi, altri…(CONTINUA) Teresa

1 commento:

  1. MIRACOLI A SAN MARTINO SICCOMARIO
    DI DINO BARILI e TERESA RAMAIOLI
    In ogni attività o manifestazione c’è sempre chi investe in idee, altri in soldi, altri ancora nell’intento di RACCOGLIERE APPLAUSI…alla fine tutti racimolano qualcosa e incominciano da capo. Ogni sfida richiamava gente nelle osterie, bevitori e giocatori. Molti scommettitori,ricchi, istruiti ed annoiati, cercavano nelle scommesse forti emozioni. Il gioco pericoloso delle scommesse affascinava non solo persone adulte e responsabili(responsabili??) ma anche i giovani erano contagiati da questo vizio. Questi venivano trascinati dalle sporadiche vincite, dalle FUGACI ILLUSIONI,dal desiderio di ripianare le perdite. Alla fine si ritrovavano INVISCHIATI in una inestricabile ragnatela, in un groviglio di tentacoli di una invisibile piovra. La preoccupazione delle famiglie-bene pavesi era enorme. A San Martino Siccomario si giocava, si giocava forte e si perdeva. Quando i giovani rampolli uscivano di casa e attraversavano il Ponte Coperto diretti al di là di Borgo Ticino le famiglie erano in apprensione. Bastava una scommessa più audace o più scriteriata delle altre ed i patrimoni andavano in frantumi. Nel 1833 la giovane nobildonna pavese, Carolina Dal Forno, vedova da poco tempo, era preoccupata per il suo unico figlio ventenne che aveva preso la pericolosa strada del gioco. Doveva correre ai ripari e molto in fretta. (da “INCANTESIMO A CASORATE PRIMO 2005) TERESA

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